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distruzione dell’antico edificio. Dagli atti delle visite pastorali apprendiamo inoltre<br />

che nel 1724 erano ancora presenti due accessi alla chiesa, in facciata e verso sud,<br />

pertanto quello verso nord era stato tamponato in tempi antichi; tra il 1724 ed 1736, al<br />

tempo della visita del Caravadossi 148 , viene murato anche l’accesso meridionale.<br />

Si è evidenziata la presenza di due differenti tipi di murature lapidee: una, presente<br />

all’esterno nella facciata, nel fianco meridionale e nell’abside e, all’interno,<br />

nell’abside stessa e nella porzione orientale del fianco meridionale, presenta conci di<br />

consistenti dimensioni, apparecchiati in filari regolari e legati da sottili giunti, se ne<br />

contrappone un’altra, caratterizzata dall’uso di conci di piccole dimensioni,<br />

malamente squadrati e legati da spessi letti di malta. Pare evidente che il secondo tipo<br />

di muratura sia più tardo rispetto al primo, tuttavia, in mancanza di elementi<br />

caratterizzanti, è possibile ancorare la cronologia dell’intervento alla notizia riportata<br />

dall’iscrizione nel catino absidale della dedicazione dell’edificio. La chiesa è dedicata<br />

a san Quirico, come si è mostrato, almeno sin dal 1348, una data che potrebbe non<br />

contrastare con i caratteri paleografici dell’iscrizione, che tuttavia non chiarisce se si<br />

sia trattato di un cambio della dedicazione originaria o, più semplicemente, una nuova<br />

dedicazione legata al termine dei lavori di ripristino dell’antica fabbrica 149 : la<br />

partitura decorativa absidale trova confronto nell’abside meridionale della pieve di<br />

Lenta, datata dal Verzone 150 all’ultimo quarto dell’XI secolo oppure quella del San<br />

Sebastiano di Lesa, nel novarese, assegnata dal medesimo studioso al primo quarto<br />

del XII secolo 151 , pertanto, considerate anche le caratteristiche della muratura,<br />

l’edificazione del San Quirico potrà porsi al principio del XII secolo.<br />

148 ASDC, Visite Pastorali, 473-488. Visita Pastorale del Vescovo Mons. Pietro Gerolamo<br />

Caravadossi. Atti e decreti. P. Q. R. S. T. U. V. Z. Volume III, c. 687v.<br />

149 È plausibile che una nuova dedicazione possa essere legata anche a lavori riguardanti una fabbrica<br />

antica. Si veda l’esempio di Pieve Terzagni: A. CALZONA, “Littera” e “figura” dell’antico in alcuni<br />

mosaici dell’Italia settentrionale: il mosaico di Pieve Terzagni e la teofania-visione di santo Stefano,<br />

in Medioevo: il tempo degli antichi, Atti del Convegno internazionale di studi, Parma, 24-28 settembre<br />

2003, a cura di A. C. QUINTAVALLE, Milano 2006, pp. 351-364, in part. pp. 354-355.<br />

150 P. VERZONE, L’architettura romanica nel Vercellese, Vercelli 1934, pp. 45-47, 104.<br />

151 ID., L’architettura romanica nel Novarese, Novara 1936, II, pp. 28-31,166.<br />

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