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Oggetto:<br />

REGIONE<br />

BASILICATA<br />

Comune di Banzi<br />

(provincia di Potenza)<br />

Progetto definitivo di un Parco Eolico<br />

ubicato nel Comune di Banzi<br />

Committente:<br />

CROSSENERGY s.r.l.<br />

Via Santa Lucia n° 107<br />

80100 NAPOLI<br />

P.IVA : 06511361211<br />

Legale rappresentante:<br />

Dott. Claudio Maiello<br />

Elab.<br />

C<br />

Progettisti:<br />

Prefattibilità<br />

Prog.<br />

definitivo<br />

Prog.<br />

esecutivo<br />

impianti<br />

Data: Febbraio 2011<br />

Rappr.:<br />

Dott. Ing. Antonio Di Pietro<br />

Dott. Ing. Pasquale Pascucci<br />

Collaboratori :<br />

dott. Arch. Daniele Cucciniello<br />

sig. Amato Ausania<br />

sig. Giovanni Spagnuolo<br />

geom. Nicola Raimondi<br />

Engineering Solution s.r.l<br />

Via Piave n° 29- 83100 Avellino<br />

Tel. 0825 289063 – 0825 679058<br />

fax 0825 679058<br />

Progetto di dismissione<br />

dell’impianto<br />

e-mail:<br />

antonio.dipietro@ingegneriaavellino.it<br />

A norma di Legge il presente documento non può essere riprodotto o comunicato a terzi senza la Ns autorizzazione scritta


SOMMARIO<br />

Via Piave n. 29‐ 83100 Avellino<br />

Tel. 0825 289063 ‐0825 679058 ‐ fax 0825 679058<br />

Partita IVA: 02579430642<br />

COMUNE DI BANZI<br />

PROGETTO DEFINITIVO<br />

DI UN CAMPO EOLICO<br />

PROGETTO DI DISMISSIONE DELL’IMPIANTO<br />

1. Premessa ................................................................................................................ 2<br />

2. Relazione Sulle Opere Di Dismissione .................................................................... 2<br />

2.1. Dettagli riguardanti lo smaltimento dei componenti ............................................... 3<br />

2.1.1. Aerogeneratore .............................................................................................. 3<br />

2.1.2. Cavi ................................................................................................................ 4<br />

2.2. Dettagli riguardanti il ripristino dello stato dei luoghi ............................................. 4<br />

3. Opere di sostegno ................................................................................................... 5<br />

4. Opere di copertura vegetale tramite “zollatura” ....................................................... 8<br />

5. Opere di rinverdimento dei percorsi carrabili ........................................................... 8<br />

6. Cronoprogramma Piano di dismissione ................................................................. 11<br />

7. Analisi costi/ricavi dismissione impianto ................................................................ 12<br />

Progetto definitivo di un Parco Eolico nel Comune di Banzi:<br />

PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 1


1. Premessa<br />

Via Piave n. 29‐ 83100 Avellino<br />

Tel. 0825 289063 ‐0825 679058 ‐ fax 0825 679058<br />

Partita IVA: 02579430642<br />

Alla fine del ciclo di vita dell’impianto eolico, stimato mediamente in anni 30, si passerà<br />

alla fase di dismissione e di ripristino del sito.<br />

Questo aspetto risulta fondamentale ai fini dello studio del ciclo di vita dell’impianto, infatti<br />

l’obbligo di ripristino totale dello stato dei luoghi, garantisce il completo annullamento<br />

dell’impatto visivo e paesaggistico, con il contestuale recupero e riciclo dei materiali oltre<br />

alla completa disponibilità del territorio utilizzato per le precedenti attività agro-pastorali.<br />

