Geocentro Magazine - Fondazione Geometri
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ANNO II | n. 7 | GENNAIO - FEBBRAIO 2010<br />
Progetto di riqualifi cazione urbana Transvaal (fase 1) presso l'Aia,<br />
Olanda<br />
dell’ambiente urbano, derivante soprattutto dalla presenza<br />
di aree non utilizzate, inadeguatezza delle tipologie abitative<br />
e carenza dei servizi.<br />
Barco seconda fase: un nuovo modello di case popolari.<br />
L’intervento, progettato nel 1996 da Alfredo Lambertucci e<br />
Carlo Melograni, è tuttora in corso; la strategia adottata è<br />
quella della sostituzione edilizia e della “densificazione”: il<br />
numero totale degli alloggi passerà, infatti, da circa 200 a<br />
360 unità.<br />
L’attuazione è avvenuta per stralci successivi: il primo, partito<br />
nel 1996, si è concluso nel 2005 ed ha portato alla realizzazione<br />
di 170 nuovi alloggi e la quasi totalità dei servizi di quartiere<br />
previsti, (per il primo stralcio sono stati spesi 18 milioni di<br />
euro), il secondo stralcio, in corso di attuazione, coincide<br />
con il programma “Contratti di quartiere 2” e prevede la<br />
costruzione di altri 76 nuovi alloggi e di un’ulteriore quota di<br />
servizi (per il secondo stralcio sono stati stanziati poco più di<br />
9 milioni di euro).<br />
Gli interventi del secondo e del terzo e conclusivo stralcio<br />
saranno realizzati utilizzando tecnologie evolute, un nuovo<br />
modello di costruzione delle case popolari che mira ad<br />
incrementare il risparmio energetico, il comfort abitativo<br />
e la sicurezza.<br />
(Materiali tratti dalla relazione di Marco Cenacchi, ACER<br />
Ferrara)<br />
LE HOUSING ASSOCIATION IN OLANDA, MODELLI REPLICABILI<br />
IN ITALIA<br />
La società olandese Fakton e la partner italiana Europrogetti<br />
& Finanza (ex Qiref srl) hanno illustrato, sempre nel corso<br />
del convegno organizzato da AUDIS, lo sviluppo delle<br />
Associazioni per l’Housing Sociale in Olanda, dove il 35%<br />
del totale delle abitazioni sono a canone moderato: la realtà<br />
europea maggiormente sviluppata in tal senso.<br />
In Olanda queste Associazioni (nate con l’Housing Act del<br />
1901, inizialmente supportate dal Governo) hanno investito<br />
305mln di euro nel corso del 2007 con l’obiettivo di<br />
aumentare la qualità della vita ed il livello di sicurezza nelle<br />
aree di proprietà, con conseguente aumento/rivalutazione<br />
degli immobili presenti. Queste risorse non si limitano<br />
soltanto all’investimento, alla gestione ed alla manutenzione<br />
di tali strutture ma cercano di massimizzare il loro utilizzo.<br />
Per esempio gli edifici scolastici (o una quota parte di essi)<br />
restano vacanti per alcune ore ed in tali fasce orarie vengono<br />
utilizzati per delle attività giovanili piuttosto che ri-utilizzati<br />
nelle ore serali da organizzazioni o altro.<br />
Dopo un iniziale sostegno da parte del Governo, le<br />
Associazioni nel 1995 perdono in toto il finanziamento<br />
pubblico e riescono, ciò nonostante, a garantire la continuità<br />
e lo sviluppo futuro grazie ai canoni di affitto in essere, alla<br />
dismissione di alcuni immobili unitamente alle scelte di<br />
gestione economica-finanziaria prudente ed efficiente.<br />
I prestiti bancari erogati alle Associazioni sono garantiti da<br />
un Fondo non-profit costituito dalle stesse Associazioni<br />
e supportato dal Governo chiamato “Guarantee Fund for<br />
Social Housing” (WSW).<br />
Il successo del modello olandese è riassunto nei seguenti dati:<br />
• 1/3 delle abitazioni sono rappresentate da Social Housing<br />
(2.4mln di alloggi);<br />
• 155 case popolari ogni 1.000 abitanti (in Italia sono 16<br />
case popolari ogni 1.000 abitanti!);<br />
• le Associazioni negli ultimi anni hanno venduto<br />
annualmente circa 16.000/17.000 abitazioni popolari<br />
(0.5% del totale) a prezzi di mercato o con un lieve sconto<br />
(5-10%), per poter avere risorse per nuovi sviluppi.<br />
(Materiali tratti dalla relazione di Lars Rompelberg, Fakton<br />
BV, e Uberto Visconti, Europrogetti & Finanza - ex Qiref srl)<br />
Cos’è AUDIS<br />
L’Associazione Aree Urbane Dismesse aff ronta le problematiche<br />
riguardanti la trasformazione di quelle parti di città che hanno<br />
interrotto il loro ciclo funzionale e che soff rono della frattura tra<br />
la struttura urbana e i suoi nuovi utilizzatori.<br />
Nel corso della sua attività, iniziata nel 1995, AUDIS ha saputo<br />
cogliere l’evoluzione del tema delle aree dismesse, stimolando il<br />
dibattito tra amministratori pubblici, operatori privati e tra tutti<br />
coloro che sono coinvolti nei processi di trasformazione urbana,<br />
ampliando continuamente il dibattito.<br />
La Carta della Rigenerazione Urbana approvata nel 2008<br />
costituisce il punto di arrivo dell’associazione come promotrice di<br />
una cultura volta alla riprogettazione della città dall’interno.<br />
Gli associati AUDIS sono Comuni di grandi e medie città,<br />
amministrazioni provinciali e regionali, imprese e società private e<br />
pubblico-private, istituti di ricerca e associazioni, università.<br />
Per approfondire: www.audis.it