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ARCHI E VOLTE IN MURATURA<br />

Anna Anzani


Architravi, piattabande, dormienti e<br />

<strong>archi</strong> di scarico<br />

Questi elementi hanno la funzione di trasportare<br />

i carichi dalla loro retta di applicazione sugli<br />

appoggi piu vicini.<br />

Le piattabande monolitiche di pietra e le travi in<br />

legno sono strutture in grado di sopportare<br />

sollecitazioni flessionali.<br />

Gli <strong>archi</strong> invece hanno la capacità di sostenere i<br />

carichi in modo da essere sottoposti solo a<br />

compressione.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Sistema trilitico<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

3


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

4<br />

Pseudoarco


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Pseudoarco e pseudocupola<br />

5


Arco naturale<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

6


Effetto arco nella muratura<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

7


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

8<br />

Archi di scarico


Archi di scarico<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

9


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

10<br />

Piattabande


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

11<br />

Statica degli <strong>archi</strong>


Dispositivi di contenimento delle spinte<br />

Il problema da risolvere era contenere la spinta delle arcate (in particolare spinte di <strong>archi</strong> e <strong>volte</strong><br />

ribassati) in modo che il piedritto non risultasse instabile.<br />

Tre erano le possibilità più razionali:<br />

• costruzione del muro con un piede maggiore<br />

• ampliamento della sezione muraria del piedritto con contrafforti<br />

• toranti e capichiave<br />

I tiranti dovevano essere posti all’ altezza delle reni dell’ arco, dove cioè si attende lo<br />

sfiancamento; la posizione delle reni varia da arco ad arco in funzione di:<br />

• forma geometrica<br />

• qualità della malta<br />

• tecnologia utilizzata<br />

In genere il tirante era rialzato rispetto alle imposte, ad un terzo della freccia. A <strong>volte</strong> però l’<br />

aspetto estetico prevaleva su quello strutturale e così si poneva il tirante in un’ altra posizione. La<br />

disposizione della catena deve essere studiata in funzione del tipo di spinta e quindi del tipo di<br />

volta; in relazione ad esso dovrebbero definirsi posizioni e dimensioni.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

13<br />

Stabilità degli<br />

<strong>archi</strong>:<br />

elementi<br />

“spingenti”<br />

Dispositivi per il<br />

contenimento<br />

delle forze<br />

orizzontali<br />

Si tratta di<br />

dispositivi<br />

come: tiranti e<br />

capichiave,<br />

contrafforti e<br />

fodere


Speroni e contrafforti<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

14


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

15<br />

Geometria


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

16<br />

Archi di conci


Volte di concrezione<br />

La concrezione era un cetto di inetri (coementa) e<br />

di malta legante che, indurendo, manteneva la<br />

struttura della cassaforma.<br />

Usata soprattutto nell’ <strong>archi</strong>tettura delle <strong>volte</strong> romane,<br />

il getto veniva creato tramite strati in cui si sovrapponevano<br />

pietre e letti di malta.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

nella formazione delle grandi <strong>volte</strong>, i romani<br />

predisponevano una serie di arcate laterizie<br />

reciprocamente connesse entro cui veniva<br />

eseguito il getto di calcestruzzo.<br />

(da Chabat,1881)


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

18<br />

Archi in conglomerato


Nervature<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

19


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

20<br />

Nervature


Dissesti di un arco<br />

a) arco ribassato,stabile,ma che potrebbe<br />

manifestare lesioni in corrispondenza<br />

in prossimità della chiave (rischio di<br />

ulteriore abbassamento)<br />

b) arco a tutto sesto,si ripete lo schema<br />

precedente,ma evidenziando la possibilità<br />

di ulteriori cernierizzazioni alle imposte.<br />

(rischio di sfiancamento della parte centrale<br />

a causa dell’esplosione delle reni)<br />

c) arco ogivale che rappresenta l’arco con il<br />

meccanismo di collasso più pericoloso:<br />

cedimento delle arcate,conseguente<br />

innalzamento della chiave e sfiancamento<br />

delle reni. (rielaborati da Breymann,1927).<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Dissesti<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

22


DISSESTI DI ARCHI E VOLTE<br />

effetti di carichi concentrati<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Dannoso<br />

Stabilizzante


DISSESTI DI ARCHI E VOLTE<br />

effetti di carichi concentrati<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Dannoso<br />

Stabilizzante


Le <strong>volte</strong><br />

GENERALITÀ<br />

La volta è la naturale estensione nello spazio della struttura lineare dell’ arco.<br />

