Documento pdf - 2,93 Mb - Teatro Regio di Torino
Documento pdf - 2,93 Mb - Teatro Regio di Torino
Documento pdf - 2,93 Mb - Teatro Regio di Torino
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Ciottolino<br />
20 09<br />
10
FONDAZIONE TEATRO REGIO<br />
DIREZIONE SVILUPPO E MARKETING<br />
LA SCUOLA ALL’OPERA<br />
Attività <strong>di</strong>dattica del <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong> <strong>Torino</strong><br />
in collaborazione con Città <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, <strong>Regio</strong>ne Piemonte, Agiscuola,<br />
Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica – nucleo regionale ex I.R.R.E. Piemonte<br />
Direzione Sviluppo e Marketing<br />
Direttore Ugo Sandroni<br />
Capouffi cio Attività Scuola Vincenza Bellina<br />
Segreteria Andreina Fanan<br />
Ciottolino<br />
Testi Nausicaa Bosio, Marco Bricco, Alfonso Cipolla, Lucia Carella, Elisabetta Lipeti,<br />
Fabio Naggi, Giovanna Piga, Sabrina Saccomani, Pompeo Vagliani, Luca Valentino<br />
Illustrazioni originali Elisabetta Percivati, Lucia Carella (Giochi con la scenografi a)<br />
La produzione <strong>di</strong> Ciottolino<br />
è realizzata in collaborazione<br />
e con il contributo della Fondazione Cosso<br />
E<strong>di</strong>zioni Fondazione <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />
www.teatroregio.torino.it
SOMMARIO<br />
Presentazione<br />
Ciottolino e la magia della fiaba............................................................................................... 3<br />
Qualche riflessione preliminare .............................................................................................. 4<br />
L’epoca <strong>di</strong> Luigi Ferrari Trecate e Giovacchino Forzano ................................................... 6<br />
Ciottolino, cento anni ma non si <strong>di</strong>rebbe… ........................................................................... 13<br />
La trama ...................................................................................................................................... 15<br />
Un modello letterario: «Le avventure <strong>di</strong> Ciuffettino» ..................................................... 17<br />
Proposte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o inter<strong>di</strong>sciplinare ..................................................................................... 19<br />
Fiabe in musica nel primo Novecento ....................................................................................20<br />
L'Osservatorio dell'Immaginario...........................................................................................23<br />
Lo spettacolo<br />
Ai piccoli spettatori… e a quelli gran<strong>di</strong>................................................................................ 25<br />
Il libretto ................................................................................................................................... 27<br />
Gli spartiti .................................................................................................................................. 37<br />
Il <strong>di</strong>sco ........................................................................................................................................ 69<br />
Proposte operative<br />
Laboratorio teatrale «Gli orchi della solitu<strong>di</strong>ne».............................................................. 71<br />
Giochiamo con Ciottolino......................................................................................................... 76<br />
Giochi musicali ........................................................................................................................... 79<br />
Giochi con la drammatizzazione ............................................................................................ 88<br />
Giochi con la scenografia ........................................................................................................ 92<br />
1
PRESENTAZIONE<br />
CIOTTOLINO E LA MAGIA DELLA FIABA<br />
<strong>di</strong> Giovanna Piga<br />
Chi <strong>di</strong> noi non ha mai ascoltato una fiaba lasciandosi trasportare in un mondo fantastico<br />
<strong>di</strong> avventure, oggetti magici, eroi e cattivi da sconfiggere? Qualcuno si è mai chiesto<br />
come fanno le fiabe ad incantarci? La risposta è semplice: con le emozioni… Anche Ciottolino,<br />
ascoltando la storia <strong>di</strong> Ciuffettino fatto re, si immedesima a tal punto da sognare<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare lui stesso il re del Paese delle Fate!<br />
La forza della fiaba, quin<strong>di</strong>, sta proprio nella sua capacità <strong>di</strong> risvegliare e comunicare<br />
emozioni, pur non esprimendole in maniera esplicita; inoltre, è in grado <strong>di</strong> raccontare<br />
trame a volte molto complesse in maniera semplice, utilizzando il linguaggio simbolico<br />
che si lascia interpretare e ci rende protagonisti, perché ognuno è libero <strong>di</strong> interpretare<br />
a modo suo la propria fiaba. Ciottolino sogna <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare il re del Paese delle Fate per<br />
essere finalmente al centro dell’attenzione <strong>di</strong> tutti e per poter fare tutto ciò che gli<br />
aggrada, senza dover rispettare quelle o<strong>di</strong>ose regole che proprio non sopporta; però, se<br />
nella realtà questo suo comportamento si risolverà semplicemente con una sonora sgridata,<br />
nel Paese delle Fate gli costerà quasi la vita!<br />
Inoltre la fiaba non è solo la narrazione <strong>di</strong> un evento impossibile, bensì la realizzazione<br />
<strong>di</strong> un’esperienza vissuta lontano dalla realtà. Le fiabe iniziano sempre con la formula<br />
«C’era un paese lontano, lontano» (il paese <strong>di</strong> Valontàn, nella nostra opera), una specie<br />
<strong>di</strong> incantesimo in grado <strong>di</strong> trasportarci fuori dal tempo e dallo spazio quoti<strong>di</strong>ano, e terminano<br />
con la formula «…e vissero felici e contenti», conclusione dell’esperienza narrativa<br />
e anche ritorno al mondo reale. Ciottolino vive la sua esperienza fiabesca molto<br />
lontano dalla quoti<strong>di</strong>anità, ad<strong>di</strong>rittura in un “altro mondo”, quello dei sogni!<br />
Infine, le fiabe sono presenti nelle tra<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ogni paese perché raccontano il senso<br />
della vita, la ricerca da parte dell’uomo della propria identità e del suo posto nel mondo;<br />
una ricerca, un viaggio, che <strong>di</strong> solito comporta la lotta, il superamento <strong>di</strong> prove e sofferenze<br />
e la vittoria sul temibile spettro della paura in tutte le sue forme: anche Ciottolino<br />
si trova ad affrontare la paura della solitu<strong>di</strong>ne e della morte e solo riconoscendo i propri<br />
errori e chiedendo perdono alla fine si salva dall’Orco (non prima <strong>di</strong> essersi preso un<br />
bello spavento!).<br />
Non <strong>di</strong>mentichiamo, poi, che la nostra fiaba è accompagnata da un linguaggio altrettanto<br />
importante e complesso che riesce a “toccarci” in molti mo<strong>di</strong>: la musica, che, nel caso <strong>di</strong><br />
un’opera lirica, non è solo un sottofondo che sottolinea situazioni ed emozioni, bensì è<br />
la “prima donna” della serata!<br />
Allora, buon <strong>di</strong>vertimento con Ciottolino!<br />
3
QUALCHE RIFLESSIONE PRELIMINARE<br />
<strong>di</strong> Alfonso Cipolla<br />
Ciottolino, Cirillino, Ciuffettino, Ghirlino… i protagonisti delle fiabe in musica del primo<br />
Novecento sono tutti caratterizzati dal <strong>di</strong>minutivo. Non è un caso. È la concezione letteraria<br />
dell’infanzia che ammicca al piccolo, al minuscolo, al minuzzolo, con dolce, feroce<br />
violenza paternalistica. I bambini delle fiabe sono tutti “ini”, perché deve essere chiaro,<br />
senza equivoci, che è solo la crescita ciò che deve alla fine interessare: il passare<br />
dall’“ino” alla presunta normalità dell’intero, vale a <strong>di</strong>re a quella conquistata, ipotetica<br />
‘maturità’ atta a entrare in un mondo produttivo che ripu<strong>di</strong>a le futili fantasticherie della<br />
fiaba per annullarsi in una ‘adultità’ senza requie. Non c’è scampo. O per meglio <strong>di</strong>re, uno<br />
scampo, seppure ingannevole, ci sarebbe ed è interamente circoscritto a quel ‘meraviglioso’<br />
che indora la pillola. Se compositori e librettisti ce la mettono tutta per annichilire<br />
il bambino, <strong>di</strong>spensando consigli morali e regole <strong>di</strong> comportamento, il teatro<br />
prorompe violento nella sua virtuale fantasmagoria visionaria. È la <strong>di</strong>latazione <strong>di</strong> due eccessi,<br />
antitetici, ma speculari. Da un lato la razionalità benpensante che impone modelli<br />
a sua immagine, anche se metaforizzati; dall’altro l’irrazionale immaginario, che nella <strong>di</strong>mensione<br />
onirica delle fiabe mette ali ai sogni e artigli agli incubi. Immagine e immaginario.<br />
La prima come specchio <strong>di</strong> una società che non ammette eversioni; il secondo come<br />
fuga consolatoria, ma nell’inesistente.<br />
Esemplare, da questo punto <strong>di</strong> vista, la fiaba musicale Ciottolino, composta nel 1922 da<br />
Luigi Ferrari Trecate, su libretto <strong>di</strong> Giovacchino Forzano. Si racconta <strong>di</strong> un bambino –<br />
Ciottolino, appunto – che <strong>di</strong>ventato re nel Regno delle Fate per pura fortuna, è condannato<br />
a essere <strong>di</strong>vorato dall’Orco, perché risulta del tutto inadeguato ad assumersi anche<br />
la benché minima responsabilità. L’Orco sta per squartarlo, ma improvvisamente, come<br />
si legge in <strong>di</strong>dascalia «Ciottolino si trova nel suo lettino, nella sua stanzetta, dove la<br />
mamma lo aveva lasciato la sera avanti. Il Paese delle Fate, l’Orco, tutto non era stato<br />
che un sogno. Le Fate, non esistono, bimbetti cari, altro che nella vostra immaginazione<br />
e nelle novelle dei nonni». Insomma fiabe e novelle sono una malattia da cui guarire al<br />
più presto. È questa la morale? No, c’è <strong>di</strong> meglio. La vera morale la cantano le dolci fatine<br />
nel momento in cui Ciottolino sta per essere <strong>di</strong>vorato:<br />
«Il bambino costumato sia contento del suo stato e chi brama <strong>di</strong> arricchirsi prima o poi<br />
dovrà pentirsi» 1 .<br />
Ciottolino è figlio <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni; il suo destino è segnato: non c’è spazio per illusioni <strong>di</strong> riscatto<br />
o <strong>di</strong> grandezza. Il messaggio è inequivocabile. Ma se la fiaba, per la nostra sensibilità<br />
moderna, è ormai pedagogicamente castrante e impositiva, perché allora<br />
riesumare Ciottolino dal limbo delle opere <strong>di</strong>menticate?<br />
La risposta è tutta in quel “meraviglioso” che la fiaba contiene. La musica <strong>di</strong> Ferrari<br />
Trecate è musica che vive della forza della sua onestà: procede leggera e accattivante<br />
senza cercare un’originalità ostentata a tutti i costi. Danze e cori <strong>di</strong> Fate, <strong>di</strong> Gnomi e <strong>di</strong><br />
1 Nella versione <strong>di</strong> La Scuola all’Opera questa parte è stata eliminata (N.d.R.).<br />
4
Sapienti sono stati la sua fortuna, dato che accesero l’immaginazione del grande mago<br />
della scena italiana <strong>di</strong> quei tempi: Vittorio Podrecca. Il suo <strong>Teatro</strong> dei Piccoli era considerato<br />
sinonimo <strong>di</strong> eleganza, intelligenza e modernità, equiparabile per concezione d’arte<br />
e raffinatezza visiva ai gran<strong>di</strong> Balletti russi <strong>di</strong> Djaghilev. Nonostante i Piccoli fossero<br />
solo marionette, avevano già allestito i Balli Plastici <strong>di</strong> Fortunato Depero, La bella dormente<br />
nel bosco <strong>di</strong> Respighi e le Furie d’Arlecchino <strong>di</strong> Lual<strong>di</strong> e per primi avevano riportato<br />
in teatro il glorioso repertorio del Settecento <strong>di</strong>menticato. Scene <strong>di</strong> Prampolini,<br />
Pompei, Angoletta, Montedoro, Cambellotti: ossia il meglio che si potesse anche solo immaginare.<br />
Trionfi da Roma a Parigi, da mezza Europa alle Americhe.<br />
Ferrari Trecate ci si ritrova in mezzo e così il suo Ciottolino potrà vantare un debutto<br />
con ben 70 repliche consecutive, oltre agli elogi convinti <strong>di</strong> Francesco Balilla-Pratella:<br />
«senza esagerazioni possiamo affermare che con Ciottolino abbiamo un Hänsel e Gretel<br />
italiano».<br />
Intorno a Ciottolino, assunto a esemplificazione del gusto <strong>di</strong> un’epoca e <strong>di</strong> una problematica,<br />
ruota ora una riflessione a tutto campo sulla fiaba musicale per bambini e sulla<br />
<strong>di</strong>dattica. Punto centrale, ovviamente, è il riallestimento <strong>di</strong> Ciottolino: una messa in scena<br />
curata dal regista Luca Valentino con le invenzioni visive <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cinelli, che sposta<br />
ra<strong>di</strong>calmente lo spirito coercitivo originario, per riconquistare, su quell’impianto fantastico,<br />
la centralità del bambino. Non più l’adulto che si abbassa a livello <strong>di</strong> bambocciata<br />
per i piccoli, ma l’immaginario infantile auscultato per interpretarne paure, desideri e<br />
solitu<strong>di</strong>ni. Un percorso quin<strong>di</strong> metodologicamente e ideologicamente opposto a quello <strong>di</strong><br />
Ferrari Trecate e <strong>di</strong> Forzano, ma anche <strong>di</strong> tanta produzione musicale per bambini. L’operazione<br />
poggia su solide basi dato che tiene conto dei risultati <strong>di</strong> anni <strong>di</strong> ricerche dell’Osservatorio<br />
dell’Immaginario che instancabilmente ha posto le con<strong>di</strong>zioni per<br />
ascoltare i bambini nelle loro voci più intime.<br />
Chissà se alla fine Ciottolino e compagni potranno finalmente smettere <strong>di</strong> essere considerati<br />
“ini”? Con buona pace <strong>di</strong> tutti i benpensanti d’antan.<br />
5
L’EPOCA DI LUIGI FERRARI TRECATE E GIOVACCHINO FORZANO<br />
<strong>di</strong> Elisabetta Lipeti<br />
Il contesto storico e culturale<br />
La vita dei due autori si svolge nell’arco <strong>di</strong> quasi un novantennio in cui avvengono vere e<br />
proprie svolte epocali: Luigi Ferrari Trecate (1884-1964) e Giovacchino Forzano (1883-<br />
1970) nascono infatti nell’era umbertina, ma vivranno fino all’era spaziale e alle prime<br />
passeggiate dell’uomo sulla luna.<br />
L’epoca a cavallo tra Otto e Novecento è contrassegnata dalla seconda rivoluzione industriale<br />
che rafforza economicamente gli stati europei, impegnati anche in una potente<br />
espansione coloniale; questa, da un lato, fomenta sentimenti nazionalistici e un atteggiamento<br />
fortemente eurocentrico, ma d’altra parte favorisce una certa apertura verso le<br />
culture <strong>di</strong> mon<strong>di</strong> lontani e la passione per l’esotismo con<strong>di</strong>visa da tanti intellettuali europei.<br />
Le molteplici scoperte scientifiche, le invenzioni tecnologiche, il generale miglioramento<br />
delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita, soprattutto del ceto borghese, generano un clima <strong>di</strong> ottimismo: si<br />
vive in piena belle époque. Il rovescio della medaglia è invece rappresentato dal movimento<br />
artistico del decadentismo, caratterizzato da un senso <strong>di</strong> inquietu<strong>di</strong>ne, dalla messa in <strong>di</strong>scussione<br />
delle antiche regole sociali, dai tentativi <strong>di</strong> analisi dei lati oscuri dell’inconscio,<br />
dal confuso presagio che una stagione felice stia volgendo al termine.<br />
6<br />
28 <strong>di</strong>cembre 1895: a Parigi, al Grand Café sul Boulevard des Capucines, i fratelli Lumière<br />
sbalor<strong>di</strong>scono gli spettatori con la proiezione <strong>di</strong> immagini animate: nasce ufficialmente<br />
il cinema.<br />
Le capitali della cultura europea tra la fine del secolo XIX e l’inizio del XX sono<br />
Vienna e Parigi: da quest’ultima si irra<strong>di</strong>ano le correnti artistiche del naturalismo,<br />
del simbolismo, dell’impressionismo, mentre Vienna, vedrà nascere il rivoluzionario<br />
espressionismo.<br />
Nel 1914 un brusco risveglio conclude per sempre la belle époque: per la prima volta<br />
nella storia scoppia un conflitto dalle proporzioni così vaste da essere definito La<br />
Grande Guerra (1914-18); la scena internazionale risulterà ulteriormente scossa dalla<br />
Rivoluzione d’Ottobre in Russia, nel 1917.<br />
Tramontata per sempre la vecchia Europa, con i gran<strong>di</strong> e antichi imperi sovranazionali<br />
definitivamente <strong>di</strong>ssolti a favore dei nuovi governi nazionali, si vive con rinnovato sollievo<br />
e senso <strong>di</strong> rinascita. Presto, però, si delinea un nuovo panorama ben più minaccioso: l’Italia,<br />
la Germania e l’Unione Sovietica piombano sotto il giogo <strong>di</strong> terribili governi totalitari.<br />
In particolare, le folli mire <strong>di</strong> dominio del governo nazista portano infine il mondo intero<br />
al più spaventoso e immane scontro <strong>di</strong> tutta la storia, la Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale<br />
(1<strong>93</strong>9-45). Nel dopoguerra la scena planetaria risulterà <strong>di</strong>visa in due blocchi, ciascuno<br />
sotto l’influenza <strong>di</strong> una grande potenza, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica: inizia così la<br />
guerra fredda, che terminerà solo alla fine degli anni Ottanta.
A trasformazioni storiche <strong>di</strong> così vasta portata corrispondono anche profon<strong>di</strong> cambiamenti<br />
nella società; in Italia il passaggio dalla società conta<strong>di</strong>na caratterizzata dalla<br />
famiglia patriarcale, a quella industriale con famiglie mono-nucleari, avviene molto più<br />
lentamente che altrove, e con gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze tra il Nord e il Sud.<br />
La musica del primo Novecento in Europa…<br />
Alla fine dell’Ottocento anche nell’ambito musicale tramonta un’epoca nel modo <strong>di</strong> concepire<br />
le forme e i contenuti: già da alcuni decenni compositori come Franz Liszt e Richard<br />
Wagner avevano gettato le fondamenta della “musica dell’avvenire”, mentre ora<br />
in Francia Claude Debussy, ispirandosi anche alle culture musicali orientali, accantona<br />
le secolari e restrittive regole accademiche riven<strong>di</strong>cando il <strong>di</strong>ritto del musicista alla<br />
completa libertà <strong>di</strong> invenzione.<br />
Un’altra ondata <strong>di</strong> novità proviene da quelle nazioni che erano rimaste per secoli ai margini<br />
della creazione artistica, e che alla fine dell’era romantica giungono invece alla ribalta<br />
internazionale con il loro originalissimo patrimonio <strong>di</strong> musiche, danze, tra<strong>di</strong>zioni<br />
popolari: nascono così le Scuole nazionali russa, boema, ungherese, spagnola…<br />
Il grande fermento che anima la fine del secolo <strong>di</strong>venta una vera e propria rivoluzione<br />
artistica all’inizio del Novecento: è l’epoca delle avanguar<strong>di</strong>e, movimenti <strong>di</strong>versissimi tra<br />
loro, ma che hanno in comune la volontà <strong>di</strong> rompere nettamente i legami col passato recente,<br />
rappresentato soprattutto dal Romanticismo.<br />
Tra il 1909 e il 1929 Parigi impazzisce per i favolosi Ballets Russes <strong>di</strong> Sergej Djaghilev<br />
le cui stagioni esibiscono capolavori come Petruska e Sacre du Printemps <strong>di</strong> Igor Stravinskij<br />
(1911 e 1913) e mettendo insieme, oltre a gran<strong>di</strong> compositori come Debussy, Ravel<br />
e lo stesso Stravinskij, illustri pittori e scenografi (Leon Bakst, Pablo Picasso, Henri<br />
Matisse…) e coreografi eccellenti e innovatori (Fokine, Nijinskij, Massine…). Nel primo<br />
dopoguerra, con una svolta imprevista, Igor Stravinskij darà un forte apporto personale<br />
ad una corrente in parte già operante in ambito francese, il neoclassicismo, col balletto<br />
Pulcinella, basato su musiche del settecentesco Pergolesi.<br />
Nel maggio 1913, quando sulle scene del Théâtre du Châtelet appare Le sacre du Printemps<br />
(Il rito della primavera, quadri della Russia pagana) si scatena uno degli scandali<br />
più formidabili della storia del teatro: non solo la vicenda descrive una situazione sconvolgente,<br />
cioè il sacrificio rituale <strong>di</strong> una fanciulla, ma lo stile aggressivo della musica e<br />
della danza, che esprime lo sprigionamento delle forze irrazionali dell’uomo, offende il<br />
decoro del contegnoso pubblico parigino. Ben presto, però, quello stile musicale impetuoso<br />
<strong>di</strong>venta “<strong>di</strong> moda”; sarà quin<strong>di</strong> enorme la sorpresa dei numerosi fans del “barbaro”<br />
Stravinskij quando nel 1919 i Ballets Russes allestiranno il suo successivo balletto, Pulcinella,<br />
tutto permeato dalla grazia e dalle sonorità delicate del primo Settecento italiano,<br />
rivisitate grazie alla tecnica musicale della paro<strong>di</strong>a.<br />
Nello stesso periodo a Vienna, all’interno della cerchia degli espressionisti, si delinea<br />
una nuovissima corrente fondata da Arnold Schönberg inventore del controverso sistema<br />
dodecafonico, che annulla definitivamente secoli <strong>di</strong> teoria musicale e <strong>di</strong> tecnica<br />
compositiva.<br />
7
8<br />
Il movimento espressionista, nato nell’ambito della cultura austro-tedesca all’inizio<br />
del Novecento, interessa tutte le arti: letteratura, pittura, musica, teatro. In<br />
aperto contrasto con la società borghese, gli artisti espressionisti ne contestano il<br />
materialismo e denunciano in maniera apocalittica il senso <strong>di</strong> oppressione e angoscia<br />
che l’in<strong>di</strong>viduo prova in un mondo <strong>di</strong>sumanizzato. Lo stile espressionista è caratterizzato<br />
da intensità drammatica e irrazionale, talvolta scioccante.<br />
Anche in questo caso le <strong>di</strong>fficoltà “<strong>di</strong> assimilazione” da parte del pubblico sono state<br />
enormi: a chi ascolta un brano dodecafonico sembra <strong>di</strong> aver perso l’orientamento,<br />
non percepisce nessun “centro <strong>di</strong> gravità” sonoro cui fare riferimento, né il ferreo<br />
or<strong>di</strong>ne che in realtà regola la costruzione musicale. Ancora oggi il repertorio dodecafonico<br />
risulta ostico alla grande maggioranza <strong>di</strong> ascoltatori e, benché vanti quasi<br />
un secolo <strong>di</strong> vita, è percepito come “troppo moderno”.<br />
I governi <strong>di</strong>ttatoriali hanno sempre avuto interesse a tenere sotto stretto controllo<br />
le manifestazioni artistiche e culturali, che sono in grado <strong>di</strong> influire sensibilmente<br />
sul modo <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> agire delle masse; in particolare ciò avvenne nella Germania<br />
nazista, dove qualunque espressione artistica non in linea con la trionfalistica esaltazione<br />
della presunta “superiorità ariana” fu definita “arte degenerata” e censurata<br />
violentemente.<br />
…e in Italia<br />
In Italia il melodramma regna incontrastato fino al volgere del secolo XIX, grazie alla<br />
presenza del gran<strong>di</strong>ssimo Ver<strong>di</strong>, che conclude la sua lunga attività operistica con Falstaff<br />
nel 18<strong>93</strong>, ma anche grazie alla vitalità della generazione nuova <strong>di</strong> operisti, quella<br />
“Giovane Scuola” in cui spicca per genialità il lucchese Giacomo Puccini, talento <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione<br />
europea.<br />
L’ultimo decennio dell’Ottocento è dominato dal melodramma verista, le cui vicende tragiche<br />
si svolgono talvolta in un’ambientazione popolare e rurale (come in Cavalleria rusticana<br />
<strong>di</strong> Pietro Mascagni, 1890, il capolavoro del genere), benché quasi sempre il<br />
verismo musicale sia questione più <strong>di</strong> stile vocale e <strong>di</strong> struttura drammaturgica che <strong>di</strong><br />
ambiente.<br />
Col nuovo secolo la produzione melodrammatica, che per secoli aveva caratterizzato il<br />
nostro panorama culturale, è in forte declino; in realtà fino al 1924 (anno della morte)<br />
è ancora attivo il genio <strong>di</strong> Puccini, in grado <strong>di</strong> dare una <strong>di</strong>mensione internazionale alla<br />
sua produzione novecentesca, che si conclude magnificamente con l’incompiuta Turandot.<br />
Contemporaneamente, però, una nuova generazione si affaccia alla ribalta: giovani poco<br />
più che ventenni (ben presto saranno definiti “Generazione dell’Ottanta”) Alfredo Casella,<br />
Ottorino Respighi, Gianfrancesco Malipiero e Ildebrando Pizzetti sentono la<br />
forte esigenza <strong>di</strong> svecchiare il <strong>di</strong>battito culturale italiano. Con<strong>di</strong>videndo il rifiuto assoluto<br />
della tra<strong>di</strong>zione melodrammatica romantica e verista, stabiliscono <strong>di</strong> concentrare<br />
la loro creatività nel genere strumentale, accostandosi ai movimenti d’avanguar<strong>di</strong>a, ma
anche ad<strong>di</strong>tando un provvidenziale ritorno alla tra<strong>di</strong>zione italiana sei e settecentesca.<br />
Uno degli aspetti più interessanti della vita musicale italiana del primo Novecento consiste<br />
infatti nella riscoperta del repertorio tardo-rinascimentale e barocco, che viene<br />
riesumato da polverosi fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> biblioteca, ripubblicato ed eseguito davanti a un pubblico<br />
sempre più attento.<br />
L’operazione e<strong>di</strong>toriale più impegnativa e <strong>di</strong> maggior portata culturale è la pubblicazione<br />
dei Classici della Musica Italiana, patrocinata da Gabriele D’Annunzio a partire<br />
dal 1919, all’interno della quale spiccano per importanza gli opera omnia <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o<br />
Montever<strong>di</strong> nella revisione <strong>di</strong> G.F. Malipiero. Un’altra conquista e<strong>di</strong>toriale dalle conseguenze<br />
eccezionali sarà l’acquisizione da parte della Biblioteca Universitaria <strong>di</strong><br />
<strong>Torino</strong> dei due preziosissimi fon<strong>di</strong> “Foà” e “Giordano” (1927-1<strong>93</strong>0), grazie ai quali<br />
tornerà alla luce il più ampio patrimonio esistente <strong>di</strong> manoscritti vival<strong>di</strong>ani, avviando<br />
la grande riscoperta <strong>di</strong> uno degli autori italiani oggi più amati.<br />
Il futurismo, l’avanguar<strong>di</strong>a italiana<br />
Negli anni che precedono la Grande Guerra si abbatte sul tranquillo mondo culturale<br />
italiano una bufera iconoclasta: le “serate futuriste“, organizzate in numerose città,<br />
riescono infatti a sorprendere con la loro anticonvenzionalità anche gli spettatori<br />
più aggiornati. Il movimento, che darà il suo contributo più rilevante nell’ambito delle<br />
arti visive e della letteratura, prende avvio dal «Manifesto futurista» lanciato da<br />
Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 e otterrà presto risonanza internazionale. Futurismo<br />
vuol <strong>di</strong>re modernità, culto della macchina e della velocità, ma anche nazionalismo<br />
esasperato e aggressività, glorificazione della guerra e abolizione dei luoghi<br />
istituzionali dell’arte. In ambito musicale il personaggio più in vista è Francesco Balilla<br />
Pratella, autore della Musica Futurista per orchestra (1913) e dell’opera L’aviatore<br />
Dro (1920). Le novità più curiose, invece, provengono dalle teorie <strong>di</strong> Luigi<br />
Russolo e dalle sue invenzioni: l’intonarumori e il rumorharmonium sono strumenti<br />
musicali composti da ronzatori, ululatori, rombatori, stropicciatori, scoppiatori, sibiliatori<br />
e simili: il rumore deve ormai soppiantare il suono. D’altronde, scrive Russolo<br />
nel 1913, «Beethoven e Wagner ci hanno squassato i nervi e il cuore per molti anni.<br />
Ora ne siamo sazi e go<strong>di</strong>amo molto <strong>di</strong> più nel combinare idealmente dei rumori <strong>di</strong><br />
tram, <strong>di</strong> motori a scoppio, <strong>di</strong> carrozze e <strong>di</strong> folle vocianti…».<br />
Nel dopoguerra il futurismo vive una seconda vitale stagione, al centro della quale<br />
si pongono le ar<strong>di</strong>te performances teatrali («<strong>Teatro</strong> della Sorpresa», «<strong>Teatro</strong> della<br />
Pantomima Futurista») e musicali (le «Serate rumoristiche» al Théâtre des Champs<br />
Elysées <strong>di</strong> Parigi); col tempo alcuni artisti confluiranno in altre correnti d’avanguar<strong>di</strong>a<br />
come cubismo e surrealismo, mentre il movimento finirà per trovarsi in perfetto<br />
allineamento con il regime fascista. Da non trascurare, tuttavia, l’apporto del futurismo<br />
alla creazione <strong>di</strong> altri importanti movimenti, come il dadaismo, il futurismo<br />
russo, la più recente musica concreta.<br />
9
Negli stessi anni si verifica un notevole sviluppo <strong>di</strong> attività musicali: nascono perio<strong>di</strong>ci<br />
<strong>di</strong> critica, si avviano gli stu<strong>di</strong> musicologici grazie all’istituzione <strong>di</strong> corsi universitari <strong>di</strong><br />
Storia della Musica (il primo dei quali viene assegnato ad Alberto Gentili a <strong>Torino</strong>), si<br />
formano corali orfeoniche (ovvero <strong>di</strong> <strong>di</strong>lettanti) e orchestre sinfoniche. Tra queste si<br />
<strong>di</strong>stingue l’Orchestra Sinfonica dell’ente ra<strong>di</strong>ofonico nazionale EIAR (la futura RAI),<br />
che inaugura ufficialmente le sue stagioni nel 1<strong>93</strong>3.<br />
In un panorama così vivace, la <strong>di</strong>dattica occupa un ruolo rilevante: mentre alcuni compositori,<br />
tra cui Alfredo Casella, creano pagine <strong>di</strong> facile ascolto in ambito <strong>di</strong>chiaratamente<br />
infantile (Pupazzetti, 1915, Un<strong>di</strong>ci pezzi facili, 1920), altri artisti si votano interamente<br />
