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lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...

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Francesca Fatta, Daniele Colistra, Marinella Arena<br />

illuminate, piccoli brani <strong>di</strong> vita privata. Immagini che ci fanno intravedere la vastità<br />

delle relazioni umane, le infinite possibilità <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> ogni singo<strong>lo</strong> in<strong>di</strong>viduo.<br />

Altri autori <strong>come</strong> Atta Kim fermano il tempo effettuando scatti con tempi <strong>di</strong> posa<br />

lunghissimi. Nelle sue immagini il movimento, continuo e intenso, è vischioso e lascia<br />

una traccia immateriale nel<strong>lo</strong> <strong>spazio</strong>. <strong>La</strong> Manhattan <strong>di</strong> Kim è avvolta da un ve<strong>lo</strong><br />

<strong>di</strong> polvere che cancella le auto e le persone riducendole a fantasmi appena percepibili<br />

nella realtà <strong>urbana</strong>.<br />

Per riba<strong>di</strong>re la metafora della città contemporanea possiamo, dunque, scegliere <strong>di</strong> rappresentare<br />

quella costante instabilità data dal rapporto fra <strong>spazio</strong> topo<strong>lo</strong>gico e <strong>spazio</strong><br />

<strong>di</strong> relazione, fra luoghi materiali e luoghi immateriali, fra sparizione e ricordo, fra accelerazione<br />

e flusso.<br />

<strong>La</strong> rappresentazione si concentra sui flussi che attraversano<br />

<strong>lo</strong> <strong>spazio</strong> architettonico e ne mo<strong>di</strong>ficano la consistenza,<br />

la percezione, il <strong>di</strong>segno.<br />

Ho preso spunto da alcune opere <strong>di</strong> Pierre Bismuth per<br />

rappresentare il movimento; l’artista registra, infatti, in<br />

un unico fotogramma il movimento della mano destra<br />

<strong>di</strong> Marylin Monroe.<br />

I segni neri evocano il tempo che è appena trascorso,<br />

<strong>come</strong> la scia <strong>di</strong> fumo che lascia una sigaretta accesa, la<br />

mano <strong>di</strong> Marylin altera <strong>lo</strong> <strong>spazio</strong> isotropo occupando<strong>lo</strong><br />

con il ricordo del suo movimento.<br />

<strong>La</strong> percezione della città e delle architetture che la costituiscono<br />

è legata alle modalità <strong>di</strong> fruizione del<strong>lo</strong> <strong>spazio</strong>,<br />

ai ricor<strong>di</strong> che amplificano<br />

i piani percettivi, agli<br />

stereotipi che con<strong>di</strong>zionano<br />

il nostro sguardo.<br />

Così l’invaso <strong>di</strong> una strada<br />

è il luogo dei flussi. Uomini<br />

e donne attraversano <strong>lo</strong><br />

12 Atta Kim, ON-AIR Project, New<br />

York Series, 57th Street, 8 Hours,<br />

2005.<br />

13 Pierre Bismuth, En suivant la<br />

main droite de Marylin Monroe.<br />

163<br />

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