2. Relazione Sulle Opere Di Dismissione<br />

Il Proponente si impegnerà a:<br />

a) rimuovere gli aerogeneratori in tutte le loro componenti con conferimento del materiale<br />

agli impianti di recupero e trattamento secondo la normativa vigente;<br />

b) rimuovere completamente le linee elettriche e tutti gli apparati elettrici e meccanici<br />

della sottostazione con conferimento del materiale agli impianti di recupero e trattamento<br />

secondo la normativa vigente;<br />

c) ripristinare le piazzole degli aerogeneratori, la viabilità di servizio realizzata ad hoc ed il<br />

sito della sottostazione mediante il rimodellamento del terreno allo stato originario ed il<br />

ripristino della vegetazione, avendo cura di:<br />

- assicurare almeno un metro di terreno vegetale sul blocco di fondazione in c.a.;<br />

- rimuovere dai tratti stradali la viabilità di servizio da dismettere, la fondazione stradale e<br />

tutte le opere d’arte;<br />

- per i ripristini vegetazionali utilizzare essenze erbacee, arbustive ed arboree autoctone<br />

di ecotipi locali di provenienza regionale;<br />

- per i ripristini geomorfologici utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica;<br />

d) convertire ad altra destinazione d’uso, compatibile con le norme urbanistiche vigenti<br />

per l’area e conservare gli elementi architettonici tipici del territorio di riferimento, gli<br />

edifici dei punti di raccolta delle reti elettriche e della sottostazione, in alternativa gli<br />

stessi dovranno essere demoliti;<br />

e) comunicare all’Ufficio Compatibilità Ambientale la conclusione delle operazioni di<br />

dismissione dell’impianto.<br />

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Partita IVA: 02579430642<br />

A garanzia dell’esecuzione delle opere di ripristino il proponente fornisce idonea<br />

fidejussione a favore del Comune sede dell’impianto. Condizioni, durata e modalità di<br />

svincolo sono definite dal Comune nell’ambito del relativo rapporto convenzionale col<br />

proponente.<br />

2.1. Dettagli riguardanti lo smaltimento dei componenti<br />

2.1.1. Aerogeneratore<br />

L’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) è un processo che permette di valutare<br />

l’impatto ambientale di un prodotto, processo o attività, attraverso un approccio che viene<br />

definito ‘dalla culla alla bara’ (from cradle to grave). Si tratta di un’analisi sistematica per<br />

identificare e quantificare le risorse impiegate (materiali, energia, acqua); per valutare<br />

l’impatto di questi consumi e quello di emissioni e rifiuti sugli ecosistemi; per identificare e<br />

valutare - infine - le opportunità per realizzare i miglioramenti ambientali del caso.<br />

I risultati di tale studio vengono utilizzati per documentare l’impatto ambientale delle<br />

turbine eoliche e per la progettazione di turbine a minor impatto ambientale rispetto a<br />

quelle odierne. Rispetto agli impatti sull’ambiente prodotti mediamente in Europa dalle<br />

attività di generazione di energia elettrica, quello di una turbina eolica, con un ciclo di vita<br />

di circa 25-30 anni, è minimo e riguarda:<br />

Produzione di materie prime<br />

Produzione di componenti<br />

Produzione di energia<br />

Dismissione delle turbine<br />

FIG 1 RISORSE IMPIEGATE E PRODOTTE DA UN AEROGENERATORE<br />

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Se da un lato la produzione di materie prime e la costruzione di aerogeneratori hanno un<br />

impatto sull’ambiente, dall’altro l’energia prodotta e il fatto che una notevole percentuale<br />

delle parti di una turbina siano riutilizzabili compensano con effetti positivi e benefici<br />

ambientali. Dalle analisi reperite in letteratura,conformi alle norme ISO 14040-43, si nota<br />

che circa 80% del materiale che costituisce un aerogeneratore può essere riciclato (e<br />

impiegato,quindi, per la produzione di un altro aerogeneratore) a termine del ciclo di vita<br />

della macchina. Quest’ultima compenserà di circa 35 volte, attraverso l’energia prodotta,<br />

l’impatto ambientale legato alla sua stessa produzione.<br />

2.1.2. Cavi<br />

I cavi in rame che costituiscono l’impianto elettrico saranno recuperati in fase di<br />

dismissione. Il rame rappresenta al momento una materia prima “preziosa” per questo il<br />

suo recupero da parte di ditte specializzate, costituendo una fonte di guadagno, agevola<br />

