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SEEI - Sociedad Estatal para Exposiciones Internacionales Executive Secretariat for the Chilean Pavilion at Expo Shanghai 2010 legato alle sue radici. Lo studio catalano, citando la materia e la tecnica di realizzazione dei cesti prodotti da secoli sia in Spagna sia in Cina, si spinge anche a mettere in evidenza i punti di contatto tra due realtà interessate a portare avanti scambi commerciali. L’allestimento del Padiglione è affidato ai tre registi Bigas Luna, Basilio Martin Patino e Isabel Coixet, chiamati a curare la mostra espositiva collocata all’interno. La mostra, coerentemente con il tema generale “Better city. Better Life”, riguarderà tre categorie di contenuti, corrispondenti a una lettura per fasi della storia urbana: “Dalla natura alla città”, “Dalla città dei nostri antenati a quella contemporanea” e “Dalla città attuale a quella del futuro”. Padiglione Spagna Cile L’edificio proposto ospita le diverse aree e tematiche del programma cileno in un unico, grande spazio. La facciata trasparente che circonda il Padiglione svela il suo interno, uno spazio pubblico sul quale convergono e si differenziano fra loro i vari volumi delle sale del programma. Ognuna di queste aree ha un suo preciso ruolo nella formazione della messaggio proposto dal Padiglione, che si esprime attraverso un percorso di rampe di legno che emula una strada urbana, portando i visitatori fra le varie stanze tematiche. La sala più importante si chiama “Seed” (seme), dove è rivelata l’essenza del messaggio: la visione della città come luogo di relazioni umane oltre semplici edifici, strade e connessioni urbane. La struttura è pensata per conseguire il massimo confort ambientale e soddisfare le rigorose norme sul risparmio energetico richieste dal comitato organizzatore. A questo scopo, tutti gli elementi di cui l’edificio è composto, fatta eccezione per le fondamenta, possono essere smantellati e la maggior parte dei materiali e delle attrezzature riciclati o riutilizzati. Padiglione Cile CAODURO ® s.p.a CAVAZZALE - VICENZA info@caoduro.it - www.caoduro.it
42 SOCIETÀ E COSTUME A Viabizzuno “Progettare è voce del verbo amare” Intervista a Mario Nanni Mario Nanni è nato nel 1955 a Bizzuno, una piccola frazione di Lugo, in provincia di Ravenna. L’interesse per la materia luce e il rapporto con architetti e designer di fama internazionale, lo conducono alla sperimentazione di nuove forme e metodologie nella progettazione di corpi illuminanti in sfide sempre nuove. Nel 1994, come concreta espressione della sua filosofia progettuale e della sua passione per la luce, crea Viabizzuno, oggi dinamica ed innovativa azienda di progettazione e realizzazione di impianti di illuminazione con sede a Bentivoglio, in provincia di Bologna. Responsabile del pensiero progettuale di Viabizzuno, si dedica principalmente all’attività di progettazione negli studi di Milano, Londra e Barcellona, Rimini e Bologna. “Termometro di luce”, di Mario Nanni, Piazza Zabalburu, Bilbao Nanni, ci tolga subito un curiosità. Lei preferisce defi nirsi un progettista piuttosto che un designer, perché? “Credo dipenda dal fatto che sono sempre stato abituato a risolvere dei problemi. In realtà, se ci penso, io non so disegnare una lampada o un tavolo. So affrontare un problema per un determinato tipo di illuminazione o di ambiente. Dato un problema, cerco la soluzione. La cerco a 360 gradi e a volte la realizzazione può essere anche complessa. Ma, ciò che più conta, è sempre la strada per risolvere appieno quel problema. Per questo non sopporto le parole lighting designer, designer, artista. Non mi rappresentano. Io sono praticamente nato in cantiere e all’età di dodici anni ero già apprendista dell’elettricista. Ho avuto modo di fare un’esperienza straordinaria imparando, con umiltà ed ascoltando, da artigiani e capo mastri che conoscevano il mestiere e sapevano insegnarlo. Ricordo che mio nonno un giorno mi disse che gli uomini si dividono in due categorie: chi dice e chi fa. E che avrei dovuto decidere in fretta da che parte stare. Io decisi di mettermi dalla parte di chi fa. E oggi, dopo tanti anni, posso dire, che la mia è la cultura del fare”. Progettare, termine che deriva dal latino ‘projectare’, che signifi ca ‘portare fuori’, ‘portare avanti’, è un’attività molto complessa. Come si traduce nell’ambito della luce? Quali sono gli elementi che devono essere considerati? “Quello che conta e che cerco di trasmettere ai miei assistenti foto di Filippo Chiesa
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