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19.06.2013 Views

secolo, l’accentramento avviene per la volontà signorile di proteggere e controllare le popolazioni sottoposte 175 , tuttavia è anche plausibile ipotizzare che la scomparsa di villaggi sia provocata dallo spostamento del centro del potere signorile. Tale potrebbe forse essere il caso di Branchengum, ove Ottone aveva fondato una canonica regolare nel 1095: di tale località non resta traccia nei documenti successivi, e pertanto il Settia ha ipotizzato che la diserzione del luogo sia avvenuta già nel corso del XII secolo proprio per lo spostamento del baricentro del potere signorile verso l’area di Mombello 176 . Una seconda fase di accentramento e migrazioni degli abitati, tra XIV e XVI secolo, si svolge spontaneamente e per ragioni di sicurezza, in un primo tempo è comunque controllata dal potere signorile 177 e viene anche causata da guerre e pestilenze 178 . La dinamica insediativa medievale dell’area geografica presa in esame sembra quindi poter essere cautamente generalizzata: i centri sulla sommità delle colline non hanno avuto un castrum come punto di partenza, a sua volta sorto in tempi e luoghi diversi rispetto alle ville da cui confluiranno, nel corso dei secoli, i suoi abitanti 179 , esercitando quindi una funzione catalizzatrice nei confronti degli insediamenti prossimi, ora scomparsi, di cui restano spesso tenui tracce nei documenti e nelle strutture materiali delle antiche cappelle. Dalle dinamiche di abbandono e rovina tardomedievali sembra differenziarsi il San Clemente di Torcello: a differenza delle altre fabbriche considerate le strutture continuano nel corso dei secoli ad essere oggetto di manutenzione, come emerge dagli atti dei visitatori pastorali che trovano la chiesa sempre in buone condizioni 180 . Il degrado oggi riscontrabile sembrerebbe più causato dall’incuria e dall’abbandono cui la chiesa è oggetto da circa un secolo che da cedimenti del terreno o da antiche dinamiche insediative. 175 ID., Proteggere e dominare cit., p. 57. 176 ID., Monferrato. Strutture di un territorio medievale cit., p. 189 (ma cfr. n. 153 p. 189). 177 ID., Proteggere e dominare cit., p. 57. 178 E. BO, Il popolamento rurale nel Basso Monferrato durante il Medioevo cit., pp. 22-26. 179 ID., Proteggere e dominare cit., pp. 56-57. 180 ASDC, Visite Pastorali, 456-459, Decreti della Visita Apostolica di Monsignor Carlo Montiglio (1584), Vescovo di Viterbo. cc. 72v-73; ASDC, Visite Pastorali, 465-480, Visita pastorale del Vescovo mons. Pietro Secondo Radicati. Atti e decreti. P. Q. R. S. T. V. Z. Volume III.c. 615v. 394

Quando vi viene fondata una canonica regolare nel 1096, la chiesa, già edificata, era sita “in castello Turcello” 181 , ed ancora oggi sono riconoscibili parti delle strutture difensive in un muro a sud della chiesa ed in un moncone di torre, realizzati con una medesima tecnica costruttiva che prevede l’uso di conci non squadrati, sovente di medie dimensioni, in origine legati da abbondanti letti di malta ora dilavati dall’azione degli agenti atmosferici. Solo un necessario e tempestivo restauro potrà evitare il continuo ed incessante degrado delle strutture: la campata orientale dell’aula infatti è oramai totalmente scoperta, ed i perimetrali relativi rischiano il crollo, come gran parte del fianco meridionale, cui è addossata una struttura più tarda ora fatiscente. Un’estesa indagine archeologica, inoltre, tesa ad analizzare i resti delle strutture del castrum, oggi ricostruibili solo dai documenti che parlano di due torri e di un chiostro relativo alla canonica 182 , potrebbe restituire nella sua interezza questo sistema castrense, in cui nelle strutture del castello riusciva a trovare spazio una chiesa dotata di canonica, che dalla donazione del 1096 sappiamo essere stata regolare e riformata. 181 F. GABOTTO, U. FISSO, Le carte dell’archivio capitolare di Casale Monferrato fino al 1313 cit., I, doc. 12 pp. 16-19. 182 F. GASPAROLO, Cartario alessandrino fino al 1300, Alessandria 1930, II, doc. 325 p. 177-181. 395

Quando vi viene fondata una canonica regolare nel 1096, la chiesa, già edificata, era<br />

sita “in castello Turcello” 181 , ed ancora oggi sono riconoscibili parti delle strutture<br />

difensive in un muro a sud della chiesa ed in un moncone di torre, realizzati con una<br />

medesima tecnica costruttiva che prevede l’uso di conci non squadrati, sovente di<br />

medie dimensioni, in origine legati da abbondanti letti di malta ora dilavati<br />

dall’azione degli agenti atmosferici. Solo un necessario e tempestivo restauro potrà<br />

evitare il continuo ed incessante degrado delle strutture: la campata orientale dell’aula<br />

infatti è oramai totalmente scoperta, ed i perimetrali relativi rischiano il crollo, come<br />

gran parte del fianco meridionale, cui è addossata una struttura più tarda ora fatiscente.<br />

Un’estesa indagine archeologica, inoltre, tesa ad analizzare i resti delle strutture del<br />

castrum, oggi ricostruibili solo dai documenti che parlano di due torri e di un chiostro<br />

relativo alla canonica 182 , potrebbe restituire nella sua interezza questo sistema<br />

castrense, in cui nelle strutture del castello riusciva a trovare spazio una chiesa dotata<br />

di canonica, che dalla donazione del 1096 sappiamo essere stata regolare e riformata.<br />

181<br />

F. GABOTTO, U. FISSO, Le carte dell’archivio capitolare di Casale Monferrato fino al 1313 cit., I,<br />

doc. 12 pp. 16-19.<br />

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F. GASPAROLO, Cartario alessandrino fino al 1300, Alessandria 1930, II, doc. 325 p. 177-181.<br />

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