alla causa dell’educazione musicale dei piccoli. È il caso <strong>di</strong> Elisabetta Oddone (1878-<br />
1972), compositrice e cantante milanese, che nel 1921 fonda la FAMI (Federazione Au<strong>di</strong>zioni<br />
Musicali Infantili) con la quale collaboreranno musicisti importanti come<br />
Francesco Balilla Pratella, il giovanissimo Nino Rota, e il nostro Luigi Ferrari Trecate.<br />
La vita <strong>di</strong> Luigi Ferrari Trecate<br />
Nato ad Alessandria nel 1884, Luigi Ferrari Trecate<br />
inizia gli stu<strong>di</strong> musicali da bambino; in seguito<br />
al trasferimento della famiglia, do<strong>di</strong>cenne comincia<br />
a frequentare il Liceo Musicale «G. Rossini» <strong>di</strong> Pesaro,<br />
dove stu<strong>di</strong>a con Pietro Mascagni e conosce<br />
Giovacchino Forzano, suo compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>.<br />
L’esor<strong>di</strong>o come compositore avviene nel 1900 con<br />
Regina Ester, scene bibliche <strong>di</strong> A. Montanari, seguito<br />
nel 1903 dal poema sinfonico Il corsaro (da<br />
Byron) e dall’atto unico Galvina, da Ossian (1904),<br />
acclamato dal pubblico, ma <strong>di</strong>strutto in seguito<br />
dall’autore assieme alle opere precedenti. Di maggior<br />
rilevanza è inizialmente l’attività organistica,<br />
che gli permetterà <strong>di</strong> collaudare strumenti importanti,<br />
tra cui l’organo del Duomo <strong>di</strong> Milano, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />
organista della Santa Casa <strong>di</strong> Loreto e,<br />
successivamente, della Basilica <strong>di</strong> Valle <strong>di</strong> Pompei. Dal 1913 insegna organo e composizione<br />
organistica presso il Conservatorio <strong>di</strong> Parma, portando la sua classe a livelli <strong>di</strong> notorietà<br />
nazionale. Gli impegni <strong>di</strong>dattici lo occuperanno per tutta la vita, dapprima come<br />
insegnante a Bologna, infine come <strong>di</strong>rettore del Conservatorio <strong>di</strong> Parma. Ferrari Trecate<br />
raggiunge una <strong>di</strong>screta notorietà anche grazie alla rappresentazione <strong>di</strong> numerose opere<br />
ispirate al mondo dei bambini: Ciottolino (scritta nel 1904 ma rappresentata solo nel<br />
1922), Pierozzo (sempre nel ‘22), La Bella e il Mostro (‘25), molto apprezzata da Arturo<br />
Toscanini, Le astuzie <strong>di</strong> Bertoldo (‘30), Ghirlino (‘40), Buricchio, avventure <strong>di</strong> un monello<br />
(‘48), L’orso re (‘50) e infine La capanna dello zio Tom, allestita nel 1953, un<strong>di</strong>ci anni<br />
prima della morte, avvenuta a Roma nel 1964.<br />
10
La vita <strong>di</strong> Giovacchino Forzano<br />
Personalità sfaccettata e inquieta, figura <strong>di</strong> primo<br />
piano nel panorama artistico <strong>di</strong> inizio Novecento,<br />
Giovacchino Forzano fu librettista, regista e autore<br />
<strong>di</strong> teatro, regista d’opera e cinematografico.<br />
Stu<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>cina, ma si laurea infine in giurisprudenza;<br />
pratica il giornalismo e la narrativa e fonda<br />
gli stu<strong>di</strong> cinematografici «Tirrenia» a Livorno.<br />
Nato in Toscana a Borgo San Lorenzo nel 1883,<br />
stu<strong>di</strong>a canto presso il Conservatorio «G. Rossini»<br />
<strong>di</strong> Pesaro, dove stringe una forte amicizia con Ferrari<br />
Trecate. Dal sodalizio nascono alcune opere in<br />
seguito <strong>di</strong>strutte dal compositore e infine Ciottolino.<br />
Ben più rilevanti le collaborazioni con Giacomo<br />
Puccini, per il quale realizza Suor Angelica e Gianni<br />
Schicchi, Pietro Mascagni (Lodoletta e Il piccolo<br />
Marat), Umberto Giordano (Il re), Ruggero Leoncavallo<br />
(La reginetta delle rose e La can<strong>di</strong>data) e<br />
Ermanno Wolf-Ferrari (Sly).<br />
In qualità <strong>di</strong> giornalista Forzano collabora con testate <strong>di</strong> portata nazionale come «La<br />
Stampa», «La Nazione», « Il Corriere della Sera» e «Il giornale d’Italia», <strong>di</strong>rige «Il<br />
corriere apuano» e fonda il perio<strong>di</strong>co umoristico «Cirano».<br />
I suoi romanzi popolari raggiungono vasta <strong>di</strong>ffusione, ma nella maturità l’artista si de<strong>di</strong>cherà<br />
unicamente alla sua vocazione più autentica: il teatro. Le regie d’opera <strong>di</strong> Forzano<br />
sono caratterizzate dalla ricerca <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>osità e sfarzo: le gran<strong>di</strong> scene <strong>di</strong> massa,<br />
con alberi e animali vivi, concordano col gusto pompier dell’epoca fascista e trovano piena<br />
realizzazione nei gran<strong>di</strong> spazi dell’Arena <strong>di</strong> Verona. Direttore degli allestimenti al <strong>Teatro</strong><br />
alla Scala e al <strong>Regio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, firma inoltre regie al San Carlo <strong>di</strong> Napoli, alla Fenice <strong>di</strong><br />
Venezia, al Carlo Felice <strong>di</strong> Genova, nonché in <strong>di</strong>verse capitali europee. Cura <strong>di</strong>verse<br />
“prime” importanti, quali Il trittico e Turandot <strong>di</strong> Puccini, Nerone <strong>di</strong> Boito, La cena delle<br />
beffe <strong>di</strong> Giordano, Debora e Jaele <strong>di</strong> Pizzetti e Belfagor <strong>di</strong> Respighi. Nel 1<strong>93</strong>0 Forzano<br />
si fa promotore delle stagioni del «Carro <strong>di</strong> Tespi», un’operazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione culturale<br />
grazie alla quale <strong>di</strong>versi allestimenti facilmente trasportabili vengono rappresentati<br />
in numerose “piazze” italiane. Personaggio gra<strong>di</strong>to alle alte sfere del regime, Forzano<br />
realizza il film <strong>di</strong> propaganda Camicia nera (1<strong>93</strong>3) e collabora con Mussolini nella stesura<br />
<strong>di</strong> tre drammi: Campo <strong>di</strong> maggio, Villafranca e Cesare. Muore a Roma nel 1970.<br />
11
12<br />
La musica al tempo <strong>di</strong> Ciottolino<br />
1900 Giacomo Puccini, Tosca<br />
1902 Claude Debussy, Pelléas et Mélisande<br />
1904 Giacomo Puccini, Madama Butterfly<br />
1905 Claude Debussy, La mer, schizzi sinfonici<br />
1908 Maurice Ravel, Ma mère l’Oye, per pianoforte *<br />
Claude Debussy, Children’s corner, per pianoforte *<br />
1910 Giacomo Puccini, La fanciulla del West<br />
1912 Maurice Ravel, Daphnis et Chloé, balletto<br />
Arnold Schönberg, Pierrot lunaire<br />
1913 Igor Stravinskij, Le sacre du printemps, balletto<br />
Claude Debussy, La boîte à joujoux, balletto per bambini *<br />
1915 Alfredo Casella, Pupazzetti, per pianoforte a quattro mani *<br />
1916 Ottorino Respighi, Le fontane <strong>di</strong> Roma, poema sinfonico<br />
1917 Giacomo Puccini, La ron<strong>di</strong>ne<br />
1918 Giacomo Puccini, Trittico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi)<br />
1919 Igor Stravinskij, Pulcinella, balletto<br />
1920 Alfredo Casella, Un<strong>di</strong>ci pezzi infantili, per pianoforte *<br />
1921 Sergeij Prokof’ev, L’amore delle tre melarance<br />
1923 Arnold Schönberg, Suite per pianoforte op. 25<br />
1924 Giacomo Puccini, Turandot<br />
Ottorino Respighi, I pini <strong>di</strong> Roma, poema sinfonico<br />
1925 Maurice Ravel, L’enfant et les sortilèges, fiaba lirica *<br />
* Brano ispirato al mondo dei bambini, o composto con finalità <strong>di</strong>dattiche
«CIOTTOLINO», CENTO ANNI MA NON SI DIREBBE…<br />
La creazione <strong>di</strong> Ciottolino risale al 1904: due amici<br />
ventenni, durante una vacanza estiva, si incontrano<br />
per ideare un soggetto originale adatto a una fiaba<br />
per musica. Dalla collaborazione tra Luigi Ferrari<br />
Trecate e Giovacchino Forzano nasce quin<strong>di</strong> Ciottolino,<br />
deliziosa piccola opera “per” e “con” bambini:<br />
non solo, quin<strong>di</strong>, uno spettacolo rivolto<br />
principalmente a un pubblico <strong>di</strong> fanciulli, ma concepito<br />
per assegnare i ruoli principali a giovanissimi<br />
esecutori.<br />
Gli autori si <strong>di</strong>chiaravano debitori al modello tedesco<br />
<strong>di</strong> Hänsel und Gretel, l’opera <strong>di</strong> E. Humper<strong>di</strong>nck<br />
che un decennio prima aveva ottenuto un successo<br />
eclatante; in realtà, il mondo del melodramma ita-<br />
CIOTTOLINO<br />
Fiaba musicale<br />
in due atti e tre quadri<br />
per la gioventù<br />
Libretto <strong>di</strong> Giovacchino Forzano<br />
Musica <strong>di</strong> Luigi Ferrari Trecate<br />
Prima rappresentazione:<br />
8 febbraio 1922<br />
<strong>Teatro</strong> dei Piccoli, Roma<br />
liano costituiva un punto <strong>di</strong> riferimento sicuro per due studenti <strong>di</strong> conservatorio; nella<br />
loro opera è facile in<strong>di</strong>viduare, infatti, l’influsso della lunga tra<strong>di</strong>zione operistica italiana<br />
che si rivela nello stile delle linee melo<strong>di</strong>che e nella struttura a “numeri chiusi”. Il soggetto<br />
fiabesco, inoltre, rendeva inevitabile l’omaggio esplicito all’ultimo capolavoro ver<strong>di</strong>ano,<br />
Falstaff, che con Ciottolino con<strong>di</strong>videva il suggestivo scorcio sul magico mondo <strong>di</strong><br />
fate e folletti (finti, è vero, ma in fondo anche il grande e grosso Falstaff, intimorito e<br />
ammaliato come il piccolo Ciottolino, ci crede, eccome!), categorie <strong>di</strong> personaggi del tutto<br />
assenti nel dramma italiano eroico o verista, ma giunti <strong>di</strong>rettamente dalle brume del romanticismo<br />
nor<strong>di</strong>co con pieno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza nel genere della fiaba.<br />
Una volta composta, l’opera dovette attendere <strong>di</strong>versi anni prima <strong>di</strong> essere messa in<br />
scena: ciò avvenne finalmente l’8 febbraio 1922 a opera del «<strong>Teatro</strong> dei Piccoli» <strong>di</strong> Vittorio<br />
Podrecca, la notevolissima compagnia <strong>di</strong> marionette fondata nel 1914 e ormai celebre<br />
nel mondo. Il successo fu eccezionale, tanto da meritare ben settanta repliche e<br />
giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> critica entusiasti. Dalle parole <strong>di</strong> Francesco Balilla Pratella, ad esempio, compren<strong>di</strong>amo<br />
che l’obiettivo iniziale era stato pienamente centrato: «Senza esagerazioni<br />
possiamo affermare che con Ciottolino abbiamo un Hänsel e Gretel italiano.» L’esigente<br />
critico Domenico Alaleona, inoltre, lodava il compositore come «artista <strong>di</strong> gusto superiore»,<br />
mentre sulla «Gazzetta <strong>di</strong> Parma» Carlo Jachino in seguito avrebbe apprezzato<br />
la musica <strong>di</strong> Ferrari Trecate in quanto «scevra da ogni grottesco tentativo <strong>di</strong> modernismo<br />
a oltranza», ma anzi dotata <strong>di</strong> «chiarezza e signorilità nella linea melo<strong>di</strong>ca, varietà<br />
e spontaneità dei ritmi, strumentale leggero ma sempre efficace». Insomma, concludeva<br />
il critico, «questa piccola opera ci <strong>di</strong>verte, ci commuove talvolta, sempre ci convince.»<br />
Il cammino <strong>di</strong> Ciottolino proseguì sicuro attraverso successivi allestimenti senza marionette,<br />
con bambini e cantanti “veri“, al Politeama «Virginia Marini» e al <strong>Teatro</strong> Municipale<br />
<strong>di</strong> Alessandria; infine, ancora con i «Piccoli», partì alla volta del mondo intero: Inghilterra,<br />
Spagna, Germania, Danimarca, Polonia, Svezia, Norvegia, Belgio, Svizzera, Francia,<br />
Messico, Stati Uniti, Cuba, Turchia, Egitto… ovunque l’interminabile tournée facesse<br />
13
tappa, la simpatia e l’incanto del nostro eroe bambino conquistavano le platee <strong>di</strong> piccoli<br />
e gran<strong>di</strong> spettatori. La fortuna dell’opera, però, subì un brusco arresto dopo l’ultima ripresa<br />
al <strong>Teatro</strong> Reinach <strong>di</strong> Parma, nel 1928; per lunghi decenni Ciottolino rimase silenzioso,<br />
fino al dovuto recupero, avvenuto grazie a nuovi stu<strong>di</strong> musicologici (confluiti nella<br />
tesi <strong>di</strong> laurea in Didattica della Musica <strong>di</strong>scussa da Giovanna Piga presso il Conservatorio<br />
«G. Ver<strong>di</strong>» <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>) e alle indagini sul territorio svolte dall’Osservatorio dell’Immaginario<br />
Giovanile, coronati dall’allestimento sulle scene del Piccolo <strong>Regio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> durante<br />
la stagione 2003-04.<br />
Cos’è un’opera?<br />
Abbiamo parlato spesso <strong>di</strong> opera o melodramma; ma <strong>di</strong> cosa si tratta esattamente?<br />
L’opera lirica o melodramma è un genere teatrale nel quale ci si esprime col recitar<br />
cantando, una speciale tecnica artistica che unisce azione (gestualità, movimento) e<br />
musica (canto accompagnato). Ma nell’opera c’è molto <strong>di</strong> più: magnifiche scenografie,<br />
splen<strong>di</strong><strong>di</strong> costumi, un testo poetico e talvolta danza.<br />
La struttura dell’opera si compone <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse parti:<br />
Il testo poetico si chiama libretto ed è or<strong>di</strong>nato in atti, a loro volta sud<strong>di</strong>visi in<br />
scene.<br />
La struttura musicale, oltre a seguire l’articolazione in atti e scene, utilizza altri<br />
elementi che cambiano molto a seconda del periodo storico. In linea generale, però,<br />
si possono così descrivere:<br />
● la sinfonia d’opera, un brano orchestrale che precede l’apertura del sipario; talvolta<br />
è sostituita da un più breve prelu<strong>di</strong>o, che può precedere anche ogni singolo<br />
atto (in Ciottolino ci sono brevi prelu<strong>di</strong> all’atto I e all’atto II, scena I; il prelu<strong>di</strong>o<br />
I si ripete prima della scena finale)<br />
● l’aria, un brano vocale solistico nel quale il personaggio esprime uno stato d’animo,<br />
un sentimento, un proposito, (atto II, Risplende il bosco)<br />
14<br />
● il recitativo, parte determinante per il susseguirsi degli avvenimenti, ma in cui il<br />
canto è molto semplificato (atto I, il nonno e il babbo giocano a carte)<br />
● i pezzi d’assieme (duetto, terzetto, ecc.), o concertati, in cui più personaggi cantano<br />
insieme, a volte accompagnati dal coro; le parole non si capiscono sempre<br />
perfettamente, ma la bellezza dell’intreccio <strong>di</strong> voci e il carattere generale del<br />
pezzo favoriscono la comprensione del senso generale; (atto II, scena I, dopo<br />
l’ingresso dei Sapienti)<br />
● i cori, nei quali il personaggio collettivo della folla agisce o commenta lo sviluppo<br />
della vicenda (atto II, Gaie e vispe siam fatine, Gnomi siamo)<br />
● i balletti, non sempre presenti, che arricchiscono la rappresentazione (atto II,<br />
balletto delle Fate)
LA TRAMA<br />
Atto I<br />
Ciao, sono Ciottolino, abito in campagna e sono un bambino allegro e vivace… a volte un<br />
po’ troppo, <strong>di</strong>ce la mamma. La mia famiglia è composta dal babbo, dalla mamma, dal nonno<br />
e da me. Ah, sì, c’è anche quella piagnucolosa <strong>di</strong> mia sorella Nina. Quando io voglio giocare,<br />
lei ha sempre qualche lamentela. Uffa! L’altra sera, per esempio, mentre la mamma<br />
preparava la cena, stavamo facendo ripiglino (lo conosci? nooo?), ma la Nina si è stufata<br />
subito. Io ho cercato <strong>di</strong> convincerla a continuare (va beh, le ho anche dato una tiratina<br />
alle trecce, ma non le ho fatto male, davvero!), invece lei ha cominciato a frignare e la<br />
mamma sai a chi ha dato la colpa? A me, naturalmente! A momenti andavo a letto senza<br />
cena! Per fortuna il nonnino ha cominciato a raccontarci una bella fiaba, anzi la mia fiaba<br />
preferita: Ciuffettino. Sai, quella del ragazzino che <strong>di</strong>venta re… Come uno e due fa tre,<br />
Ciuffettino è fatto re! Questa sì è una bella morale! Quanto vorrei conoscere ‘sto Ciuffettino…<br />
ha anche un nome bellissimo, mi ricorda, non so… Ciottolino!<br />
Quando stava per arrivare il momento più bello della fiaba, è arrivato il babbo, super<br />
stanco per il duro lavoro e super affamato. Per cena c’era solo polenta, dato che la nostra<br />
famiglia non è molto ricca, anzi, per niente; il babbo ha anche chiesto alla mamma come<br />
mi ero comportato, e lì un’altra sgridata. L’ho detto, quella sera andava tutto storto. Finalmente<br />
è arrivata l’ora <strong>di</strong> andare a nanna: ho detto la preghierina e… bum! Sono crollato<br />
in un sonno profondo.<br />
Atto II<br />
Quadro I<br />
…ed eccomi nel Bosco <strong>di</strong> Bistorco, nel Paese delle Fate. Qua tutto è bello: l’erba è verde,<br />
il castello è d’oro, la porta è azzurra, il coro delle Fate melo<strong>di</strong>oso. Una favola! Ma la cosa<br />
più curiosa è che le Fate stavano aspettando proprio me: hanno bisogno <strong>di</strong> eleggere il<br />
loro re. Che bellezza! Come Ciuffettino! Anche gli Gnomi sono felici <strong>di</strong> avere un sovrano<br />
come me; mi viene dato uno scettro, un trono luccicante e, devo proprio <strong>di</strong>rlo, sono un<br />
gran bel re! Ma ecco che si avvicinano dei tizi che non mi fanno immaginare niente <strong>di</strong><br />
buono: lunghe barbe, aria solenne… vuoi vedere che devo essere interrogato anche qui?<br />
Ma in che razza <strong>di</strong> Paese delle Fate sono capitato? Adesso vogliono che legga il libro<br />
delle tasse; e chi è capace? Non so neanche leggere bene, a scuola mi sono <strong>di</strong>menticato<br />
<strong>di</strong> imparare. Quasi quasi mi viene voglia <strong>di</strong> tirare la barba a questo Sapiente, che mi<br />
sembra il più brontolone. Uh, che permaloso! Neanche la Nina si offende tanto! Altro<br />
che re, adesso mi legano a un albero e mi abbandonano alle grinfie dell’Orco cattivo,<br />
brutto e anche sporco! Una paura tremenda! C’è un buio… E nessuno, <strong>di</strong>co nes-su-no che<br />
mi venga a salvare. Qui bisogna che urli più forte che posso: Aiu…<br />
15
Quadro II<br />
…tooo!<br />
«Perché gri<strong>di</strong>?», fa la mamma. Ah, finalmente qualcuno si è accorto <strong>di</strong> me! Possibile che<br />
<strong>di</strong> fronte a un Orco simile me la debba cavare da solo? «Quale Orco?» chiedono il nonno<br />
e Nina. Già, quale Orco? E dove sono finiti il trono, il castello, le Fate…? Vuoi vedere<br />
che non sono neanche più re? Infatti mi trovavo <strong>di</strong> nuovo nel mio lettino, nella mia cameretta,<br />
esausto per il brutto sogno, ma felice perché tutto tornava familiare e rassicurante.<br />
Come erano cari la mamma, il babbo, il nonno, la mia sorellina! Ormai era l’alba:<br />
mentre da fuori arrivava il canto del babbo e degli altri conta<strong>di</strong>ni che andavano verso i<br />
campi, il nonno ha abbracciato forte me e Nina e ridendo abbiamo ricordato la canzone<br />
<strong>di</strong> Ciuffettino: come uno e due fa tre, Ciuffettino è fatto re! Però anche re Ciottolino<br />
non era male…<br />
16
UN MODELLO LETTERARIO:<br />
«LE AVVENTURE DI CIUFFETTINO»<br />
La storia <strong>di</strong> Ciottolino è ricalcata sul modello <strong>di</strong> una fiaba molto <strong>di</strong>ffusa agli inizi del<br />
Novecento: Le avventure <strong>di</strong> Ciuffettino <strong>di</strong> Enrico Novelli (1902).<br />
L’autore<br />
Enrico de’ Conti Novelli da Bertinoro (Pisa, 1876 –<br />
Firenze, 1943), in arte Yambo, fu un artista poliedrico<br />
e anticonvenzionale. Era figlio del celebre attore<br />
Ermete Novelli, a sua volta insofferente<br />
rampollo <strong>di</strong> un’illustre casata nobiliare dalla quale si<br />
era tormentosamente staccato per seguire la vocazione<br />
artistica teatrale, cosa all’epoca inammissibile<br />
presso le famiglie perbene. Ricalcando le orme del<br />
padre, figura comunque ingombrante, il giovane Enrico<br />
scelse <strong>di</strong> camminare autonomamente, abbandonando<br />
quel cognome scomodo e adottando il<br />
<strong>di</strong>vertente pseudonimo, scovato grazie alle assidue<br />
letture dei giornali <strong>di</strong> viaggi in terre lontane. Yambo<br />
cominciò la sua prolifica produzione letteraria quasi<br />
bambino: i suoi primi romanzi rivelavano già il talento<br />
per le avventure fantascientifiche (un genere<br />
estremamente innovativo, in quegli anni), filone che<br />
l’autore non abbandonò mai e grazie al quale ottenne enorme fortuna presso generazioni <strong>di</strong><br />
lettori. Leggiamo, ad esempio, in una lettera <strong>di</strong> Cesare Pavese a un amico: «Ho passato l’inverno<br />
a leggere Salgari e il ciclo dei tre moschettieri… e se trovo un Yambo rinver<strong>di</strong>sco.»<br />
L’eclettica personalità dell’autore si espresse anche in ambito giornalistico, fumettistico,<br />
cinematografico e teatrale; in tutte le sue creazioni aleggiava una squisita vena <strong>di</strong> ironia,<br />
talvolta spinta alla satira, come testimonia la sua collaborazione con Trilussa al perio<strong>di</strong>co<br />
«Il travaso delle idee». Delizioso il suo tratto <strong>di</strong> illustratore, spesso combinato all’attività<br />
<strong>di</strong> giornalista: accanto agli articoli scritti per i quoti<strong>di</strong>ani «La Sera» <strong>di</strong> Milano, o per «La<br />
Nazione» <strong>di</strong> Firenze, infatti, Yambo amava inserire i suoi “pupazzetti”, buffe figurine <strong>di</strong><br />
commento agli argomenti trattati nel testo. Sulle pagine del perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> fumetti «Pupazzetto»,<br />
inoltre, Yambo prendeva <strong>di</strong> mira personaggi pubblici onorati e celebrati come Gabriele<br />
D’Annunzio, le cui glorie furono garbatamente derise in Pupazzetto della Francesca<br />
da Rimini e Pupazzetto della figlia <strong>di</strong> Iorio (1906); o, ancora, ne Il pupazzetto navale, o<br />
dramma navarcale del Pupazzetto (1908).<br />
Nazionalista e interventista convinto, Yambo <strong>di</strong>ede un seguito al suo Ciuffettino con Ciuffettino<br />
alla guerra (1916); in seguito lanciò accese campagne anti-austriache nei romanzi<br />
La rivincita <strong>di</strong> Lissa e Gorizia fiammeggiante, che, in tarda epoca fascista e in clima <strong>di</strong> filonazismo,<br />
gli causarono problemi <strong>di</strong> censura da parte del regime. Morì a Firenze nel 1943<br />
per un attacco <strong>di</strong> cuore durante un bombardamento aereo.<br />
17
Il protagonista<br />
Pubblicato nel 1902, Le avventure <strong>di</strong> Ciuffettino ottenne larga e duratura <strong>di</strong>ffusione<br />
come libro <strong>di</strong> lettura per bambini.<br />
Il carattere birichino (oggi si <strong>di</strong>rebbe “trasgressivo”) del protagonista, una specie <strong>di</strong><br />
Pinocchio in carne e ossa, è ben raffigurato dall’impertinente ciocca <strong>di</strong> capelli che non<br />
vuole saperne <strong>di</strong> stare al suo posto, ma si erge come un punto interrogativo verso le convenzioni<br />
del mondo dei gran<strong>di</strong> (a proposito: chi non ricorda i “ciuffettini” ribelli della<br />
simpaticissima ed emancipata Pippi Calzelunghe?). Va da sé che un simile atteggiamento<br />
coraggioso e <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>ente trascini Ciuffettino in una serie <strong>di</strong> peripezie, alcune delle<br />
quali, fortunatamente, a lieto fine. Come ormai ben sappiamo, Ciuffettino riesce ad<strong>di</strong>rittura<br />
a <strong>di</strong>ventare re del Paese delle Fate!<br />
In tempi più recenti, durante gli anni della contestazione giovanile, Ciuffettino ha vissuto<br />
il suo ultimo momento <strong>di</strong> popolarità, <strong>di</strong>venendo il piccolo eroe, ribelle ma tenero, <strong>di</strong> uno<br />
sceneggiato televisivo in sei puntate trasmesso dalla RAI nel 1969-70. Solo e lontano<br />
dai genitori, ma accompagnato dal fido cane Melampo, Ciuffettino affrontava anche sullo<br />
schermo avventure <strong>di</strong> ogni genere e animali terribili come il Lupo Mannaro, riuscendo a<br />
conquistarsi le simpatie dei bambini <strong>di</strong> ieri, così come aveva affascinato i loro genitori<br />
e nonni. Chissà se piacerebbe ancora alla generazione iper-tecnologica <strong>di</strong> oggi?<br />
18
PROPOSTE DI STUDIO INTERDISCIPLINARE<br />
Parte generale:<br />
● Cos’è e come si allestisce un’opera lirica<br />
● Breve storia dell’opera<br />
Il contesto storico-culturale:<br />
● Italia ed Europa all’inizio del Novecento: la seconda rivoluzione industriale, la<br />
belle époque, la Grande Guerra, il sorgere delle <strong>di</strong>ttature<br />
● La musica e le arti durante il primo Novecento in Europa e in Italia<br />
La fonte letteraria:<br />
● Yambo, Le avventure <strong>di</strong> Ciuffettino, 1902<br />
● Il genere letterario della fiaba<br />
Il modello musicale:<br />
● Engelbert Humper<strong>di</strong>nck (1854 – 1921), Hänsel und Gretel, 18<strong>93</strong><br />
Il compositore:<br />
● Luigi Ferrari Trecate (1884 – 1964)<br />
Il librettista:<br />
● Giovacchino Forzano (1883 – 1970)<br />
L’opera:<br />
● L’intreccio<br />
● La struttura del libretto<br />
● La struttura musicale<br />
● Il sistema dei personaggi e la loro connotazione musicale<br />
● L’orchestrazione<br />
Per approfon<strong>di</strong>re:<br />
● Il teatro <strong>di</strong> marionette e l’opera lirica<br />
● Musica e <strong>di</strong>dattica<br />
● La presenza del soprannaturale nella tra<strong>di</strong>zione romantica europea e italiana<br />
● Il dualismo sogno-realtà nell’arte e nella psicanalisi<br />
● Il rapporto del bambino con gli adulti<br />
● La struttura sociale e familiare nell’Italia del primo Novecento<br />
● Letteratura per l’infanzia ieri e oggi: stile e contenuti<br />
● Ricerca iconografica<br />
19
FIABE IN MUSICA NEL PRIMO NOVECENTO<br />
TRA LIBRI, DISCHI E RAPPRESENTAZIONI SCENICHE<br />
<strong>di</strong> Pompeo Vagliani – Fondazione Tancre<strong>di</strong> <strong>di</strong> Barolo, Museo della Scuola e del Libro<br />
per l’Infanzia<br />
La fiaba in musica per l’infanzia si afferma in Italia nei primi decenni del Novecento a<br />
seguito dell’interesse crescente <strong>di</strong> musicisti, artisti e autori per questo genere, inteso<br />
come forma espressiva specifica e con valenza non solo educativa o <strong>di</strong> intrattenimento.<br />
Mentre sono abbastanza rare le produzioni operistiche vere e proprie destinate anche<br />
a un pubblico <strong>di</strong> ragazzi, la musica entra come protagonista nella maggior parte delle<br />
rappresentazioni teatrali imperniate sulla riduzione <strong>di</strong> fiabe classiche o sulla proposta<br />
<strong>di</strong> nuove fiabe che vedono in scena marionette, attori bambini o attori, cantanti e musicisti<br />
professionisti.<br />
L’e<strong>di</strong>toria per l’infanzia, sensibile al progressivo affermarsi del fenomeno, propone libri<br />
<strong>di</strong> canzoncine provenienti dalla tra<strong>di</strong>zione popolare, ma anche testi <strong>di</strong> teatro per ragazzi,<br />
spartiti illustrati e libri <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione che si prefiggono <strong>di</strong> avvicinare i lettori alla musica,<br />
e ai primi elementi della teoria, attraverso libri illustrati più accattivanti e coinvolgenti<br />
<strong>di</strong> quanto non fossero i “normali” testi <strong>di</strong> educazione musicale. Non solo, molti<br />
dei personaggi che si affacciano in quegli anni sulla scena dei nuovi perio<strong>di</strong>ci e libri per<br />
l’infanzia, <strong>di</strong>ventano protagonisti <strong>di</strong> allestimenti teatrali e musicali.<br />
Negli anni ‘20 si afferma la fiaba poetica per la cui rappresentazione si dà vita in tutta<br />
Italia a numerosi “Teatri della Fiaba”.<br />
I più significativi scrittori per l’infanzia come Giuseppe Fanciulli e Arpalice Cuman Pertile<br />
scrivono nuovi testi <strong>di</strong> grande suggestione e la musica contribuisce a esprimere tutte<br />
le sfumature, la levità inconsistente e meravigliosa del testo che <strong>di</strong>viene un “sogno melico”<br />
grazie a musicisti come Elisabetta Oddone, Mario Pieraccini, Balilla Pratella, Mario<br />
Castelnuovo Tedesco.<br />
I nuovi me<strong>di</strong>a che si vanno affermando negli anni Trenta e Quaranta, dal fonografo alla<br />
ra<strong>di</strong>o, spingono inoltre case <strong>di</strong>scografiche e case e<strong>di</strong>trici a produrre <strong>di</strong>schi e soprattutto<br />
libri/<strong>di</strong>schi, cofanetti in cui testi della fiaba, immagini e musica possono essere integrati.<br />
A innovare completamente il panorama del teatro musicale per l’infanzia (ma non solo)<br />
contribuisce in particolare il “fenomeno Podrecca” che nel 1914 inizia a creare e a mettere<br />
in scena a Roma le sue marionette, i “Piccoli”, al Palazzo Odescalchi, che <strong>di</strong>venterà<br />
il «<strong>Teatro</strong> dei Piccoli» nel dopoguerra, coinvolgendo come scenografi Angoletta, Cambellotti,<br />
Depero, Pompei, Prampolini, Tofano e altri artisti <strong>di</strong> primo piano.<br />
Nel progetto <strong>di</strong> Podrecca la musica occupa un posto centrale sia nelle accurate riproposte<br />
<strong>di</strong> opere del Sette e Ottocento, sia nella elaborazione <strong>di</strong> nuove operine de<strong>di</strong>cate all’infanzia.<br />
La bella dormente nel bosco, fiaba musicale in tre atti reinventata con<br />
leggerezza e ironia da Gian Bistolfi e musicata da Ottorino Respighi esce in prima nel<br />
1919 e dal 1922 entra stabilmente nel repertorio, raggiungendo in pochi anni le mille repliche.<br />
Viene rappresentata anche al <strong>Teatro</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong> nel 1<strong>93</strong>4, con nuova strumentazione<br />
e danze <strong>di</strong> bambini.<br />
20
Nel 1921, altro protagonista del <strong>Teatro</strong> dei Piccoli è Fortunello, su musica <strong>di</strong> Vincenzo<br />
Carabella, personaggio pervenuto al teatro musicale dalle tavole del «Corriere dei Piccoli»<br />
e creato dal <strong>di</strong>segnatore americano Frederick Burr Opper con il nome <strong>di</strong> Happy<br />
Hooligan, con al posto del cappello un barattolo vuoto <strong>di</strong> conserva. Fortunello ritornerà<br />
poi in uno splen<strong>di</strong>do libro pubblicato da Paravia nel 1924 e illustrato da Carlo Nicco.<br />