SULLA SOSTRUZIONE E APPARECCHIATURA<br />

Come nelle murature anche nelle <strong>volte</strong> sono presenti:<br />

• ossatura<br />

• parte di riempimento<br />

Le armature e le centine<br />

Potevano essere costituite da una sagoma lignea che guidava il mastro nella<br />

creazione della volta oppure da una massa di terra;<br />

• se guidava e basta = centina<br />

• se sosteneva anche la costruzione = armatura<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Fig. 29: alcuni schemi di carpenteria fissa per la realizzazione delle <strong>volte</strong> più comuni.Si tratta di soluzioni tipiche,ma che potevano essere<br />

facilmente modificate in base alla disponibilità di materiali.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

27<br />

Rinfianchi


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

28<br />

Volte Semplici


Volte Semplici<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

29


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

30<br />

Scomposizione di una<br />

volta a botte secondo<br />

piani passanti per le<br />

diagonali:<br />

A = unghie, B = falde


Volta a crociera<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

31


Volta a padiglione<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

32


Volta a botte lunettata<br />

A = differenza di quota dei cervelli<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

33


Elementi costruttivi delle cupole<br />

• fondamentale era l’ illuminazione, a questo scopo si creavano aperture sulla<br />

sommità (lanterna) e/o sui lati (oblò)<br />

• il tamburo era costituito dal cilindro murario su cui appoggia la cupola, punto<br />

su cui spesso si collocano gli oblò per non interrompere la cupola<br />

soprastante.<br />

Tipologie costruttive:<br />

• <strong>volte</strong> a struttura discontinua<br />

• <strong>volte</strong> a struttura continua<br />

• <strong>volte</strong> a cassettoni<br />

• <strong>volte</strong> costolonate o nervate<br />

• cupole a doppia o tripla calotta<br />

Lo spessore della cupola in genere variava lungo i meridiani, aumentando<br />

verso l’ imposta dove tutte le pressioni sono maggiori, per il peso della massa<br />

e dove è utile avere pesi stabilizzanti. Di forma variabile, il problema<br />

maggiore è il rapporto peso/altezza ( struttura e materiali).<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Volta a crociera su pianta ottagonale<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

35


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

36<br />

Volta a unghie


Volta a padiglione su pianta ottagonale<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

37


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

38<br />

Volte Finte


Impostazione e serraggio<br />

L’ assestamento, che è di non facile valutazione,<br />

dipende sia dal movimento degli elementi che<br />

tendono ad abbassarsi, sia dalla spinta<br />

esercitata dalla volta sui piedritti, che devono<br />

assestarsi a loro volta per poter resistere.<br />

In cantiere la volta veniva realizzata al termine<br />

della costruzione della muratura; si voltava<br />

dunque quando i muri si erano ormai induriti e<br />

potevano sopportare la spinta.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Le apparecchiature: <strong>volte</strong> di pietra concia<br />

Per la nobiltà del materiale e per la complessa lavorazione, sono le più<br />

raffinate e impegnative. I conci devono aderire tra loro in modo che, con il<br />

perfetto contatto, le facce possano trasmettere i carichi distribuendoli<br />

omogeneamente.<br />

In questo caso la malta costituisce sostanzialmente un cuscinetto di<br />

ripartizione per la trasmissione dei carichi tra i conci (lo spessore dei giunti e<br />

ridottissimo).<br />

E’ una tecnica utilizzata solo nelle opere monumentali e durevoli a causa<br />

delle lunghe lavorazioni, della raffinatezza dei materiali richiesti e delle<br />

notevoli conoscenze tecniche necessarie.<br />

A seconda del tipo di volta, la struttura può essere:<br />

• discreta<br />

•continua<br />

•a sezione omogenea<br />

• a sezione nervata<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Fig. 30 : Nell’immagine superiore sono<br />

rappresentate le imposte delle <strong>volte</strong>,un punto<br />

costruttivamente delicato da prevedere già<br />

durante l’elevazione del muro.<br />

La volta si formava in un secondo tempo,dopo<br />

aver raggiunto con i muri altezze e peso tali da<br />

stabilizzare le spinte.La saldatura tra volta ed<br />

imposta era migliorata col rinfianco.<br />

(da Misuraca et al,1916)<br />

Nell’immagine a lato,è rappresentato il<br />

rinfianco;un elemento costruttivo utile a<br />

impedire lo sfiancamento della volta.


