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388 In alto: interno verso il presbiterio A sinistra: particolare del fianco meridionale in corrispondenza dell’accesso
“Essendosi ruinata questa chiesa…” 152 Le testimonianze delle prime visite pastorali nella diocesi di Casale, svolte nel XVI secolo, indicano l’abbandono delle antiche pievi e delle cappelle rurali, abbandono che spesso coincide con danni nelle strutture materiali. L’analisi delle fabbriche, tuttavia, ha mostrato come sin da tempi ben più antichi di quelli attestati dalle visite pastorali le fabbriche siano state soggette a lavori di ripristino da danni probabilmente causati dalle mutazioni orografiche del sito di erezione della struttura. Nella quasi totalità dei casi esaminati, infatti, le chiese sono state edificate al culmine di piccoli declivi e proprio a tale scelta sono riconducibili i danni a cui più tardi lavori di ripristino tentano di porre rimedio. A questa casistica è ascrivibile la chiesa di San Michele di Tonengo, in cui sono presenti diverse tipologie di murature riconducibili ad interventi tardo medievali su di una struttura di secolo XII: una prima fase presenta infatti murature tessute in conci lapidei squadrati individuabili nel basamento absidale quanto nel fianco meridionale, in un tempo successivo l’abside stessa viene ricostruita in laterizio e ad una cronologia ulteriore può essere ricondotta la tessitura muraria del fianco settentrionale e quindi la ricostruzione della facciata, che probabilmente aveva maggiormente subito danni essendo prossima al declivio 153 . Quando Marco Antonio Gonzaga nel 1590 visita la cappella di San Quirico nei pressi di Treville, trova una chiesa “ruinata e scoperta del tutto” 154 e ne ordina l’immediato ripristino, pena la distruzione dell’antica fabbrica. Ai lavori ordinati dal presule possono essere ascritti i setti murari che al culmine della facciata e nella testata della navata al di sopra dell’abside sostengono le falde del tetto, tuttavia l’analisi della struttura ha mostrato che il fianco settentrionale presenta una muratura realizzata in conci di piccole dimensioni, malamente squadrati e legati da abbondanti letti di malta, profondamente differente dall’apparecchiatura in filari regolari di conci ben squadrati e legati da sottili giunti individuabile nell’abside, nella facciata e nel fianco meridionale, ed 152 ASDC, Visite Pastorali, 456-459, Decreti della Visita Apostolica di Mons. Carlo Montiglio, c. 161v. 153 P. SALERNO, Tonengo, chiesa di San Michele, in Le chiese romaniche delle campagne astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, tutela cit., pp. 192-194. 154 ASDC, Visite Pastorali, 457-461, Visita Pastorale del Vescovo Monsignor Marco Antonio Gonzaga (1589 – 1592), c. 14v. 389
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laterizi del fianco settentrionale
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327 Sopra: abside A sinistra: parti
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Fulvio Cervini 38 analizza il tema
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prima fabbrica, come mostra la dive
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