Ciottolino, come fiaba musicale su testo <strong>di</strong> Giovacchino Forzano e musica <strong>di</strong> Luigi Ferrari<br />
Trecate, prende vita nel 1922 proprio in questo straor<strong>di</strong>nario ambiente culturale,<br />
raggiungendo al debutto ben 70 repliche consecutive e ricevendo gli elogi <strong>di</strong> Francesco<br />
Balilla Pratella, che lo definisce «un Hänsel e Gretel italiano». Come testo fiabesco<br />
era comparso anonimo nei primi anni del Novecento in una collana <strong>di</strong> fiabe<br />
dell’e<strong>di</strong>tore Nerbini <strong>di</strong> Firenze, ma il libro non aveva avuto particolare successo, sebbene<br />
fosse ricco <strong>di</strong> tutte le suggestioni che<br />
caratterizzeranno poi il libretto <strong>di</strong> Giovacchino<br />
Forzano. Di Luigi Ferrari Trecate sarà<br />
rappresentata alla Scala <strong>di</strong> Milano nel 1940<br />
l’operina Ghirlino, su libretto <strong>di</strong> Luciano Anceschi.<br />
Sempre a Roma, dal 1927, dopo la partenza<br />
del <strong>Teatro</strong> dei Piccoli per gli Stati Uniti, fu<br />
fondato il «<strong>Teatro</strong> delle Fiabe» <strong>di</strong> Andreina<br />
Pagnani: vi furono allestite nuove <strong>di</strong>vertenti<br />
rappresentazioni per bambini con le musiche<br />
del maestro Mario Labroca, qui all’avvio della<br />
sua prestigiosa carriera <strong>di</strong> musicista, impresario<br />
e critico d’arte. Tra i titoli più noti, La<br />
principessa Perepepè e Le tre figliole <strong>di</strong> Pinco<br />
Pallino con messinscena, bozzetti e figurini <strong>di</strong><br />
Mario Pompei.<br />
Ciuffettino, protagonista ed eroe eponimo <strong>di</strong><br />
un fortunatissimo romanzo per ragazzi<br />
scritto e illustrato nel 1903 da Yambo (Enrico<br />
Novelli, figlio del celebre attore Ermete), rinasce<br />
nelle rappresentazioni <strong>di</strong> fantocci che<br />
lo stesso Yambo mette in scena nel 1919 nel<br />
suo «Teatrino della fantasia». Il nostro eroe<br />
rivivrà poi in un <strong>di</strong>sco cofanetto dal titolo<br />
Ciuffettino Re pubblicato da La Voce del Padrone<br />
nel 1942, con le musiche del maestro<br />
Mario Consiglio, e sopravvivrà ancora nel dopoguerra<br />
in uno dei primi romanzi sceneggiati<br />
per la TV dei Ragazzi prodotta dalla RAI, un<br />
esempio emblematico <strong>di</strong> passaggi dello stesso<br />
personaggio nei vari me<strong>di</strong>a.<br />
21
Il repertorio dei Fantocci <strong>di</strong> Yambo comprendeva anche versioni paro<strong>di</strong>stiche <strong>di</strong> opere<br />
ed operette allora in voga.<br />
La prima operina con protagonista Pinocchio è Le avventure <strong>di</strong> Pinocchio, dalla Storia<br />
<strong>di</strong> un burattino <strong>di</strong> C. Collo<strong>di</strong>, su libretto <strong>di</strong> Urbano <strong>di</strong> Saint-Pierre, musicata dal Maestro<br />
Paolo Malfetti (1914); ma il più famoso Pinocchio in musica della prima metà del<br />
Novecento è quello che pubblica la Durium nel 1<strong>93</strong>2, inciso su 18 <strong>di</strong>schi con il testo<br />
narrato e le musiche <strong>di</strong> accompagnamento eseguite dagli strumentisti della Scala <strong>di</strong><br />
Milano. Testo e musiche sono arricchite dagli scenari e dalle figure da ritagliare con<br />
la storia del burattino eseguiti da Attilio Mussino, un esempio davvero interessante<br />
<strong>di</strong> libro/<strong>di</strong>sco “multime<strong>di</strong>ale” ante litteram.<br />
Nel 1942 esce il film Cenerentola e Bonaventura, che sintetizza in modo <strong>di</strong>vertente<br />
e ironico il mondo della tra<strong>di</strong>zione classica e quello delle maschere della Nuova Comme<strong>di</strong>a<br />
dell’Arte, qui emblematicamente rappresentate dal personaggio creato da Tofano<br />
nel 1913 sulle pagine del «Corriere dei Piccoli».<br />
Nel film, che si avvale del pittore Italo Cremona per le scene e <strong>di</strong> Rosetta Tofano per i<br />
costumi, la musica, affidata al maestro Renzo Rossellini, è la vera interprete: «È sulla<br />
musica infatti che si appoggia la favola <strong>di</strong> Bonaventura; e dovrà essere una musica “parlata”,<br />
viva e presente in ogni scena, frizzante ed arguta; molla che scatti sotto i movimenti<br />
dei personaggi».<br />
La maschera <strong>di</strong> Tofano sarà protagonista anche della riduzione del testo teatrale Bonaventura<br />
nell’Isola dei Pappagalli che la Durium realizzerà nel primo dopoguerra (1951)<br />
in un cofanetto contenente un albo illustrato e quattro <strong>di</strong>schi in cartone con le musiche<br />
<strong>di</strong> Nino Rota.<br />
22
La proposta al pubblico dei ragazzi<br />
torinesi dell’opera Ciottolino<br />
consente <strong>di</strong> rinnovare la<br />
collaborazione con l’Osservatorio<br />
dell’Immaginario <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>,<br />
un’associazione che dal<br />
1992 lavora accanto alla Compagnia<br />
Teatrale Stilema/Unoteatro<br />
e con il costante<br />
sostegno della <strong>Regio</strong>ne Piemonte,<br />
per mettere a confronto<br />
e valorizzare il<br />
pa tri monio <strong>di</strong> pensiero, reale e immaginifico,<br />
<strong>di</strong> cui bambini e ragazzi sono portatori.<br />
Nel tempo, grazie al coor<strong>di</strong>namento scientifico<br />
<strong>di</strong> Mafra Gagliar<strong>di</strong>, e grazie a una rete<br />
estesa a tutta Italia <strong>di</strong> bambini e ragazzi,<br />
l’Osservatorio ha promosso ricerche che<br />
hanno toccato temi sensibili del mondo contemporaneo<br />
infantile, alcuni dei quali mai indagati<br />
in precedenza. È così nata la collana<br />
«I Quaderni dell’Immaginario» de<strong>di</strong>cati alle<br />
paure (1995), al mondo prima inesplorato dei<br />
desideri (1997), ai mo<strong>di</strong> dello stare insieme<br />
e dello stare da soli (2000), al primato tra<br />
l’essere o l’avere (2004), alla non semplice<br />
<strong>di</strong>stinzione tra cosa sia bene e cosa male<br />
(2008).<br />
L’incontro tra l’Osservatorio e un’opera<br />
come Ciottolino ci pare del tutto naturale.<br />
Il lavoro <strong>di</strong> rilettura dell’opera condotta dal<br />
regista Luca Valentino punta infatti alla rivalutazione<br />
<strong>di</strong> quel mondo immaginario che<br />
nel libretto sembra alla fine sopraffatto<br />
dalla ben più solida realtà, cui tutti i Ciottolini<br />
sono chiamati appartenere, lasciando<br />
alle spalle la fanciullezza, età considerata <strong>di</strong><br />
mero passaggio e mai in sé compiuta. Ben<br />
sappiamo invece come proprio nella <strong>di</strong>mensione<br />
magica dei nostri primi anni ognuno <strong>di</strong><br />
noi formi grande parte della persona futura.<br />
È in quel tratto <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> spazio che il<br />
quoti<strong>di</strong>ano comporsi <strong>di</strong> una cultura infantile<br />
si salda per sempre con la cultura dell’adulto<br />
che sarà; ed è pertanto lì che occorre affondare<br />
sonde, sistemi <strong>di</strong> ascolto: in quell’in<strong>di</strong>stinto<br />
magma <strong>di</strong> idee e immagini.<br />
Il mondo magico <strong>di</strong> Ciottolino offre tale ambiente<br />
e in esso ritroviamo temi potenti: la<br />
curiosità come molla del crescere; il deside-<br />
rio come impulso del mutamento;<br />
la paura e la solitu<strong>di</strong>ne, come momento<br />
del dubbio, della prova.<br />
Argomenti vivi, contemporanei,<br />
emozioni universali, riconosciuti<br />
dal pubblico <strong>di</strong> ogni epoca: da<br />
quello dei primi del Novecento<br />
come da quello <strong>di</strong> oggi.<br />
Vi sono dunque tutti gli ingre<strong>di</strong>enti<br />
perché l’Osservatorio<br />
dell’Immaginario trovi un terreno<br />
fertile per una nuova indagine,<br />
che, nell’affiancare l’opera, ci racconti<br />
i pensieri dei Ciottolini <strong>di</strong> oggi. Abbiamo a<br />
tal proposito scelto solo uno dei temi possibili,<br />
gravido, riteniamo, <strong>di</strong> un grado <strong>di</strong> attualità<br />
assai elevato: quello delle paure.<br />
Sarà infatti interessante osservare se e in<br />
quale modo i ragazzi che assisteranno allo<br />
spettacolo o frequenteranno i laboratori,<br />
messi a contatto con una delle realtà <strong>di</strong><br />
fondo del mondo contemporaneo – ovvero<br />
questo senso <strong>di</strong> timore che sembra spingere<br />
a una chiusura delle comunità proprio<br />
quando il mondo è avviluppato da un reticolo<br />
<strong>di</strong> scambi continui e imme<strong>di</strong>ati – recepiranno,<br />
trasformeranno e restituiranno le<br />
loro paure, siano esse in<strong>di</strong>viduali o risuonino<br />
all’unisono con i loro simili.<br />
E chissà che un giorno le paure che scopriremo<br />
vivere nelle persone piccole potranno<br />
essere riconosciute e forse mitigate da<br />
quelle stesse persone, una volta fattesi<br />
gran<strong>di</strong>.<br />
per l’Osservatorio dell’Immaginario<br />
Fabio Naggi<br />
Per ulteriori informazioni<br />
www.osservatorioimmaginario.it<br />
Per partecipare alla ricerca che l’Osservatorio<br />
dell’Immaginario propone in occasione<br />
delle repliche 2010 dello spettacolo Ciottolino<br />
è sufficiente rispondere alle poche e<br />
semplici domande che saranno proposte ai<br />
ragazzi negli incontri che anticiperanno la<br />
visione dello spettacolo e nel laboratorio Gli<br />
Orchi della Solitu<strong>di</strong>ne, condotto da Marco<br />
Bricco.<br />
23
Luca Valentino<br />
AI PICCOLI SPETTATORI…<br />
LO SPETTACOLO<br />
Quante volte vi è successo <strong>di</strong> avere paura, <strong>di</strong> sentirvi soli, <strong>di</strong> desiderare qualcosa più <strong>di</strong><br />
ogni altra?<br />
E quante volte vi è sembrato che un castigo fosse troppo severo, che i genitori o le maestre<br />
preferissero altri bambini, o che vi trascurassero?<br />
Quante volte vorreste avere vicino tanti amici della vostra età o più gran<strong>di</strong>, o forse<br />
degli animali o delle fate, per giocare, raccontare fiabe o magari volare?<br />
L’opera che vi mostreremo parla <strong>di</strong> tutto questo. Ciottolino è un bambino circa della vostra<br />
età, che desidera e sogna più o meno le cose che desiderate e sognate voi, che ama<br />
giocare, e qualche volta fare delle marachelle, proprio come voi.<br />
La storia è molto semplice: racconta <strong>di</strong> come i sogni fanno parte della nostra vita, e <strong>di</strong><br />
come la vita può entrare nei sogni. I sogni qualche volta possono essere bellissimi e qualche<br />
volta terribili, proprio come la vita. Se c’è qualcuno con noi per renderci felici o per<br />
consolarci tutto è più facile: forse potremo avere meno paura, magari imparare giochi<br />
nuovi o scegliere come <strong>di</strong>ventare gran<strong>di</strong>.<br />
E chissà che non si possa giocare anche con l’Orco….<br />
Buon <strong>di</strong>vertimento<br />
…E A QUELLI GRANDI<br />
«Gli uomini sono incomparabilmente maggiori <strong>di</strong> come siamo abituati a vederli. Quelli che<br />
vanno in giro con la testa fuori della giacca e tubi <strong>di</strong> stoffa alle gambe, (…) uomini non<br />
sono ma uom: uomini <strong>di</strong>mezzati, deforzati, ridotti alla misura “non pericolosa” richiesta<br />
dalla collettività e dalla me<strong>di</strong>ocre civiltà in uso».<br />
Alberto Savinio, Trage<strong>di</strong>a dell’infanzia, 1945<br />
Più <strong>di</strong> ottant’anni sono trascorsi dalla “prima” <strong>di</strong> Ciottolino e oltre un secolo dalla sua<br />
ideazione.<br />
In questi lunghi anni, fra tutti i rivolgimenti <strong>di</strong> pensiero del secolo appena trascorso, i<br />
bambini sono passati dalla figura dell’”uomo <strong>di</strong>mezzato” a quella <strong>di</strong> protagonisti, centrali<br />
nelle riflessioni culturali, filosofiche, psicoanalitiche, sociologiche.<br />
Non più solo esseri in formazione, da educare secondo i parametri della morale corrente,<br />
ma soggetti capaci <strong>di</strong> riflessioni, emozioni e scelte, con un proprio mondo costantemente<br />
intrecciato a quello degli adulti, ma per qualche aspetto isolato e talvolta contrapposto<br />
a quello.<br />
Anche in campo teatrale, dagli anni ‘60, la pratica dell’animazione e il conseguente percorso<br />
del “teatro ragazzi” hanno trasformato i bambini da spettatori passivi a co-protagonisti<br />
dell’evento teatrale.<br />
25
Il riallestimento <strong>di</strong> Ciottolino dà conto <strong>di</strong> questi cambiamenti ed esperienze, rovesciando<br />
l’intento moraleggiante e l’atteggiamento conservatore del libretto. Ciottolino non è più<br />
il bambino monello da educare attraverso la violenza appena edulcorata della fiaba, ma<br />
protagonista in cui è possibile identificarsi attraverso le sue paure, i suoi desideri, i<br />
suoi sogni. Per questo, attraverso specifici laboratori con i ragazzi che hanno assistito<br />
allo spettacolo e le ricerche condotte in questi anni dall’Osservatorio dell’Immaginario<br />
Giovanile, abbiamo cercato <strong>di</strong> ascoltare i bambini <strong>di</strong> oggi e <strong>di</strong> dare una veste teatrale al<br />
loro mondo. Un mondo non sempre sereno o somigliante a quello delle pubblicità, ma al<br />
contrario pieno <strong>di</strong> incertezze e <strong>di</strong> pulsioni contrastanti, sospeso fra l’amore e il bisogno<br />
degli adulti e la paura dei loro castighi o della loro in<strong>di</strong>fferenza. Così, nel suo lungo sogno,<br />
Ciottolino rivedrà i componenti della propria famiglia, idealizzati, ironizzati, talvolta<br />
trasformati in esseri spaventosi.<br />
Per l’aspetto fantastico della fiaba – dove il compositore sparge i suoi colori più vivi<strong>di</strong> –<br />
con Clau<strong>di</strong>o Cinelli, scenografo e ideatore degli effetti visivi dello spettacolo, ci siamo<br />
ispirati ai desideri dei bambini intervistati dall’Osservatorio: animali, giocattoli, dolci,<br />
regali… il tutto a partire dal grande orologio che il nonno utilizza per raccontare la favola<br />
<strong>di</strong> Ciuffettino all’inizio dell’opera. Ed è proprio questa favola, semplice e misteriosa al<br />
tempo stesso, che si contrappone al grigiore della morale sottesa al libretto che vuole<br />
legare i ragazzi al loro status <strong>di</strong> “infanti” e a un ruolo sociale prestabilito.<br />
Ma, ascoltando la musica – in particolare l’aria dell’Orco (la più simpatica <strong>di</strong> tutta l’opera)<br />
e il coro finale dei lavoratori (tristissimo e opprimente) – ho avuto spesso il sospetto<br />
che anche Ferrari Trecate sarebbe d’accordo con questa rilettura “in<strong>di</strong>sciplinata” e vitalistica.<br />
«Perché questo rigoroso <strong>di</strong>vieto a una vita come “séguito” e “continuazione” dell’infanzia?<br />
La terra è troppo piccola forse? Non c’è spazio per una umanità <strong>di</strong> ragazzi “gran<strong>di</strong>”?».<br />
26
IL LIBRETTO<br />
CIOTTOLINO<br />
Fiaba musicale in due atti e tre quadri per la gioventù<br />
Libretto <strong>di</strong><br />
Giovacchino Forzano<br />
Musica <strong>di</strong><br />
Luigi Ferrari Trecate<br />
Personaggi<br />
Ciottolino Soprano o Contralto<br />
Nina, sua sorella Soprano o Contralto<br />
La mamma <strong>di</strong> Ciottolino Soprano o Contralto<br />
Il babbo <strong>di</strong> Ciottolino Tenore<br />
Il nonno <strong>di</strong> Ciottolino Baritono<br />
La Fata Morgana Soprano o Contralto<br />
Il Giu<strong>di</strong>ce Baritono<br />
L’Orco Baritono o Basso<br />
Il Musicista Soprano o Contralto<br />
Coro <strong>di</strong> Fate Soprani e Contralti<br />
Coro <strong>di</strong> Sapienti Tenori e Bassi<br />
Coro <strong>di</strong> Gnomi Bambini<br />
Danzatrici, Paggi del re, ecc.<br />
Per scelta <strong>di</strong> regia i personaggi del sogno sono interpretati dalle figure della vita reale<br />
<strong>di</strong> Ciottolino: Nina dà la voce al Musicista, la mamma <strong>di</strong>venta la Fata Morgana, il babbo<br />
è il Giu<strong>di</strong>ce e il nonno fa l’Orco.<br />
27
Atto I<br />
Quadro I<br />
L’interno <strong>di</strong> una casa rustica. La scena è<br />
<strong>di</strong>visa in due parti. A destra una stanzuccia,<br />
con un lettino. È la cameretta <strong>di</strong><br />
Ciottolino. A sinistra, più ampia, la cucina.<br />
È quasi notte. La scena è illuminata<br />
da una lucerna e dal fuoco del caminetto<br />
che investe e riscalda un paiuolo. Nel<br />
canto del fuoco il nonno pensa… La<br />
madre prepara la farina per la polenta e<br />
spesso va a scoprire il paiuolo per vedere<br />
se l’acqua bolle. Alla parete una<br />
piattaia. Sull’uscio un’immagine sacra<br />
con alcune foglie d’ulivo. Nel mezzo una<br />
tavola. Ciottolino e Nina giocano con uno<br />
spago a ripiglino ad uno spigolo del tavolo.<br />
Si attende il babbo per cenare..<br />
Ciottolino (giuocando)<br />
Metti il pollice <strong>di</strong> qua,<br />
(Nina eseguisce)<br />
ora tira… non così,<br />
fai pianin per carità.<br />
(il filo s’arruffa)<br />
Nina<br />
Non vien nulla,<br />
non vien nulla.<br />
Ciottolino<br />
Tu mi sembri una citrulla.<br />
La mamma<br />
(che ha sentito lo rimprovera)<br />
Ciottolin quelle parole!<br />
Ciottolino<br />
Se le merita, le vuole…<br />
28<br />
La mamma (canticchiando)<br />
Tra là là, tra là là,<br />
la pazienza se ne va!<br />
Nina<br />
(impazientita a Ciottolino)<br />
Sarai buono solo tu,<br />
(posa lo spago)<br />
tieni qui, non giuoco più.<br />
Ciottolino<br />
Capricciosa,<br />
<strong>di</strong>spettosa!<br />
La mamma<br />
Tra là là, tra là là,<br />
la pazienza scapperà!<br />
(minacciando)<br />
Ciottolino! Ciottolino!<br />
Ciottolino<br />
Ma la ve<strong>di</strong>?<br />
(La mamma con una occhiata severa riprende<br />
Ciottolino che mortificato abbassa<br />
la testa)<br />
(sommesso)<br />
Non vuol fare a ripiglino.<br />
Nina (lamentandosi)<br />
Tu mi sgri<strong>di</strong> ogni pochino<br />
non fo bene quasi mai<br />
(facendo la picca) giuoca solo<br />
vo’ veder come farai.<br />
Ciottolino (minacciando)<br />
Nina giuoca.<br />
Nina<br />
Nossignore.
Ciottolino<br />
Nina giuoca.<br />
Nina<br />
Nossignore.<br />
Ciottolino<br />
(prende per i capelli la sorella e le tira<br />
le trecce)<br />
Cattivaccia!<br />
(La mamma fa per agguantare Ciottolino,<br />
ma quegli scappa e va a riparare dal<br />
nonno. La mamma asciuga le lacrime <strong>di</strong><br />
Nina).<br />
Nina<br />
Mamma, mamma, che dolore!<br />
(si mette a piangere)<br />
La mamma (rimproverando Ciottolino)<br />
Che vergogna, guarda Nina<br />
come piange, poverina!<br />
Ah! Vedrai<br />
che alla fin la pagherai!<br />
(La mamma dà un bacio a Nina).<br />
Ciottolino<br />
Sarò buono, via sorella!<br />
Vieni qui con me dal nonno<br />
a sentire una novella.<br />
Il nonno<br />
Che novella?<br />
Nina<br />
Su raccontaci un po’ quella<br />
dov’è il “gatto stivalato”!<br />
Ciottolino<br />
Non è bella!<br />
Ci vuol “L’Orco bastonato”!<br />
Il nonno<br />
(per interrompere il battibecco)<br />
Zitti un po’ scelgo da me:<br />
(pensa un istante, poi decisamente)<br />
‹‹Ciuffettino fatto re!››<br />
Nina e Ciottolino<br />
Oh! Bellino<br />
Ciuffettino!<br />
(si mettono in orecchi per ascoltare)<br />
Il nonno (si accomoda meglio vicino al<br />
fuoco e comincia a narrare)<br />
Nel paese <strong>di</strong> Valontàn<br />
nacque un bimbo un dì <strong>di</strong> festa<br />
suonavan le campane, <strong>di</strong>n, don, dan!<br />
Ciottolino, Nina e Coro del pubblico<br />
(facendo eco)<br />
Suonavan le campane, <strong>di</strong>n, don, dan!<br />
Il nonno<br />
Con un ciuffo <strong>di</strong> capelli<br />
sulla testa<br />
tutti d’oro, fini e belli.<br />
Ciottolino, Nina e Coro del pubblico<br />
(facendo eco)<br />
Con un ciuffo <strong>di</strong> capelli<br />
sulla testa<br />
tutti d’oro, fini e belli.<br />
Il nonno<br />
Ognun chiedeva invan:<br />
perché? perché?<br />
Nessun lo sapeva in Valontàn…<br />
Nina e Ciottolino<br />
Nessun lo sapeva…<br />
29
Ciottolino, Nina e Coro del pubblico<br />
… in Valontàn…<br />
Il nonno<br />
Si sparse la gran nuova ed il bambino<br />
da tutti era chiamato Ciuffettino.<br />
Ciottolino, Nina e Coro del pubblico<br />
Da tutti era chiamato Ciuffettino.<br />
(Si ode il passo del babbo che rincasa)<br />
La mamma<br />
Il babbo!<br />
Il nonno<br />
Il babbo!<br />
Nina<br />
Il babbo!<br />
Ciottolino<br />
Il babbo!<br />
Il nonno<br />
Domani sera la finirò.<br />
Ciottolino e Nina<br />
Ora, ora.<br />
Il nonno<br />
È tar<strong>di</strong> non si può.<br />
Ciottolino e Nina (implorando)<br />
Almen come finisce, via, nonnino!<br />
Il nonno<br />
Alla fine Ciuffettino vien rapito<br />
E portato nel Paese delle Fate!<br />
C’eran Fate e c’eran Saggi<br />
e coi nani anche i giganti.<br />
L’aspettavan esultanti<br />
gli abitanti!<br />
Come uno e due fa tre,<br />
Ciuffettino è fatto re.<br />
30<br />
Ciottolino, Nina e Coro del pubblico<br />
(facendo eco)<br />
Come uno e due fa tre,<br />
Ciuffettino è fatto re.<br />
(Muovono incontro al babbo sul limite <strong>di</strong><br />
una quinta, poi ritornano nel mezzo della<br />
scena e fanno riverenza).<br />
Tutti<br />
Buona sera, buona sera!<br />
(Entra il babbo, posa gli arnesi del lavoro<br />
campestre e dà un bacio ai due<br />
bimbi.)<br />
Il babbo (rivolto alla mamma)<br />
Ciottolino come è stato?<br />
Ciottolino<br />
(accorgendosi che la mamma vuol riferire<br />
al babbo il litigio avvenuto colla<br />
Nina, si avvicina ad essa e le fa cenno<br />
<strong>di</strong> tacere)<br />
Buono mamma, non è vero?<br />
La mamma<br />
Ciottolino sii sincero<br />
hai picchiato un po’ la Nina.<br />
Ciottolino<br />
(mormorando come per scusarsi)<br />
Una sola tiratina<br />
<strong>di</strong> capelli.<br />
Il babbo<br />
(attira a sé Ciottolino e lo rimprovera<br />
severamente)<br />
Per stasera ti perdono,<br />
se ripeti questa scena<br />
gli altri giorni,<br />
io ti tengo senza cena.
La mamma<br />
A tavola!<br />
(Tutti si avviano e prendono i loro posti<br />
attorno la tavola per la cena)<br />
Ciottolino<br />
Dunque nonno, <strong>di</strong>’ perché<br />
Ciuffettino è fatto re.<br />
Il nonno<br />
Non c’è tempo per la favola,<br />
c’è la mamma tutta intenta<br />
a servire la polenta.<br />
(La mamma porta a tavola la polenta).<br />
Il babbo<br />
Ciottolin, cos’hai imparato<br />
oggi a scuola dal curato?<br />
Ciottolino<br />
Tante cose, caro babbo,<br />
sembro quasi un avvocato.<br />
Il babbo<br />
Dianzi intanto, alla dottrina,<br />
t’ha insegnato un po’ la Nina.<br />
La mamma<br />
Ne volete ancora babbo?<br />
Il babbo<br />
No.<br />
La mamma (agli altri)<br />
E voi altri?<br />
Nina e Ciottolino<br />
Noi neppure<br />
Il babbo (alla mamma)<br />
Porta pur le nostre carte.<br />
(La mamma sparecchia in fretta e dà al<br />
nonno un mazzo <strong>di</strong> carte).<br />
Il babbo<br />
La scopa?<br />
Il nonno<br />
Facciamo a scopa!<br />
Il babbo<br />
Ai nove punti?<br />
Il nonno<br />
Ai nove punti!<br />
(Ciottolino e Nina un po’ stanno a guardare<br />
la partita a carte poi si appisolano<br />
sulla seggiola).<br />
Il babbo<br />
Ti vincerò!<br />
Il nonno<br />
Se perderò!<br />
Il babbo<br />
Ecco fatto, tocca a te.<br />
Il nonno<br />
Sei e quattro prendo un re.<br />
Sette bello!<br />
Il babbo<br />
Per<strong>di</strong>ncina<br />
che fortuna birichina.<br />
Il nonno<br />
Calo un quattro.<br />
Il babbo<br />
Che <strong>di</strong>sdetta questa sera!<br />
Prendo un sette ho la primiera!<br />
Il nonno<br />
Ecco un asso sbarazzino.<br />
31
La mamma<br />
Vieni a letto Ciottolino!<br />
Ciottolino<br />
(abbracciando prima il babbo poi il nonno)<br />
Ad<strong>di</strong>o babbo.<br />
Il babbo<br />
Buona notte.<br />
Ciottolino<br />
Ad<strong>di</strong>o nonnino;<br />
che fortuna esser un re<br />
proprio come Ciuffettino!<br />
(La mamma conduce Ciottolino tutto assonnato<br />
nella sua cameretta)<br />
La mamma<br />
(sale su <strong>di</strong> una se<strong>di</strong>a, ed accende la lampa<strong>di</strong>na<br />
alla Madonna; quin<strong>di</strong> prende Ciottolino<br />
e lo fa inginocchiare sul suo<br />
lettino colle manine in croce)<br />
Aspetta ed accendo il lumicino!<br />
(prima che Ciottolino con le manine<br />
giunte e gli occhi rivolti al cielo incominci<br />
la preghiera)<br />
Ed ora <strong>di</strong>’ per bene la preghiera!<br />
Ciottolino<br />
Gesù mio, Gesù pietoso,<br />
dona a tutti un buon riposo,<br />
ogni bene tu mi hai dato,<br />
già nel giorno che è passato.<br />
Se fui cattivo o buon Gesù<br />
non lo sarò mai più!<br />
(Cala lentamente la tela sulla fine del<br />
primo atto).<br />
32<br />
Atto II<br />
Quadro II<br />
La scena rappresenta il ‹‹Bosco <strong>di</strong> Bistorco››<br />
nel Paese delle Fate! Il verde del<br />
bosco è abbagliante. A destra il palazzo<br />
dorato delle Fate. La porta del palazzo è<br />
azzurra e, percossa col gran martello che<br />
pende dà un suono fragoroso.<br />
Dall’interno del palazzo si udrà un soave<br />
coro <strong>di</strong> fatine. All’alzarsi della tela la<br />
scena sarà avvolta nella oscurità. Durante<br />
il prelu<strong>di</strong>o, come visione <strong>di</strong> sogno,<br />
s’intravvedrà in un cespuglio Ciottolino<br />
addormentato nel suo lettino. A poco a<br />
poco la scena s’illuminerà mentre la visione<br />
andrà <strong>di</strong>leguandosi.<br />
Fatine e Coro del pubblico<br />
Gaie e vispe siam fatine<br />
sorelline<br />
affettuose<br />
dei bambini e le bambine.<br />
Per Natale<br />
e la Befana<br />
noi scen<strong>di</strong>amo<br />
e le calze riempiamo.<br />
Passiamo per la neve<br />
dei tetti, leggere<br />
<strong>di</strong> notte voliam…<br />
All’albe ridenti<br />
torniamo<br />
e i bimbi si sveglian contenti.<br />
Fatine<br />
Gaie e vispe siam fatine<br />
siam fatine affettuose! Ah!<br />
Ciottolino<br />
(entrando cautamente tutto preso da<br />
meraviglia)
Oh! Quanta luce, quanto splendor!<br />
Dove sarò mai giunto?<br />
Che bel palazzo; come è rilucente<br />
sembra tutto dorato.<br />
Questo posto deve essere incantato.<br />
Una porta – picchiam.<br />
(esita in<strong>di</strong>etreggiando)<br />
E se poi faccio male?<br />
(rimane pensieroso, poi decisamente<br />
corre a bussare alla porta del palazzo<br />
dorato)<br />
Prenderò una sgridata! (bussa forte)<br />
Fate dall’interno e Coro del pubblico<br />
Fortunato<br />
chi ha picchiato!<br />
(Si apre la gran porta del palazzo. Una<br />
viva luce bianca si proietterà sulla scena.<br />
Escono in fretta le fatine tutte avvolte<br />
in veli <strong>di</strong> vari colori. Ciascuna reca in<br />
mano il bastone fatato. Tra queste campeggerà<br />
la imponente, regale figura<br />
della Fata Morgana. Circondano Ciottolino<br />
facendogli un mondo <strong>di</strong> feste).<br />
Fate dall’interno e Coro del pubblico<br />
Bel bambino, bel bambino<br />
<strong>di</strong>’, chi sei? Come ti chiami?<br />
Ciottolino<br />
Io mi chiamo Ciottolin,<br />
ma il paese che abitate<br />
come lo chiamate?<br />
Fate dall’interno e Coro del pubblico<br />
Non lo sai?<br />
È il Paese delle Fate!<br />
Ciottolino (meravigliato)<br />
Il Paese delle Fate?!<br />
Fate dall’interno e Coro del pubblico<br />
Tu non sai, tu non sai<br />
che trovasti la fortuna!<br />
(Prendono Ciottolino in mezzo a loro e<br />
poi con aria misteriosa cominciano il racconto).<br />
Fate dall’interno<br />
Tempo fa<br />
morì il re<br />
ed eleggersi da sé<br />
volean tutti.<br />
La Fata Morgana<br />
Affinché ogni lite<br />
si appianasse<br />
fu deciso<br />
la persona<br />
che picchiasse<br />
al palazzo per la prima<br />
porterebbe la corona.<br />
(Qui si illumina ra<strong>di</strong>osamente tutta la<br />
scena)<br />
Fate e Coro del pubblico<br />
Ciottolino fortunato<br />
per il primo hai picchiato.<br />
Ciottolino (come fuori <strong>di</strong> sè)<br />
Io dunque sarò un re!<br />
La Fata Morgana<br />
Ora verranno tanti e tanti<br />
del Paese delle Fate<br />
gli abitanti.<br />
(Le fatine marciando a tempo della musica,<br />
dopo alcune coreografiche evoluzioni<br />
si troveranno <strong>di</strong>sposte in linea<br />
retta, e avanti al proscenio invocheranno<br />
gli abitanti della terra).<br />
33
Le Fate (curve)<br />
Abitanti della terra,<br />
gnomini<br />
piccolini<br />
abitanti della terra<br />
qui salite!<br />
(Alzano i bastoni e poi tutte insieme<br />
lo lasceranno ricadere)<br />
Maghi, Streghe che abitate<br />
nelle selve<br />
affrettate, affrettate!<br />
(Volgendosi in aria)<br />
Maghi, Streghe che abitate<br />
su nell’aria<br />
or qui il volo in<strong>di</strong>rizzate.<br />
(Volgendosi tutte verso sinistra)<br />
Magistrati, gran Sapienti,<br />
qui vi chiamano le Fate,<br />
affrettate, affrettate<br />
(Alzando le braccia)<br />
accorrete tutti qua.<br />
(Sbucano fuori gli Gnomi piccini piccini<br />
con arnesi <strong>di</strong> lavoro; (esagerate tenaglie,<br />
martelli, ecc.). Alcuni recheranno<br />
delle piccole lanterne illuminate. Avanzeranno<br />
graziosamente e comicamente<br />
al tempo della musica. La scena si irra<strong>di</strong>erà<br />
<strong>di</strong> una luce verdastra).<br />
Coro <strong>di</strong> Gnomi e Coro del pubblico<br />
Gnomi siamo<br />
sotto terra<br />
noi viviamo.<br />
Noi si sta<br />
(in<strong>di</strong>cando la terra)<br />
sempre là,<br />
(alcuni Gnomi lavoratori si<br />
butteranno a terra fingendo <strong>di</strong><br />
lavorare frettolosamente)<br />
consumiamo<br />
gli occhi<br />
lavoriam<br />
34<br />
piccini<br />
per i balocchi<br />
dei bambini!<br />
(Tutti si ritirano a destra e si inchinano<br />
profondamente sino a terra. Giungono i<br />
gran<strong>di</strong> Sapienti; avanti il più vecchio con<br />
la barba lunga fino ai pie<strong>di</strong>. Ognuno reca<br />
sotto il braccio un librone. Sul palco luce<br />
normale).<br />
I Sapienti<br />
Eravamo in una stanza<br />
a tenere una adunanza<br />
vostra voce ci ha <strong>di</strong>stolti.<br />
Ed al suon del campanello ci siam<br />
sciolti!<br />
Stampe, leggi e manoscritti<br />
ed opuscoli ed e<strong>di</strong>tti<br />
siam costretti a fabbricare,<br />
e voi sempre impunemente<br />
ci venite a <strong>di</strong>sturbare!<br />
Le Fate<br />
Gaie vispe siam fatine<br />
sorelline affettuose<br />
dei bambini e le bambine.<br />
Gli Gnomi<br />
Gnomi siamo<br />
sotto terra<br />
noi viviamo.<br />
I Sapienti<br />
Ci chiamaste, cosa c’è?<br />
Le Fate<br />
È arrivato il nuovo re!
