lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...
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Danila Jacazzi<br />
fino al corso del fiume Sarno. Le in<strong>di</strong>cazioni topografiche sono <strong>di</strong>dascalicamente riportate<br />
in caratteri aulici gotici. I corsi d’acqua sono delineati con semplici tratti <strong>di</strong><br />
linee parallele. Non sono, invece, riportati dati sulla viabilità, ad eccezione dei ponti<br />
sui fiumi. Per in<strong>di</strong>care gli addensamenti urbani nella traduzione grafica vengono usati<br />
piccoli elementi simbolici che alludono a gruppi <strong>di</strong> case. Un simbolismo elementare<br />
fa riferimento alle caratteristiche colturali del territorio: le vaste aree agricole pianeggianti<br />
sono in<strong>di</strong>cate, quasi per alludere al tracciato dei solchi, con segmenti <strong>di</strong> retta<br />
paralleli orientati in senso verticale, orizzontale o obliquo, spesso <strong>di</strong>segnati in campi<br />
modulari quadrati delimitati da alberi; una concentrazione <strong>di</strong> piccoli alberi definisce<br />
le zone boschive, mentre le montagne sono in<strong>di</strong>cate da sottili linee ondulate. I rilievi<br />
<strong>di</strong> maggiore imponenza sono, invece, in<strong>di</strong>viduati con una schematica forma piramidale.<br />
Lungo il corso del fiume Sarno è segnato il casale <strong>di</strong> San Pietro, più a sud Scafaro<br />
(Scafati). Ai pie<strong>di</strong> del Vesuvio compare un addensamento <strong>di</strong> case in corrispondenza<br />
del toponimo Aprillio, forse corruzione <strong>di</strong> <strong>La</strong>pil<strong>lo</strong>, termine riferito ai depositi<br />
<strong>di</strong> cenere vulcanica. Più a sud in un’ansa del fiume tre piccole case sono in<strong>di</strong>cate con<br />
il nome Stornia, probabilmente non un riferimento preciso alla denominazione del<br />
luogo, ma alla sua posizione orografica. Stornio, infatti, era un termine usato nel me<strong>di</strong>oevo<br />
per in<strong>di</strong>care un inse<strong>di</strong>amento posto nel vacuo <strong>di</strong> un meandro fluviale 18 . All’estremità<br />
della costa, in corrispondenza della foce del Sarno, è segnato, anche se<br />
privo <strong>di</strong> una configurazione insulare, il sito <strong>di</strong> Rebilliano, ricordato con tale toponimo<br />
anche dal Be<strong>lo</strong>ch 19 .<br />
L’uso <strong>di</strong> toponimi <strong>di</strong> origine classica, quali Casale <strong>di</strong> Lepido e Lucus Lepi<strong>di</strong> utilizzati<br />
per gli inse<strong>di</strong>amenti nei pressi del Vesuvio, <strong>di</strong>mostra la conoscenza delle fonti letterarie<br />
antiche, in particolare <strong>di</strong> un passo <strong>di</strong> Plinio che narra le vicende del triumviro<br />
Lepido, al<strong>lo</strong>ggiato in un bosco, e alcuni versi <strong>di</strong> Procopio che fanno riferimento al<br />
fiume Sarno 20 . Ma non va <strong>di</strong>menticato che <strong>lo</strong> stesso Pontano fu autore nel 1496 della<br />
Lepi<strong>di</strong>na, un’ec<strong>lo</strong>ga costruita sul mito dell’origine della città, che trasfigura il tema<br />
centrale -la celebrazione delle nozze <strong>di</strong> Partenope col Sebeto- in un vivace affresco <strong>di</strong><br />
Napoli e dei suoi <strong>di</strong>ntorni attraverso la scenografica incarnazione dei luoghi, tra cui<br />
anche il Vesuvio e il fiume Sarno, in figure allegoriche che partecipano all’evento 21 .<br />
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