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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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• Rosignano (Sistema turistico)<br />

La forte vocazione turistica della zona è resa evidente dall’importanza<br />

del settore alberghi e ristoranti. È necessario però<br />

ricordare la tradizione industriale dell’area facendo riferimento<br />

al polo chimico degli stab<strong>il</strong>imenti Solvay, attorno ai quali è cresciuta<br />

e si è sv<strong>il</strong>uppata l’omonima frazione di rosignano Solvay.<br />

Il settore della chimica che, pur presentando un’importanza superiore<br />

a quella assunta nel complesso della regione sta subendo,<br />

ormai da tempo, un accentuato trend di ridimensionamento.<br />

Altri settori importanti dal punto di vista occupazionale sono<br />

<strong>il</strong> commercio al dettaglio e le costruzioni. L’indice di occupazione<br />

è inferiore a quello medio toscano, mentre quello relativo all’incidenza<br />

di giovani disoccupati è decisamente al di sopra della<br />

media. A ciò si accompagna un indice di istruzione leggermente<br />

inferiore al dato medio toscano. Come nel caso di Follonica,<br />

la significativa presenza del settore turistico e dell’agricoltura<br />

determinano una presenza significativa di lavoro non regolare<br />

(Bacci, 001).<br />

Il campione di lavoratori intervistati ha un livello di istruzione<br />

significativamente più basso del totale (<strong>il</strong> 45,9% ha un titolo<br />

basso contro <strong>il</strong> 34% del totale). Il settore di attività prevalente è<br />

quello dei servizi alle persone (30%), seguito dalle attività manifatturiere<br />

( 3%). Superiore rispetto alla media la presenza negli<br />

alberghi/ristoranti (15% contro l’8%) (Graf. 5.17).<br />

Sicuramente è <strong>il</strong> sistema in cui sono risultate più basse le<br />

possib<strong>il</strong>ità di stab<strong>il</strong>izzazione del lavoro: solo <strong>il</strong> 9,5% degli intervistati<br />

ha avuto un esito occupazionale positivo (contro <strong>il</strong> 48%<br />

del dato medio). Più alte rispetto alla media campionaria anche<br />

le quote di coloro che sono rimasti intrappolati nella flessib<strong>il</strong>ità<br />

( 4% contro <strong>il</strong> 0%) e di quanti sono usciti dal mercato del lavoro<br />

(31% contro <strong>il</strong> 18%).<br />

Solo <strong>il</strong> 6% delle donne si è stab<strong>il</strong>izzata contro <strong>il</strong> 4 % degli<br />

uomini. Inoltre, tra le donne si registra la quota in assoluto più<br />

elevata di uscite dalle forze di lavoro come casalinghe ( 5% contro<br />

<strong>il</strong> 14% del dato medio) (Graf. 5.18). Nei mercati più deboli,<br />

coerentemente con quanto avviene a scale territoriali più ampie,<br />

è soprattutto la componente femmin<strong>il</strong>e ad apparire svantaggiata<br />

e questo comporta un effetto scoraggiamento anche nella ricerca<br />

del lavoro. Mentre infatti la quota di disoccupate è risultata in<br />

linea con la media campionaria (15%), si registra in assoluto la<br />

quota più elevata di casalinghe ( 5% contro <strong>il</strong> 14% della media<br />

campionaria).<br />

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