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lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...

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4<br />

186<br />

Architettura e paesaggio storico nella Valle <strong>di</strong> Pompei<br />

il Vesuvio, maggiori per numero <strong>di</strong> quanto richiedessero i bisogni <strong>di</strong> una villa, e <strong>di</strong><br />

stile che accenna ad epoca non molto <strong>lo</strong>ntana dal primo seco<strong>lo</strong>» 9 .<br />

Alcuni dati rinvenuti nelle campagne <strong>di</strong> scavo settecentesche e ottocentesche farebbero<br />

supporre una frequentazione tra il III e IV seco<strong>lo</strong> dei luoghi dell’antica città <strong>di</strong><br />

Pompei, riportata -nel ricordo della città sepolta- nella coeva Tabula Peutingeriana 10 .<br />

Strutture me<strong>di</strong>oevali addossate alle mura antiche, al <strong>di</strong> sopra del livel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> ceneri e lapilli,<br />

vennero in<strong>di</strong>viduate durante la costruzione delle fondazioni delle case operaie<br />

dal prof. Antonio Sogliano, all’epoca Direttore degli scavi 11 . Il cantiere delle case operaie,<br />

completate nel 1888, <strong>di</strong>ede l’occasione <strong>di</strong> osservare le costruzioni poste sul piano<br />

superiore <strong>di</strong> un opificio <strong>di</strong> epoca romana, probabilmente una ful<strong>lo</strong>nica, che risultarono<br />

rimaneggiate in epoca successiva all’eruzione del 79 d.C., nonché otto tombe<br />

scavate nella cenere e alcune monete tra le quali una in rame raffigurante l’imperatore<br />

Diocleziano (III sec. d.C.) 12 .<br />

L’inizio <strong>di</strong> una vera e propria ripresa si ebbe a partire dall’XI seco<strong>lo</strong>, quando è attestata<br />

l’esistenza <strong>di</strong> una chiesa intitolata al SS. Salvatore. <strong>La</strong> nuova comunità religiosa<br />

<strong>di</strong>pendeva dall’abbazia benedettina <strong>di</strong> San Lorenzo d’Aversa, cui era stata donata nel<br />

1093, data <strong>di</strong> un <strong>di</strong>p<strong>lo</strong>ma normanno che riconosceva al monastero aversano il possesso<br />

Ecclesiam Sancti Salvatoris de Val<strong>lo</strong> 13 .<br />

<strong>La</strong> fondazione della nuova cella e il trasferimento della proprietà al cenobio aversano<br />

comportò <strong>di</strong> certo una nuova organizzazione del territorio soprattutto in riferimento<br />

al<strong>lo</strong> sfruttamento agrico<strong>lo</strong><br />

dei luoghi. Grazie all’opera<br />

dei benedettini i terreni<br />

vennero <strong>di</strong>sboscati, rese<br />

coltivabili le aree in abbandono<br />

e migliorate le<br />

colture esistenti. L’originaria<br />

chiesa <strong>di</strong> Valle poté,<br />

così, acquisire il control<strong>lo</strong><br />

<strong>di</strong> sempre più vaste aree ter-<br />

4 Carte Geografiche Vaticane, Italia<br />

antiqua.

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