le operazioni di recupero dello stesso.<br />

2.2. Dettagli riguardanti il ripristino dello stato dei luoghi<br />

Le opere di ripristino della cotica erbosa possono attenuare notevolmente gli impatti<br />

sull'ambiente naturale, annullandoli quasi del tutto nelle condizioni maggiormente<br />

favorevoli. In più le opere di ripristino possono essere estese a tutti gli interventi che<br />

consentono una maggiore conservazione degli ecosistemi montani ed una maggiore<br />

integrazione con l'ambiente naturale. Per questo tutte le aree sulle quali sono state<br />

effettuate opere che comportano una modifica dei suoli, delle scarpate, dei corsi d'acqua,<br />

e delle attività biologiche ad essi connesse, dovranno essere ricondotti allo stato<br />

originario, attraverso le tecniche, le metodologie ed i materiali utilizzati dall'Ingegneria<br />

naturalistica. A differenza dell'ingegneria civile tradizionale, questa disciplina utilizza<br />

piante e materiali naturali, per la difesa e il ripristino dei suoli.<br />

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Nel caso della dismissione di una parco eolico, in particolar modo se situata in ambienti<br />

sensibili dal punto di vista naturalistico, tali interventi giocano un ruolo di assoluta<br />

importanza. Difatti le operazioni di ripristino possono consentire, attraverso una efficace<br />

minimizzazione degli impatti, la conservazione degli habitat naturali presenti. Le opere di<br />

ingegneria naturalistica sono impiegate anche per evitare o limitare i fenomeni erosivi<br />

innescati dalla sottrazione e dalla modifica dei suoli.<br />

Inoltre la ricostituzione della coltre erbosa può consentire notevoli benefici anche per<br />

quanto riguarda le problematiche legate all'impatto visivo.<br />

3. Opere di sostegno<br />

Le opere di sostegno di ingegneria naturalistica sono effettuate per dare sostegno al<br />

versante, soprattutto in corrispondenza della corona, nei tratti a forte pendenza e al piede<br />

del versante stesso. Vengono impiegati materiali da costruzione vivi combinati con quelli<br />

inerti, l’inserimento dei materiali vivi è fondamentale per il raggiungimento dell’efficacia di<br />

queste opere in quanto la funzione di sostegno può essere svolta dalla vegetazione<br />

qualora le strutture di sostegno decadano per deperimento. Le opere di sostegno sono<br />

numerose ed elaborate. Tra le più frequenti: palificate con pareti rinverdite, grate vive a<br />

parete rinverdite, gabbionate rinverdite, terre rinforzate. Per ognuna di queste categorie è<br />

previsto l’impiego di diversi materiali e tecniche, scelti in funzione di diversi parametri,<br />

quali le caratteristiche morfologiche del pendio, le caratteristiche geologiche e<br />

geomeccaniche dei litotipi, l’andamento della superficie freatica, le condizioni climatiche,<br />

pedologiche e vegetazionali del luogo sede dell’intervento. In più vanno considerate<br />

anche la disponibilità e l’accessibilità dei mezzi di lavoro. Va evidenziato che<br />

generalmente, nonostante le innumerevoli variabili elencate, gli interventi di ingegneria<br />

naturalistica dipendono maggiormente dall’acclività del versante come mostrato in figura<br />

2.<br />

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FIG 2 OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA DISTINTE PER PENDENZA<br />

Dallo schema in figura 3 si evince con chiarezza come per inclinazioni di scarpata<br />

contenute sono previste esclusivamente opere di copertura, mentre con l’aumento<br />

dell’acclività è necessario ricorrere a soluzioni sempre più complesse ed onerose, con<br />

l’ausilio di reti o stuoie, fino a massicci interventi di stabilizzazione e sostegno. Si osserva<br />

che il ripristino della cotica erbosa è particolarmente condizionato dalle caratteristiche del<br />

substrato delle superfici da reinerbire, ma soprattutto dalla pendenza e, in condizione di<br />

versanti acclivi questa operazione può rivelarsi molto problematica. Le scarpate,<br />

generate dalle opere di sbancamento per la realizzazione di strade e piazzole delle<br />

installazioni eoliche, sia in rilevato, cioè derivanti da terrapieni artificiali, sia in trincea o in<br />

scavo, rappresentano questa particolare condizione. Generalmente, nella prassi<br />

normale, non sono previsti interventi a verde su tali scarpate, e questo comporta problemi<br />

di reinserimento paesaggistico e talvolta anche funzionali di erosione da ruscellamento<br />

nelle litologie meno compatte.<br />

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FIG 3 OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA DISTINTE PER PENDENZA<br />