Volte in pietrame<br />

Il pietrame appena abbozzato, ottenuto da rocce<br />

meno resistenti, ma anche di minor peso<br />

specifico, permette la realizzazione di <strong>volte</strong><br />

particolarmente<br />

adatte alla modeste luci degli edifici più comuni.<br />

La malta qui è abbondante deve ovviare alle<br />

irregolarità tra i giunti tra i pezzi non lavorati;<br />

deve inoltre avere buone caratteristiche<br />

meccaniche e una discreta adesione alla pietra.<br />

Questo tipo di <strong>volte</strong> ha uno spessore maggiore<br />

rispetto alle altre: ciò significa che una minor<br />

qualità è accompagnata da una maggor quantità<br />

di materiale impiegato.<br />

Proprio perché eseguite con piccoli elementi,<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Fig. 31 : <strong>volte</strong> di pezzame spozzato,appare evidente la suddivisione<br />

in arcata portante,rinfianco e riempimento.<br />

le <strong>volte</strong> possono adeguarsi alle condizioni di sollecitazioni locali per:<br />

• forma<br />

• spessore<br />

• materiali<br />

Ciò consente una ottimizzazione dell’economia del materiale.


Volte di laterizi<br />

Il mattone, rispetto alle superfici più compatte, è un materiale leggero, maneggevole e<br />

adatto alla formazione di qualsiasi arco o volta. Il laterizio utilizzato poteva essere<br />

mattoni pieni o cavi.<br />

La posa era di 4 tipi:<br />

• longitudinale (piani longitudinali)<br />

• trasversale (<strong>archi</strong> paralleli)<br />

• obliquo (<strong>archi</strong> diagonali)<br />

• in foglio (<strong>volte</strong> in foglio)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


E’ bene riflettere sul fatto che a questi componenti, raramente era destinato un compito attivo, il<br />

loro funzionamento era previsto perlopiù per casi di carico rari e accidentali (eventi sismici).<br />

Mentre le spinte prodotte per sostenere le ordinarie situazioni di carico dovevano essere<br />

assorbite dalla struttura muraria che a tal fine era appositamente predisposta.<br />

GENESI GEOMETRICA<br />

Analizzando le strutture voltate viene da pensare ad una articolazione di alcuni elementi base,<br />

con una specifica morfologia e sintassi.<br />

E’ chiaro che ognuna delle particolari <strong>volte</strong> che si possono far scaturire dalle composizioni<br />

geometriche cui si è accennato, può avere caratteristiche costruttive e strutturali diverse.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


VOLTE A BOTTE<br />

• generate da un arco a tutto sesto<br />

• usate dai romani<br />

• generata da un arco ribassato o policentrico<br />

• forti spinte orizzontali (necessità di tiranti)<br />

Volte a lacunari<br />

Sono caratterizzate da un aspetto sobrio, derivante dalla semplicità geometrica della volta a<br />

botte, anche se spesso si preferito l’ aspetto delle <strong>volte</strong> arricchite da lunette e nervature<br />

incrociate a formare cassettoni e losanghe.<br />

A seconda dei casi cambia lo schema che può essere:<br />

• costruttivo<br />

• statico<br />

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Volte lunettate<br />

La costruzione di lunette implica delle complicazioni; si tratta di <strong>volte</strong> relativamente piccole che<br />

interessano il cilindro della volta principale ( possono essere sferiche o a botte).<br />

Queste <strong>volte</strong> consentono di risolvere in modo elegante il problema delle finestrature sul lato d’<br />

imposta e di liberare l’ <strong>archi</strong>trave della finestra dal peso della volta.<br />

Altre particolari conformazioni<br />

La volta a botte si è spesso adeguata agli ambienti irregolari, assumendo particolari<br />

conformazioni (vd <strong>volte</strong> oblique utilizzate nei ponti).<br />

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VOLTE A VELA E A BACINO<br />

Dal punto di vista geometrico:<br />

• sferiche (su piante quadrate o rettangolari<br />

• ellissoidiche (su piante circolari o ellittiche)<br />

La vela si ottiene sezionando la superficie geometrica di<br />

partenza con piani verticali.<br />

La ridotta dimensione delle corde faceva sì che le sollecitazioni<br />

di trazione venissero contenute dalla “cintura” muraria senza<br />

bisogno di tiranti.<br />

C’era poi l’ apparecchiatura “a spina di pesce”:<br />

• esecuzione facilitata senza centine<br />

• utilizzata da Brunelleschi e dai Sangallo<br />

• è la cosiddetta “volta autoportante”<br />

La volta a vela realizzata su ambienti rettangolari può essere ricavata<br />

da superfici curve generate con la traslazione di <strong>archi</strong>, anche acuti.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