Gli Gnomi<br />
Noi da tanto aspettavamo,<br />
ben venuto, ben venuto –<br />
o fatine, lo vestite<br />
mentre il trono prepariamo.<br />
I Sapienti<br />
Non abbiate troppa fretta<br />
pria <strong>di</strong> tutto assicuriamo<br />
il suo grado <strong>di</strong> sapere.<br />
Ciottolino<br />
Questi vecchi brontoloni<br />
mi somigliano un po’ al babbo!<br />
Tutti (rivolti ai Sapienti)<br />
Nella legge che facemmo<br />
tutto questo non <strong>di</strong>cemmo,<br />
per il primo egli ha picchiato,<br />
ch’egli sia incoronato!<br />
(alle Fate)<br />
Dite il nome suo qual è?<br />
Le Fate<br />
Ciottolino!<br />
Gli Gnomi<br />
Ciottolino evviva – è re!<br />
Le Fate e Gli Gnomi<br />
Sia portato presto il trono<br />
e ci siano i musicisti<br />
per il canto e per il suono.<br />
(chiamando)<br />
Musicisti! Musicisti!<br />
(Compaiono alcuni musici. Il solista che<br />
canterà ‹‹Risplende il bosco›› verrà<br />
avanti a tutti. Avrà a tracollo il liuto e<br />
con lo sguardo fisso in alto intonerà la<br />
canzone. Le fatine intanto condurranno<br />
Ciottolino nel palazzo per vestirlo da re.<br />
Il musico si fermerà a cantare avanti al<br />
palazzo come facesse una serenata. Sul<br />
palco luce azzurrognola).<br />
Il Musicista<br />
Risplende il bosco luminoso in fior,<br />
ridon giulivi i prati<br />
dai bei fiori incantati.<br />
Mentre <strong>di</strong>scende dolcemente il sole,<br />
come varia<br />
<strong>di</strong> colori il cielo, e l’aria<br />
è profumata <strong>di</strong> viole.<br />
Il sol che muor ci saluta ancora!<br />
Il bosco rigoglioso<br />
sembra sprizzi lampi d’or.<br />
Coro del pubblico<br />
La, la, la…<br />
Il Musicista<br />
Tutto vuole unirsi al coro,<br />
che qui canta allegro in sé:<br />
evviva, evviva il nuovo re!<br />
Tutti<br />
Tutto vuole unirsi al coro,<br />
che qui canta allegro in sé:<br />
evviva, evviva il nuovo re!<br />
Tutti e Coro del pubblico<br />
Il nuovo re!<br />
(Viene portato in scena il trono. Quin<strong>di</strong><br />
Ciottolino ricomparirà in abito regale e<br />
siederà trionfalmente sul trono che si<br />
<strong>di</strong>sporrà in fondo della scena. Luce massima.<br />
Il popolo sarà <strong>di</strong>sposto a semicerchio.<br />
Compariranno due o più minuscole<br />
ballerine che danzeranno un Valzer colle<br />
movenze languide).<br />
35
La Fata Morgana<br />
(avanza conducendo Ciottolino al proscenio)<br />
Ciottolino tocca a te<br />
a saper ben governare.<br />
Or lasciamolo coi saggi<br />
affinché gli sia spiegato<br />
ogni affare dello stato.<br />
(Viene portato via <strong>di</strong> scena il trono,<br />
mentre alcuni Sapienti portano sul palco<br />
l’enorme libro delle tasse sorretto da un<br />
mastodontico leggio. Si ritirano tutti <strong>di</strong><br />
scena e lasciano Ciottolino in mezzo ai<br />
soli Sapienti. Ciottolino si pavoneggia<br />
sempre più nel suo abito regale. I sapienti<br />
intanto consultano il librone. Il<br />
sole è sul calare).<br />
Ciottolino (pavoneggiandosi)<br />
Se non fosse lo spa<strong>di</strong>no<br />
la corazza ed il cimiero,<br />
io <strong>di</strong>rei che non è vero.<br />
(si ammira)<br />
Come son tutto bello<br />
luccico tutto –<br />
L’unica cosa<br />
un po’ noiosa<br />
son quei vecchioni –<br />
sembrano can barboni!<br />
(Ciottolino cerca <strong>di</strong> svignarsela da una<br />
quinta ma i Sapienti gli si pongono innanzi<br />
trattenendolo).<br />
I Sapienti<br />
Maestà<br />
non <strong>di</strong> là,<br />
qui restate<br />
e guardate<br />
ciò che vi si mostrerà.<br />
(I Sapienti invitano Ciottolino a consultare<br />
il gran libro delle tasse)<br />
36<br />
Questo è il libro delle tasse<br />
su, leggete,<br />
se qualcosa non vi piace<br />
lo <strong>di</strong>rete.<br />
Ciottolino<br />
Non so legger tanto bene<br />
e m’imbrogliano quei segni.<br />
I Sapienti<br />
Oh! Che caso mai trovato<br />
il re nostro è illetterato.<br />
Oh! Che caso stravagante!<br />
Che re pezzo d’ignorante!<br />
Ciottolino<br />
(si avventa sul più vecchio Sapiente e gli<br />
tira la lunga barba)<br />
Dico, vecchio impertinente!<br />
I Sapienti<br />
(scandalizzati e fuori <strong>di</strong> senno!)<br />
Egli offese il più grande saggio,<br />
il più grande della terra.<br />
Oh sfacciato, sfacciato!<br />
Ciottolino<br />
Ah! Vecchiaccio malcreato!<br />
I Sapienti (in<strong>di</strong>gnatissimi)<br />
Arrestatelo, arrestatelo!<br />
(Chiamando agitatissimi ed infuriati)<br />
Abitanti<br />
del Paese delle Fate,<br />
tutti quanti<br />
a noi davanti!<br />
(Tutto il popolo ricompare in scena).<br />
Tutti meno i Sapienti<br />
Cosa c’è? Cosa c’è?
GLI SPARTITI
38<br />
Non.<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Non.<br />
6<br />
? # #<br />
#<br />
& #<br />
6<br />
? # #<br />
œ<br />
Nonno<br />
? # # 4 2<br />
Nel paese <strong>di</strong> Valontàn<br />
Andantino moderato<br />
<br />
<br />
#<br />
& # 4<br />
? # #<br />
2<br />
4 2<br />
œ<br />
p<br />
œ œ œ<br />
j‰<br />
œ<br />
°<br />
j<br />
# œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
j‰<br />
œ<br />
°<br />
j<br />
# œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
j‰<br />
œ<br />
°<br />
j<br />
# œ œ<br />
œ œ œ œ u<br />
j ‰<br />
œ<br />
°<br />
j<br />
# œ œ U<br />
œ œ œ œ<br />
˙<br />
œ<br />
J J œ<br />
J œ œ<br />
J J œ J œ<br />
œ œ œ<br />
J J<br />
œ œ œ œ<br />
J R R J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
‰ J œ<br />
œ J<br />
J<br />
œ<br />
tàn nacqueun<br />
œ œ œ<br />
˙<br />
12<br />
#<br />
& # Œ<br />
f<br />
‰ j œ<br />
œ<br />
#<br />
& # Œ<br />
Suo<br />
f<br />
‰ j œ<br />
œ<br />
#<br />
& # <br />
Suo<br />
? # œ<br />
#<br />
dan!<br />
°<br />
œ<br />
J ‰<br />
12<br />
#<br />
& #<br />
œ.<br />
j<br />
‰ œ<br />
? # # ˙ œ<br />
˙<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
bimboun dì <strong>di</strong><br />
œ<br />
˙<br />
œ œ<br />
œ œ œ<br />
R R<br />
œ<br />
R R<br />
œ<br />
<br />
Œ J œU<br />
fe - sta suo - na -va-no le cam - pa - ne,<br />
œ œ œ œ<br />
˙<br />
-na - va-no le cam -pa - ne Din!<br />
œ œ<br />
R R<br />
œ r<br />
R œ<br />
-na - va-no le cam -pa - ne Din!<br />
<br />
<br />
œ œœ œ #<br />
œ œœ<br />
‰<br />
˙<br />
j<br />
œ œ<br />
°<br />
œ œ<br />
œ œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
<br />
<br />
œ œ œ<br />
‰ œ<br />
˙<br />
œ<br />
°<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
˙<br />
œ . ‰<br />
Don!<br />
.<br />
œ ‰<br />
Don!<br />
Œ.<br />
<br />
J œ<br />
Din!<br />
œ œ œ œ #<br />
œ œœ<br />
‰<br />
˙<br />
j<br />
œ œ<br />
°<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ œ œ œ<br />
R R J J<br />
Nel pa - ese<strong>di</strong>Valon<br />
- - -<br />
œ œ œ œ<br />
œ ‰ œ<br />
Œ ‰ j<br />
œ<br />
Œ ‰ j<br />
œ<br />
Œ ‰ j<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
œ˙<br />
Din <strong>di</strong>n don<br />
œ œ<br />
Suo - na - va-no le cam-<br />
Suo - na - va-no le cam-<br />
Suo - na - va-no le cam-<br />
œ<br />
J<br />
Don! Din<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
°<br />
j r r j<br />
œ œ œ # œ j<br />
œ<br />
j r r<br />
œ œ œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ œ<br />
R R<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
# j<br />
œ<br />
J œ J œ<br />
don <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n don<br />
œ<br />
. j œ œ. # œ œ<br />
œ œ.<br />
<br />
˙<br />
‰<br />
˙ œ<br />
œ<br />
° J<br />
><br />
j<br />
‰ # œ<br />
˙<br />
œ<br />
˙<br />
°
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Non.<br />
Non.<br />
Non.<br />
#<br />
& #<br />
18<br />
#<br />
& #<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
œ œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
pa - ne <strong>di</strong>n<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
pa - ne <strong>di</strong>n<br />
œ œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
pa - ne <strong>di</strong>n<br />
œ<br />
J<br />
R œ R œ J œ<br />
œ<br />
J<br />
dan <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n don<br />
18<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
œ<br />
œ.<br />
. œ œ œ ><br />
‰ œ<br />
˙<br />
°<br />
23<br />
? # #<br />
<br />
j<br />
œ<br />
23<br />
#<br />
& #<br />
œ<br />
#<br />
& #<br />
. œ # œ œ . œ œ<br />
œ . n œ<br />
.<br />
# œ<br />
. œ .<br />
28<br />
? # œ œ<br />
#<br />
te<br />
28<br />
#<br />
& #<br />
œ œ<br />
‰<br />
f j<br />
? # œ œœ<br />
# ˙<br />
˙<br />
°<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
# j<br />
œ<br />
<strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n don<br />
j r r<br />
œ œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
<strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n don<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
# j<br />
œ<br />
<strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n don<br />
œ œ<br />
J J<br />
œ<br />
J<br />
œ œ<br />
R R<br />
dan <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n <strong>di</strong>n don<br />
‰ j<br />
# œ œ<br />
˙<br />
°<br />
<br />
œ<br />
. ‰ ‰<br />
œ .<br />
œ<br />
J<br />
.<br />
‰ Œ ?<br />
œ<br />
J<br />
R œ #<br />
œ<br />
R<br />
‰<br />
j<br />
œ<br />
œ .<br />
œU<br />
Allegro<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
dan!<br />
j<br />
œ<br />
‰ Œ<br />
dan!<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
dan!<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
dan!<br />
œ œ œ œœœ # œœ<br />
j<br />
œ<br />
# œ<br />
J<br />
Con un<br />
<br />
U<br />
‰ Œ<br />
Œ & j<br />
œ<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
# œ<br />
œœœœœœ œ<br />
f<br />
‰ ‰ œ<br />
œ .<br />
Andantino come prima<br />
œ<br />
J<br />
J œ ‰ R œ R œ<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
œ œ # œ œ. œ œ<br />
œ . .<br />
n œ<br />
ƒ<br />
# œ<br />
. œ .<br />
ciuf -fo <strong>di</strong> ca - pel - li sul -la<br />
Œ œ<br />
˙ œ-<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
œ<br />
œ -<br />
œ<br />
J<br />
J œ J œ J œ<br />
Œ œ<br />
˙ œ-<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
- - sta tut-ti d'o -ro fi-nie bel - li fi-nie bel -<br />
li.<br />
˙<br />
‰ j<br />
œ œœ<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
# œ J<br />
J<br />
œ<br />
Œ<br />
˙<br />
#<br />
g ˙<br />
p<br />
˙<br />
°<br />
‰<br />
œ œ<br />
.<br />
R œ R œ<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
# œ<br />
J<br />
J œ<br />
‰ R œ R œ<br />
Œ<br />
˙<br />
#<br />
g ˙<br />
˙<br />
°<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
Poco più mosso<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
Œ<br />
œ<br />
œ -<br />
# œ<br />
F<br />
. œ. œ. # œ.<br />
œ .<br />
œ # œ<br />
œ<br />
#<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
39
40<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Non.<br />
Non.<br />
#<br />
& #<br />
33<br />
#<br />
& #<br />
#<br />
& #<br />
33<br />
#<br />
& #<br />
# œ ‹ œ œ œ œ œ œ # œ<br />
? # #<br />
#<br />
& #<br />
39<br />
#<br />
& #<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
Œ ‰<br />
Œ ‰<br />
Œ ‰<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
rall.<br />
# œ Œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
rall. r r<br />
œ # œ<br />
Con un<br />
rall.<br />
r r<br />
œ # œ<br />
Con un<br />
rall.<br />
r r<br />
œ # œ<br />
Con un<br />
œ<br />
J<br />
Come prima<br />
œ j<br />
J œ<br />
‰ œ œ<br />
R R<br />
ciuf-fo <strong>di</strong> ca -pel-li sul-late - sta tut-ti d'o-rofi-nie œ j<br />
J œ<br />
‰ œ œ<br />
R R<br />
ciuf-fo <strong>di</strong> ca -pel-li sul-late - sta tut-ti d'o-rofi-nie œ j ‰<br />
J œ<br />
œ œ<br />
R R<br />
ciuf-fo <strong>di</strong> ca -pel-li sul-late - sta tut-ti d'o-rofi-nie Œ œ œ<br />
˙ œ œ<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
bel - li fi - nie bel<br />
rall.<br />
-<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
bel - li fi - nie bel -<br />
rall.<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
bel - li fi - nie bel -<br />
39<br />
#<br />
& #<br />
# œœ<br />
œ œ n#<br />
œœ<br />
? # # œ<br />
#<br />
œ bœ nœ<br />
<br />
44<br />
? # œ œ<br />
#<br />
#<br />
& #<br />
44<br />
? # #<br />
ché per<br />
œ œ<br />
œ œ b œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
nœ<br />
œ<br />
rall.<br />
rall.<br />
<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œœ<br />
# œ<br />
‰ J œ<br />
U<br />
œ.<br />
li.<br />
U<br />
œ.<br />
li. U<br />
œ.<br />
li.<br />
J œ j j<br />
œ œ œ<br />
J<br />
œ j j<br />
J œ œ œ<br />
J<br />
œ j j<br />
J œ œ œ<br />
J<br />
Œ œ œ<br />
˙ œ œ<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
‰<br />
‰<br />
‰<br />
Œ ‰ J œ<br />
œ<br />
J<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
Œ<br />
# œ<br />
˙<br />
œ<br />
°<br />
œ<br />
J<br />
œ œ<br />
.<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
œ.<br />
Œ<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
œ œ<br />
R R<br />
œ œ<br />
R R<br />
œ œ<br />
R R<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
J œ J œ J œ J œ<br />
œ œ<br />
J œ<br />
J J<br />
œ<br />
J<br />
œ œ<br />
J J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
Œ ‰ j<br />
œ<br />
p<br />
Œ ‰ œ<br />
J<br />
O - gnun chie - de - vain - van per -<br />
rall.<br />
a tempo<br />
# œœ<br />
U<br />
œ<br />
nœ œ U j<br />
œ ‰<br />
nœ<br />
b œ<br />
J<br />
S<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
<br />
<br />
<br />
nœ J J œ b<br />
<br />
<br />
<br />
œ ‰ J œ<br />
˙<br />
œ.<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
- ché nes - su - no lo sa - pe - va in Val -lon -<br />
˙<br />
œ œ œ œ<br />
˙<br />
œ<br />
J J œ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ ‰ #<br />
j<br />
œ<br />
œ ‰ Œ<br />
œ nœ<br />
J ‰<br />
œ<br />
J<br />
œ œ<br />
œ<br />
j<br />
n œ œ.<br />
œ œ œ<br />
œ.<br />
J œ<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
J<br />
rall.<br />
J œ J œ<br />
j<br />
œ<br />
J œ<br />
œ ‰<br />
œ<br />
‰<br />
rall.<br />
œ j<br />
œ ‰ # œ<br />
J # œ<br />
‰
Ciott.<br />
Nina<br />
Non.<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Non.<br />
49<br />
#<br />
& # Œ ‰<br />
#<br />
& # Œ ‰<br />
? # # œ<br />
tan!<br />
49<br />
#<br />
& # œ.<br />
œ.<br />
? # # ‰<br />
#<br />
& #<br />
53<br />
#<br />
& #<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
a tempo<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
O<br />
j<br />
œ<br />
O<br />
J œ ‰<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J œ J œ<br />
j<br />
# œ<br />
rall.<br />
j<br />
œ J œ<br />
J œ<br />
- gnun chie - de - vain - van per - ché per -<br />
rall.<br />
a tempo<br />
j<br />
# œ<br />
j<br />
œ J œ<br />
J œ<br />
- gnun chie - de - vain - van per - ché per -<br />
<br />
# œ œ œ œ<br />
f rall.<br />
# œ œ œ œ<br />
œ.<br />
a tempo<br />
œ.<br />
<br />
a tempo<br />
J œ<br />
j<br />
œ<br />
œ.<br />
j<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ œ œ<br />
‰<br />
° œ<br />
ché Nes -su-no lo sa - pe va in Val - lon<br />
a tempo<br />
-<br />
# œ<br />
ché<br />
œ<br />
ché<br />
<br />
j<br />
œ ‰<br />
J œ ‰<br />
53<br />
#<br />
j<br />
& # œ œ<br />
? # #<br />
‰ œ<br />
# œ œ œ # œ ‰<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
° œ<br />
J œ J œ J œ J œ<br />
<br />
<br />
<br />
Œ œ œ<br />
Œ<br />
œ<br />
rall. U<br />
œ œ j j<br />
œ œ<br />
Œ ‰<br />
Œ ‰<br />
œ<br />
rall.<br />
nœ<br />
&<br />
<br />
j<br />
œ<br />
in<br />
j<br />
œ<br />
in<br />
n œ<br />
# œ<br />
U<br />
‰<br />
œ<br />
# œ<br />
U ‰<br />
? p<br />
œ<br />
a tempo<br />
j<br />
œ ‰ j‰<br />
œ<br />
j j<br />
œ ‰ œ ‰<br />
Val - lon -<br />
a tempo<br />
j<br />
œ ‰ j‰<br />
œ<br />
Val - lon -<br />
<br />
œ<br />
a tempo<br />
‰ ‰<br />
œ<br />
‰ œ ‰<br />
œ<br />
‰<br />
c<br />
œ<br />
tan!<br />
c œ<br />
tan!<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
per<br />
œ œ œ<br />
# œ œ œ œ œ œ œ<br />
‰<br />
°<br />
j<br />
œ<br />
-<br />
j<br />
œ ‰ j<br />
œ<br />
‰ Ó<br />
œ<br />
J ‰ Ó<br />
c<br />
œ<br />
j ‰ Ó<br />
œ<br />
tan!<br />
c Œ ‰ J<br />
f<br />
c<br />
ƒ<br />
c<br />
œ J œ J œ J œ J œ<br />
Si spar se la gran<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ<br />
‰ œ<br />
œ<br />
œ -<br />
œ œ œ<br />
41
42<br />
Non.<br />
Non.<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Non.<br />
58<br />
? # #<br />
œ<br />
J œ<br />
J œ œ œ<br />
œ œ<br />
nuo - va per il pa - e - se<br />
ed il bam -<br />
58<br />
# œ.<br />
& # œ<br />
..<br />
? # œ.<br />
# g ˙<br />
? # #<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
J<br />
j<br />
œ œ<br />
J<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
œœ<br />
œœ<br />
œ ˙ œ<br />
œ œ<br />
˙<br />
g˙<br />
°<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œœ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
J ‰<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
œ<br />
Œ<br />
œ .<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
œ œ.<br />
˙<br />
°<br />
œ œ œ<br />
œ œ œ<br />
J<br />
j<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
4<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
2<br />
4 2<br />
4 2<br />
61 bœ œ<br />
Ó<br />
bi no<br />
61<br />
œ<br />
b n<br />
b œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
bœ<br />
œ œ<br />
°<br />
œ œ<br />
Œ J<br />
œ œ<br />
b<br />
œ<br />
n<br />
b<br />
˙<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
ƒ<br />
œ œ<br />
J œ<br />
J œ<br />
J<br />
rall.<br />
œ œ<br />
œU œ<br />
œ<br />
J J<br />
da tut tie ra chia ma to Ciuf<br />
‰ œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ ‰ œ<br />
œ œ<br />
˙ œ ˙ œ<br />
œ ‰ œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
rall.<br />
˙ ˙<br />
‰ œ<br />
œ œ ‰ œ<br />
œ œ<br />
˙ ˙ ° °<br />
fet<br />
œ U<br />
˙<br />
˙<br />
˙˙ œ<br />
˙ œ<br />
‰ œ<br />
°<br />
U<br />
œ<br />
œ - - - - -<br />
˙<br />
œ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙u<br />
°<br />
- -<br />
#<br />
& # 4 2<br />
64<br />
#<br />
& # 4 2<br />
#<br />
& # 4 2<br />
? # # 4 2<br />
‰.<br />
‰.<br />
‰.<br />
œ<br />
J<br />
#<br />
& # 4<br />
? # #<br />
2<br />
4 2<br />
64<br />
œ<br />
f<br />
œ<br />
œ<br />
r r<br />
œ œ<br />
Allegro spigliato<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Ó<br />
Œ.<br />
J œ œ<br />
Da tut -tie- ra chia - ma - to Ciuf - fet - tin! Ciuf-fet-tinCiuf-fet- r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Da tut -tie- ra chia - ma - to Ciuf - fet - tin! Ciuf-fet-tinCiuf-fet- r<br />
œ<br />
R œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Da tut -tie- ra chia - ma - to Ciuf - fet - tin! Ciuf-fet-tinCiuf-fet- R œ<br />
œ<br />
R<br />
R œ<br />
œ<br />
R<br />
tin! Da tut -tie- ra chia - ma - to Ciuf - fet - tin! Ciuf-fet-tinCiuf-fet- œ œ œ œ œ œ œ œ œ. œ œ œ. œ œ<br />
œ. œ . œ. œ . œ.<br />
‰ ‰ &œ<br />
.<br />
œ.<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ .<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
J œ<br />
Œ œ<br />
J<br />
.<br />
J œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
r<br />
œ J œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ J œ<br />
œ<br />
R<br />
J œ<br />
œ . œ . œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
œ .<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
R
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Non.<br />
#<br />
& #<br />
67<br />
#<br />
& #<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
#<br />
& #<br />
67<br />
#<br />
& #<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ J œ r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
tin Ciuf -fet - tin Ciuf -fet - tin Ciuf - fet -<br />
œ<br />
J<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ J œ r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
tin Ciuf -fet - tin Ciuf -fet - tin Ciuf - fet -<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
R<br />
tin Ciuf -fet - tin Ciuf -fet - tin Ciuf - fet -<br />
œ.<br />
œ .<br />
œ œ œ<br />
ƒ<br />
. œ œ<br />
œ .<br />
œ . œ .<br />
œ<br />
J ‰<br />
tin Ciuf -fet - tin Ciuf -fet - tin Ciuf fet<br />
.<br />
J œ<br />
j<br />
œ ‰ .<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J ‰ œ.<br />
J<br />
œ ‰<br />
J<br />
œ .<br />
œ .<br />
‰<br />
‰<br />
?<br />
.<br />
J œ<br />
œ<br />
g œ<br />
œ ‰<br />
‰<br />
œ<br />
R<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
R<br />
c<br />
c<br />
c<br />
c<br />
c<br />
c<br />
˙<br />
tin!<br />
˙<br />
tin!<br />
˙<br />
tin!<br />
˙<br />
tin!<br />
j<br />
œ ‰ Œ Ó<br />
w<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
w<br />
43
Non.<br />
Non.<br />
44<br />
4<br />
Nonno<br />
? # #<br />
4<br />
#<br />
& #<br />
? # #<br />
? # # C<br />
Come uno e due fa tre<br />
Moderatamente mosso<br />
# œ<br />
& # C ‰ ‰<br />
œ œ œ<br />
ƒ<br />
#<br />
& # C<br />
‰ œ ‰<br />
œ ‰ ‰ œ œ ? œ ‰ œ ‰<br />
œ œ ˙<br />
due fa tre<br />
œ<br />
œ œ.<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
‰ œ.<br />
‰ ˙<br />
7<br />
? # # Œ J œ J œ œ œ<br />
7<br />
#<br />
& #<br />
? # # ˙<br />
˙<br />
°<br />
œ ‰ œœ<br />
Co-me u - noe<br />
œ œ œ œ ‰œ ‰<br />
œ œ œ ‰ J œ ‰<br />
œ ‰ œœ<br />
‰<br />
‰<br />
<br />
J œ ‰<br />
œ<br />
J<br />
‰<br />
œ ‰<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
œ ˙<br />
due fa tre<br />
œ ‰ œ ‰ ˙ ><br />
˙ .<br />
.<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
Ÿ<br />
˙<br />
<br />
# œ œœ . ‰<br />
˙ Ÿ œ<br />
# œ œ . ‰ œœ.<br />
S<br />
œ<br />
J J œ œ œ<br />
Ciuf-fet - ti - noè<br />
œ œ œ ‰ œ ‰<br />
œ J œ œ<br />
.<br />
œ<br />
œ<br />
œ ‰ œœ<br />
‰<br />
œ<br />
‰ œ œ<br />
.S<br />
‰<br />
œ<br />
‰<br />
œ œ œ.<br />
‰<br />
Œ<br />
Meno mosso<br />
J œ œ œ.<br />
J<br />
œ<br />
Co-me u - noe<br />
Œ<br />
p œ œ œ ‰<br />
œ ‰<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
œ œ ˙<br />
fat - to Re!<br />
œ<br />
g .<br />
˙<br />
°<br />
œ<br />
J<br />
. . ‰ j<br />
œ ‰ œ œ.<br />
œ<br />
˙ œ œ œ œ<br />
Ciuf-fet - ti - noè<br />
˙<br />
°<br />
r<br />
œ<br />
# œ ‰ œœ<br />
‰<br />
‰ œ . ‰ ˙ ><br />
œ<br />
œ ‰ œœ<br />
œ ‰ œœ<br />
œ ˙<br />
‰<br />
‰<br />
fat - to Re!<br />
œ ‰ œ ‰ ><br />
˙˙<br />
œ œ<br />
˙<br />
°<br />
œ ‰ œœ ‰
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
Ciott.<br />
Nina<br />
Pubblico<br />
11<br />
#<br />
& #<br />
11<br />
#<br />
& #<br />
11<br />
#<br />
& #<br />
? # # ˙<br />
°<br />
13<br />
#<br />
& # Œ<br />
13<br />
#<br />
& # Œ<br />
13<br />
#<br />
& #<br />
Œ j<br />
œ<br />
Œ j<br />
œ<br />
? # # ˙<br />
˙<br />
°<br />
16<br />
#<br />
& # œ œ<br />
16<br />
#<br />
& #<br />
16<br />
#<br />
& # œ<br />
Œ<br />
? # # ˙<br />
˙<br />
°<br />
j<br />
œ œ œ<br />
Co - me u - noe<br />
j<br />
œ œ œ<br />
Co - me u - noe<br />
Œ œ œ . œ œ . œ œ œ .<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ œ œ<br />
Ciuf-fet - ti - noè<br />
j<br />
œ<br />
Œ œ<br />
j<br />
œ œ œ<br />
Ciuf-fet - ti - noè<br />
œ<br />
SU<br />
œ<br />
œœœ .<br />
œ<br />
‰<br />
‰ œ œ<br />
J œ J œ<br />
due fa tre Ciuf-fet -<br />
œ œ<br />
SU<br />
œ<br />
j<br />
œ J œ<br />
due fa tre Ciuf-fet -<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ œ U Œ<br />
œ<br />
U<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
‰<br />
‰ œ œ<br />
œœœ . ‰<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
œ œ œ . ‰<br />
J œ<br />
‰<br />
j<br />
œ ‰<br />
œ ‰ ˙<br />
J<br />
due j<br />
œ ‰<br />
fa<br />
œ<br />
J<br />
‰<br />
tre<br />
˙<br />
due. œ ‰<br />
fa. œ ‰<br />
tre<br />
œ > œ<br />
œ<br />
œ œ œ.<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
œ ‰ œ<br />
J J<br />
‰ ˙<br />
fat - to Re!<br />
œ ‰ œ ‰ ˙<br />
J J<br />
.<br />
œ ‰ œ ‰ œ œ œ œ œ œ œ.<br />
fat - to Re!<br />
˙<br />
˙<br />
°<br />
nœ<br />
J<br />
J œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
‰ œœ<br />
rit.<br />
œ œU .<br />
J J<br />
ti - noè fat - to Re! E'<br />
rit.<br />
fat - to<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
j U<br />
œ œ.<br />
r<br />
J œ<br />
ti - noè fat - to Re! E' fat - to<br />
j<br />
nœ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
‰ Œ œ<br />
‰ Œ<br />
œ œ<br />
‰ œ<br />
# œ<br />
rit.<br />
‰ œ œ<br />
U<br />
‰<br />
U<br />
‰<br />
Œ j<br />
œ<br />
‰ œ œ<br />
‰<br />
j<br />
œ œ œ<br />
Œ j j<br />
œ œ œ œ<br />
Co-me u - noe<br />
Œ<br />
œ œ<br />
f<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
œ œ<br />
°<br />
œ w<br />
w<br />
œ<br />
œ Œ Ó<br />
Co-me u - noe<br />
Re!<br />
œ Œ Ó<br />
Re!<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
Œ Ó<br />
Œ Ó<br />
45
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Pubblico<br />
46<br />
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Coro del pubblico<br />
5<br />
& b<br />
5<br />
& b<br />
5<br />
& b<br />
5<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
Gaie e vispe siam fatine<br />
& b C<br />
& b C<br />
& b C<br />
& b C<br />
?<br />
b C<br />
Allegretto molto moderato<br />
.<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
<br />
<br />
<br />
œ<br />
sempre staccato<br />
˙<br />
˙<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
‰Œ<br />
.<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
.<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
<br />
<br />
<br />
œ<br />
p<br />
œ œ œ<br />
<br />
p<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
p<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
Ga-ie e<br />
j<br />
œ<br />
Ga-ie e<br />