Una delle migliori strategie d'intervento per le scarpate, è quella di ridurre il più possibile<br />

la pendenza del versante, in modo da poter intervenire con riporti di terreno vegetale,<br />

semine ed eventualmente messa a dimora di arbusti. Questa pratica, nelle scarpate in<br />

roccia, comporta ovviamente una maggiore quantità di opere di scavo e sbancamento,<br />

dovendo abbattere la pendenza almeno fino ai 35°-40° sull’orizzontale. Tuttavia può<br />

consentire un efficace ripristino del manto vegetale senza necessariamente ricorrere ad<br />

operazioni più complesse ed onerose. Infatti nel caso vi sia la necessità di adottare<br />

pendenze maggiori (40°- 45°), per evitare fenomeni di ruscellamento, vanno previste<br />

tecniche di rivestimento o stabilizzanti (stuoie, reti, viminate vive etc.) che consentono la<br />

permanenza in sito della terra vegetale da riportare, garantendo quindi la crescita della<br />

vegetazione. Gli interventi di rivestimento vegetativo nel caso di scarpate in roccia<br />

ricondotte a pendenze maggiori (45° - 60°) sono molto onerosi e possibili unicamente<br />

attraverso soluzioni tecnicamente più articolate.<br />

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È importante sottolineare nuovamente i principi deontologici dell’ingegneria naturalistica,<br />

secondo i quali vale la “legge del minimo” e cioè che l’ingegneria naturalistica deve<br />

essere impiegata solo dove e quando sia realmente necessaria, adottando le tecniche a<br />

minore complessità che non richiedano, quindi, ingenti costi a parità d’efficacia.<br />

Sarà dunque necessario analizzare tutte le possibilità d’intervento ed optare per quella<br />

ecologicamente ed economicamente più vantaggiosa.<br />

4. Opere di copertura vegetale tramite “zollatura”<br />

E’ possibile eseguire il ripristino della cotica erbosa direttamente tramite zolle di terreno,<br />

opportunamente prelevate. Questa operazione nella pratica comune viene eseguita per<br />

la rivegetazione di aree denudate come cave, miniere o siti industriali. Le zolle erbose o<br />

“ecocelle” vengono prelevate dal selvatico e successivamente trapiantate in più punti privi<br />

di vegetazione, con lo scopo di innescare il processo di colonizzazione dell'intera<br />

superficie. Le zolle devono avere una superficie minima di circa 0,5-1 m 2 e uno spessore<br />

sufficiente a comprendere lo strato vegetativo erboso e il terreno compenetrato dalle<br />

radici. Le ecocelle vengono prelevate con mezzi meccanici idonei e trapiantati, a mosaico<br />

o a strisce, lasciando degli spazi tra le zolle per la posa di terreno vegetale seminato, per<br />

permettere la coesione dell’intera stratificazione. È però importante evidenziare che<br />

questa pratica risulta essere particolarmente delicata e non sempre è possibile utilizzarla.<br />

In effetti le zolle vanno prelevate e conservate con molta cura per un periodo<br />

relativamente breve. Inoltre le superfici da rivestire non devono comunque avere<br />

pendenze elevate e non deve essere presente alcun movimento del corpo terroso.<br />

Tuttavia l’utilizzo di zolle può essere impiegato per opere di piccola entità, ad esempio<br />

nella ricostruzione del manto erboso nei tratti prativi rimossi a seguito dello scavo per<br />

rimuovere i cavi elettrici e di trasporto dati.<br />

5. Opere di rinverdimento dei percorsi carrabili<br />

Le opere di ingegneria naturalistica possono essere adottate anche per il ripristino delle<br />

superfici carrabili dei percorsi. La viabilità interna dei parchi eolici costituisce la maggior<br />

