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Geocentro Magazine - Fondazione Geometri

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ANNO II | n. 7 | GENNAIO - FEBBRAIO 2010<br />

A destra, la tabella guida alla<br />

comprensione delle logiche numeriche<br />

alla base del progetto<br />

Sotto, la vista dall’alto del calpestio<br />

della piazza<br />

angolari: poste alla base dei vertici dei muri correnti sulla<br />

base quadrilatera, portano simbolicamente con sé, tradotto<br />

in semplici gesti di lavorazione, il sapere stereotomico<br />

medievale, e con esso il sapere matematico applicato alla<br />

tecnica costruttiva.<br />

Inoltre nella costruzione del prato lapideo i progettisti<br />

cercano la varietà come in natura, e come in natura<br />

la declinano secondo la regola scientifica. Scelgono il<br />

Serpentino della Val Malenco, per altro una pietra locale<br />

date le brevi distanze dalle cave ugualmente lombarde,<br />

nelle tre tipologie: Classico, Vittoria e Giada, a loro volta<br />

differentemente trattate secondo le lavorazioni superficiali<br />

di sabbiatura, bocciardatura e water-jet. Combinando<br />

tipologia e lavorazione contiamo così nove possibili<br />

varianti. Tali varianti sono poi moltiplicate incrociando<br />

questi due dati con quelli dimensionali delle singole lastre,<br />

facenti riferimento per i propri lati alle leggi dei numeri<br />

primi. Anche l’alternanza fra le lastre è guidata dalla<br />

regola semplice per cui dalla somma di due numeri primi<br />

e sottraendo un’unità, si ottiene un nuovo numero primo.<br />

Pure il giunto fra gli elementi di posa partecipa dell’insieme<br />

di rimandi numerici. Ne scaturiscono 125 lastre diverse,<br />

disposte a casellario su di una griglia per ascisse ed ordinate<br />

orientata secondo la giacitura dei lati principali della piazza.<br />

Le lastre di maggiore dimensione si concentrano al centro<br />

dello spazio pubblico; si raffittiscono invece sui lati, in<br />

corrispondenza dell’imboccatura dei percorsi.<br />

Le sedute realizzate su disegno, sono in legno di iroko e sostegni<br />

in bronzo. Completano la superficie pavimentale le caditoie<br />

ricavate nel medesimo materiale lapideo, l’illuminazione a<br />

raso, le presenze arboree, ed i vari inserti per le manutenzioni<br />

delle reti sottostanti.<br />

Attilio Stocchi

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