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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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le imprese avranno accumulato un certo numero di lavoratori<br />

flessib<strong>il</strong>i, e soprattutto se la fase congiunturale dovesse peggiorare,<br />

ci troveremo a fronteggiare l’effetto inverso, ossia una fase<br />

di mancato rinnovo dei contratti non tutelati.<br />

Il problema del r<strong>il</strong>evante numero di giovani (ma non solo)<br />

coinvolti in questo processo di flessib<strong>il</strong>izzazione riguarda non<br />

tanto gli ingressi con modalità flessib<strong>il</strong>i nel mercato del lavoro<br />

che nel giro di pochi anni si trasformano in lavori stab<strong>il</strong>i (di tipo<br />

autonomo o dipendente), quanto una lunga permanenza (o intrappolamento)<br />

in rapporti instab<strong>il</strong>i che ha come conseguenza<br />

costi umani ancora <strong>oggi</strong> spesso sottovalutati, che possono essere<br />

riassunti nella difficoltà di progettarsi una vita e <strong>il</strong> rischio di non<br />

avere a tempo debito una pensione dignitosa. Gli esperti hanno<br />

infatti stimato che coloro che hanno lunghi percorsi di lavoro<br />

con contratti instab<strong>il</strong>i rischiano di avere pensioni nell’ordine del<br />

30% del salario attuale (che risulta essere mediamente inferiore<br />

a m<strong>il</strong>le euro), rischiando quindi di trovarsi al di sotto della soglia<br />

di povertà.<br />

Se consideriamo che circa <strong>il</strong> 50% delle nuove assunzioni in<br />

Italia avviene oramai con contratti a termine, e che <strong>il</strong> tasso di<br />

conversione in contratti a tempo indeterminato è mediamente<br />

basso (circa 10 punti in un anno), questo denota un alto rischio<br />

di segregazione per i lavoratori assunti con tipologie contrattuali<br />

di questo tipo (Boeri, Garibaldi, 006). Si rende quindi sempre<br />

più necessario fornire delle tutele di base, che proteggano dalla<br />

possib<strong>il</strong>ità di avere delle carriere professionali discontinue come<br />

un sistema efficace ed efficiente di ammortizzatori sociali che<br />

consenta di garantire la continuità del reddito (perché i lavori<br />

di cui si parla sono discontinui), tutele di ordine sanitario e<br />

anche degli strumenti di contrasto alla povertà come <strong>il</strong> reddito<br />

minimo.<br />

Un’altra questione riguarda le difficoltà che incontrano i lavoratori<br />

flessib<strong>il</strong>i a vedere riconosciute le competenze acquisite<br />

nel momento in cui cambiano la propria posizione occupazionale<br />

passando da un’azienda all’altra. Esiste infatti <strong>il</strong> consistente<br />

rischio che i segmenti di carriera lavorativa già effettuati<br />

con contratti atipici vengano praticamente disconosciuti sotto<br />

<strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o della competenza professionale acquisita, con effetti<br />

negativi sulla retribuzione e, ovviamente, sulla progressione di<br />

carriera. Uno degli obiettivi da porsi è dunque quello di progettare<br />

modelli dedicati al riconoscimento delle competenze “spendib<strong>il</strong>i”<br />

nel mercato del lavoro. Si impone, quindi, un più stretto<br />

legame tra politiche del lavoro e politiche della formazione pro-<br />

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