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parte della superficie sottratta al manto erboso originario e, per questo, può essere fonte<br />

di grandi squilibri per l’ecosistema locale. I percorsi costituiscono vere e proprie “ferite” ai<br />

sistemi prativi e il loro “non ripristino” può comportare serie ripercussioni, sia sulla stabilità<br />

degli habitat presenti sia sugli equilibri idrogeologici dei versanti. Generalmente le opere<br />

di viabilità sono realizzate in totale assenza di misure di salvaguardia e raramente sono<br />

previsti interventi di ripristino, in ogni caso non riconducibili alle superfici destinate al<br />

transito dei grandi mezzi di trasporto eccezionale. Si può prevedere la ricostituzione della<br />

cotica erbosa al di sopra delle sedi stradali, con l’inserimento di pavimentazioni “verdi”<br />

che rivestono parzialmente tali superfici.<br />

FIG 4 RICOSTRUZIONE DELLA COTICA ERBOSA AL DI SOPRA DELLA SEDE STRADALE<br />

Per la realizzazione delle pavimentazioni verdi è possibile impiegare varie tipologie di<br />

materiali, meglio se di origine naturale e se prelevati sul posto o in località prossime a<br />

quella dell’installazione. In ogni caso è necessario far riferimento alle indicazioni<br />

dell’AIPIN, in merito al principio della “naturalità crescente”. Per le operazioni di ripristino<br />

del manto erboso valgono le indicazioni espresse in merito alle “opere di copertura”<br />

impiegate dall’ingegneria naturalistica.<br />

È quindi possibile intervenire con svariate tecniche e con l’impiego di semine che<br />

dipendono essenzialmente dalle caratteristiche ambientali e morfologiche delle superfici<br />

da rinerbire. Se le condizioni locali ed i tempi di esecuzione delle opere lo consentono è<br />

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possibile utilizzare anche la tecnica della zollatura. Nel complesso la ricostituzione della<br />

vegetazione su queste aree non dovrebbe essere particolarmente problematica<br />

considerando le ridotte pendenze dei percorsi, indispensabili per il transito dei grandi<br />

veicoli.<br />

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6. Cronoprogramma Piano di dismissione<br />

Attività/Giorni<br />

1. PREPARAZIONE AREA DI CANTIERE 15<br />

2. SMONTAGGIO TORRI E OPERE<br />

CONNESSE<br />

CRONOPROGRAMMA GENERALE OPERE DI DISMISSIONE<br />

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 120 125<br />

3. DISMISSIONE CAVIDOTTI 60<br />

4. SOTTOSTAZIONE INTERNA 120<br />

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7. Analisi costi/ricavi dismissione impianto<br />

La dismissione dell’impianto eolico in questione in tutte le sue componenti comporta<br />

dei costi da sostenere e dei ricavi; i primi possono essere contenuti qualora si<br />

decidesse, in accordo con il Comune e i proprietari delle particelle interessate di non<br />

dismettere tutta la viabilità realizzata ex novo in quanto si potrebbe continuare a<br />

utilizzare la stessa per l’accesso ai fondi da parte appunto dei possidenti.<br />

Per quanto riguarda i ricavi essi sono dovuti al recupero delle materie prime come<br />

l’acciaio delle torri e le parti in rame.<br />

Per avere una idea dei materiali ricavabili da una torre eolica si può fare riferimento al<br />

seguente schema:<br />

COMPONENTE MATERIALE MASSA<br />

Rotore GRP 30.6 t<br />

acciaio circa 70 t<br />

Navicella rame 8 t<br />

GRP 1.7 t<br />

Torre acciaio 205 t<br />

alluminio 8 t<br />

Componenti<br />

elettrici<br />

rame<br />

2.7 t<br />

Fondazioni cemento<br />

armato<br />

250 m 3<br />

Cabine rame circa 8 t<br />

Trasformatore<br />

Volume piazzole di<br />

calcestruzzo<br />

scarti elettrici<br />

10 t<br />

5 t<br />

montaggio,strade ghiaia 750 m 3<br />

Di seguito si riportano i costi totali stimati per la dismissione dell’impianto eolico tenendo<br />

però in conto anche i ricavi .<br />

Considerando il costo giornaliero di noleggio autogrù da 70 t pari a 1.000,00 €/giorno<br />

