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Anche il Venturi, nella sua monumentale “Storia dell’Arte Italiana” 65 cita la chiesa di<br />

Casorzo delineando le diverse articolazioni degli archetti pensili, da quelli composti<br />

da più pezzi sino a quelli intrecciati visibili a Casorzo o al San Pietro di Brusasco,<br />

edifici anteriori al Sant’Andrea di Vercelli.<br />

Il primo a dedicare un organico studio alle antiche strutture della chiesa, che reputa<br />

dedicata alla Vergine delle Grazie, è Arthur Kingsley Porter 66 ; secondo lo studioso il<br />

tempio a pianta centrale, dedicato a San Giorgio, risale all’epoca rinascimentale:<br />

ipotizza che a questa fase debba essere correlata l’iscrizione dipinta in controfacciata,<br />

segnalando che dove si legge “MCDVI” debba essere corretto in “MDCVI”. Nel<br />

contesto dell’erezione della nuova struttura, secondo lo studioso, sarebbe stata<br />

“baroccoized” anche la chiesa antica: individua come parti della struttura romanica il<br />

muro meridionale e l’abside, senza individuare il campanile, l’interno invece ha perso,<br />

agli occhi dello studioso, il suo carattere originale. Il Porter segnala che la muratura è<br />

di altissima qualità, esamina le modanature delle monofore e la teoria di archetti<br />

intrecciati, e conclude che la qualità della muratura, analoga a quella del chiostro di<br />

Voltorre (1180-1195) indica una datazione al 1180 circa.<br />

Un’indagine sul tempio ritenuto dal Porter di età rinascimentale si deve a Barbero 67 ,<br />

che nel contesto di una dettagliata panoramica sulla produzione architettonica a<br />

Casale Monferrato e nel territorio circostante nel XVIII secolo si sofferma sulla<br />

produzione di Agostino Vitoli, a cui precedentemente si assegnava solo il progetto<br />

della chiesa parrocchiale di Vignale. Lo studioso, grazie a sorprendenti ritrovamenti<br />

documentari, poteva assegnargli la Villa Mossi e la parrocchiale di Frassineto, in<br />

collaborazione con Bernardo Lombardi: i due partecipano al cantiere del Teatro di<br />

Casale Monferrato, ma i pagamenti ad iniziare dal 1800 sono indirizzati agli eredi,<br />

pertanto a quella data l’architetto doveva già essere defunto. Lo studioso inoltre<br />

ritrova, presso l’archivio parrocchiale di Altavilla, un disegno per la chiesa del<br />

cimitero del medesimo luogo, opera del Vitoli e risalente al 1808. La costruzione si<br />

presenta a pianta circolare, l’interno è scandito da grandi colonne, impianto che lo<br />

65 A. VENTURI, L’Arte Romanica, in Storia dell’Arte Italiana, III, Milano 1904, pp. 13-14.<br />

66 A. K. PORTER, Lombard Architecture cit., II, pp. 259-260.<br />

67 A. BARBERO, Settecento minore: cantieri operanti nel territorio, in Il Teatro Municipale di Casale<br />

Monferrato: questioni storiche e problemi di restauro, Casale Monferrato 24 Novembre-16 Dicembre<br />

1979, Casale Monferrato 1979, pp. 51-72.<br />

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