p<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
œ œ œ œ<br />
<br />
j<br />
œ<br />
Ga-ie e<br />
vi-spe siam fa-ti-ne so-rel - li-ne af-fet-tuose - dei bam -bi-nie lebam-bi<br />
- ne<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ j j j j<br />
œ œ œ œ<br />
vi-spe siam fa-ti-ne so-rel - li-ne af-fet-tuose - dei bam -bi-nie lebam-bi<br />
- ne<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
vi-spe siam fa-ti-ne so-rel - li-ne af-fet-tuose - dei bam -bi-nie lebam-bi<br />
- ne<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ j j j j<br />
œ œ œ œ j j j j<br />
œ œ œ œ j<br />
œ J œ<br />
œ œ<br />
<br />
œ<br />
j j j j j<br />
œ œ œ œ œ j j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ j j j j<br />
œ œ œ œ j j j j<br />
œ œ œ œ j<br />
œ J œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
<br />
œ<br />
J œ<br />
j<br />
œ<br />
J œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
<br />
œ<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
œ<br />
œœ œ œ œ<br />
S<br />
˙ ˙
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Pubblico<br />
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Pubblico<br />
9<br />
& b<br />
9<br />
& b<br />
9<br />
& b<br />
9<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
13<br />
& b<br />
13<br />
& b<br />
13<br />
& b<br />
13<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
w<br />
w<br />
w<br />
œ œ œ<br />
w<br />
,<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ Œ Ó<br />
œ<br />
Œ Ó<br />
œ Œ Ó<br />
œ œ œ œ<br />
w<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
œ<br />
˙<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
Per Na - ta -le e la Be-fa-nanoi scen-<br />
j<br />
œ<br />
Per Na - ta -le e la Be-fa-nanoi scen-<br />
j<br />
œ<br />
Per Na - ta -le e la Be-fa-nanoi scen-<br />
œ<br />
J œ<br />
‰Œ<br />
<strong>di</strong>a-mo e le cal -zeri-em - pia -<br />
mo<br />
œ œ œ œ<br />
<strong>di</strong>a-mo e le cal -zeri-em - pia - mo<br />
,<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
<strong>di</strong>a-mo e le cal -zeri-em - pia - mo<br />
œ<br />
œ œ<br />
<br />
œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
<br />
œ<br />
˙<br />
˙<br />
˙<br />
œ œ<br />
œ<br />
˙<br />
˙<br />
˙<br />
˙<br />
œ œ<br />
˙<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
œ œ<br />
j ‰ Œ<br />
œ<br />
œ<br />
Ó<br />
w<br />
w<br />
w<br />
œ<br />
w<br />
œ œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ Œ Ó<br />
œ Œ Ó<br />
œ Œ Ó<br />
œ<br />
w<br />
œ œ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
47
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Pubblico<br />
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Pubblico<br />
48<br />
18<br />
& b<br />
18<br />
& b<br />
18<br />
& b<br />
18<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
22<br />
& b<br />
22<br />
& b<br />
22<br />
& b<br />
22<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
Ó Œ œ<br />
Pas<br />
Ó Œ œ<br />
Pas<br />
Ó Œ œ<br />
Pas<br />
œ œ œ œ<br />
˙ œ<br />
J ‰Œ<br />
˙<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
n<br />
œ<br />
J<br />
œ # œ j j<br />
J<br />
œ œ<br />
- sia-moper la ne-ve dei tet -ti-leg-ge-re<strong>di</strong>not-te <strong>di</strong> not-te vo-<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ j j<br />
œ œ<br />
- sia-moper la ne-ve dei tet -ti-leg-ge-re<strong>di</strong>not-te <strong>di</strong> not-te vo-<br />
j j<br />
œ œ nœ<br />
œ # œ j j<br />
œ œ<br />
J J<br />
œ<br />
p<br />
S<br />
nœ S<br />
#<br />
# œ œ<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
. J œ<br />
. ‰Œ<br />
- sia-moper la ne-ve dei tet -ti-leg-ge-re<strong>di</strong>not-te <strong>di</strong> not-te vo-<br />
j<br />
# œ w<br />
œ ‰ œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
# œ w<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ # œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
S S<br />
œ œ #<br />
# œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
. ‰Œ J œ<br />
. ‰Œ<br />
j<br />
œ<br />
liam! Al - l'al - be ri - den - ti tor - nia -<br />
˙<br />
j<br />
œ ‰ œ<br />
liam! Al<br />
˙<br />
œ<br />
J<br />
‰ œ<br />
liam! Al<br />
œ<br />
j<br />
œ ˙<br />
œ<br />
j<br />
œ ‰ œ<br />
œ<br />
J ‰Œ<br />
œ œ œ œ<br />
˙<br />
œ œ<br />
- l'al - be ri den - ti tor - nia -<br />
˙<br />
œ œ<br />
- l'al - be ri - den - ti tor - nia -<br />
œ œ œ<br />
˙ œ œ<br />
wœ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ # œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
˙ ˙<br />
˙ b˙<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙ b˙<br />
˙ ˙<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ<br />
œ j j<br />
œ œ œ<br />
j<br />
œ ˙<br />
œ j<br />
œ<br />
œ œ<br />
˙<br />
j<br />
œ œ<br />
S<br />
œ œ n<br />
j<br />
œ ˙<br />
j<br />
œ nœ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ nœ<br />
J<br />
œ<br />
J ‰ œ<br />
mo ei<br />
˙<br />
j ‰<br />
œ œ<br />
mo ei<br />
˙<br />
œ<br />
J ‰ œ<br />
mo ei<br />
˙<br />
# ˙<br />
˙<br />
j ‰<br />
œ œ<br />
J œ ‰Œ<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
J œ ‰Œ
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Pubblico<br />
Fate 1<br />
Fate 2<br />
27<br />
& b<br />
27<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
bœ œ œ œ<br />
bim - bi si sveglia - -no con -ten - ti!<br />
Ga-ie e vi-spe ˙ œ œ<br />
bim - bi si sveglia - -no con -ten - ti!<br />
Ga-ie e<br />
27<br />
& b bœ œ œ œ<br />
bim - bi si sveglia - -no con -ten - ti!<br />
Ga-ie e<br />
27<br />
& b bœ ˙<br />
œ œ œ<br />
˙<br />
33<br />
& b<br />
33<br />
& b<br />
33<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
˙ œ œ<br />
˙ œ<br />
J ‰Œ<br />
f<br />
œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ Œ œ œ<br />
siam fa<br />
œ œ Ó<br />
œ œ b œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
˙ # œ œ<br />
˙˙<br />
b œ œ<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙<br />
˙ ˙<br />
w<br />
˙ ˙<br />
˙<br />
˙<br />
˙<br />
j<br />
œ ‰ .<br />
œ<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
œ<br />
.<br />
j‰Œ<br />
Ó<br />
œ<br />
1.<br />
Ó Œ j j<br />
œ œ<br />
<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
. . . . .<br />
œ œ œ œ œ<br />
<br />
j<br />
œ<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
2<br />
œ œ ˙<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
<br />
b œ<br />
b œ.<br />
. œ .<br />
wÓ b˙<br />
vi -spe siam fa - ti - ne siam fa - ti - - - -<br />
œ œ<br />
.<br />
.<br />
œ Œ<br />
.<br />
j<br />
˙<br />
œ œ‰˙<br />
œ Œ<br />
><br />
œ œ ˙<br />
- ti - ne<br />
siam fa - ti - - - -<br />
Ó œ œ<br />
bœ œ ˙<br />
Ó j<br />
œ<br />
œ ‰Œ ˙ Ó<br />
œ<br />
J<br />
><br />
˙<br />
œ œ<br />
œ<br />
˙<br />
˙<br />
j<br />
œ ‰<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
‰ j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
‰ œ œ<br />
œ œ<br />
j‰Œ<br />
œ<br />
œ<br />
w<br />
w<br />
w<br />
Ó ˙<br />
<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
˙ ˙<br />
Œ<br />
j<br />
œ<br />
Ó Œ j<br />
œ ‰<br />
49
Fate 1<br />
Fate 2<br />
Fate 1<br />
Fate 2<br />
50<br />
38<br />
& b œ<br />
38<br />
ne<br />
& b œ<br />
38<br />
ne<br />
& b œ œ <br />
?<br />
b w<br />
44<br />
& b<br />
44<br />
& b<br />
w<br />
Ah!<br />
j<br />
œ ‰Ó<br />
j<br />
œ ‰Ó<br />
(a bocca chiusa)<br />
w<br />
Ah!<br />
44 S<br />
& b w<br />
p<br />
w<br />
?<br />
b bw<br />
œ œ œ<br />
w<br />
w<br />
˙<br />
˙<br />
b˙<br />
Ó Œ j j<br />
œ œ<br />
Ó Œ j<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ œ<br />
w<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
œ<br />
J<br />
‰Œ<br />
af-fet -tuo - - - -<br />
j<br />
œ<br />
w<br />
w<br />
af-fet -tuo - - - -<br />
w<br />
œ ŒÓ<br />
œ ŒÓ<br />
œw bœ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
Ó j n˙<br />
œ<br />
œ ‰ <br />
<br />
<br />
˙<br />
˙<br />
˙ ˙<br />
˙<br />
œw bœ œ œ<br />
œ œ œ œ<br />
n˙<br />
# w<br />
se<br />
w<br />
se<br />
n˙ ˙ <br />
nw<br />
w<br />
Ah!<br />
rall.<br />
w<br />
Ah!<br />
œ ŒÓ<br />
œŒÓ<br />
œ ŒÓ<br />
# wœ<br />
œ œ œ<br />
w<br />
w<br />
<br />
<br />
˙<br />
˙<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
# œw œ œ œ<br />
nw<br />
˙<br />
˙<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
j<br />
œ ‰Œ
Ciott.<br />
Fate<br />
Pubblico<br />
Fate<br />
Pubblico<br />
Fortunato chi ha picchiato<br />
Moderatamente mosso<br />
Ó<br />
& b C<br />
n<br />
w p<br />
?<br />
b C w<br />
Œ œ ‰ œ ><br />
˙<br />
w<br />
œ ‰ w<br />
œ ‰ œ<br />
w<br />
4<br />
& b c Œ ‰<br />
& b c<br />
?<br />
b c<br />
r<br />
œ r<br />
œ œ ‰ U<br />
nœ<br />
r<br />
R<br />
œ J<br />
E se poi faccio<br />
> j<br />
4 œ œ ‰ Œ<br />
œ<br />
œ ‰ Œ<br />
J <br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
‰ Œ<br />
œ J œ Œ Ó<br />
ma le?<br />
Œ j‰Œ<br />
j‰<br />
œ œ<br />
Œ œ œ<br />
œ<br />
J<br />
‰Œ<br />
œ<br />
J<br />
‰<br />
Ó<br />
3<br />
‰ j j j<br />
œ # œ # œ<br />
j‰Œ<br />
j<br />
œ # nœ<br />
œ ‰Œ œ<br />
œ œ<br />
J œ<br />
Allegro moderato<br />
J<br />
8<br />
& b œ .<br />
‰ Œ<br />
Œ<br />
j r<br />
œ œ .<br />
j<br />
3 r j j j<br />
œ œ œ œ œ ˙<br />
& b<br />
10<br />
& b<br />
& b<br />
10<br />
& b<br />
?<br />
b<br />
><br />
˙ œ<br />
w<br />
‰ œ ‰ œ<br />
3<br />
j<br />
œ œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
- - Pren-de-ròuna - sgri-da-ta.<br />
For - - - tu - na - to chi ha pic - chia - to,<br />
œ .<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ .<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
For - - - tu - na - to chi ha pic - chia - to,<br />
più f<br />
œ œ.<br />
J<br />
f<br />
œ œ.<br />
J<br />
œ œ.<br />
R J<br />
j<br />
œ<br />
3<br />
j<br />
œ<br />
for - tu-na - to chi ha pic - chia - - -<br />
più<br />
œ .<br />
R J œ<br />
R œ J œ J œ J œ<br />
3<br />
R œ J œ J œ J œ<br />
for - tu-na - to chi ha pic - chia - - -<br />
<br />
<br />
3<br />
nw<br />
w<br />
<br />
<br />
j<br />
œ<br />
n<br />
n<br />
n<br />
n<br />
˙<br />
U<br />
C ˙<br />
C<br />
C<br />
C<br />
j<br />
œ Œ Ó U<br />
Œ j‰Ó<br />
œ<br />
ƒ<br />
U<br />
Œ œ ‰Ó<br />
œ<br />
J<br />
U<br />
œ ‰ Œ<br />
J<br />
œ ‰ Œ<br />
J<br />
Moderatamente mosso<br />
to!<br />
U<br />
˙<br />
to!<br />
œ<br />
J<br />
Ó Œ<br />
‰ Œ<br />
œ<br />
J ‰ Œ<br />
œ . ‰ œ .<br />
c<br />
c<br />
&<br />
51
52<br />
13<br />
&<br />
˙><br />
p<br />
œ ‰<br />
&<br />
œ. ‰ œ.<br />
ww œ œ œ œ<br />
17<br />
21<br />
&<br />
&<br />
œ<br />
J<br />
.<br />
& 4 2<br />
?<br />
4 2 œ<br />
S<br />
25 œ<br />
&<br />
29<br />
&<br />
‰ œ > œ ‰ œ. ‰ œ.<br />
w<br />
w œ œ œ œ<br />
œ<br />
& œ<br />
Lo stesso tempo più mosso<br />
œ . œ . œ . œ œ . œ œ .<br />
œ<br />
œ<br />
S<br />
bœ œ<br />
œ<br />
J ‰<br />
ƒ<br />
j<br />
#<br />
œ<br />
‰<br />
œ œ<br />
&<br />
œ . œ . œ. œ.<br />
<br />
œ # #<br />
# œ œ<br />
&<br />
Ï<br />
&<br />
n nn # œ<br />
œ. j<br />
œ<br />
33<br />
œ<br />
˙> œ ‰ œ. ‰ œ.<br />
w<br />
w œ œ œ œ<br />
J œ.<br />
‰ œ > œ ‰ œ. œ .<br />
w<br />
w œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
Œ œ .<br />
œ<br />
œ . œ .<br />
bœ<br />
œ<br />
S<br />
bœ œ<br />
œ .<br />
œ<br />
œ . œ .<br />
b b<br />
n œ # œ b b<br />
n œ œ<br />
œ. j<br />
œ<br />
œ<br />
œ> .<br />
J œ<br />
œ> .<br />
wœ œ œ œ<br />
œ .œ. œ œ . œ. œ . œ . œ .<br />
wœ œ œ œ<br />
œ<br />
f<br />
. œ . œ . œ .<br />
œ<br />
.<br />
# œ<br />
.<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
œ œ<br />
œ> œ . œ .<br />
œ<br />
œ<br />
œ . œ .<br />
# # œ<br />
œ.<br />
œ œ<br />
œ . œ .<br />
n b<br />
n œ # œ<br />
œ .<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
R œ<br />
b b<br />
n œ<br />
˙> œ ‰ œ . ‰ œ .<br />
wœ œ œ œ<br />
œ œ ‰ œ . ‰ œ . ‰<br />
f<br />
Ó<br />
˙œ<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
œ><br />
œ<br />
&<br />
?<br />
œ . œ . œ . œ .<br />
œ .<br />
œ<br />
œ<br />
œ . œ .<br />
?<br />
œ .<br />
bœ<br />
œ .<br />
bœ<br />
œ œ<br />
‰ œ œ.<br />
œ .<br />
œ<br />
œ .<br />
œ<br />
œ . œ .<br />
œ<br />
œ .<br />
œ .<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ .<br />
œ<br />
œ .<br />
4 2<br />
4 2
Fate<br />
Pubblico<br />
Ciott.<br />
Ciott.<br />
Fate<br />
Pubblico<br />
37<br />
&<br />
&<br />
Œ<br />
Œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
37 ()<br />
& œ<br />
‰<br />
œ.<br />
œ<br />
œ. œ<br />
? j<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
ƒ<br />
Œ &<br />
42<br />
& <br />
><br />
42 œ<br />
&<br />
œ<br />
œœ œ &<br />
˙œ<br />
°<br />
& œ<br />
J<br />
46<br />
46 > œ œœ<br />
& œ<br />
œ f<br />
? œ<br />
50<br />
&<br />
&<br />
Bel bam - bi - no, bel bam - bi - no <strong>di</strong> chi sei, co - me ti chia - mi.<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J J œ<br />
œ j<br />
J œ<br />
Bel bam - bi - no, bel bam - bi - no <strong>di</strong> chi sei, co - me ti chia - mi.<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
b œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
# œ<br />
> œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
tutto staccato<br />
˙ œ<br />
°<br />
Œ<br />
œ œ<br />
><br />
œ<br />
œœ œ ˙ œ<br />
°<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ><br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
Io mi<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
b œ<br />
œ<br />
J J œ<br />
œ j<br />
J œ<br />
œ<br />
œ<br />
˙ œ<br />
°<br />
œ œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
˙œ<br />
°<br />
œ œ<br />
J œ J œ j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
˙œ<br />
œ œ œ<br />
°<br />
chia - mo Ciot - to - lin! Mail pa -<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
n<br />
˙<br />
œ œ œ œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
‰ Œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
‰ Œ ?<br />
e - se chea - bi - ta - te co - me lo chia - ma - te?<br />
œ<br />
œ<br />
50 œ<br />
&<br />
> œ œ<br />
&<br />
œ œ œ<br />
Œ J œ<br />
Œ J œ<br />
più f<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
Non lo<br />
œ<br />
J<br />
Non lo<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
# œ<br />
œ œ œ<br />
œ J œ<br />
j<br />
œ<br />
> œ œœ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
sai, èil pa<br />
œ J œ<br />
œ<br />
J<br />
sai, èil pa<br />
œ> œ œ œ œ<br />
><br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
# œ<br />
œ<br />
# œ<br />
œ œ œ<br />
J œ<br />
J œ b<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
- e - se del - le -<br />
œ<br />
J<br />
J œ<br />
J œ b<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
# œ<br />
œ œ œ<br />
- e - se del - le fa -<br />
te!<br />
œ> œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
bœ œ œ œ bœ œ<br />
fa te!<br />
bœ œ<br />
œ œ œ œ œ ><br />
><br />
bœ œ œ œ 53
Ciott.<br />
54<br />
Fate<br />
Pubblico<br />
Fate<br />
Pubblico<br />
54<br />
&<br />
Œ J œ<br />
54<br />
&<br />
œ ‰<br />
f ><br />
& œ œ œ<br />
58<br />
&<br />
&<br />
Œ<br />
Œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
Il pa<br />
œ ‰<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
Tu non<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
Tu non<br />
58 œ œ<br />
& Œ œ œ<br />
ƒ<br />
? œ ‰<br />
œ &œ<br />
œ<br />
œ ‰<br />
J<br />
63 > > œ ><br />
& œ œ œ œ<br />
œ ><br />
? œ œ b œ<br />
> œ ><br />
67<br />
&<br />
&<br />
67 œ<br />
&<br />
ƒ<br />
& œ<br />
<br />
<br />
œ<br />
J<br />
‰<br />
j<br />
# ‰<br />
œ<br />
œ œ<br />
- e - se<br />
del - le Fa - te?<br />
œ ‰ œ<br />
‰<br />
> ><br />
œ œ œ œ œ<br />
œ J œ œ<br />
J<br />
sai, tu non<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
sai, tu non<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
˙œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
b œ<br />
œ œ œ<br />
œ > œ<br />
rall. ƒ<br />
Œ J œ<br />
rall.<br />
Œ<br />
?<br />
ƒ j<br />
œ<br />
Œ J œ b<br />
œ ‰<br />
J œ<br />
b œ ‰<br />
#<br />
œ<br />
œ œ<br />
‰<br />
#<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ ?<br />
œ j j<br />
œ œ<br />
œ<br />
J<br />
œ œ œ<br />
J J J œ œ<br />
sai che tro<br />
œ<br />
> œ ><br />
œ<br />
œ b œ<br />
> œ ><br />
œ<br />
J<br />
La for<br />
j<br />
œ<br />
La for<br />
<br />
<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
sai, che tro<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
˙œ œ œ<br />
b œ<br />
c<br />
c<br />
c<br />
c<br />
w<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
# œ<br />
- va-sti la for - tu - na!<br />
œ œ œ œ<br />
J J J J<br />
- va-sti la for - tu - na!<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
nœ ˙ œ œ œ<br />
- tu - - - -<br />
w<br />
- tu - - - -<br />
Œ j ‰ Ó<br />
œ<br />
ƒ<br />
Œ œ ‰ Ó<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
&<br />
œ œ<br />
‰<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
f<br />
‰ Œ ?<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J ‰ Œ Ó<br />
na!<br />
j<br />
œ ‰ Œ Ó<br />
na!<br />
<br />
<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ
Morgana<br />
Fate<br />
Morgana<br />
Morgana<br />
5<br />
5<br />
&<br />
&<br />
.<br />
J œ<br />
&<br />
œ- ? œ.<br />
œ.<br />
gœ<br />
.<br />
9<br />
9<br />
&<br />
Fate<br />
<br />
œ œ j .<br />
R J œ J œ b<br />
Tempo fa morì il re<br />
Andante molto calmo<br />
& 4<br />
&<br />
?<br />
3<br />
4 3<br />
4 3<br />
<br />
- - - S<br />
‰<br />
œ œ œ œ<br />
p<br />
œ<br />
œ ‰Œ<br />
J œ<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
<br />
- - - S<br />
‰<br />
œ œ œ œ<br />
j<br />
œ ‰Œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
p j<br />
œ .<br />
r<br />
œ œ<br />
.<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Tem - po fa mo - rì il Re<br />
œ -<br />
œ.<br />
œ. g œ.<br />
ed e-leg -ger - si da se ed e - leg - ger-si vo - le -van tut - ti.<br />
.<br />
œ<br />
œ -<br />
œ -<br />
# œ œ<br />
&<br />
œ œ- œ- œ- p<br />
?<br />
œ <br />
œ S<br />
œ œ œ #<br />
# œ<br />
12<br />
12<br />
&<br />
&<br />
?<br />
><br />
‰<br />
# œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
#<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
œ - œ -<br />
œ.<br />
œ. gœ<br />
.<br />
#<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
<br />
J œ ‰ œ.<br />
J<br />
><br />
œ ‰<br />
- œ<br />
œ œ œ<br />
R œ<br />
.<br />
J œ<br />
œ -<br />
œ -<br />
œ œ<br />
R J<br />
œ -<br />
œ -<br />
<br />
œ<br />
J<br />
‰<br />
œ -<br />
œ œ<br />
œ<br />
J<br />
><br />
œ<br />
œ.<br />
œ<br />
œ œ<br />
g œ ‰ Œ œ<br />
J<br />
‰<br />
œ<br />
J<br />
><br />
œ<br />
œ<br />
œ.<br />
J<br />
œ - œ -<br />
œ.<br />
gœ<br />
.<br />
œ.<br />
r<br />
œ œ<br />
j<br />
œ ‰<br />
><br />
œ<br />
‰<br />
- œ<br />
œ œ œ<br />
p<br />
Œ Œ .<br />
j<br />
œ<br />
œ œ<br />
r<br />
œ<br />
Af - fin-<br />
chè o -gni li - te s'ap-pia - nas - se fu de - ci - so la per -so - na che pic-<br />
œ.<br />
œ .<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
œ- œ- œ<br />
œ<br />
J ‰<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ -<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ œœ - œ- œ<br />
<br />
S<br />
œ œ œ #<br />
# œ<br />
J œ ‰ œ.<br />
J<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ -<br />
œ<br />
R<br />
œ œœ œ œœ - œ- œ<br />
œ<br />
œ<br />
J ‰<br />
J œ j<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ -<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ œœ - œ- œ<br />
<br />
S<br />
œ œ œ #<br />
# œ<br />
œ- œ- œ- ‰ œ œ<br />
œ.<br />
œ. œ.<br />
œ œ # œ<br />
# œ<br />
. œ<br />
œ.<br />
œ<br />
‰ r r r r r<br />
œ œ # œ # œ œ œ<br />
R<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ -<br />
Œ<br />
œ œ<br />
œœ - œ- œ<br />
œ<br />
œ<br />
J ‰<br />
chias - se al pa - laz - zo per la pri - ma por -te-reb - be la co - ro - na.<br />
œ - œ -<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
œ- œ- œ- œ- œ # œ œ<br />
œ # œ œ<br />
J ‰<br />
S<br />
œ. J œ .<br />
j<br />
œ<br />
nœ- œ- œ<br />
œ<br />
œ- œ- # œ œ<br />
#<br />
œ œ<br />
S<br />
œ- œ- œ<br />
œ<br />
J ‰<br />
r<br />
œ<br />
œ œ .<br />
j<br />
œ R œ<br />
œ -<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ- œ -<br />
><br />
‰ œ.<br />
œœ<br />
j<br />
œ<br />
œ ‰ œ<br />
œ.<br />
J œ .<br />
j<br />
œ R œ<br />
œ.<br />
œ œ<br />
˙œ.<br />
. œ œ. œ # ˙<br />
œ.<br />
p<br />
˙ œ ˙<br />
œ ˙<br />
ravvivando<br />
˙ œ<br />
œ<br />
cresc.<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
c<br />
c<br />
c<br />
55
Morgana<br />
Pubblico<br />
Morgana<br />
Pubblico<br />
Morgana<br />
Pubblico<br />
56<br />
17 Molto espressivo<br />
& c œ.<br />
J<br />
f<br />
& c<br />
f<br />
& c<br />
f<br />
? c<br />
œ<br />
J œ œ<br />
J<br />
Ciot to li no<br />
œ.<br />
J<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
J<br />
for tu<br />
œ<br />
J œ œ<br />
J<br />
Ciot to li no<br />
17 œ.<br />
œ<br />
# œ˙<br />
œ<br />
. œ œ œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
J<br />
for tu<br />
œ œ<br />
œœ<br />
œ<br />
œ<br />
°<br />
œ œ # œ œ œ œ <br />
œ<br />
°<br />
œ œ œ œ<br />
na<br />
œ<br />
na<br />
œ<br />
œ˙<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
˙<br />
to<br />
˙<br />
to<br />
˙<br />
œ<br />
˙<br />
œ œ<br />
˙<br />
˙<br />
˙<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
°<br />
œ œ œ - - - - -<br />
- - - - -<br />
- -<br />
- -<br />
-<br />
-<br />
- -<br />
- -<br />
-<br />
-<br />
œ<br />
# ˙<br />
n˙<br />
œ œ<br />
# ˙<br />
n˙<br />
19<br />
& œ.<br />
œ<br />
J J œ<br />
J œ<br />
°<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ ˙ Œ<br />
j<br />
œ<br />
J œ J œ<br />
J œ œ œ<br />
J J<br />
&<br />
19 œ.<br />
œ<br />
& œ<br />
˙ œ<br />
.<br />
. œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
22<br />
?<br />
&<br />
&<br />
per il pri -mo hai pic - chia - - to,<br />
Ciot -to - li - no for-tu- œ.<br />
œ<br />
J<br />
J œ<br />
J œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
per il pri -mo hai pic - chia - - to,<br />
Ciot -to - li - no for-tu- œ<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
w<br />
w<br />
˙ œ œ<br />
na<br />
˙ œ œ<br />
na<br />
ƒ<br />
˙<br />
to!<br />
ƒ<br />
˙<br />
œ œ ˙<br />
œ œ<br />
œ˙<br />
˙<br />
œ ˙<br />
22 ˙ œ<br />
˙ #<br />
&<br />
œ œ <br />
? œ œ œ œ œ œ<br />
Œ J ‰‰. œœ œ<br />
Ï j œ<br />
œ œ œ œ œ œ<br />
# œ œœ Œ œ œ ‰Œ ƒ<br />
˙ œ œ<br />
˙ œ œ ˙ œ<br />
˙ œ<br />
J<br />
‰Œ<br />
to!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
w<br />
w<br />
œ<br />
J ‰Œ<br />
œ‰Œ<br />
J<br />
Œ<br />
œœ œ j<br />
JJ<br />
J œ œ œ<br />
J J œ<br />
R<br />
- - - - - I-odunque - sarò - un Re!<br />
- - - - -<br />
CIOTTOLINO<br />
<br />
.<br />
j<br />
œ‰Ó<br />
œ<br />
j‰<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ ‰Ó j‰<br />
œ<br />
œ<br />
3<br />
Œ<br />
j<br />
œ<br />
J œ J œ<br />
J œ œ œ<br />
J J<br />
œ<br />
œ<br />
˙ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ œ.<br />
œ<br />
œ œ j<br />
œ œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ œ œ<br />
˙ œ.<br />
œ<br />
˙ œ.<br />
œ<br />
J<br />
œ Œ Ó<br />
<br />
U<br />
‰.<br />
œ œ # ˙.<br />
ƒ rall.<br />
Œ j‰Ó<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
<br />
j‰ŒÓ<br />
œ
Gnomi<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
4<br />
4<br />
8<br />
8<br />
8<br />
&<br />
&<br />
?<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
œ<br />
Gnomi<br />
& 4 2<br />
Gnomi, gnomi siamo<br />
Presto e precipitando<br />
& 4 2<br />
œ<br />
<br />
. œ . œ . œ . œ. œ . œ.<br />
& 4 2<br />
ƒ<br />
œ. œ . œ .<br />
œ. œ .<br />
œ. œ .<br />
œ<br />
<br />
<br />
œ . œ . œ . œ . œ . œ . œ . œ .<br />
rall. con forza<br />
œ . œ . œ . œ . œ . œ . œ . œ .<br />
?<br />
Allegretto moderato<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
œ<br />
œ<br />
sia - mo sot - to ter - ra noi vi - viam<br />
><br />
®<br />
œ œ # œ œ œ<br />
œ<br />
œ ‰<br />
œ<br />
r r<br />
œ œ ><br />
œ<br />
‰<br />
j<br />
œ .<br />
R œ<br />
®<br />
œ œ # œ œ<br />
><br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ j<br />
J œ<br />
‰<br />
j<br />
œ<br />
><br />
j<br />
œ œ<br />
><br />
®<br />
œ bœ nœ œ œ<br />
Fœ<br />
œ ‰ œ ‰<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Gno - mi gno - mi<br />
‰ œ<br />
œ<br />
‰ b œ<br />
bœ<br />
‰<br />
‰<br />
r<br />
œ ><br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
noi<br />
.<br />
si<br />
.<br />
stà<br />
><br />
œœ<br />
œ œ<br />
œ œ œ<br />
sem - pre là sem - pre là noi si stà Gno - mi gno - mi sia -<br />
mo<br />
<br />
œ œ<br />
œ<br />
œœ<br />
œ b œ<br />
r<br />
œ ><br />
r <br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
f<br />
œ<br />
œ œ œœ<br />
r<br />
œ œ<br />
<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œœ<br />
œ ‰<br />
œ œ<br />
j<br />
œ r j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ r j<br />
œ œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Gno - mi gno - mi sia - mo<br />
œ<br />
<br />
‰ ‰<br />
œœ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰ b œ<br />
bœ<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
®<br />
œ œ # œ œ œ<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ ‰<br />
57
Gnomi<br />
Pubblico<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
58<br />
13<br />
13<br />
13<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
18<br />
18<br />
18<br />
&<br />
&<br />
&<br />
j<br />
œ .<br />
œ œ j<br />
R J œ<br />
sot - to ter -ra noi vi - viam sem - pre là noi si stà sem - pre<br />
j<br />
œ<br />
.<br />
œ œ j<br />
R J œ<br />
sot - to ter -ra noi vi - viam sem - pre là noi si stà sem - pre<br />