(considerando che la gru viene impegnata una giornata per ogni turbina), si ha:<br />

Costo di due autogrù per un numero di giorni pari a 11 (n° 22 turbine totali) = 22.000,00 €<br />

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Il Costo complessivo trasporto materiali di risulta invece sarà di circa 100.000,00 €<br />

La manodopera considerando un costo pari a 60,00 €/h (comprensivo del costo di tutte<br />

le apparecchiature necessarie per il lavoro, dei dispositivi di protezione individuali, e degli<br />

oneri per la sicurezza) vedrà la presenza di 12 operai sul cantiere e come da<br />

cronoproramma 120 giorni lavorativi (totale 5760 h lavorative) con i seguenti costi:<br />

11520 h x 60 €/h = 691.200,00 €<br />

Dal ricavo di 100,00 €/T per le parti metalliche ferrose, che per i n° 22 può essere<br />

stimato in 6.0505,00 T, si ottiene il seguente ricavo complessivo:<br />

100,00 €/T x 6.050,00 T = 605.000,00 €.<br />

Supposto che i trasformatori e i motori elettrici, di peso complessivo pari a circa 110 T<br />

avranno alla fine della vita utile dell’impianto un valore di 350,00 €/T, si avrà un ricavo<br />

pari a:<br />

350,00 €/ T x 110 T= 38500,00 €.<br />

I rifiuti in genere (materiale lapideo, inerti, ghisa, plastica, etc) verranno affidati a ditte<br />

specializzate presenti nelle vicinanze dell’impianto eolico, in un’area di raggio pari a 20<br />

km circa, per l’inerente smaltimento al costo di 5,00 €/T, per un costo complessivo pari a:<br />

5,00 €/ T x 2000 T = 10000,00 €.<br />

Le opere per il ripristino dello stato dei luoghi alle condizioni originarie, relativamente alle<br />

nuove strade di servizio ed alle piazzole, sono le seguenti:<br />

Demolizione sottostazione; per un costo totale stimato pari<br />

a EURO 40.000,00.<br />

Demolizione virola di fondazione; per un costo totale stimato pari a<br />

EURO 120.000,00.<br />

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Demolizione di fondazione stradale; per un costo totale stimato pari<br />

a EURO 130.000,00.<br />

Stesa e modellazione di terra di coltivo. Profilatura delle zone<br />

d’intervento, nuove strade di servizio e piazzole degli<br />

aerogeneratori, secondo le caratteristiche plano-altimetrico dei<br />

luoghi, avendo cura di utilizzare il terreno vegetale proveniente dalla<br />

decorticazione, per la sistemazione dello strato superficiale; per un<br />

costo totale stimato pari a EURO 170.000,00.<br />

Preparazione del terreno alla semina o al trapianto di sementi di<br />

specie erbacee selezionate e idonee al sito; per un costo totale<br />

stimato pari a EURO 15.000,00.<br />

Inerbimento di una superficie piana o inclinata tramite semina a<br />

spaglio di un miscuglio di sementi di specie erbacee selezionate, per<br />

nuove strade di servizio e piazzole; per un costo totale stimato pari a<br />

EURO 10.000,00.<br />

La somma algebrica dei costi/ricavi precedentemente evidenziati è pari a EURO<br />

714.700,00 che costituiscono in definitiva il costo totale per dismissione impianto e<br />

ripristino delle condizioni originarie.<br />

Progetto definitivo di un Parco Eolico nel Comune di Banzi:<br />

PROGETTO DI DISMISSIONE E RIPRISTINO DELLE CONDIZIONI ORIGINARIE 14

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