VOLTE OTTENUTE CON L’ INTERSEZIONE DI VOLTE SEMPLICI<br />

- <strong>volte</strong> a crociera - <strong>volte</strong> a stelle o reticolate<br />

- <strong>volte</strong> a imbuto - <strong>volte</strong> a padiglione, a peducci, a schifo<br />

- <strong>volte</strong> a cappa - <strong>volte</strong> poligonali<br />

Volte a crociera<br />

• ambienti quadrati<br />

• nasce dall’ intersezione di due <strong>volte</strong> a botte cilindriche<br />

• semplicità di costruzione geometrica e tecnologica (da cui la sua grande diffusione<br />

nell’ antichità)<br />

• tipica dell’ <strong>archi</strong>tettura romana e gotica<br />

• spinte convogliate verso i quattro appoggi<br />

• <strong>volte</strong> più leggere e spinte convogliate in soli 4 punti (facilmente contrastabili)<br />

• più adatte ad edifici monumentali che ad abitazioni<br />

• si adegua a qualsiasi pianta e qualsiasi arco le si adatta<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Volta ad imbuto<br />

Si ottiene con quattro spicchi di una speciale volta ottenuta ruotando il semiarco di 90° attorno ad<br />

un asse verticale.<br />

Volte a stella e reticolate<br />

• sono complesse<br />

• hanno delle costolonature che caratterizzano all’ aspetto strutturale<br />

• sono composte da <strong>volte</strong> a vela, bptte o crociera<br />

Volte a padiglione, a peducci e a schifo<br />

• adatte ad ambienti rettangolari<br />

• nasce intersecando due <strong>volte</strong> a botte<br />

• volta a padiglione (Rinascimento, <strong>archi</strong>tettura palaziale) è realizzata con le modalità e le<br />

apparecchiature tipiche della botte, ripetute nelle due direzioni degli assi<br />

• volta a schifo (peso minore di quelle a padiglione)<br />

• al fine di contenere le spinte, qualora i muri non fossero stati autonomamente sufficienti si<br />

ricorreva alle catene<br />

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Volte a cappe<br />

Le <strong>volte</strong> a botte, per la loro semplicità costruttiva e formale, erano spesso utilizzate per coprire<br />

grandi ambienti di servizio (tipicamente ottocentesco).<br />

In alternativa non si utilizzava un’ unica grande volta, bensì una serie di <strong>archi</strong>. Si voltavano poi<br />

trasversalmente i campi intermedi: queste ultime <strong>volte</strong> erano dette “cappe”.<br />

Volte poligonali<br />

La volta a padiglione su pianta poligonale, al crescere del numero di lati, si avvicina alla forma e<br />

al comporamento strutturale delle cupole.<br />

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LE CUPOLE<br />

Solo raramente sono realizzate per costruire un orizzontamento; in genere sono impiegate per le<br />

coperture superiori delle costruzioni monumentali e spesso hanno corde elevatissime. Come un<br />

poligono tende ad un cerchio all’ aumentare del numero dei lati, così una volta a padiglione tende<br />

ad una cupola.<br />

Fig. 33 : le cupole sono state spesso evidenziate,protette o addirittura surrogate con coperture a<br />

cupola su struttura lignea o,più recentemente metallica.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Fig. 34 : le cupole murarie maggiore (come<br />

San pietro e Santa Maria del Fiore,si<br />

sdoppiano in una calotta portate sovrastante<br />

di copertura che contribuisce<br />

comunque,attraverso i costoloni radiali e con<br />

i pesi,alla stabilità del complesso.<br />

(da Breymann,1927)


Elementi costruttivi delle cupole<br />

• fondamentale era l’ illuminazione, a questo scopo si creavano aperture sulla sommità (lanterna)<br />

e/o sui lati (oblò)<br />

• il tamburo era costituito dal cilindro murario su cui appoggia la cupola, punto su cui spesso si<br />

collocano gli oblò per non interrompere la cupola sopra.<br />

Le tipologie costruttive<br />

• <strong>volte</strong> a struttura discontinua<br />

• <strong>volte</strong> a struttura continua<br />

• <strong>volte</strong> a cassettoni<br />

• <strong>volte</strong> costolonate o nervate<br />

• cupole a doppia o tripla calotta<br />

Lo spessore della cupola in genere variava lungo i meridiani, aumentando verso l’ imposta dove<br />

tutte le pressioni sono maggiori, per il peso della massa e dove è utile avere pesi stabilizzanti. Di<br />

forma variabile, il problema maggiore è il rapporto peso/altezza ( struttura e materiali).<br />

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DISSESTI DI ARCHI E VOLTE<br />

Mileto, Terme di Faustina,<br />

particolare di un arco.<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Antalya, Chiesa di S. Nicola, particolare<br />

di una fessura intradossale in chiave.