®<br />
œ œ # œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
là<br />
œ<br />
là<br />
œ<br />
? œ<br />
°<br />
23<br />
23<br />
23<br />
&<br />
&<br />
& ‰<br />
?<br />
Œ<br />
˙<br />
°<br />
‰ j<br />
œ<br />
‰<br />
j<br />
œ ‰<br />
j<br />
œ ‰<br />
œ ‰<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
®<br />
œ bœ œ<br />
œ<br />
œ<br />
j U<br />
œ ‰<br />
œ œ œ œ œ<br />
f espressivo œ<br />
j U œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
‰ ‰<br />
œ<br />
°<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
# œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ œ<br />
n œ œ<br />
‰<br />
molto espressivo e dolce<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ œ<br />
œ ‰<br />
r<br />
œ r<br />
œ<br />
œ<br />
r<br />
œ r<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
S<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ œ<br />
j j<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ œœ<br />
# # œ<br />
œ‰<br />
J<br />
œ‰<br />
J<br />
œ œ<br />
j<br />
œ ‰<br />
j<br />
œ ‰<br />
‰ œ ‰<br />
‰œ œ ‰<br />
Con - su - mia-mo gli<br />
molto espressivo e dolce<br />
oc - chi la - vo - riam pic - ci - ni<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
Con - su - mia - mo gli oc - chi la - vo - riam pic - ci - ni<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
°<br />
‰<br />
œ<br />
‰<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
# œ<br />
j<br />
# œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ # œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
°<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ # œ œ<br />
œ # œ œ<br />
œ # œ œ<br />
œ ‰<br />
œ<br />
°<br />
œ ‰<br />
per i ba - loc - chi dei bam - bi - ni Con - su - mia -<br />
mo gli<br />
‰ j<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
# œ<br />
per i ba<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
# œ<br />
# œ<br />
œ # œ<br />
œ # œ<br />
- loc - chi dei bam - bi - ni Con - su - mia - mo gli<br />
˙œ<br />
œ<br />
Œ<br />
˙<br />
# œ<br />
# œ<br />
œœ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
˙œ<br />
.<br />
Œ<br />
˙<br />
j<br />
# œ<br />
j<br />
# œ<br />
# œ<br />
j<br />
# œ<br />
œœ<br />
#<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
Œ<br />
˙<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ œ œ<br />
p œ<br />
œ<br />
‰ ‰<br />
œ
Gnomi<br />
Pubblico<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
28<br />
28<br />
28<br />
33<br />
33<br />
33<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
38<br />
38<br />
38<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
œ œ<br />
oc - chi la - vo -riam pic - ci - ni<br />
per i ba - loc - chi per i ba -<br />
œ œ<br />
oc - chi la - vo -riam pic - ci - ni<br />
per i ba - loc - chi per i ba -<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ ‰<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
# œ<br />
j<br />
# œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ # œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
j<br />
œ J œ j j<br />
œ # œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ # œ œ<br />
œ # œ œ<br />
œ # œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰ œ ‰<br />
‰<br />
‰<br />
œ œ<br />
p<br />
œ<br />
œ<br />
#<br />
.<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ. œ œ # œ<br />
. œ .<br />
#<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
‰<br />
‰<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
R œ<br />
R œ<br />
œ. # œ œ .<br />
loc - chi dei bam - bi - ni Gno-mi sia - mo sot - to ter - ra noi vi - via -<br />
j<br />
œ J œ j<br />
œ<br />
j<br />
# œ<br />
loc - chi dei bam - bi - ni Gno-mi sia - mo sot - to ter - ra noi vi - via -<br />
œ œ . œœ . œ œ . œ œ .<br />
œ œ<br />
‰<br />
# œ<br />
ƒ<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
mo<br />
ƒ<br />
j<br />
œ ‰ Œ<br />
mo œ j<br />
œ œ œ<br />
J ‰ œ œœ<br />
f<br />
œ<br />
J Œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
‰<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
p<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
‰ œ .<br />
p œ<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
‰ Œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ .<br />
j<br />
œ<br />
><br />
œ.<br />
.<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ œ .<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ .<br />
œ. œ œ œ<br />
˙<br />
j<br />
œ .<br />
j<br />
œ .<br />
><br />
œ.<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ .<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ .<br />
œ. œ œ œ<br />
˙<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
# œ<br />
.<br />
˙<br />
˙<br />
Œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ .<br />
˙<br />
°<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
‰<br />
œ<br />
œ ‰<br />
J<br />
Gno - mi gno - mi sia - mo sot - to ter -<br />
ra<br />
j r<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
Gno - mi gno - mi sia - mo sot - to ter - ra<br />
‰ œ<br />
œ<br />
‰<br />
‰ b œ ‰<br />
bœ<br />
œ<br />
œ<br />
®<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ # œ œ œ<br />
‰ œ ‰<br />
j<br />
œ .<br />
j<br />
œ<br />
.<br />
œ œ j<br />
R J œ<br />
œ œ j<br />
R J œ<br />
®<br />
œ œ # œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
‰<br />
59
Gnomi<br />
Pubblico<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
60<br />
42<br />
42<br />
42<br />
46<br />
46<br />
46<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
&<br />
&<br />
&<br />
?<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ<br />
noi vi - viam noi si stà sem - pre là sem - pre là<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ<br />
noi vi - viam noi si stà sem - pre là sem - pre là<br />
®<br />
œ bœ œ<br />
œ œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
f<br />
n œ œ<br />
‰<br />
r<br />
œ œ<br />
noi si stà<br />
r<br />
œ<br />
œ œ œœ<br />
51<br />
&<br />
.<br />
œ œ. œ<br />
f<br />
? # œ<br />
œ<br />
œœ<br />
r<br />
œ œ<br />
noi si stà<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ ‰<br />
‰<br />
œ œ ‰<br />
œ.<br />
œ<br />
‰<br />
œ ‰<br />
j<br />
œ<br />
S<br />
r<br />
œ<br />
S<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
r<br />
œ r<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
S<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
r<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ<br />
f<br />
œ<br />
œ<br />
‰ œ ‰<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ r<br />
œ œ<br />
r<br />
œ r<br />
œ œ<br />
œ œ œ<br />
œ œ b<br />
œ<br />
r<br />
œ r<br />
œ<br />
œ<br />
r<br />
œ r<br />
œ<br />
œ<br />
Gno - mi gno - mi sia - mo sot - to ter -ra noi vi-viam ‰<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
<br />
œ<br />
‰ Œ U<br />
U<br />
‰<br />
b˙<br />
œ œ<br />
<br />
œ<br />
œ ‰ œ ‰<br />
j<br />
œ .<br />
b˙<br />
œ<br />
œ<br />
œ ‰<br />
r<br />
œ<br />
<br />
# ‰ œ<br />
œ œ<br />
n ‰<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
‰<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ j<br />
œ<br />
œ<br />
rit.<br />
œ<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
bœ<br />
J<br />
˙<br />
œ<br />
b œ<br />
˙<br />
u<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
U<br />
j<br />
œ œ<br />
<br />
œ œ œ œ Œ<br />
œ<br />
œ<br />
U<br />
œ<br />
Œ<br />
œ
Mus.<br />
Mus.<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
Musicista<br />
#<br />
&<br />
4<br />
#<br />
& 8<br />
6<br />
#<br />
&<br />
? #<br />
Andantino flebile<br />
8<br />
6<br />
8<br />
6<br />
œ œ œ<br />
J R<br />
œ<br />
R R<br />
4<br />
#<br />
& ‰<br />
œ œ<br />
? # œ.<br />
œ.<br />
#<br />
&<br />
7<br />
#<br />
&<br />
7<br />
? #<br />
#<br />
&<br />
10<br />
#<br />
&<br />
#<br />
&<br />
10<br />
? #<br />
œ<br />
J<br />
<br />
‰<br />
œ œ<br />
<br />
‰ œ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
R œ œ œ œ<br />
Risplende il bosco<br />
Œ. Œ œ œ<br />
Ri<br />
‰ œ œ ‰ œ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ<br />
J<br />
R œ<br />
œ<br />
R<br />
r<br />
œ<br />
œ j<br />
R<br />
œ<br />
- splen - de ri-splen-deil bos - co<br />
‰ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ<br />
œ<br />
‰ œ œ<br />
lu-mi-no-soin fior<br />
ri - don giu -li-vi i pra - ti dai bei fio - ri in-can-ta - ti<br />
R œ<br />
œ<br />
R<br />
r<br />
œ<br />
‰ œ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
R œ<br />
r<br />
œ<br />
R œ J œ<br />
J œ<br />
R œ<br />
‰ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
R<br />
œ œ œ.<br />
R R J<br />
œ<br />
‰ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
R œ r<br />
œ R œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
.<br />
J œ<br />
‰ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ<br />
R<br />
œ<br />
R<br />
r œ j<br />
œ œ<br />
# ‰<br />
œ œ<br />
Men - tre <strong>di</strong>-scen-de dol -ce-men - teil so - le co-me va - ria <strong>di</strong> co-lo - ri il<br />
‰ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
.<br />
œ œ<br />
œ<br />
J œ<br />
‰ œ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
.<br />
œ œ<br />
‰ œ œ ‰ œ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ œ<br />
R R<br />
.<br />
J œ<br />
‰ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ œ r<br />
R R œ J œ<br />
œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ<br />
J<br />
#<br />
œ<br />
J œ #<br />
‰ #<br />
œ # œ<br />
cie - lo e l'a - ria è pro -fu -ma -ta <strong>di</strong> vi - o - -<br />
le. Il<br />
‰<br />
œ<br />
n # œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
<br />
‰ #<br />
œ œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
.<br />
J œ<br />
‰ œ<br />
œ<br />
.<br />
r<br />
œ R œ<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
<br />
R œ<br />
œ<br />
R<br />
J œ<br />
‰ œ<br />
œ<br />
.<br />
J œ #<br />
# #<br />
œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
rall.<br />
œ. œ j<br />
œ<br />
(sempre a bocca chiusa)<br />
Œ. Œ j<br />
œ<br />
‰<br />
œ œ nœ<br />
rall.<br />
Ah!<br />
œ # œ<br />
‰ œ œ œ œ œ<br />
˙<br />
.<br />
61
62<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
Sap.<br />
Pubblico<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
Sap.<br />
#<br />
&<br />
13<br />
#<br />
&<br />
? #<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
sol che muor ci sa<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
J<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
13<br />
#<br />
& œ œ œ œ œ œ œ<br />
? #<br />
<br />
œ œ œ œ œ ‰<br />
œ .<br />
°<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ.<br />
.<br />
°<br />
œ<br />
#<br />
&<br />
16<br />
#<br />
&<br />
16<br />
#<br />
&<br />
? #<br />
#<br />
&<br />
16<br />
? #<br />
Œ. Œ j<br />
œ<br />
La<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ j<br />
œ<br />
j<br />
œ œ j<br />
œ<br />
œ œ j<br />
œ J œ œ œ œ<br />
- lu - ta an - co - ra!<br />
Il bo-sco ri-go-glio-sosem-bra œ œ œ<br />
J œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
‰<br />
œ .<br />
°<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ.<br />
.<br />
°<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
Ah!<br />
r<br />
œ œ œ<br />
R R r<br />
œ<br />
R œ R œ<br />
J œ<br />
œ<br />
J<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
œ œ<br />
‰<br />
œ .<br />
°<br />
œ œ œ œ<br />
œ œ œ<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ.<br />
.<br />
°<br />
sprizzi - lam - pi d'or! Il sol che muor ci sa - lu - ta an - co -<br />
ra!<br />
œ œ œ<br />
J œ<br />
œ œ j<br />
œ<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
‰<br />
œ .<br />
°<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ.<br />
.<br />
°<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
J œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
la la la la la<br />
œ<br />
œ<br />
J<br />
J œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
J<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
‰<br />
œ .<br />
°<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ.<br />
.<br />
°<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ j<br />
œ J œ<br />
R œ<br />
œ œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
r<br />
œ œ<br />
la la la la la la la<br />
œ œ j<br />
œ J œ œ œ œ<br />
œ œ œ<br />
J œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
‰<br />
œ .<br />
°<br />
œ ‰<br />
œ<br />
œ.<br />
.<br />
°<br />
œ
Pubblico<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
Sap.<br />
Mus.<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
#<br />
&<br />
19<br />
#<br />
&<br />
19<br />
#<br />
&<br />
? #<br />
#<br />
&<br />
19<br />
? #<br />
#<br />
&<br />
21<br />
r<br />
œ<br />
r<br />
œ<br />
<br />
œ<br />
J<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
R œ<br />
r<br />
œ<br />
R œ<br />
R œ<br />
œ<br />
J<br />
la la la la la la la la la<br />
r<br />
œ<br />
œ<br />
R<br />
R œ<br />
r<br />
œ<br />
R œ<br />
R œ<br />
œ<br />
J<br />
Il bo -sco ri - go -glio -so sem - bra sprizzi - lam - pi d'or!<br />
rall.<br />
œ<br />
Ah!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
œ J œ œ<br />
Plun! plun! Plun! plun!<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ<br />
œ œ œ<br />
‰<br />
œ .<br />
œ ‰<br />
œ .<br />
œ<br />
°<br />
°<br />
œ<br />
Più mosso<br />
#<br />
& 4<br />
#<br />
&<br />
2<br />
4 2<br />
21<br />
Œ<br />
f<br />
j<br />
œ ‰<br />
#<br />
&<br />
26<br />
#<br />
&<br />
#<br />
&<br />
26<br />
? #<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
J œ<br />
J œ<br />
œ œ œ<br />
r<br />
œ R œ<br />
j<br />
œ J œ U<br />
œ.<br />
la la la la la<br />
r<br />
œ R œ<br />
j<br />
œ J œ U<br />
œ.<br />
U<br />
œ œ œ œ<br />
œ.<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
œU .<br />
Plun! plun! Plun!<br />
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ U<br />
rall.<br />
‰ œ ‰ œ U<br />
Tut - to vuo-leu - nir -sial co - ro che qui can -ta al - le -groin sè Ev - vi - va, ev-<br />
j<br />
j<br />
j<br />
j<br />
œ<br />
b œ bœ<br />
b œ nœ<br />
b œ bœ<br />
J Œ J Œ J Œ J ˙<br />
œ. J œ b ‰ œ<br />
J<br />
œ ‰<br />
œ ‰<br />
J<br />
bœ<br />
j<br />
bœ<br />
j<br />
œ œ<br />
‰<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
b œ ‰<br />
J<br />
nœ<br />
j<br />
œ<br />
‰<br />
j<br />
œ œ<br />
‰<br />
œ ‰<br />
J<br />
œ .<br />
°<br />
j<br />
œ<br />
bœ<br />
j<br />
bœ<br />
œ œ<br />
J<br />
œ .<br />
°<br />
‰<br />
œ<br />
J<br />
‰ J œ b ‰ ?<br />
bœ<br />
.<br />
b<br />
b<br />
˙<br />
f<br />
b˙<br />
&<br />
j<br />
b œ ‰ j<br />
œ<br />
vi - va, ev - vi-vail nuo-vo Re. Tut-to vuo-leu - nir-sial co - ro che qui can-ta al-<br />
b ˙<br />
bb˙<br />
<br />
-<br />
a<br />
œ<br />
b<br />
b œ<br />
œ J œ œ J œ<br />
<br />
-<br />
œ<br />
œ<br />
.<br />
˙<br />
˙<br />
b˙<br />
<br />
f œ<br />
œ<br />
˙<br />
f<br />
Œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
Tut-to vuo-leu - nir-sial co - ro che qui can-ta al-<br />
><br />
><br />
j<br />
œ ‰<br />
œ<br />
bœ<br />
bœ<br />
><br />
bb˙˙<br />
b˙<br />
Œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
><br />
j<br />
bœ<br />
‰<br />
bœ<br />
nœ<br />
nœ<br />
><br />
an<br />
n˙<br />
Œ<br />
j<br />
œ œ<br />
j<br />
œ œ<br />
><br />
j<br />
œ ‰<br />
œ<br />
4 2<br />
4 2<br />
4 2<br />
j<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
63
Pubblico<br />
64<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
Pubblico<br />
Mus.<br />
Fate<br />
Gnomi<br />
#<br />
&<br />
32<br />
#<br />
&<br />
32<br />
#<br />
&<br />
#<br />
&<br />
32<br />
? #<br />
#<br />
&<br />
37<br />
#<br />
&<br />
37<br />
#<br />
&<br />
bœ<br />
<br />
œ œ<br />
J<br />
J œ<br />
le - groin sè Ev - vi - va, ev - vi - va!<br />
Il nuo - vo<br />
bœ<br />
><br />
b<br />
bb<br />
b˙<br />
Œ<br />
Œ<br />
Œ<br />
œ œ<br />
J<br />
J œ<br />
le - groin sè Ev - vi - va, ev - vi - va!<br />
Œ<br />
37<br />
#<br />
& bb<br />
b˙<br />
ƒ<br />
? # b<br />
˙<br />
><br />
j<br />
bœ<br />
bœ<br />
‰<br />
<br />
nœ . œ<br />
nœ . œ<br />
><br />
n<br />
nn<br />
n˙<br />
Œ<br />
j<br />
œ bœ J œ b<br />
Il nuo - vo<br />
j<br />
œ bœ J œ b<br />
Il nuo -<br />
vo<br />
j<br />
bœ<br />
bœ<br />
bœ<br />
J<br />
Il nuo - vo<br />
><br />
j<br />
nœ<br />
‰<br />
nœ<br />
œ<br />
J<br />
œ<br />
J<br />
b˙.<br />
Re!<br />
˙<br />
ƒ<br />
.<br />
Re!<br />
ƒ<br />
bb˙<br />
.<br />
b˙.<br />
ƒ<br />
Re!<br />
˙<br />
˙<br />
<br />
# œ.<br />
œ.<br />
# œ.<br />
œ.<br />
><br />
# #<br />
# ˙<br />
Œ<br />
><br />
j<br />
œ ‰<br />
œ<br />
Œ<br />
Œ<br />
Œ<br />
b<br />
˙<br />
ƒ<br />
b<br />
˙<br />
.<br />
˙<br />
˙.<br />
˙.<br />
˙.<br />
˙<br />
˙<br />
J œ b œ<br />
œ<br />
J<br />
Il nuo - vo<br />
J œ b œ<br />
j<br />
œ<br />
bœ<br />
œ<br />
J<br />
j<br />
œ<br />
Il nuo - vo<br />
.<br />
œ<br />
œ.<br />
œ.<br />
œ.<br />
.<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
Re!<br />
.<br />
œ<br />
Re!<br />
bœ<br />
.<br />
Re!<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
J ‰‰<br />
œ<br />
J ‰‰<br />
œ‰‰<br />
J<br />
œ<br />
j<br />
œ Œ<br />
J<br />
J œ<br />
œ<br />
J<br />
‰<br />
œ ‰<br />
J<br />
Œ<br />
Œ<br />
‰<br />
.<br />
œ ‰
I Sapienti<br />
Affé, affé, affé,<br />
voi ci date un gran bel re!<br />
È superbo!<br />
Tutti (ripetono meravigliati)<br />
È superbo!<br />
I Sapienti<br />
È cattivo!<br />
Tutti (c.s.)<br />
È cattivo!<br />
I Sapienti<br />
Ed inoltre nientemeno!<br />
Non sa leggere nemmeno!<br />
Mentre il saggio venerato<br />
che da tutti è rispettato<br />
lo ammoniva,<br />
Maghi, Fate inorri<strong>di</strong>te,<br />
Ciottolino lo ha picchiato!<br />
Tutti (esterrefatti)<br />
Quale orror!<br />
Ciottolino tra<strong>di</strong>tor!<br />
Magistrati vi avanzate<br />
Ciottolino giu<strong>di</strong>cate!<br />
(Entrerà in scena un Giu<strong>di</strong>ce seguito da<br />
due minuscoli Magistrati nel costume<br />
tra<strong>di</strong>zionale).<br />
Il Giu<strong>di</strong>ce<br />
Si darò, darò la sentenza<br />
con rigore e coscienza!<br />
Ciottolino (con angoscia)<br />
Cosa sarà <strong>di</strong> me,<br />
già tremo tutto.<br />
Tutti<br />
Silenzio – il Giu<strong>di</strong>ce sta per parlare!<br />
Il Giu<strong>di</strong>ce<br />
Ogni notte<br />
a mezzanotte<br />
qui nel Bosco<br />
<strong>di</strong> Bistorco<br />
passa l’Orco.<br />
Ad un albero fatato<br />
Ciottolin sarà legato –<br />
Tutti noi si partirà,<br />
così l’Orco a mezzanotte,<br />
Ciottolino mangerà!<br />
Tutti<br />
La condanna è meritata!<br />
Ciottolino (quasi piangendo)<br />
Mamma, babbo, qui venite!<br />
(Ciottolino viene legato ad un albero<br />
dagli gnomini che lo assicureranno bene<br />
alla pianta, avvolgendolo con una esagerata<br />
lunghissima matassa <strong>di</strong> corda).<br />
Ciottolino (implorante)<br />
Non lasciatemi qui solo,<br />
non andate tutti via,<br />
(<strong>di</strong>speratamente)<br />
sorellina, sorellina,<br />
vieni a farmi compagnia!<br />
(Si fa notte, Ciottolino piange e ha paura).<br />
(Tutto il popolo si avvicina a Ciottolino legato<br />
all’albero e prima <strong>di</strong> allontanarsi gli<br />
grida minaccioso:)<br />
Tutti<br />
In bocca all’Orco!!!<br />
(Fuggono tutti precipitosamente. Il<br />
bosco si è fatto nero, nero. Il popolo allontanandosi<br />
manda voci simili a sibili <strong>di</strong><br />
vento che si perdono paurosamente nella<br />
notte. Ciottolino è solo, legato all’albero<br />
65
e la notte è nera! Allora la luna quasi<br />
avesse compassione <strong>di</strong> lui esce ad illuminare<br />
tutto. Ciottolino rimane come avvolto<br />
in un’onda <strong>di</strong> raggi bianchi).<br />
Ciottolino<br />
Sono qui, solo, solo.<br />
Non c’è nessuna<br />
persona che m’aiuti,<br />
son solo con la luna.<br />
(Una minuscola Fata esce cauta dal palazzo<br />
e si appressa a Ciottolino per consolarlo.<br />
Dopo aver asciugate le lacrime a<br />
Ciottolino si ritrae desolata).<br />
(La visione improvvisamente sparisce. Si<br />
ode battere la mezzanotte. Ciottolino<br />
trema tutto. Si ode un rumore <strong>di</strong> passi<br />
e <strong>di</strong> catene che si avvicina… Ciottolino è<br />
atterrito… La luna si è nascosta <strong>di</strong>etro<br />
un cerchio <strong>di</strong> nuvole oscure. La notte è<br />
tremenda. L’Orco si avvicina. Si proietta<br />
sulla scena una luce rossastra vivissima.<br />
Sibili <strong>di</strong> vento… gran frastuono <strong>di</strong> catene.<br />
Appare l’Orco brutto tremendo<br />
con gli occhi luminosi <strong>di</strong> fuoco. Egli muggisce<br />
e si arrota continuamente i denti<br />
con un pezzo <strong>di</strong> pietra nera; quando li ha<br />
arrotati, li fa scricchiolare forte forte.<br />
È armato <strong>di</strong> un lungo coltellaccio. Grande<br />
urlo <strong>di</strong> Ciottolino!).<br />
L’Orco<br />
Sono l’Orco,<br />
brutto, sporco,<br />
a bocconcini<br />
mangio i bambini!<br />
Le braccia, le gambe,<br />
con bravo contorno,<br />
le mangio ogni giorno<br />
e serbo le teste<br />
66<br />
soltanto alle feste.<br />
Squarto, ammazzo,<br />
spello, uccido<br />
e me la rido.<br />
Squarta, ammazza,<br />
uccide e spella<br />
poi l’Orco frigge<br />
nella padella!<br />
(L’Orco balla e ride e fa scricchiolare i<br />
denti).<br />
Fo le miglia a notte buia<br />
per me i bimbi son Gianduia,<br />
son confetti<br />
i bimbetti!<br />
Se il bambino è grande e grosso<br />
prima occorre levar l’osso,<br />
e se è biondo color d’oro,<br />
è eccellente al pomodoro!<br />
Chi ha la carne grassa e bella<br />
eccellente è in gratella,<br />
ed ancora te lo lodo<br />
se vuoi prendere un buon brodo.<br />
Questi sono i vari mo<strong>di</strong><br />
come cuocio i bimbi nu<strong>di</strong><br />
ma del resto<br />
son buonissimi anche cru<strong>di</strong>.<br />
Sono l’Orco<br />
brutto, sporco,<br />
sono l’Orco!<br />
Ciottolino (con angoscia)<br />
Oh! Poveretto me<br />
come mi mangerà?<br />
L’Orco (con voce cavernosa)<br />
Chi si lamenta là? (si volge e vede<br />
Ciottolino)<br />
Ciottolino<br />
Caro orchino, sii pietoso!
L’Orco<br />
Un bambino?<br />
Che boccone delizioso.<br />
(comincia a saltellargli intorno dalla<br />
gioia, facendo versi strani)<br />
Bellino,<br />
carino,<br />
che buon<br />
bocconcino!<br />
È troppo<br />
per me,<br />
è degno<br />
d’un re!<br />
Ciottolino (smaniando implora pietà)<br />
Orco perdono, non mi mangiare!<br />
Buona fatina, fammi scappare!<br />
L’Orco<br />
(sempre muovendosi stranamente si allontana<br />
come per prendere la rincorsa,<br />
poi:)<br />
Or più a lungo non s’indugi,<br />
questo bimbo si trangugi!<br />
(Grande urlo <strong>di</strong> terrore <strong>di</strong> Ciottolino.<br />
L’Orco si slancia su <strong>di</strong> lui brandendo il<br />
coltello. Oscurità completa. Cambiamento<br />
<strong>di</strong> scena).<br />
Quadro II<br />
La scena come al primo quadro. È l’alba.<br />
Ciottolino si trova nel suo lettino, nella<br />
sua stanzetta, dove la mamma lo aveva<br />
lasciato la sera avanti. Il Paese delle<br />
Fate, l’Orco, tutto non era stato che un<br />
sogno: le Fate non esistono bimbetti<br />
cari, altro che nella vostra immaginazione<br />
e nelle novelle dei nonni. Ora<br />
spunta il giorno, la mamma ha u<strong>di</strong>to gridare<br />
Ciottolino che sognava ed è corsa<br />
a lui temendo che si sentisse male.<br />
Ciottolino (dal lettino, spaventato)<br />
Mamma, l’Orco è già venuto,<br />
Mamma, nonno, mamma aiuto!<br />
La mamma (accorrendo)<br />
Cosa gri<strong>di</strong>?… Che cos’hai?<br />
Ciottolino (in preda alla visione dell’Orco)<br />
O mamma mamma, per carità<br />
se non lo scacci mi mangerà!<br />
Arrota i denti<br />
tutti i momenti.<br />
Eccolo là!<br />
Guarda che salti<br />
guarda quel gesto!<br />
Ora mi prende<br />
se non fai presto!<br />
La mamma (rassicurandolo)<br />
Cosa gri<strong>di</strong> che ti spaventa!<br />
Ciottolino (insistendo)<br />
Ma c’è l’Orco che si avventa!<br />
Il nonno (accorrendo)<br />
Cosa gri<strong>di</strong>, Ciottolino?<br />
Ciottolino<br />
Dove son?<br />
Nina (accorrendo anch’essa)<br />
Nel tuo lettino!<br />
Ciottolino<br />
Ma le Fate, quando m’hanno incoronato?<br />
La mamma<br />
... Hai sognato.<br />
67
Il nonno<br />
Guarda su, dov’è l’Orco...<br />
Ciottolino (guarda invece sotto il lettino<br />
con mossa rapida e infantile)<br />
Non c’è più!<br />
La mamma (con affettuosità)<br />
Oh! Mio bimbo spaventato!<br />
Ciottolino<br />
Il babbo?<br />
La mamma<br />
È andato a lavorare.<br />
Senti la voce sua qui risuonare...<br />
(Si ode il dolce suono <strong>di</strong> una campana<br />
della Chiesuola del lontano villaggio. In<br />
lontananza odesi pure la voce del babbo<br />
e <strong>di</strong> alcuni lavoranti).<br />
68<br />
La voce del babbo e <strong>di</strong> alcuni conta<strong>di</strong>ni<br />
Insiem col sole usciamo la mattina<br />
quando la luna va <strong>di</strong>etro la collina,<br />
insiem col sole an<strong>di</strong>amo a riposare,<br />
quando la luna torna a illuminare.<br />
(Il coro andrà via via <strong>di</strong>leguandosi. Ora<br />
il nonno stringendo a sé i due bambini<br />
canta ancora il ritornello:<br />
Il nonno (rievocando)<br />
Come uno e due fa tre<br />
Ciuffettino è fatto re!<br />
Ciottolino, Nina e Coro del pubblico<br />
(facendogli eco)<br />
Come uno e due fa tre<br />
Ciuffettino è fatto re!<br />
(E la tela cade. La fiaba è finita).
