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Geocentro Magazine - Fondazione Geometri

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Foto di Arnold Le Beuf<br />

Le immagini sottostanti mostrano l’intradosso della camera<br />

di un pozzo e di un nuraghe. Se si è capito il meccanismo<br />

descritto, si capisce perché la pietra apicale si possa togliere.<br />

Ciò non potrebbe avvenire se la cupola fosse concepita come<br />

ad “arco verticale” perché la pietra apicale sarebbe il concio<br />

di chiave, assolutamente irremovibile.<br />

In questo modo si può dunque realizzare una cupola senza<br />

centina. Nella coazione degli anelli orizzontali è dunque<br />

congelato il meccanismo della cupola autoportante, al cui<br />

principio ha fatto ricorso anche Brunelleschi, per la sua<br />

cupola fiorentina senza centina.<br />

Meccanismo geniale a cui si può accedere solo avendo nella<br />

mente e nelle mani la capacità concettuale del controllo delle<br />

forze, ovvero se si è in grado di sentire la coazione.<br />

Il permanere della gravità, dona eterna vitalità alla struttura.<br />

La durabilità dei nuraghi non è dunque data solo dalla<br />

pietra, ma dal fatto che gli è stato incorporato il soffio vitale<br />

della gravità che la percorre incessantemente, per cui non<br />

potrà mai più dormire.<br />

Questa spiegazione, assai sintetica, avrebbe bisogno di molti<br />

complementi e corollari. Ad esempio si capisce che soltanto<br />

costruzioni circolari possono godere di tali principi e che<br />

necessariamente tutti i paramenti esterni, nelle costruzioni<br />

in pietra a secco, devono essere inclinati verso l’interno: il<br />

Sotto, il camino del Pozzo di S. Cristina a Paulilatino (Or).<br />

È un raffi nato esempio di sovrapposizione di anelli in coazione<br />

nuraghe da questo punto di vista è esemplare.<br />

Bisognerebbe poi dire delle modalità di trasporto e di<br />

sollevamento, a fronte delle macchine sicuramente conosciute<br />

all’epoca: la leva, il cuneo, il piano inclinato. Sono tutti<br />

territori da esplorare, ma che riservano soluzioni che ci fanno<br />

apparire la grandezza costruttiva dell’uomo del neolitico.<br />

Lo studio dunque dei meccanismi congelati nelle<br />

costruzioni a secco, disvela seducenti arcani, tali da farci<br />

apparire i nostri predecessori autentici giganti, con l’effetto<br />

di sospendere la dannata idea della freccia del tempo, che<br />

ci fa sperare invano nel continuo progresso della scienza e<br />

della tecnologia. L’idea del continuo progresso delegittima<br />

in qualche modo il passato, proprio perché ci fa illudere di<br />

aver superato da tempo e per sempre molti gradini della<br />

conoscenza, ormai privi di qualsiasi inferenza.<br />

Questa presunzione diventa così un terribile ostacolo allo<br />

studio delle tecnologie del passato, che invece, disvelate,<br />

aggiungono spiegazione all’emozione che molti monumenti<br />

antichi trasmettono.<br />

Perciò, chiarito l’arcano sotteso ad una muratura a secco,<br />

ovvero il geniale controllo della composizione delle forze,<br />

anche un semplice muretto di recinzione ci induce a meglio<br />

capire come “costruire” sia un gesto che ha in sé intelligenza<br />

e perché no, sacralità.<br />

Sopra, la camera dei<br />

nuraghi, realizzata<br />

sfruttando la coazione<br />

orizzontale, è in<br />

equilibrio anche senza<br />

la chiusura apicale. Se<br />

la concezione fosse ad<br />

arco, per l’equilibrio<br />

servirebbe il concio di<br />

chiusura<br />

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