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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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no altri di segno opposto per quanto riguarda l’ulteriore diffusione<br />

dei lavori instab<strong>il</strong>i, che sono ormai diventati la via principale<br />

seguita dalle imprese e dalle organizzazioni pubbliche per<br />

assumere, in particolare i giovani al loro primo impiego. Uno<br />

studio della Banca d’Italia ( 006) ha mostrato che la quota delle<br />

posizioni a termine (che comprendono anche le collaborazioni e<br />

le prestazioni occasionali, oltre ai rapporti di lavoro dipendente<br />

a tempo determinato) è molto più elevata tra i “nuovi assunti”,<br />

cioè tra coloro che hanno trovato un’occupazione nei 1 mesi<br />

precedenti l’indagine sulle forze di lavoro condotta dall’Istat, e<br />

che questa differenza è in netto aumento dal 004 al 006. Come<br />

si può vedere dalla tabella 3.1, la quota dei neo-assunti con contratto<br />

a termine è salita da poco meno del 39% del 004 a quasi<br />

<strong>il</strong> 45% del 006, superando <strong>il</strong> 50% per i lavoratori con meno<br />

di 30 anni. Se si escludono coloro che hanno trovato un’occupazione<br />

indipendente, le assunzioni da parte delle imprese si<br />

ripartiscono praticamente in parti eguali tra contratti a termine<br />

e a tempo indeterminato, ma le assunzioni con rapporti permanenti<br />

diventano sempre più minoritarie per i giovani sino a 9<br />

anni, la maggior parte dei quali si può pensare al loro primo<br />

impiego. L’incidenza del lavoro a termine è ovviamente molto<br />

minore se si considera l’occupazione totale e per di più dal 004<br />

al 006 cresce solo di un punto percentuale, ma di quasi quattro<br />

punti per i giovani. Da questa fortissima differenza tra <strong>il</strong> flusso<br />

delle nuove assunzioni e lo stock dell’occupazione totale si<br />

trae l’indicazione che una larga parte dei rapporti a termine sarà<br />

successivamente trasformata in rapporti a tempo determinato,<br />

ma su questo punto si tornerà più oltre riprendendo i risultati<br />

dell’indagine longitudinale e quelli di altre elaborazioni sull’indagine<br />

continua Istat delle forze di lavoro.<br />

tabella 3.1. Occupati per condizione professionale. Italia.<br />

A tempo indeterminato A termine Indipendente<br />

Non<br />

Non<br />

Non<br />

tutti occupati (b) tutti occupati (d) tutti occupati (f)<br />

(a) 1 anno - (a) (c) 1 anno - (c) (e) 1 anno - (e)<br />

prima (b)<br />

prima (d)<br />

prima (e)<br />

2004<br />

Tutti 6 ,9 39,0 - 3,9 10,7 38,6 7,9 6,4 ,4 -4,0<br />

Tra 15 e 9 anni<br />

2005<br />

59,6 38,1 - 1,5 3,7 46,4 ,7 16,7 15,5 -1,<br />

Tutti 63,4 39,4 - 4,0 10,8 40,5 9,7 5,8 0,1 -5,7<br />

Tra 15 e 9 anni<br />

2006<br />

59,5 37, - ,3 5,0 49,8 4,8 15,5 13,0 - ,5<br />

Tutti 63,0 35,5 - 7,5 11,7 44,8 33,1 5,3 19,8 -5,5<br />

Tra 15 e 9 anni 56,6 3 ,5 - 4,1 7,4 50,5 3,1 16,0 17,0 1,0<br />

Fonte: Banca d’Italia ( 006) per <strong>il</strong> 004 e <strong>il</strong> 005, elaborazione da dati ISTAT per <strong>il</strong> 006.<br />

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