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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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Solo per <strong>il</strong> 18% degli instab<strong>il</strong>i la flessib<strong>il</strong>ità del lavoro è stata<br />

scelta (cfr. § 5.1), mentre nella stragrande maggioranza è subita<br />

(8 %), in particolare per le donne (+8% rispetto agli uomini) 19 .<br />

D’altronde, come testimoniato dalla letteratura in materia, la<br />

condizione di atipico 0 nella gran parte dei casi è tale solo per la<br />

diversa forma contrattuale, dal momento che sono la netta maggioranza<br />

coloro che lavorano per un unico committente in maniera<br />

pressoché continuativa, presso la sede di questo e in orari e<br />

con mansioni ordinarie, dunque con un prof<strong>il</strong>o lavorativo sostanzialmente<br />

assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e a quello di un dipendente subordinato.<br />

La flessib<strong>il</strong>ità è subita soprattutto dai lavoratori che lavorano<br />

per soggetti pubblici, dove la quota di coloro che “non hanno<br />

avuto altra scelta” raggiunge <strong>il</strong> 96%. Nel settore privato e nel<br />

terzo settore questi sono rispettivamente <strong>il</strong> 75% e <strong>il</strong> 67% degli<br />

intervistati, perciò, pur rimanendo largamente maggioritaria la<br />

quota di quanti hanno “subito” la flessib<strong>il</strong>ità, questa è significativamente<br />

inferiore a quella del settore pubblico.<br />

• La durata del contratto<br />

La prima informazione attinente alle condizioni oggettive del<br />

lavoro che interessa esplorare è la durata del contratto in essere.<br />

Escluse tipologie di brevissima durata, vale a dire inferiori a un<br />

mese (che sono in numero irr<strong>il</strong>evante e riguardano “missioni” di<br />

lavoratori interinali), <strong>il</strong> 39% degli intervistati dichiara di avere<br />

contratti di durata annuale e <strong>il</strong> 33% afferma di avere stipulato<br />

contratti di durata compresa tra i 4 e gli 11 mesi. Per <strong>il</strong> 13% i<br />

contratti non superano i 3 mesi. Contratti di durata superiore<br />

all’anno riguardano solo <strong>il</strong> 1 % del totale.<br />

Mentre la distinzione tra contratti da dipendente a termine<br />

e collaboratori non fa emergere significative differenze quanto<br />

alla durata 1 , è piuttosto la disaggregazione per genere (oltre che<br />

per settore di impiego) a mostrare differenze anche molto mar-<br />

19 Sebbene con risultati meno polarizzati, questo scenario è confermato anche<br />

da una recente ricerca su scala nazionale dell’Isfol ( 004): in questa la percentuale<br />

di quanti affermano di lavorare con un’occupazione temporanea “per<br />

mancanza di alternative”, infatti, è di poco oltre la metà.<br />

0 Si usa questa espressione nella sua accezione ristretta, dal momento che l’universo<br />

degli atipici è ben più ampio di quello dei lavori “instab<strong>il</strong>i”, o “flessib<strong>il</strong>i”<br />

(ISTAT, 005).<br />

1 Fatta salva una leggera tendenza a durate maggiori per i collaboratori, in parte<br />

attribuib<strong>il</strong>e alla presenza di lavoratori stagionali e interinali nel gruppo dei<br />

“dipendenti con contratti a termine”.<br />

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