Foscolo: La poesia delle “Grazie” e il Carme che non c'è - Giodi.it

terminarono le “Grazie”” 1 . Ma l’opinione del Carrer che il carme fosse quasi
compiuto è un’eccezione: nessuno sembrò condividerla. Il Chiarini, anzi, per
confutarla, si richiamò ad una lettera del 12 ottobre alla Contessa d’Albany da
Milano, in cui è detto: “attendo ad una certa operetta in versi ch’Ella ha veduto
nascere, consacrata alle “Grazie””. Dunque il carme era tutt’altro che compiuto
o in via di completamento. Parecchi brani, inseriti fra gli altri ispirati dalle
“Grazie” erano già stati composti per altre opere. Alcuni brani lirici dell’”Ajace”,
che l’autore ritenne “inopportuni” nella tragedia, furono inseriti fra le liriche
delle “Grazie” dove “ci stanno a pennello”. Si dice poi che avesse già composto
nel 1809 per la Giovio il delicato frammento della “Vergine Romita”:
Come nel chiostro Vergine Romita
Se gli azzurri del cielo e la splendente
Luna e il silenzio delle stelle adora,
Sente il nume, ed al cembalo s’asside…
e che sia stato scritto pure a Como nello stesso anno quell’altro brano famoso e
bellissimo che comincia:
Come quando più gaio euro provòca
Su l’alba il queto Lario, e a quel sussurro
Canta il nocchiero, e allegransi i propinqui
Liuti e molle il flauto si duole
D’innamorati giovani e di ninfe
sulle gondole erranti…
e molti altri ancora. Il che dimostra che versi composti per scopi diversi e non
pensati, quindi, in relazione ad un’opera specificamente organizzata venivano
posti accanto a quelli più direttamente ispirati dal tema di fondo di quello che
sarebbe dovuto essere il “Carme”.
1 Luigi Carrer – vita di Ugo Foscolo e premessa alle prose e alle poesie edite ed inedite di U. Foscolo –
Venezia, 1842, pag. 104
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