Istanbul, Santa Sofia, deformazioni di <strong>archi</strong> e <strong>volte</strong><br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Fessurazioni intradossali ai fianchi


DISSESTI SULLE VOLTE: VOLTE A BOTTE<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Veduta di insieme delle lesioni di una volta a<br />

botte su colonne (Piccirilli C.)


DISSESTI SULLE VOLTE: VOLTE A PADIGLIONE<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


DISSESTI SULLE VOLTE: VOLTE A CROCIERA<br />

Schema dei dissesti delle <strong>volte</strong> a crociera (Piccirilli C., 1989 )<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


DISSESTI SULLE VOLTE: VOLTE A VELA<br />

Andamento delle tensioni principali di<br />

compressione e trazione nella volta a vela<br />

(Piccirilli C., 1989)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Schema di depressione nelle<br />

<strong>volte</strong> a vela


DISSESTI SULLE VOLTE: VOLTE A VELA<br />

Manifestazioni del quadro fessurativo nelle <strong>volte</strong> a vela<br />

(Piccirilli C., 1989 )<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


DISSESTI SULLE VOLTE<br />

Firenze, Uffizi, particolare di lesioni su<br />

una volta a botte<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Firenze, Ospedale degli Innocenti,<br />

particolare di lesioni su una volta a crociera


DISSESTI SULLE VOLTE<br />

Lesioni su una volta a crociera Lesioni su <strong>volte</strong> a vela<br />

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DISSESTI SULLE CUPOLE: CUPOLE SEMPLICI<br />

(CUPOLE EMISFERICHE E CUPOLE RIBASSATE)<br />

Manifestazioni del quadro fessurativo nelle cupole ribassate (Piccirilli C., 1989)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Manifestazioni del quadro fessurativo nelle<br />

cupole semplici (Piccirilli C., 1989)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Bursa, Moschea Verde, particolare di<br />

una lesione nella cupola semplice


DISSESTI SULLE CUPOLE:<br />

CUPOLE COMPOSTE CON COSTOLONI<br />

Roma, Santa Maria dei Miracoli, posizione<br />

sul prospetto e in pianta delle principali<br />

fessure sulla cupola (Fiengo G., 1978)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Roma, Santa Maria dei Miracoli,<br />

vista dal basso della cupola


DISSESTI SULLE CUPOLE:<br />

CUPOLE COMPOSTE CON COSTOLONI<br />

Firenze, Santa Maria del Fiore, posizione in<br />

pianta delle principali fessure sulla cupola<br />

(Docci M., Maestri D., 1994)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Firenze, Santa Maria del Fiore,<br />

particolare di lesioni sulla cupola


CEDIMENTI DELLE STRUTTURE MURARIE VERTICALI PER<br />

SPINTE DEGLI ARCHI E DELLE VOLTE<br />

Schema del Cedimento delle strutture murarie verticali per spinte degli <strong>archi</strong> e delle<br />

<strong>volte</strong> e particolare di un edificio in Valtellina soggetto a tale danno (Folini E.,<br />

2000/2001)<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


CEDIMENTI DELLE STRUTTURE MURARIE<br />

VERTICALI PER SPINTE DEGLI ARCHI E DELLE<br />

VOLTE<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

Edificio in Valtellina. (Folini E. 2001)


CEDIMENTI DELLE STRUTTURE MURARIE VERTICALI<br />

PER SPINTE DEGLI ARCHI E DELLE VOLTE<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


CEDIMENTI DELLE STRUTTURE<br />

MURARIE VERTICALI PER SPINTE<br />

DEGLI ARCHI E DELLE VOLTE<br />

Firenze, particolare di un edificio situato sul Ponte Vecchio e soggetto a<br />

cedimento delle strutture murarie verticali per presenza di strutture<br />

spingenti<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani


Consolidamento<br />

L. Binda, L. Zanzi, P. Condoleo, G. Cardani and A. Anzani<br />

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