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utilizzati nelle specchiature meridionali. Nello stesso anno, inoltre, è stato realizzato il<br />

locale al di sopra della cella campanaria per accogliere i meccanismi dell’orologio.<br />

Prima di tale operazione l’orologio si trovava all’ultimo livello al di sotto della cella<br />

campanaria ed il quadrante si affacciava sul fianco sud e solo durante la sua<br />

rimozione sono venute alla luce le due quadrifore. Evidenziate quindi le parti<br />

coinvolte nel crollo del 1907 e poi ricostruite, è necessario verificare se la scelta di<br />

edificare settori del campanile in conci ed altri in mattoni sia originale oppure se sia<br />

l’esito di ritessiture della muratura: le pareti, spesse alla base 2,50 metri, sono<br />

realizzate a sacco, e la parte interna al fusto è apparecchiata in conci lapidei per tutta<br />

l’altezza della struttura, ad esclusione della più tarda cella campanaria. Le parti in<br />

laterizio dell’esterno sono probabilmente state realizzate come ritessiture murarie in<br />

un tempo più tardo rispetto all’erezione del campanile, come dimostrano le differenti<br />

scansioni delle buche pontaie ed anche l’assenza delle quadrifore del terzo livello su<br />

tutti i fianchi ad esclusione di quello meridionale. Si è probabilmente trattato di una<br />

ritessitura e non di una parziale ricostruzione in quanto, come già notato, all’interno<br />

non sono evidenti rifacimenti nella tessitura muraria e si sono parzialmente<br />

conservate le scansioni delle feritoie lungo il fusto. Il campanile riprende la partitura<br />

di alcune torri campanarie padane della metà dell’XI secolo, quali il campanile di San<br />

Benigno Canavese 116 , da cui tuttavia si discosta per l’uso della semicolonna addossata<br />

nel dividere le specchiature su ciascun fianco, ed anche per l’apparato scultoreo e la<br />

presenza della coppia di quadrifore, ora esistenti nel solo fianco meridionale.<br />

L’apparato plastico trova precisi riferimenti nei resti del campanile del San Pietro di<br />

Murisengo, e quindi il campanile, il cui vano terreno non mostra tracce di usi cultuali<br />

quali un’abside in spessore di muratura od un vano voltato, può essere datato allo<br />

scadere del primo quarto del XII secolo.<br />

All’interno della chiesa, nella cappella del Rosario, si trova un frammento di mosaico<br />

pavimentale, realizzato con piccole tessere aventi solo due gamme cromatiche,<br />

tendenti al porpora/nero per le figure e bianco/grigio/azzurro per lo sfondo e gli<br />

inserti. Non è conosciuta l’ubicazione originale del litostrato, che attualmente si trova<br />

al livello della pavimentazione della chiesa: una lapide murata nella stessa cappella<br />

116 A. SEGAGNI MALACART, La ‘Torre Civica’ di Pavia e le torri campanarie padane del secolo XI cit.,<br />

pp. 115-117, n. 37 p. 120.<br />

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