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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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lifica, sia più fac<strong>il</strong>e che la flessib<strong>il</strong>ità si coniughi con percorsi<br />

lavorativi di tipo “job carousel”. Le laureate sono invece coloro<br />

che hanno un minor rischio di cadere nella disoccupazione e di<br />

uscire dalle forze di lavoro, ma anche le probab<strong>il</strong>ità più alte di<br />

permanere nella flessib<strong>il</strong>ità (36,5% contro <strong>il</strong> 16,5% delle diplomate<br />

e <strong>il</strong> 19% delle senza titolo).<br />

Per i maschi la relazione è esattamente opposta: ai titoli più<br />

bassi corrispondono i più elevati tassi di stab<strong>il</strong>izzazione, mentre<br />

i laureati sperimentano i livelli più bassi. vediamo perché.<br />

I maschi dal livello di scolarizzazione basso sono più stab<strong>il</strong>izzati<br />

(68,5% contro <strong>il</strong> 63% dei diplomati e <strong>il</strong> 37% dei laureati), ma<br />

bisogna ricordare che hanno un’età media più elevata 8 e quindi<br />

da più tempo permangono nel mercato del lavoro. In questo senso<br />

un ruolo importante è stato svolto anche dal lavoro autonomo,<br />

in quanto in questo gruppo troviamo in assoluto la quota più elevata<br />

di coloro che si sono messi in proprio (16% contro <strong>il</strong> 10% dei<br />

diplomati e <strong>il</strong> 9,5% dei laureati). I maschi non scolarizzati sono<br />

anche coloro che sperimentano le maggiori probab<strong>il</strong>ità di cadere<br />

nella disoccupazione (18% contro <strong>il</strong> 7% dei diplomati e <strong>il</strong> 14% dei<br />

laureati) a conferma di quanto percorsi a rischio possano verificarsi<br />

soprattutto per figure di basso prof<strong>il</strong>o.<br />

Il risultato legato agli alti livelli di istruzione, che vede i<br />

maschi laureati stab<strong>il</strong>izzarsi meno degli altri e permanere più<br />

a lungo nella flessib<strong>il</strong>ità ( 6% è ancora flessib<strong>il</strong>e contro <strong>il</strong> 18%<br />

dei diplomati e <strong>il</strong> 14% dei senza titolo), che a prima vista può<br />

apparire controintuitivo, in realtà si inquadra pienamente nelle<br />

dinamiche occupazionali della forza lavoro istruita, che vede<br />

i laureati sperimentare performance lavorative ascendenti nel<br />

tempo e premianti nel lungo periodo, a partire però da livelli<br />

iniziali anche inferiori a quelli dei soggetti meno istruiti.<br />

Occorre a tal riguardo interrogarsi, infatti, da cosa dipenda<br />

la maggiore permanenza dei laureati e delle laureate nella flessib<strong>il</strong>ità.<br />

Un aspetto che si lega a quanto appena ricordato può<br />

dipendere, innanzi tutto, dall’età dei laureati che nel campione<br />

da noi analizzato sono caratterizzati da un’età media piuttosto<br />

bassa e quindi una bassa anzianità lavorativa che risulta spesa<br />

8 I maschi senza titolo hanno un’età media di 37 anni contro 30 dei diplomati e<br />

33 dei laureati. Anche le donne senza titolo hanno un’età più elevata rispetto<br />

alle altre (4 anni contro 34 delle diplomate e delle laureate). In questo caso la<br />

relazione è però diversa perché la donna, scarsamente scolarizzata e non più<br />

giovane, tende maggiormente ad uscire dal mercato del lavoro come casalinga.<br />

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