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lo spazio come indicatore dell'identità urbana - La scuola di Pitagora ...

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Francesca Fatta, Daniele Colistra, Marinella Arena<br />

che la obbligano in una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> instabilità permanente?<br />

Foucault 2 identifica nella città contemporanea una costante tensione alla metamorfosi<br />

che si manifesta attraverso alcune modalità territoriali <strong>come</strong> la sparizione e l’accelerazione.<br />

L’assetto delle gran<strong>di</strong> metropoli è in costante <strong>di</strong>venire, elementi importanti della scena<br />

<strong>urbana</strong> spariscono per lasciare il posto a nuove architetture generando approcci sempre<br />

<strong>di</strong>versi con <strong>lo</strong> <strong>spazio</strong>.<br />

Jonathan Safran Foer in Ogni cosa è illuminata affronta il racconto della sparizione <strong>di</strong><br />

un picco<strong>lo</strong> centro con un approccio ine<strong>di</strong>to e poetico.<br />

Una donna ucraina, sopravvissuta ad una strage nazista, conserva nel suo angusto ricovero<br />

i ricor<strong>di</strong> della sua gente. Tutto è impacchettato in scatole che portano le in<strong>di</strong>cazioni<br />

più bizzarre: DIARI, BIANCHERIA, STATUETTE, OCCHIALI, OSCU-<br />

RITA’ SPECCHI, POESIE, CHIODI, POLVERE.<br />

Ogni oggetto riemerge dalla marea dei ricor<strong>di</strong> <strong>come</strong> un<br />

reperto archeo<strong>lo</strong>gico. Ogni pezzo <strong>di</strong> stoffa, ogni ciocca<br />

<strong>di</strong> capelli, ogni batuffo<strong>lo</strong> <strong>di</strong> polvere può riportare in<strong>di</strong>etro<br />

nel tempo e riaccendere ricor<strong>di</strong>, sensazioni, speranze.<br />

Il gioco può procedere all’infinito, e l’azione può essere<br />

sostituita dal ricordo: “Tutto ricordava a tutti qualcosa<br />

[…] Ricordo generava ricordo che generava ricordo.[…]<br />

Gli abitanti del villaggio usavano il ricordo per ricordare<br />

il ricordo…” 3 .<br />

<strong>La</strong> sparizione del villaggio innesca il meccanismo del ricordo<br />

in un gioco caleidoscopico che è, probabilmente,<br />

alla base <strong>di</strong> ogni rappresentazione contemporanea della<br />

città.<br />

L’altro termine che Foucault usa per definire la città è:<br />

accelerazione. <strong>La</strong> città è attraversata da flussi che, <strong>di</strong> fatto,<br />

ne costituiscono la parte vitale. Lo stu<strong>di</strong>o dei flussi permette,<br />

infatti, la surco<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> tutti gli eventi che<br />

9 Paul Strand, Manhatta, 1921 I<br />

pendolari che scendono dal<strong>lo</strong> Staten<br />

Island Ferry.<br />

10 René Clair, Paris qui dort, 1923.<br />

161<br />

9<br />

10

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