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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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prevalentemente nell’ambito del lavoro flessib<strong>il</strong>e 9 . Ma la permanenza<br />

nella flessib<strong>il</strong>ità può anche dipendere dalla volontà del<br />

lavoratore in possesso di un elevato livello di istruzione: si permane<br />

nell’ambito dei lavori flessib<strong>il</strong>i per accumulare esperienze<br />

in attesa di trovare <strong>il</strong> lavoro desiderato, magari coerente con <strong>il</strong><br />

livello di istruzione posseduto (Mele, 005b). Una volta conseguito<br />

un dato livello di istruzione e quindi una volta formata una<br />

data aspirazione professionale, non basta trovare un’occupazione,<br />

ma occorre che questa sia coincidente con quella desiderata<br />

e quindi coerente con <strong>il</strong> livello di istruzione. In questo senso,<br />

quindi, la flessib<strong>il</strong>ità permette a tali soggetti di ut<strong>il</strong>izzare modalità<br />

contrattuali che consentono loro di accumulare esperienze<br />

professionali nell’attesa di trovare <strong>il</strong> lavoro “scelto” 10 .<br />

Una volta esaminata l’influenza delle caratteristiche individuali<br />

sui percorsi di transizione andiamo a verificare l’influenza<br />

di variab<strong>il</strong>i attinenti <strong>il</strong> tipo di attività svolto.<br />

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali di partenza<br />

(Graf. 5.8) è soprattutto la causa mista (formazione lavoro e apprendistato),<br />

da sempre principale canale di ingresso dei giovani<br />

nel mercato del lavoro, che ha avuto i migliori esiti dal punto<br />

di vista della stab<strong>il</strong>izzazione, sia nel lavoro dipendente a tempo<br />

indeterminato (<strong>il</strong> 50% contro <strong>il</strong> 39% di coloro che al 000 avevano<br />

un contratto a tempo determinato), sia dal punto di vista dei<br />

percorsi di tipo autonomo (l’8% ha un’attività in proprio contro<br />

<strong>il</strong> 6% del tempo determinato). È in cerca di lavoro <strong>il</strong> 10% di chi<br />

aveva un contratto di questo tipo al 000 (contro <strong>il</strong> 15% dei tempo<br />

determinato).<br />

Particolarmente svantaggiata la situazione di chi risultava<br />

avviato con un part-time flessib<strong>il</strong>e che registra la più bassa percentuale<br />

di stab<strong>il</strong>izzazione nel lavoro dipendente (15%), la quota<br />

più elevata di coloro che permangono nella flessib<strong>il</strong>ità (38,5%<br />

9 Come abbiamo visto nella nota precedente i laureati hanno un’anzianità molto<br />

più bassa rispetto ai senza titolo ma uguale (nel caso della componente<br />

femmin<strong>il</strong>e) o superiore (per quella masch<strong>il</strong>e) rispetto ai diplomati. È evidente<br />

però che <strong>il</strong> laureato rispetto al diplomato ha intrapreso mediamente percorsi<br />

lavorativi più brevi.<br />

10 Come abbiamo visto anche nel paragrafo precedente tra quanti sono risultati<br />

ad <strong>oggi</strong> ancora instab<strong>il</strong>i, sono soprattutto coloro che hanno un’alta scolarizzazione<br />

a dichiarare di non avere avuto altra scelta (75% contro <strong>il</strong> 59% dei<br />

diplomati e <strong>il</strong> 5 % dei senza titolo) a conferma di come sia diffic<strong>il</strong>e soddisfare<br />

le proprie aspettative per i laureati, in un mercato del lavoro come quello<br />

toscano, fatto di piccola-media impresa, dove è particolarmente basso <strong>il</strong> fabbisogno<br />

da parte delle imprese di giovani usciti dall’Università.<br />

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