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“Essendosi ruinata questa chiesa…” 152<br />
Le testimonianze delle prime visite pastorali nella diocesi di Casale, svolte nel XVI<br />
secolo, indicano l’abbandono delle antiche pievi e delle cappelle rurali, abbandono<br />
che spesso coincide con danni nelle strutture materiali. L’analisi delle fabbriche,<br />
tuttavia, ha mostrato come sin da tempi ben più antichi di quelli attestati dalle visite<br />
pastorali le fabbriche siano state soggette a lavori di ripristino da danni probabilmente<br />
causati dalle mutazioni orografiche del sito di erezione della struttura. Nella quasi<br />
totalità dei casi esaminati, infatti, le chiese sono state edificate al culmine di piccoli<br />
declivi e proprio a tale scelta sono riconducibili i danni a cui più tardi lavori di<br />
ripristino tentano di porre rimedio. A questa casistica è ascrivibile la chiesa di San<br />
Michele di Tonengo, in cui sono presenti diverse tipologie di murature riconducibili<br />
ad interventi tardo medievali su di una struttura di secolo XII: una prima fase presenta<br />
infatti murature tessute in conci lapidei squadrati individuabili nel basamento absidale<br />
quanto nel fianco meridionale, in un tempo successivo l’abside stessa viene ricostruita<br />
in laterizio e ad una cronologia ulteriore può essere ricondotta la tessitura muraria del<br />
fianco settentrionale e quindi la ricostruzione della facciata, che probabilmente aveva<br />
maggiormente subito danni essendo prossima al declivio 153 . Quando Marco Antonio<br />
Gonzaga nel 1590 visita la cappella di San Quirico nei pressi di Treville, trova una<br />
chiesa “ruinata e scoperta del tutto” 154 e ne ordina l’immediato ripristino, pena la<br />
distruzione dell’antica fabbrica. Ai lavori ordinati dal presule possono essere ascritti i<br />
setti murari che al culmine della facciata e nella testata della navata al di sopra<br />
dell’abside sostengono le falde del tetto, tuttavia l’analisi della struttura ha mostrato<br />
che il fianco settentrionale presenta una muratura realizzata in conci di piccole<br />
dimensioni, malamente squadrati e legati da abbondanti letti di malta, profondamente<br />
differente dall’apparecchiatura in filari regolari di conci ben squadrati e legati da<br />
sottili giunti individuabile nell’abside, nella facciata e nel fianco meridionale, ed<br />
152 ASDC, Visite Pastorali, 456-459, Decreti della Visita Apostolica di Mons. Carlo Montiglio, c. 161v.<br />
153 P. SALERNO, Tonengo, chiesa di San Michele, in Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un<br />
repertorio per la loro conoscenza, conservazione, tutela cit., pp. 192-194.<br />
154 ASDC, Visite Pastorali, 457-461, Visita Pastorale del Vescovo Monsignor Marco Antonio Gonzaga<br />
(1589 – 1592), c. 14v.<br />
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