IL DISCO<br />
Selezione da Ciottolino <strong>di</strong> Luigi Ferrari Trecate<br />
● [1] Prelu<strong>di</strong>o all’atto I<br />
● [2] «Nel paese <strong>di</strong> Valontàn – Come uno e due fa tre»<br />
● [3] «Gaie e vispe siam fatine»<br />
● [4] «Prenderò una sgridata – Fortunato chi ha picchiato – Tempo fa morì il re»<br />
● [5] «Gnomi Gnomi siamo - Eravam in una stanza»<br />
● [6] «Risplende il bosco»<br />
● [7] Valzer delle fatine<br />
● [8] «In bocca all’Orco – Sono qui, solo, solo»<br />
● [9] «Io son l’Orco brutto e sporco»<br />
● [10] «Come uno e due fa tre» (finale)<br />
Esercizi per i cori del pubblico<br />
Basi musicali cantate<br />
● [11] «Nel paese <strong>di</strong> Valontàn»<br />
● [12] «Come uno e due fa tre»<br />
● [13] «Gaie e vispe siam fatine»<br />
● [14] «Fortunato chi ha picchiato»<br />
● [15] «Tempo fa morì il re»<br />
● [16] «Gnomi Gnomi siamo»<br />
● [17] «Risplende il bosco»<br />
Basi strumentali<br />
● [18] «Nel paese <strong>di</strong> Valontàn»<br />
● [19] «Come uno e due fa tre»<br />
● [20] «Gaie e vispe siam fatine»<br />
● [21] «Fortunato chi ha picchiato»<br />
● [22] «Tempo fa morì il re»<br />
● [23] «Gnomi Gnomi siamo»<br />
● [24] «Risplende il bosco»<br />
69
PROPOSTE OPERATIVE<br />
LABORATORIO TEATRALE «GLI ORCHI DELLA SOLITUDINE»<br />
<strong>di</strong> Marco Bricco (Compagnia Teatrale Stilema/Unoteatro, <strong>Torino</strong>)<br />
La pratica del teatro come allenamento alla vita<br />
«Il teatro non è archeologia. […]. Perché l’opera d’arte, in teatro, non è più il lavoro<br />
<strong>di</strong> uno scrittore, che si può sempre del resto in altro modo salvaguardare, ma un atto<br />
<strong>di</strong> vita da creare, momento per momento, sulla scena, col concorso del pubblico, che<br />
deve bearsene» 1 . E se questo è vero per i professionisti del teatro, lo è ancora <strong>di</strong> più<br />
per i bambini che compiono ogni giorno atti <strong>di</strong> vita nei loro giochi <strong>di</strong> finzione, <strong>di</strong>ventando<br />
pubblico <strong>di</strong> se stessi beandosi <strong>di</strong> quanto, quei giochi, aprano loro le porte della<br />
vita stessa.<br />
Riflessioni sull’importanza della pratica del teatro, nello sviluppo<br />
formativo del bambino 2<br />
L’idea <strong>di</strong> partenza è semplice: proporre un’esperienza teatrale ai bambini significa,<br />
prima <strong>di</strong> tutto, partire dal bambino stesso e dalla sua spontanea teatralità. Una teatralità<br />
<strong>di</strong> natura istintiva che, guidata dall’adulto competente, potrà essere valorizzata<br />
e arricchita attraverso un uso consapevole della grammatica espressiva <strong>di</strong> cui il<br />
teatro è portatore, secondo un principio che consideri la tecnica al servizio dell’invenzione,<br />
le regole del linguaggio al servizio del senso del <strong>di</strong>scorso. Un teatro, dunque,<br />
che progetti <strong>di</strong> essere a misura <strong>di</strong> bambino.<br />
Questa prospettiva richiede al teatro una scelta precisa: mettere in <strong>di</strong>scussione se<br />
stesso per confrontarsi con la sensibilità infantile. Non si tratta, naturalmente, <strong>di</strong><br />
tra<strong>di</strong>re la sua natura più profonda, semmai <strong>di</strong> riscoprirla e poi partire da essa per interrogarsi<br />
su cosa significhi parlare <strong>di</strong> “attore”, “testo”, “personaggio”, “spettacolo”,<br />
“spazio scenico”, “costume”, “musica”, “luce” quando si fa riferimento a un teatro<br />
fatto dai bambini.<br />
Tale scelta, per molti aspetti, ribalta la prospettiva in<strong>di</strong>cata dai modelli culturali <strong>di</strong><br />
comune riferimento. L’idea tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> teatro fatta <strong>di</strong> palcoscenici, sipari, attori<br />
e testi scritti da un autore non costituisce più il punto <strong>di</strong> partenza unico e in<strong>di</strong>scuti-<br />
1 Luigi Pirandello, Introduzione al teatro italiano, in Storia del teatro italiano, a cura <strong>di</strong> Silvio D’Amico,<br />
Bompiani, Milano, 1<strong>93</strong>6<br />
2 Le riflessioni che seguono fanno riferimento a quanto scritto dall’autore, in modo più articolato ed approfon<strong>di</strong>to,<br />
nella parte teorica del suo libro Alfabeto <strong>Teatro</strong> pubblicato nel novembre 2001 dalle E<strong>di</strong>zioni<br />
Erickson, nel quale si potranno trovare anche un gran numero <strong>di</strong> attività pratiche ispirate ai principi descritti.<br />
71
ile, ma è soltanto una delle strade possibili, importante perché più frequentata, ma<br />
pur sempre una delle tante.<br />
Fondamentale è invece l’approccio del bambino al gioco <strong>di</strong> finzione, le sue strategie,<br />
il rapporto che riesce a creare con la realtà attraverso questo tipo <strong>di</strong> esperienza, il<br />
piacere che prova e lo spessore emotivo <strong>di</strong> ciò che vive, evitando, però, <strong>di</strong> confondere<br />
il “teatro a scuola” con una “scuola <strong>di</strong> teatro”.<br />
Questo approccio al teatro si ispira all’idea che i <strong>di</strong>versi linguaggi artistici, e in particolare<br />
quelli dello spettacolo dal vivo, al <strong>di</strong> là della loro specifica natura o dei loro<br />
tratti caratterizzanti, al <strong>di</strong> là delle <strong>di</strong>fferenti abilità tecniche che si potranno poi<br />
sviluppare, appartengono a ogni uomo in quanto in<strong>di</strong>viduo dotato, per sua natura, <strong>di</strong><br />
una capacità percettiva plurisensoriale, <strong>di</strong> una elaborazione emotiva infinitamente<br />
variegata, <strong>di</strong> una globalità espressiva che è già da sola contenitore e contenuto delle<br />
<strong>di</strong>verse forme d’arte, <strong>di</strong> un desiderio <strong>di</strong> comunicazione istintivo in grado <strong>di</strong> elaborare<br />
messaggi non solo legati ai bisogni primari, ma anche alla rappresentazione del proprio<br />
immaginario nel mondo reale.<br />
I <strong>di</strong>versi linguaggi artistici, prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare percorsi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o specifico o scelta<br />
professionale, appartengono alla natura umana e si ritrovano, a livello più o meno istintivo,<br />
nelle condotte espressive che ognuno mette in atto. E questo significa non solo<br />
sostenere l’idea che l’arte sia <strong>di</strong> tutti, ma anche e soprattutto che tutti possano trovare<br />
modalità proprie per esprimere se stessi, o la propria visione del mondo, attraverso<br />
la <strong>di</strong>mensione artistica.<br />
Certo questo significa considerare come fondamentale una metodologia operativa che<br />
incoraggi i bambini a essere protagonisti dell’esperienza artistica, sia nei suoi aspetti<br />
più istintivi che nella progressiva acquisizione <strong>di</strong> abilità e tecniche specifiche, sia<br />
nelle forme che nei contenuti.<br />
In questa prospettiva, saranno proprio i linguaggi artistici a incontrare inizialmente<br />
le capacità espressive presenti naturalmente in ogni persona e a plasmarsi attorno a<br />
esse. Mentre successivamente – e con la gradualità necessaria – si potrà poi operare<br />
in modo che quella stessa istintività riesca a trovare, nell’incontro con la tecnica e la<br />
grammatica specifica <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> essi, le strade più consone per strutturarsi al meglio,<br />
secondo un percorso che partendo dalla presa <strong>di</strong> coscienza delle proprie capacità,<br />
giunga alla conoscenza e alla sperimentazione pratica degli strumenti necessari per<br />
esprimere al meglio il proprio pensiero.<br />
E il riferimento va evidentemente a una metodologia che proponga un approccio <strong>di</strong> lavoro<br />
in grado <strong>di</strong> tenere nel massimo conto la natura dei partecipanti, vale a <strong>di</strong>re dei<br />
referenti ultimi dei percorsi proposti e, <strong>di</strong> conseguenza, le caratteristiche del loro<br />
specifico percorso <strong>di</strong> crescita. Una metodologia fondata su <strong>di</strong> un approccio lu<strong>di</strong>co e<br />
coinvolgente, dove il gioco va inteso come uno strumento <strong>di</strong> conoscenza primario per<br />
tutti, che si parli del bambino o dell’adulto. E dove si considerano “lu<strong>di</strong>cità” e “coinvolgimento”<br />
come elementi strettamente legati alla natura <strong>di</strong> ogni linguaggio artistico<br />
o, meglio, come appartenenti alla morfologia stessa dell’espressione artistica.<br />
Siamo convinti, dunque, che i <strong>di</strong>versi linguaggi artistici, in quanto espressione della<br />
sensibilità e dell’immaginario dell’uomo, siano parte fondamentale e necessaria dello<br />
72
sviluppo, della formazione e dell’esperienza <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> ogni singolo in<strong>di</strong>viduo, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dall’età, dal sesso, dalla razza, dalla cultura e dal ceto sociale a cui egli appartiene.<br />
Allo stesso modo, siamo convinti che coltivare l’idea <strong>di</strong> un’educazione al bello o,<br />
per meglio <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> un’educazione alla percezione del bello che nasca dall’ascolto, dall’osservazione<br />
e dalla conoscenza delle opere della natura e dei gran<strong>di</strong> artisti contemporanei<br />
e del passato, possa contribuire a dare una visione positiva della vita, possa stimolare lo<br />
sviluppo e la coscienza delle proprie capacità e della propria autostima, possa aiutare<br />
ogni in<strong>di</strong>viduo a una più attenta riflessione sui valori civili e morali dell’esistenza, possa<br />
sostenere la persona nelle <strong>di</strong>namiche relazionali che sottendono la vita <strong>di</strong> ogni giorno.<br />
E se la pratica del teatro, così come quella <strong>di</strong> ogni altro linguaggio artistico, si muove in<br />
questa <strong>di</strong>rezione, va anche detto che ci sono alcuni principi car<strong>di</strong>ne da non <strong>di</strong>menticare.<br />
Il teatro come occasione <strong>di</strong> relazione<br />
Cominciamo col mettere da parte, almeno per un po’, l’idea che si possa pensare al<br />
teatro solo come spettacolo e proviamo a recuperare un elemento altrettanto importante<br />
della sua natura originaria: il suo essere una forma <strong>di</strong> espressione e <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Il teatro, infatti, nasce anche come forma <strong>di</strong> espressione interna al gruppo che lo<br />
produce, come frutto <strong>di</strong> una comunità che si rivolge a se stessa raccontando la propria<br />
visione del mondo, fatta <strong>di</strong> sogni e <strong>di</strong> paure, <strong>di</strong> fantasie e <strong>di</strong> voglia <strong>di</strong> conoscere la realtà<br />
in cui vive. E poi, visto che si fonda sul meccanismo della finzione, sposta la comunicazione<br />
in uno spazio <strong>di</strong>verso del reale, uno spazio fantastico che è strettamente<br />
legato a chi partecipa alla finzione stessa. Nello spazio del teatro, dunque, si può raccontare<br />
se stessi fingendo <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> altri; si può giocare con i propri vissuti, persino<br />
con i più drammatici, essendo sostenuti dalla forza e dalla leggerezza del “far<br />
finta <strong>di</strong>”.<br />
Se lo pensiamo in questo modo, lo spazio della finzione teatrale <strong>di</strong>venta, prima <strong>di</strong><br />
tutto, un luogo protetto <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong> relazione con gli altri e con la realtà in<br />
cui si vive o, meglio, un luogo <strong>di</strong> conoscenza, dove poter condurre le proprie esperienze<br />
per appropriarsi del mondo, per mettersi alla prova, per misurare le gioie e i dolori<br />
dello stare insieme ai compagni: un modo, spesso piacevole e <strong>di</strong>vertente, per crescere<br />
allenandosi alla vita. Ed è uno spazio molto particolare, composto da almeno quattro<br />
tasselli importanti per la formazione del bambino.<br />
1. Uno spazio per il confronto<br />
Il teatro è combattimento. Sulla scena avvengono almeno due tipi <strong>di</strong> scontri. Quello<br />
interno alla vicenda, alla trama; e quello fisico tra gli attori che interpretano i personaggi.<br />
Il teatro, dunque, ha bisogno del conflitto per crescere, per svilupparsi, per<br />
prendere forma: è parte in<strong>di</strong>ssolubile della sua natura.<br />
Questo elemento, comune alle <strong>di</strong>namiche relazionali, ha sviluppi interessanti per ciò<br />
73
che riguarda il rapporto con i coetanei e con gli adulti o, in generale, per tutto ciò<br />
che riguarda la scoperta e l’affermazione <strong>di</strong> sé.<br />
Ogni relazione ha bisogno del conflitto. E anche il bambino non può farne a meno per<br />
crescere, per prendere coscienza <strong>di</strong> sé, per misurarsi con la realtà che lo circonda e<br />
capirla meglio.<br />
Nel teatro il confronto si proietta nella finzione scenica. Se si guarda agli inevitabili<br />
conflitti <strong>di</strong> tutti i giorni, la loro trasposizione nel gioco teatrale può <strong>di</strong>ventare un<br />
utile strumento per rivivere, con il necessario <strong>di</strong>stacco e con un po’ più <strong>di</strong> serenità e<br />
gioia, le complesse <strong>di</strong>namiche del reale, aiutando il bambino a prenderne coscienza, a<br />
conoscerne meglio la natura e, anche, a superarle.<br />
2. Uno spazio neutrale<br />
Le relazioni che si vanno creando con i coetanei e gli adulti si sviluppano nel quoti<strong>di</strong>ano<br />
misurandosi con i problemi e le sod<strong>di</strong>sfazioni <strong>di</strong> ogni giorno. Talvolta generano sofferenza,<br />
talvolta gioia, con un andamento impreve<strong>di</strong>bile che può arricchire o deludere,<br />
dove il peso <strong>di</strong> ruoli e bisogni <strong>di</strong>fferenti crea spesso rapporti <strong>di</strong> forza più o meno sbilanciati.<br />
Il teatro, invece, può essere considerato uno spazio neutro, nel quale ognuno può giocare<br />
il ruolo che preferisce e persino ribaltare ciò che accade ogni giorno, lasciando<br />
tutto lo spazio che desidera alle proprie fantasie. Come ci insegna l’antico ruolo sociale<br />
del Carnevale, all’interno della finzione teatrale la relazione può azzerarsi e lasciare<br />
spazio a ogni possibile stravolgimento: proprio per questo il teatro <strong>di</strong>venta<br />
un’ideale zona franca, nella quale il bambino può rigiocare se stesso e il suo rapporto<br />
con il mondo.<br />
3. Uno spazio per l’incontro.<br />
Il teatro <strong>di</strong> cui stiamo parlando, inteso come spazio neutrale del confronto, <strong>di</strong>venta<br />
allora luogo privilegiato per incontrarsi. E se confrontarsi sul terreno della finzione<br />
teatrale vuol <strong>di</strong>re mitigare il conflitto, se agire in una zona <strong>di</strong> neutralità significa<br />
poter ricreare la relazione, incontrarsi nei confini del teatro costituisce un modo per<br />
riscoprirsi.<br />
La riscoperta reciproca è una componente in<strong>di</strong>spensabile alla relazione, perché rinnova<br />
costantemente il rapporto.<br />
Il linguaggio teatrale non solo permette <strong>di</strong> parlarsi in modo <strong>di</strong>verso, ma mette le persone<br />
sotto una nuova luce, valorizzandone i lati più nascosti e spesso sconosciuti del<br />
carattere. Osservare i bambini, e anche gli adulti, in tale contesto significa spesso<br />
provare l’emozione e lo stupore che ogni scoperta porta con sé. È la partecipazione<br />
alla finzione, la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> un processo creativo in atto, che incoraggia la persona<br />
a lasciarsi andare al piacere dell’esperienza, con risultati spesso impreve<strong>di</strong>bili e straor<strong>di</strong>nari.<br />
Il tempo del teatro <strong>di</strong>venta allora un tempo insieme, dove l’ascolto reciproco<br />
è reso più coinvolgente e magico proprio dal gioco <strong>di</strong> finzione.<br />
74
4. Uno spazio per il gioco<br />
Sappiamo bene quanto il gioco, e il piacere che ne deriva, costituiscano uno strumento<br />
<strong>di</strong> conoscenza primario per bambini e adulti. Non solo. Il fare <strong>di</strong>vertendosi fissa nella<br />
memoria ciò che si sperimenta, e crea forti motivazioni per proseguire l’esperienza. E<br />
questo è vero tanto sul piano cognitivo, che su quello affettivo.<br />
In più, il gioco facilita e sostiene la relazione, la rinnova continuamente facendo crescere<br />
il desiderio <strong>di</strong> proseguirla e svilupparla. È il <strong>di</strong>vertimento stesso che costituisce un potente<br />
veicolo <strong>di</strong> socializzazione, perché con<strong>di</strong>videre il piacere <strong>di</strong> una esperienza unisce,<br />
crea il gruppo.<br />
Quando poi il gioco <strong>di</strong>venta gioco <strong>di</strong> finzione, si aggiunge un ulteriore elemento <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento:<br />
il piacere <strong>di</strong> trasformare la propria realtà, costruendo liberamente il proprio<br />
mondo fantastico e partecipando a quello degli altri.<br />
Ecco, riflettere a fondo sul significato del fare teatro con i bambini e sui molti aspetti<br />
dell’intervento educativo toccati da questa attività, probabilmente ci avrebbe portato<br />
ben più lontano <strong>di</strong> quanto abbiamo fatto fin qui. Ma in un tempo complesso e veloce come<br />
quello che stiamo vivendo, credo sia bello pensare che esistano spazi dove potersi incontrare<br />
e confrontare, giocando con le proprie fantasie e andando al <strong>di</strong> là dei ruoli che<br />
ci si porta addosso tutti i giorni. Il teatro può <strong>di</strong>ventare uno <strong>di</strong> questi spazi, certo non<br />
per rifuggire o isolarsi dalla vita, ma per allenarsi ad affrontarla con più forza e determinazione,<br />
con più creatività e coscienza dei propri mezzi, anche quando si affrontano<br />
tematiche complesse, che toccano nel profondo la relazione con noi stessi e con gli altri.<br />
75
GIOCHIAMO CON CIOTTOLINO<br />
<strong>di</strong> Sabrina Saccomani<br />
Sono l’Orco brutto e sporco…<br />
La figura dell’ORCO, presente in molte fiabe europee, viene in genere presentata come<br />
una specie <strong>di</strong> mostro gigantesco dalle sembianze umane, peloso e con una grossa pancia,<br />
<strong>di</strong> solito crudele e “mangiatore” <strong>di</strong> bambini ma piuttosto stupido e, a volte, capace <strong>di</strong><br />
mutare forma.<br />
Così almeno lo conosciamo attraverso le fiabe <strong>di</strong> Charles Perrault e anche quello proposto<br />
dalla storia <strong>di</strong> Ciottolino non si <strong>di</strong>stacca da questo modello.<br />
La figura dell’orco che forse ti è più familiare, perché molto recente, è quella <strong>di</strong> Shrek,<br />
il protagonista dell’omonimo film che ha ironicamente ribaltato il ruolo storico dell’orco<br />
per assegnargli ad<strong>di</strong>rittura quello <strong>di</strong> principe azzurro!<br />
– Insieme alla maestra e ai tuoi compagni, prova ora a svolgere una piccola ricerca sulle<br />
fiabe classiche e moderne che vedono la presenza dell’orco e confronta poi le <strong>di</strong>verse<br />
caratteristiche fisiche e morali <strong>di</strong> questo strano personaggio.<br />
– Prova poi a <strong>di</strong>segnare il tuo orco “personale” e, se vuoi, descrivilo in poche righe <strong>di</strong><br />
testo. Per farlo, puoi utilizzare la pagina seguente!<br />
Disegna qui il tuo “orco”<br />
76
Descrizione<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
Sogni e… incubi!<br />
In fondo, la fiaba che vede Ciottolino protagonista è la narrazione <strong>di</strong> un brutto sogno,<br />
provocato a sua volta dal racconto della fiaba <strong>di</strong> Ciuffettino fatto re fatta dal nonno<br />
all’inizio dell’opera. Ti sarà certo capitato almeno una volta <strong>di</strong> aver fatto un brutto sogno<br />
e <strong>di</strong> esserti svegliato gridando come Ciottolino, magari dopo aver letto o visto in televisione<br />
storie <strong>di</strong> streghe, fantasmi, ecc.<br />
Prova a scrivere o raccontare a voce in classe un sogno che ti ha fatto particolarmente<br />
paura.<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
________________________________________________________________<br />
77
I giochi e i passatempi <strong>di</strong> Ciottolino<br />
All’inizio <strong>di</strong> Ciottolino, il protagonista e sua sorella Nina litigano mente giocano a ripiglino,<br />
un gioco che si esegue con una corda legata agli estremi e con la quale si formano figure,<br />
anche simboliche, servendosi delle <strong>di</strong>ta delle mani e dei pie<strong>di</strong>. Il gioco era ancora assai<br />
<strong>di</strong>ffuso nella prima metà del secolo scorso ma oggi è praticamente sconosciuto alla maggior<br />
parte dei bimbi. Partendo proprio da una ricerca su questo vecchio gioco, intervista<br />
nonni, zii, parenti e amici “<strong>di</strong> una certa età”, chiedendo loro <strong>di</strong> raccontarti e <strong>di</strong> spiegarti<br />
le regole <strong>di</strong> alcuni giochi della loro infanzia. Una volta raccolte tutte le informazioni,<br />
confrontale con quelle trovate dai tuoi compagni. Insieme, scegliete alcuni tra i giochi<br />
che vi sembrano più interessanti e coinvolgenti e provate a metterli in pratica! Rimarrete<br />
sorpresi <strong>di</strong> quanto ci si possa <strong>di</strong>vertire con poco!<br />
78
GIOCHI MUSICALI<br />
<strong>di</strong> Giovanna Piga<br />
Ti sei mai chiesto come nasce un’opera musicale? Si pensa spesso che un’opera nasca<br />
all’improvviso, come frutto <strong>di</strong> una folgorazione istantanea che porta il compositore a<br />
scrivere il lavoro “tutto d’un fiato”. Invece la realtà del lavoro compositivo è molto<br />
<strong>di</strong>versa, pur se con alcune eccezioni: infatti, osservando le pagine manoscritte dei<br />
gran<strong>di</strong> compositori, salteranno all’occhio tantissime cancellature, ripensamenti e mo<strong>di</strong>fiche<br />
avvenute in momenti <strong>di</strong>versi della stesura dell’opera. Una composizione musicale<br />
è formata da molte parti che il compositore riesce a miscelare sapientemente<br />
grazie a conoscenze approfon<strong>di</strong>te e ad anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o; ma quali sono queste conoscenze?<br />
Beh, partendo proprio dall’inizio, dobbiamo parlare del suono e delle sue caratteristiche<br />
primarie: intensità, timbro, altezza e durata. Ne hai mai sentito<br />
parlare? Forse no, ma non ti preoccupare perché adesso proveremo ad approfon<strong>di</strong>re<br />
l’argomento giocando…<br />
Il primo gioco che ti propongo è un gioco sull’intensità. Cos’è l’intensità? Diciamo che<br />
essa rappresenta il volume sonoro (un po’ come quando si alza il volume della ra<strong>di</strong>o) e si<br />
misura in decibel.<br />
Trova il tesoro<br />
Un bambino esce dalla classe, gli altri nascondono un oggetto (il tesoro) e, quando il bambino<br />
rientra, i compagni lo guidano verso l’oggetto aumentando l’intensità dei suoni, che<br />
possono essere prodotti battendo le matite sul banco o con altri strumenti (tamburi,<br />
maracas o legnetti) e gesti sonori (battendo le mani, ad esempio). Il crescendo in<strong>di</strong>ca<br />
l’avvicinamento all’oggetto, il <strong>di</strong>minuendo l’allontanamento. La classe dovrà essere molto<br />
attenta e concentrata su quello che fa il compagno “cercatore”: infatti, nel caso questi<br />
si allontanasse improvvisamente dal luogo dove è nascosto l’oggetto, i compagni dovranno<br />
repentinamente cambiare l’intensità del suono (da forte a piano e/o viceversa).<br />
Ora, invece, passiamo a un gioco sul timbro, che è l’insieme <strong>di</strong> qualità specifiche che caratterizzano<br />
la voce o il suono <strong>di</strong> uno strumento. Ti sei mai chiesto come fai a riconoscere<br />
la voce <strong>di</strong> un compagno al telefono? È perché ogni voce è <strong>di</strong>versa dalle altre, cioè<br />
cambia il timbro…<br />
La lancetta dell’orologio<br />
Ci si <strong>di</strong>spone in cerchio e ognuno ha uno strumento in mano. Un bambino sta al centro<br />
del cerchio, senza strumento. Si fanno uno o più giri <strong>di</strong> suoni (quin<strong>di</strong>, a turno, ognuno<br />
suonerà il proprio strumento ripassandone il nome e le caratteristiche), poi il bambino<br />
in centro verrà bendato e dovrà in<strong>di</strong>care un compagno con il suo braccio-lancetta: questi<br />
suonerà e il bambino bendato dovrà indovinare lo strumento che ha suonato. Chi indovina<br />
si scambia <strong>di</strong> posto con chi ha proposto il suono. Una variante per i più piccoli può con-<br />
79
sistere nel pronunciare semplicemente il nome del compagno bendato, che dovrà riconoscere<br />
chi lo ha chiamato per nome solo ascoltandone il timbro <strong>di</strong> voce, senza utilizzare<br />
gli strumenti.<br />
Adesso giochiamo con l’altezza dei suoni che, scientificamente parlando, <strong>di</strong>pende dalla<br />
frequenza delle vibrazioni e si misura in Hertz. Se hai presente la tastiera <strong>di</strong> un pianoforte<br />
saprai che i tasti a destra hanno un suono “alto” (se lo paragonassimo alla voce<br />
degli animali potrebbe essere la voce degli uccellini) e quelli a sinistra hanno un suono<br />
“basso” (come la voce <strong>di</strong> un elefante): nel linguaggio musicale questi suoni si chiamano<br />
acuti e gravi.<br />
Gli gnomi coraggiosi<br />
Si <strong>di</strong>segnano due alberi ai lati della lavagna e una linea <strong>di</strong>ritta che li collega a rappresentare<br />
la corda <strong>di</strong> un funambolo. Lo gnomo Gneo gioca a camminarci sopra (suono acuto),<br />
ma ogni tanto casca giù (suono grave). Disegna lo gnomo sopra e sotto la corda (puoi utilizzare<br />
dei colori <strong>di</strong>versi) e rappresenta la sua camminata con la voce, cambiandone l’altezza<br />
a seconda che si trovi sopra o sotto la corda.<br />
E infine parliamo della durata dei suoni, ovvero del tempo che essi occupano. Puoi provare<br />
a fare un esperimento cronometrandoti mentre emetti un suono vocale sulla consonante<br />
A: quella sarà la durata del tuo suono espressa in secon<strong>di</strong>.<br />
La linea del tempo<br />
Ognuno scelga un pennarello e immagini che la voce che esce dalla bocca sia il colore<br />
che esce da esso. Ora, ciascuno su un foglio e in contemporanea agli altri compagni,<br />
tracci un segno colorato lungo quanto il suo suono vocale sulla consonante A (finché dura<br />
il fiato): sicuramente tutti <strong>di</strong>segneranno delle righe <strong>di</strong> lunghezza <strong>di</strong>versa. Poi, proveremo<br />
a <strong>di</strong>segnare la linea rispettando dei tempi prestabiliti (potremmo <strong>di</strong>segnare una riga<br />
“lunga” 5 secon<strong>di</strong>, poi 7, 10 e così via): come sono adesso le linee?<br />
80
Cruciverba musicale<br />
Ora prova a cimentarti con questo cruciverba, ma solo se hai letto attentamente il fascicolo:<br />
infatti tutte le definizioni sono inerenti alla nostra opera o alla musica in generale.<br />
Attenzione, però: nelle caselle con l’asterisco (*) dovrai inserire la definizione in<br />
sillabe, come nell’esempio. Buon <strong>di</strong>vertimento!<br />
Orizzontali<br />
1. Il librettista <strong>di</strong> Ciottolino. 6*. Racconta la fiaba <strong>di</strong> Ciuffettino. 8. La canta il protagonista<br />
<strong>di</strong> un’opera. 9. La fine... delle Fate. 10. Costruiscono i balocchi. 14. Non comune come il<br />
sogno <strong>di</strong> Ciottolino.<br />
1 2 3 4 5 6* 7*<br />
16*. Lo sono le Fatine.<br />
NON NO 17. Vuole mangiare<br />
8<br />
Ciottolino. 19. I «Piccoli<br />
<strong>di</strong>» che rappresen-<br />
9 10 11 12<br />
tarono per la prima<br />
volta Ciottolino. 23. Lo<br />
stu<strong>di</strong>a chi vuole lavo-<br />
13* 14 15<br />
rare in un teatro<br />
d’opera. 25*. Viene<br />
16* 17<br />
messa sulla testa <strong>di</strong><br />
Ciottolino. 27. L’inizio<br />
18<br />
e la fine della “novella”.<br />
28*. Quello della buonanotte.<br />
29. La set-<br />
19 20 21 22<br />
tima nota. 30. Vi<br />
23<br />
nacque Luigi Ferrari<br />
Trecate (sigla).<br />
24* 25* 26* 27<br />
Verticali<br />
1. Abitano nel Palazzo.<br />
2. Le batte l’orologio.<br />
28* 29 30<br />
3. La seconda e l’ultima<br />
<strong>di</strong> “archi”. 4.<br />
Fondo <strong>di</strong> risonanza. 5.<br />
La sorella <strong>di</strong> Ciottolino. 7*. Le legge chi suona. 10. Un suono “basso”. 11. Il colore dei capelli<br />
<strong>di</strong> Ciuffettino. 12. La Fata più importante. 13*. Lo sono le notti nel Bosco <strong>di</strong> Bistorco. 15.<br />
A mezzanotte vi passa l’Orco. 18. Il famoso compositore con cui lavorò Forzano (iniziali).<br />
20. Inizio dello strumento suonato da Luigi Ferrari Trecate. 21. Le prime doppie nella bacchetta<br />
del <strong>di</strong>rettore.<br />
22. Secondo Ciottolino i Sapienti vi somigliano. 24*. Ciottolino la tira ad un Sapiente. 26*.<br />
La città dove avvenne la prima rappresentazione <strong>di</strong> Ciottolino.<br />
Soluzioni del cruciverba<br />
Orizzontali: 1. Forzano 6. Nonno 8. Aria 9. Te 10. Gnomi 14. Raro 16. Gaie 17. Orco 19. Podrecca<br />
23. Canto 25. Corona 27. Na 28. Bacio 29. Si 30. Al<br />
Verticali: 1. Fate 2. Ore 3. Ri 4. Za 5. Nina 7. Note 10. Grave 11. Oro 12. Morgana<br />
13. Buie 15. Bosco 18. GP 20. Or 21. Cc 22. Cani 24. Barba 26. Roma<br />
81
Suoniamo Ciottolino<br />
Qui <strong>di</strong> seguito troverai una partitura tratta da Ciottolino, naturalmente in versione ridotta:<br />
sono certa che riconoscerai questo brano perché lo canteremo insieme allo spettacolo!<br />
82
Gli strumenti dell’orchestra<br />
Durante lo spettacolo avrai modo <strong>di</strong> vedere e sentire suonare dal vivo una vera e propria<br />
orchestra, anche se <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte. Ecco, quin<strong>di</strong>, qualche notizia riguardante gli<br />
strumenti che incontrerai.<br />
Il violino, strumento nato nel Cinquecento,<br />
è il più brillante fra gli strumenti<br />
ad arco e riveste un ruolo molto importante<br />
nell’orchestra. Come tutti gli<br />
strumenti che appartengono a questa<br />
famiglia, il violino è costituito da una<br />
cassa armonica, un manico e quattro<br />
corde. Gli strumenti ad arco devono il<br />
loro nome al fatto che si suonano strofinando<br />
le corde con un archetto<br />
(un’asta <strong>di</strong> legno alla quale è legato un<br />
fascio <strong>di</strong> crini <strong>di</strong> cavallo; questi crini devono<br />
essere coperti <strong>di</strong> pece, una sostanza<br />
collosa che aumenta l’attrito e<br />
permette all’esecutore <strong>di</strong> mettere in vibrazione<br />
le corde dello strumento).<br />
Tutti i gran<strong>di</strong> compositori, da Bach a<br />
Mozart a Beethoven, sapevano suonare<br />
il violino, ma il più celebre violinista <strong>di</strong><br />
tutti i tempi è stato Niccolò Paganini.<br />
La viola moderna nasce dal violino e ne<br />
costituisce una versione poco più<br />
grande. In realtà, con il termine viola si<br />
in<strong>di</strong>cano anche altri strumenti usati soprattutto<br />
nel Settecento e derivati<br />
dalla viella me<strong>di</strong>evale: la viola da braccio<br />
(che si suonava come quella moderna) e<br />
la viola da gamba (che si suonava appoggiandola<br />
alle gambe, un po’ come si fa<br />
con il violoncello). La viola ha un timbro<br />
più grave e velato rispetto al violino, risultando<br />
così più dolce, ma anche meno<br />
brillante, all’orecchio dell’ascoltatore. Il<br />
più celebre violista <strong>di</strong> tutti i tempi è<br />
stato Alessandro Rolla, vissuto a cavallo<br />
tra Settecento e Ottocento.<br />
84
Il violoncello nacque in Italia nella seconda<br />
metà del Cinquecento, ma fino al<br />
Settecento gli venne preferita la viola<br />
da gamba, che aveva un suono più dolce<br />
e si suonava senza il puntale (l’asta che<br />
si utilizza per appoggiare il violoncello<br />
a terra). È uno strumento caratterizzato<br />
da un’ampia estensione e dalla<br />
dolcezza del suono, che lo rende molto<br />
espressivo. La letteratura per questo<br />
strumento è veramente vasta: infatti<br />
tantissimi compositori, tra cui Bach,<br />
Vival<strong>di</strong>, Beethoven, Chopin, Schumann<br />
e molti altri, hanno scritto opere importanti<br />
per il violoncello (curiosamente<br />
Mozart fa eccezione). Un<br />
grande virtuoso del passato è stato<br />
Luigi Boccherini, autore <strong>di</strong> molte musiche<br />
da camera e sinfoniche in cui il violoncello<br />
ha un ruolo da protagonista.<br />
Il contrabbasso costituisce una versione<br />
più grande della viola da gamba<br />
secentesca ed è il più grande e grave<br />
fra tutti gli strumenti ad arco. Il numero<br />
delle sue corde oggi è fissato a<br />
quattro, come per tutti gli strumenti<br />
ad arco, ma nel passato poteva arrivare<br />
ad avere anche cinque corde. Per molto<br />
tempo è stato utilizzato per “rinforzare”<br />
la sonorità dei violoncelli in orchestra,<br />
ma all’inizio dell’Ottocento il<br />
virtuoso Domenico Dragonetti lo rese<br />
uno strumento solista influenzando<br />
anche Beethoven, il quale gli <strong>di</strong>ede una<br />
parte solistica nella Nona sinfonia. Non<br />
<strong>di</strong>mentichiamo che anche la musica<br />
jazz ha dato grande importanza a questo<br />
strumento, dove viene impiegato<br />
con ruolo <strong>di</strong> base ritmica e armonica.<br />
85
Il flauto traverso ha soppiantato nel<br />
tempo il flauto <strong>di</strong>ritto e come questo fa<br />
parte della famiglia dei legni. Come tutti<br />
gli strumenti appartenenti a questo<br />
gruppo è formato da tre parti: imboccatura,<br />
canna e chiavi. Inizialmente il<br />
flauto traverso era fatto <strong>di</strong> legno e solo<br />
in seguito fu realizzato in metallo. Ha un<br />
suono penetrante nel registro acuto e<br />
molto dolce in quello me<strong>di</strong>o ed è uno<br />
strumento tecnicamente molto agile.<br />
Il clarinetto moderno nacque nel Settecento<br />
e venne perfezionato nell’Ottocento,<br />
quando venne stabilito il sistema<br />
<strong>di</strong> chiavi usato ancora oggi. Ha una voce<br />
molto intensa nel registro inferiore e<br />
penetrante in quello superiore. Mozart<br />
fu il primo grande musicista a de<strong>di</strong>care<br />
opere importanti a questo strumento.<br />
La tromba è uno strumento antichissimo,<br />
ma la tromba moderna si è perfezionata<br />
solo all’inizio dell’Ottocento. Ha<br />
un suono molto brillante e penetrante.<br />
Oltre che nella musica classica, la<br />
tromba ha un ruolo molto importante sia<br />
nella musica per banda che nella musica<br />
jazz, dove spesso ha il ruolo <strong>di</strong> solista.<br />
86
Il tamburo, il triangolo, le campane e<br />
la celesta fanno tutti parte della famiglia<br />
degli strumenti a percussione,<br />
che è la più numerosa e la più antica.<br />
Nell’orchestra moderna le percussioni<br />
vengono classificate in base al<br />
suono che producono, <strong>di</strong>stinguendosi<br />
in strumenti a suono determinato<br />
(quelli che fanno vere e proprie note,<br />
come le campane e i campanelli a tastiera)<br />
e indeterminato (la cui altezza,<br />
cioè, non è chiaramente<br />
definita, come nel triangolo) e a come<br />
lo producono, <strong>di</strong>videndosi in i<strong>di</strong>ofoni<br />
(in cui vibra tutto il corpo dello strumento,<br />
come nel caso della celesta) e<br />
membranofoni (in cui vibra una pelle<br />
tesa su una struttura rigida, come nel<br />
tamburo).<br />
87
GIOCHI CON LA DRAMMATIZZAZIONE<br />
<strong>di</strong> Nausicaa Bosio<br />
Volete ricreare le atmosfere magiche dello spettacolo e cimentarvi con la recitazione?<br />
Volete preparare un piccolo spettacolo per far conoscere alle vostre famiglie o ai compagni<br />
<strong>di</strong> altre classi la fiaba musicale <strong>di</strong> Ciottolino?<br />
Ecco qui <strong>di</strong> seguito un mini–libretto, che lega i quattro canti centrali del pubblico e presenta<br />
il sogno fantastico <strong>di</strong> Ciottolino.<br />
Esercitatevi in classe, con l’aiuto degli insegnanti, sud<strong>di</strong>videndo le parti e alternandovi<br />
nei ruoli in modo da permettere a tutti <strong>di</strong> provare.<br />
Per drammatizzare le scene potrete seguire il testo teatrale e stu<strong>di</strong>are a memoria le<br />
battute o improvvisare liberamente partendo dalle situazioni descritte nei riquadri…<br />
Il sogno <strong>di</strong> Ciottolino: il Paese delle Fate!<br />
Personaggi: le Fate, Ciottolino<br />
Ciottolino è giunto al Bosco <strong>di</strong> Bistorco, nel Paese delle Fate. Il verde del bosco è abbagliante,<br />
il palazzo delle Fate è dorato, ha una porta azzurra e un gran martello che pende<br />
per bussare…Ciottolino, meravigliato, bussa forte…lo accolgono le Fate che gli chiedono<br />
il suo nome e gli <strong>di</strong>cono che è giunto nel Paese delle Fate.<br />
Fate e Coro del pubblico<br />
Gaie e vispe siam fatine<br />
sorelline affettuose<br />
dei bambini e le bambine.<br />
Per Natale e la Befana<br />
noi scen<strong>di</strong>amo<br />
e le calze riempiamo.<br />
Passiam per la neve<br />
dei tetti, leggere<br />
<strong>di</strong> notte voliamo…<br />
All’albe ridenti torniamo<br />
e i bimbi si sveglian contenti.<br />
Ciottolino<br />
Oh! Quanta luce, quanto splendore!<br />
Dove sarò mai giunto?<br />
Che bel palazzo, com’è rilucente<br />
sembra tutto dorato.<br />
Questo posto dev’essere incantato.<br />
Una porta. Picchiam.<br />
E se poi faccio male?<br />
Prenderò una sgridata!<br />
(Ciottolino bussa forte)<br />
88<br />
Fate e Coro del pubblico<br />
Fortunato chi ha picchiato<br />
(si apre la gran porta del palazzo.<br />
Escono le Fate e circondano Ciottolino)<br />
Bel bambino, bel bambino<br />
<strong>di</strong>’ chi sei, come ti chiami?<br />
Ciottolino<br />
Io mi chiamo Ciottolino,<br />
ma il paese che abitate,<br />
come lo chiamate?<br />
Fate<br />
Non lo sai?<br />
È il Paese delle Fate!<br />
Ciottolino<br />
Il Paese delle Fate!<br />
Fate<br />
Tu non sai<br />
che trovasti la fortuna!<br />
La fortuna!
La legge del Paese delle Fate<br />
Personaggi: Le Fate, la Fata Morgana, Ciottolino, Gnomi<br />
La Fata Morgana spiega a Ciottolino che <strong>di</strong>venterà re del Paese delle Fate perché è<br />
stato il primo a bussare alla porta del palazzo. Chiamati dalle Fate accorrono gli Gnomi.<br />
Fata Morgana<br />
Tempo fa morì il re<br />
e tutti volevano eleggersi da sé.<br />
Affinché ogni lite si appianasse<br />
fu deciso <strong>di</strong> eleggere re<br />
la persona che avesse bussato<br />
per prima al palazzo.<br />
Fate e Coro del pubblico<br />
Ciottolino fortunato!<br />
Per il primo tu hai picchiato!<br />
Ciottolino<br />
Io dunque sarò re!<br />
Fata Morgana<br />
Ora verranno tanti<br />
e tanti abitanti del Paese delle Fate.<br />
Le Fate<br />
(alzano le bacchette e le lasciano ricadere)<br />
Abitanti della terra<br />
Gnomini piccolini<br />
Salite qui!<br />
Maghi che abitate<br />
nelle selve,<br />
affrettatevi, affrettatevi!<br />
Maghi che abitate<br />
su nell’aria,<br />
affrettatevi, affrettatevi!<br />
Magistrati, gran Sapienti,<br />
qui vi chiamano le Fate,<br />
affrettatevi, affrettatevi!<br />
Accorrete tutti qua.<br />
Gnomi e Coro del Pubblico<br />
(entrano con arnesi da lavoro)<br />
Gnomi siamo<br />
sottoterra noi viviam.<br />
Noi si sta, sempre là.<br />
Consumiamo gli occhi,<br />
lavoriam piccini<br />
pei balocchi dei bambini!<br />
Per chi volesse completare lo spettacolo, ecco lo spunto per un’improvvisazione finale!<br />
Disturbati dal rumore <strong>di</strong> Fate e Gnomi entrano i Sapienti. Le Fate annunciano loro l’arrivo<br />
del nuovo re e i Sapienti mostrano a Ciottolino il libro delle tasse, ma si scandalizzano<br />
per la sua ignoranza nel leggere; Ciottolino, annoiato e offeso, tira la barba al più vecchio<br />
fra i Sapienti, provocando l’ira <strong>di</strong> tutti. Il Giu<strong>di</strong>ce lo condanna ad essere lasciato solo<br />
nel Bosco <strong>di</strong> Bistorco… dove tutte le notti passa l’Orco!<br />
L’Orco arriva nel Bosco <strong>di</strong> Bistorco cantando allegramente una terribile canzone… quando<br />
vede Ciottolino gli viene l’acquolina in bocca e si mette a saltellare gioioso intorno al<br />
bambino, quin<strong>di</strong> si allontana come per prendere la rincorsa e… Ciottolino spaventato<br />
chiama la mamma, che accorre e lo consola: l’Orco non c’è più, è stato tutto un sogno, è<br />
una mattina come le altre e il babbo è andato a lavorare.<br />
Confortato Ciottolino canta insieme al nonno e a Nina la canzone <strong>di</strong> Ciuffettino…<br />
Tutti e Coro del Pubblico<br />
Come uno e due fa tre<br />
Ciuffettino è fatto re!<br />
Come uno e due fa tre<br />
Ciuffettino è fatto re!<br />
Buon <strong>di</strong>vertimento!<br />
89
Piccolo <strong>di</strong>alogo intorno a Ciottolino<br />
su Coro <strong>di</strong> voci bianche e Coro <strong>di</strong> bambini<br />
Anna e Marco si incontrano all’uscita della scuola…<br />
90<br />
– «Come uno e due fa tre»… Ciao Marco!<br />
– Ciao Anna!<br />
– Ti devo raccontare una cosa bellissima!<br />
– Racconta, racconta…<br />
– Pensa che ieri siamo andati a teatro, precisamente al <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong>, in Piazza Castello.<br />
– Noi andremo domani, a vedere «Ciottolino».<br />
– Anche noi siamo andati a vedere «Ciottolino». È stato bellissimo; ma guarda che<br />
andrete al Piccolo <strong>Regio</strong>, un teatro più piccolo… nascosto sotto l’Atrio delle Carrozze.<br />
– Sì, lo so, la maestra ce l’ha già spiegato, sapientona! Andremo a sentire l’opera; la<br />
maestra ci ha spiegato che i cantanti lirici si chiamano: tenore, baritono e basso<br />
gli uomini, soprano, mezzosoprano e contralto le donne.<br />
– Bravo, ma in quest’opera sono più importanti le voci bianche, e scommetto che<br />
non sai neanche cosa vuol <strong>di</strong>re, caro il mio zuccone!<br />
– Ma figurati! Cara la mia signorina “so–tutto–io”, voci bianche, voci azzurre, nell’opera<br />
ci saranno voci <strong>di</strong> tutti i colori! Anche rosse e gialle.<br />
– Ma no! Si chiamano proprio così le voci dei bambini.<br />
– Ma sei sicura?<br />
– Sì certo!<br />
– Anche tuo fratello ha la voce bianca?<br />
– No, perchè lui frequenta già il liceo. Si chiamano voci bianche le voci dei bambini<br />
fino alla terza me<strong>di</strong>a, più o meno.<br />
– E poi <strong>di</strong> che colore <strong>di</strong>ventano?<br />
– E poi c’è la muta vocale: si <strong>di</strong>venta gran<strong>di</strong> e poco alla volta la voce si trasforma e<br />
assomiglia a quella della mamma o del papà…<br />
– Quin<strong>di</strong> anche la mia sorellina Giulia ha la voce bianca, fa seconda!<br />
– Sicuro! Tutti i bambini ti ho detto, perchè hanno le corde vocali più corte <strong>di</strong> quelle<br />
degli adulti.<br />
– Che scoperta!<br />
– Scusa?!<br />
– Bella forza ci vuole a <strong>di</strong>re che i bambini hanno le corde vocali più corte: sono anche<br />
più bassi e minuti degli adulti, è ovvio che le corde vocali siano proporzionate!<br />
– Siamo d’accordo. Le corde vocali più corte producono un suono più acuto e delicato.
– Bello!<br />
– Sì, bello…<br />
– Allora il coro della mia classe è un coro <strong>di</strong> voci bianche!<br />
– Non proprio.<br />
– Perchè non proprio?<br />
– Perchè non basta essere bambini per fare un coro <strong>di</strong> voci bianche.<br />
– E che cosa bisogna fare?<br />
– Bisogna allenarsi, avere un maestro del coro, che insegni gli esercizi e la tecnica<br />
giusti. Le voci dei bambini sono belle e delicate, non bisogna rovinarle cantando<br />
con sforzo, gridando o respirando male.<br />
– E tu come lo sai?<br />
– Faccio parte <strong>di</strong> un coro <strong>di</strong> voci bianche, vado alle prove due volte la settimana, ci<br />
esercitiamo e ci <strong>di</strong>vertiamo un mondo!<br />
– Proprio come me!<br />
– In che senso?<br />
– Nel senso che anch’io mi esercito due volte la settimana e mi <strong>di</strong>verto un sacco,<br />
solo che non frequento un coro, ma gli allenamenti <strong>di</strong> calcio!<br />
– Sì, ecco….. è importante allenarsi!<br />
– Ma allora il coro della mia classe che cos’è?<br />
– È un coro <strong>di</strong> bambini! Ti stavo appunto <strong>di</strong>cendo che lo spettacolo <strong>di</strong> domani sarà<br />
bellissimo proprio perchè i protagonisti saranno tutti bambini: Ciottolino e Nina<br />
sono voci bianche soliste, canterà il Coro <strong>di</strong> Voci Bianche del <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong>, ma<br />
soprattutto ci saranno i bambini del pubblico, che formano tutti insieme un gran<strong>di</strong>ssimo<br />
coro <strong>di</strong> bambini che si sono esercitati con le loro voci naturali a eseguire<br />
i canti dello spettacolo.<br />
– Proprio come le nostre due classi.<br />
– Esatto.<br />
– Non vedo l’ora <strong>di</strong> andare a teatro!<br />
– Sì, è veramente emozionante.<br />
– Quale canto ti è piaciuto <strong>di</strong> più cantare durante lo spettacolo?<br />
– Non te lo <strong>di</strong>co, ne riparleremo dopo che sarai andato anche tu. Buon <strong>di</strong>vertimento<br />
allora, zuccone!<br />
– Grazie signorina “so-tutto-io”, a domani!<br />
91
GIOCHI CON LA SCENOGRAFIA<br />
<strong>di</strong> Lucia Carella<br />
Eccoci pronti per andare a <strong>Teatro</strong> a vedere lo spettacolo <strong>di</strong> Ciottolino!<br />
Ma prima dobbiamo realizzare i pupazzi che animeremo durante il coro delle Fate e degli<br />
Gnomi...<br />
Nelle ultime pagine troverai gli schemi che illustrano le fasi <strong>di</strong> costruzione dei nostri<br />
pupazzi.<br />
Il materiale che ci occorre è semplicissimo:<br />
– un paio <strong>di</strong> guanti bianchi in cotone<br />
– cartoncino bianco<br />
– evidenziatori “fluorescenti” colorati<br />
– forbici, colla e nastro adesivo<br />
A questo punto oltre a seguire le in<strong>di</strong>cazioni... fatti trasportare dalla fantasia e sbizzarrisciti<br />
nella realizzazione delle Fate e degli Gnomi e... non <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong> portarli a<br />
<strong>Teatro</strong>!<br />
Le fasi <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> una scenografia<br />
1. Conoscenza dell’opera e delle intenzioni del regista<br />
Generalmente ogni rappresentazione teatrale, oltre a raccontare una storia, vuole trasmettere<br />
un messaggio. Anche la scenografia con i suoi colori e le sue forme deve aiutare<br />
a ottenere <strong>di</strong>verse sensazioni. Ad esempio:<br />
Scena scura e opprimente: situazione drammatica<br />
Scena chiara e or<strong>di</strong>nata: situazione serena<br />
2. Lettura e analisi del libretto con in<strong>di</strong>viduazione degli ambienti e degli oggetti<br />
citati<br />
Le scene principali della nostra storia sono due:<br />
● Interno <strong>di</strong> una casa rustica<br />
La scena è <strong>di</strong>visa in due parti:<br />
● a destra: piccola cameretta <strong>di</strong> Ciottolino con un lettino.<br />
● a sinistra: ampia cucina, con un bel caminetto che scalda un paiolo, alla parete<br />
una piattaia, sull’uscio un’immagine sacra con alcune foglie <strong>di</strong> ulivo e nel mezzo<br />
una tavola.<br />
● Bosco <strong>di</strong> Bistorco<br />
● a destra il palazzo dorato delle Fate con un grande portone azzurro<br />
● al centro si introdurrà:<br />
– il trono<br />
– il grande libro delle tasse<br />
– il grande albero<br />
92
3. Progettazione e realizzazione grafica <strong>di</strong> un bozzetto scenografico<br />
Ogni rappresentazione teatrale può avere più scene intercambiabili o un’unica scena fissa:<br />
ciò <strong>di</strong>penderà dal numero degli ambienti previsti nel libretto o dalla scelta registica.<br />
Per ogni scena occorrerà realizzare un BOZZETTO e la fondamentale “pianta in scala”.<br />
Ovviamente per la realizzazione del bozzetto sarà opportuno seguire le regole della PRO-<br />
SPETTIVA; ne esistono <strong>di</strong> tre tipi: frontale, accidentale, aerea.<br />
Il tipo <strong>di</strong> prospettiva più comunemente usata in teatro è la prospettiva frontale a punto <strong>di</strong><br />
vista centrale.<br />
Esempio. Disegno prospettico con relativa costruzione:<br />
LE LINEE DI FUGA SONO LE LINEE<br />
CHE DEFINISCONO LA PROFONDITÀ:<br />
SONO OBLIQUE E CONVERGONO NEL<br />
PUNTO DI FUGA (P.F.)<br />
LINEA DI TERRA<br />
PUOI DECIDERE TU DOVE COL-<br />
LOCARE IL PUNTO DI FUGA! AL<br />
CENTRO È PIÙ SEMPLICE<br />
LE LINEE CHE DEFINISCONO<br />
LE PARTI FRONTALI SONO<br />
PARALLELE ALLA LINEA DI TERRA<br />
Costruiamo gli elementi mobili della nostra scenografia: il trono, il libro delle tasse<br />
e l’albero del Bosco <strong>di</strong> Bistorco.<br />
La scenografia, come abbiamo appena detto, non è solo un semplice fondale <strong>di</strong>pinto…<br />
Spesso vi sono “elementi mobili”, cioè delle parti <strong>di</strong> scenografia che entrano ed escono<br />
dalla scena solo in alcuni momenti, come nel nostro caso il trono, il libro delle tasse e il<br />
grande albero al quale verrà legato il povero Ciottolino…<br />
Naturalmente per realizzare queste parti <strong>di</strong> scenografia utilizzeremo solo materiali <strong>di</strong><br />
recupero… come scatole, cartoni, carte varie e colorate, ecc…<br />
a) Iniziamo con il trono…<br />
Pren<strong>di</strong>amo una se<strong>di</strong>a e cominciamo a rivestirla <strong>di</strong> scatole e scatoloni, in modo tale da<br />
trasformarla in un trono. La se<strong>di</strong>a all’interno garantirà la stabilità e la resistenza al peso<br />
<strong>di</strong> colui che si siederà… è molto importante incollare bene tra loro le varie scatole <strong>di</strong><br />
cartone con colla e nastro adesivo.<br />
Una volta ultimato questo lavoro, quando la forma sarà quella <strong>di</strong> un ricco e maestoso<br />
trono, occorrerà rinforzare il cartone, rivestendo il tutto con pezzi <strong>di</strong> carta da pacco o<br />
da giornale incollati con la colla vinilica. Con tanti strati <strong>di</strong> carta si otterrà un “effetto<br />
cartapesta”; questa operazione è molto utile per uniformare i <strong>di</strong>slivelli e le imperfezioni<br />
della precedente costruzione <strong>di</strong> cartone.<br />
Una volta che la superficie è ben asciutta possiamo <strong>di</strong>pingere il nostro trono, prima con<br />
un colore acrilico uniforme… poi decorandolo a nostro piacimento!<br />
<strong>93</strong>
Per renderlo ancora più prezioso si possono applicare bottoni e passamanerie…<br />
Ovviamente il risultato sarà determinato dalla vostra fantasia!<br />
...COSTRUIAMO IL TRONO!<br />
...PRENDI UNA SEDIA...<br />
b) … e ora tocca al grande libro delle tasse…<br />
La realizzazione del grande libro delle tasse è molto semplice, ma occorre molta pazienza,<br />
perché ci dovremo procurare tanti tanti fogli <strong>di</strong> giornale con i quali realizzeremo<br />
le pagine. Dovremo realizzare uno spessore <strong>di</strong> almeno 15 centimetri!<br />
Per quanto riguarda la copertina invece basterà un semplice strato <strong>di</strong> cartone ondulato,<br />
naturalmente <strong>di</strong>pinto e decorato!<br />
...COSTRUIAMO IL LIBRO DELLE TASSE!<br />
...RIVESTILA DI SCATOLE<br />
DI CARTONE ONDULATO...<br />
...COPERTINA DI CARTONE ONDULATO<br />
...DIPINTA E<br />
DECORATA CON...<br />
...CORONE DI CARTONCINO...<br />
...BOTTONI E PASSEMANERIE<br />
...PAGINE DI TANTI<br />
STRATI DI FOGLI DI<br />
CARTA DI GIORNALE<br />
3. Costruiamo il grande albero…<br />
Per la realizzazione dell’albero occorreranno molte scatole <strong>di</strong> cartone (ideali le confezioni<br />
dei panettoni natalizi) per fare il tronco, e molti rotoli <strong>di</strong> cartone (ideali i rotoli<br />
della carta casa perché lunghi) per fare i rami e tante carte <strong>di</strong> varie tonalità <strong>di</strong> marrone<br />
e <strong>di</strong> verde.<br />
La prima fase del lavoro consiste nella realizzazione del tronco: alla base sarà importante<br />
collocare una grande scatola riempita <strong>di</strong> un materiale pesante (pietre o bottiglie<br />
<strong>di</strong> plastica piene d’acqua), per garantirne la stabilità. Poi si incolleranno le altre scatole<br />
una sopra l’altra, possibilmente <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni simili, fino a ottenere un alto serpentone!<br />
94
Stabilita l’altezza massima dell’albero, si inizia a inserire i rami, precedentemente preparati<br />
unendo tra loro i vari rotoli <strong>di</strong> cartone, in modo tale da ottenere dei rami incurvati.<br />
Per incollarli al tronco occorrerà incidere delle croci in corrispondenza dei punti in cui<br />
si vuole inserire il ramo, in modo tale da infilarlo nel taglio e fissarlo con del nastro adesivo….<br />
basterà osservare le illustrazioni!<br />
Per finire rivestiremo il tronco con varie carte marroni un po’ stropicciate, ricreando<br />
così l’effetto corteccia e su ogni ramo adageremo le carte ver<strong>di</strong> precedentemente tagliate<br />
a mo’ <strong>di</strong> frangia… ottenendo così una cascata <strong>di</strong> foglioline ver<strong>di</strong>!<br />
...COSTRUIAMO L’ALBERO!<br />
...TRONCO FATTO<br />
CON SCATOLE DI<br />
CARTONE DEI<br />
PANETTONI<br />
RICOPERTE DI<br />
CARTA DA PACCO<br />
...TAGLIA UNA CROCE<br />
...BASE RIEMPITA DI<br />
BOTTIGLIE DI PLASTICA<br />
PIENE DI ACQUA<br />
...ALZA I 4 TRIANGOLI<br />
...I RAMI SONO FATTI CON I<br />
CILINDRI DI CARTONE CONTENUTI<br />
NEI ROTOLI DI CARTA CASA...<br />
TAGLIA... STRINGI... INFILA...<br />
CARTONCINO VERDE...<br />
...INSERISCI IL<br />
RAMO NELLA CAVITÀ<br />
OTTENUTA E FISSALO<br />
CON IL NASTRO ADESIVO!<br />
Buon lavoro!<br />
...HAI COSÌ OTTENUTO<br />
IL RAMO...<br />
ORA INSERISCILO<br />
NEL TRONCO...<br />
...FISSALI CON<br />
IL NASTRO<br />
ADESIVO!...<br />
95
Giochiamo con il teatrino dei burattini e delle marionette.<br />
Gli scenografi, prima <strong>di</strong> iniziare la costruzione dell’intero impianto scenico, realizzano<br />
un modellino del proprio progetto in scala ridotta. Questo può <strong>di</strong>ventare un gioco da<br />
proporre ai ragazzi con l’obbiettivo <strong>di</strong> mostrare la collocazione effettiva del loro elaborato.<br />
Se poi vogliamo <strong>di</strong>vertirci ancora <strong>di</strong> più, possiamo trasformare il modellino in<br />
teatrino dei burattini o <strong>di</strong> marionette a filo.<br />
La prima cosa da fare è in<strong>di</strong>viduare i personaggi della nostra storia, che in questo caso<br />
si <strong>di</strong>vidono in:<br />
● Personaggi appartenenti al mondo reale <strong>di</strong> Ciottolino:<br />
● Ciottolino<br />
● Nina (la sorellina <strong>di</strong> Ciottolino)<br />
● La mamma <strong>di</strong> Ciottolino e <strong>di</strong> Nina<br />
● Il babbo <strong>di</strong> Ciottolino e <strong>di</strong> Nina<br />
● Il nonno <strong>di</strong> Ciottolino e <strong>di</strong> Nina<br />
● Personaggi fantastici, appartenenti al mondo dei sogni <strong>di</strong> Ciottolino:<br />
● La Fata Morgana<br />
● L’Orco<br />
● Il Musicista<br />
● Il Giu<strong>di</strong>ce<br />
● Due Magistrati<br />
● I Sapienti (vecchi con la barba lunga e il libro sotto il braccio…)<br />
● Le Fate<br />
● Gli Gnomi<br />
I personaggi reali potranno essere interpretati dai ragazzi, mentre per i personaggi<br />
fantastici si potranno costruire dei pupazzi…<br />
I burattini possono essere realizzati in vari mo<strong>di</strong>, interamente in stoffa con la testa<br />
modellata in cartapesta o in das, oppure più semplicemente decorando una pallina da<br />
ping-pong. Scegli con la maestra la tecnica che preferisci e caratterizza i personaggi<br />
decorandoli con fili <strong>di</strong> lana o residui <strong>di</strong> pelliccia per realizzare i capelli, la barba e i baffi<br />
e con piccole palline o bottoni per creare nasi e occhi.<br />
Ovviamente non potrà mancare il teatrino dei burattini!<br />
Proviamo a costruirlo insieme nel modo più semplice!<br />
Materiali: cartone ondulato – stoffa per le ten<strong>di</strong>ne (sipario) – cartoncini colorati per le<br />
decorazioni, nastro adesivo, colla vinilica, forbici.<br />
96
75<br />
50<br />
40<br />
TAGLIA VIA<br />
IL BOCCASCENA!<br />
QUESTO È<br />
UN BURATTINO!<br />
PIEGARE<br />
PIEGA LE PARTI<br />
LATERALI, IL<br />
TUO TEATRINO<br />
RIMARRÀ IN<br />
PIEDI DA SOLO!<br />
PER MUOVERLO<br />
DOVRAI INFILARE LA<br />
MANO NEL VESTITO,<br />
INFILARE IL DITO INDICE<br />
NELLA TESTA E<br />
IL POLLICE E IL MEDIO<br />
NELLE DUE MANI!<br />
DECORA SECONDO LA TUA<br />
FANTASIA CON I<br />
CARTONCINI COLORATI E<br />
AGGIUNGI LE TENDINE...<br />
IL TEATRINO È PRONTO!<br />
In alternativa ai burattini si possono realizzare le marionette a filo.<br />
La parte più impegnativa è la realizzazione della testa, che può essere fatta <strong>di</strong> cartapesta<br />
o più semplicemente decorando una palla <strong>di</strong> polistirolo, <strong>di</strong>pingendo il volto e incollandovi<br />
cappelli <strong>di</strong> cartone e parrucche <strong>di</strong> lana. Il corpo può essere realizzato in stoffa<br />
imbottita con mani e pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> legno o <strong>di</strong> un qualsiasi altro materiale più pesante. Il vestito<br />
è molto importante; può essere creato con un semplice pezzo <strong>di</strong> stoffa indossato come<br />
una tunica o un poncho…<br />
FILI DELLE<br />
BRACCIA FISSI<br />
FILO DELLA<br />
TESTA<br />
FISSO<br />
ALTEZZA MARIONETTA<br />
FILI DELLE GAMBE<br />
SCORREVOLI<br />
FILI DELLE BRACCIA<br />
SCORREVOLI<br />
FILI SCORREVOLI NELL’ANELLO<br />
FILO DELLA TESTA FISSO<br />
FILI DELLE<br />
GAMBE FISSI<br />
97
Oppure si possono realizzare delle marionette <strong>di</strong> cartoncino: basta <strong>di</strong>segnare la sagoma<br />
della testa, del corpo, delle braccia e delle gambe su un cartoncino, ritagliarle, unirle<br />
con dei ferma campioni e legare le singole parti a una cor<strong>di</strong>cella seguendo lo schema del<br />
<strong>di</strong>segno… tirando verso il basso il cor<strong>di</strong>no la nostra marionetta si muoverà aprendo e<br />
chiudendo le braccia e le gambe!<br />
98<br />
FERMACAMPIONI<br />
...TIRANDO IL CORDINO<br />
VERSO IL BASSO SI<br />
ALZANO E SI<br />
ABBASSANO LE<br />
BRACCIA E LE GAMBE<br />
ATTACCO CORDINO<br />
...STREGHETTA NAPOLETANA!<br />
CONO DI<br />
CARTONCINO<br />
NERO...<br />
...CANNUCCIA DI<br />
PLASTICA DEI<br />
PALLONCINI...<br />
TESTA CON<br />
PALLINA<br />
DI POLISTIROLO<br />
DECORATA
COSTRUIAMO IL BECCO DEI PUPAZZI PER LO SPETTACOLO!<br />
BECCO DELLE<br />
FATE<br />
...DISEGNA I BECCHI<br />
IN PROPORZIONE ALLA<br />
DIMENSIONE DELLA<br />
TUA MANO...<br />
PIEGA A METÀ...<br />
INDOSSA UN<br />
GUANTO DI COTONE<br />
BIANCO...<br />
INFILA LA MANO ALL’INTERNO<br />
E... MUOVENDO LE MANI<br />
APRIRÀ E CHIUDERÀ<br />
LA BOCCA!<br />
...E ORA DECORIAMO INSIEME!<br />
BECCO DEGLI<br />
GNOMI<br />
CHIUDI...<br />
APRI...<br />
...REALIZZIAMO GLI OCCHI! ...E LE PALPEBRE...<br />
SU UNA PALLINA<br />
BIANCA DA<br />
PING PONG<br />
DISEGNA LA<br />
PUPILLA CON UN<br />
PENNARELLO INDELEBILE<br />
DI COLORE NERO...<br />
INSERISCILI ALL’INTERNO<br />
LA PALLINA!<br />
...ARROTOLA...<br />
INCOLLA<br />
RITAGLIA SU UN<br />
CARTONCINO<br />
BIANCO UN RETTANGOLO<br />
O UN SEMICERCHIO E...<br />
COLORALO DAI DUE LATI<br />
CON UN PENNARELLO<br />
EVIDENZIATORE FLUORESENTE...<br />
...RITAGLIA...<br />
...IL CIUFFO!<br />
APRI LE STRISCE!<br />
...PIEGA ...COLORARE IL BECCO CON<br />
I PENNARELLI<br />
EVIDENZIATORI<br />
FLUORESCENTI...<br />
BUCO PER<br />
INFILARE LA<br />
MANO<br />
COLLA<br />
BECCO<br />
BECCO<br />
INTERNO ESTERNO ...SOVRAPPONI LE DUE<br />
METÀ E INCOLLARE<br />
LUNGO IL BORDO...<br />
...RITAGLIA LE SAGOME<br />
DI CARTONCINO BIANCO...<br />
...DECORA LA<br />
BOCCA!<br />
RIPIEGALO E<br />
CREA UN ARCO...<br />
RIPIEGALO E<br />
CREA UN CONO...<br />
ORECCHIE<br />
...SOLO IL BORDO!<br />
PIEGA<br />
INCOLLA LE<br />
DUE PALLINE E<br />
LE PALPEBRE SUL<br />
BECCO...<br />
INCOLLA<br />
DISEGNA UNA SPIRALE<br />
DI CARTONCINO...<br />
COLORALA...<br />
RITAGLIALA...<br />
GIRA LA PAGINA PER VEDERE IL RISULTATO<br />
99
Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> ottobre 2009<br />
presso la tipografia Stargrafica srl – San Mauro Torinese (TO)<br />
© Copyright, Fondazione <strong>Teatro</strong> <strong>Regio</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>