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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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ta IvA. Al 004 in Italia si contano quasi 300m<strong>il</strong>a collaboratori<br />

professionisti, cresciuti del 10% rispetto all’anno precedente,<br />

soprattutto perché, dopo l’approvazione del decreto attuativo<br />

della Legge 30/ 003, è stato <strong>il</strong> datore di lavoro a chiedere loro di<br />

aprire la partita IvA. L’indagine nazionale dell’IrES promossa<br />

da NIDIL CGIL ( 005) mostra come in generale i professionisti<br />

con partita IvA non si differenzino dall’intero universo dei collaboratori:<br />

hanno una posizione molto sim<strong>il</strong>e a quella del lavoratore<br />

subordinato, lavorando per un unico committente, con una<br />

presenza per lo più quotidiana presso la sede del datore di lavoro.<br />

Alta è la percentuale di chi si percepisce un dipendente non<br />

regolarizzato piuttosto che un libero professionista, tant’è che<br />

l’apertura della partita IvA è vissuta prevalentemente come una<br />

condizione imposta dal datore di lavoro o legata al tipo di professione<br />

svolta, piuttosto che una scelta da parte del singolo.<br />

Evidentemente l’obiettivo della Legge 30/ 003 di eliminare le<br />

irregolarità nell’uso delle collaborazioni, rendendo manifeste le<br />

posizioni di falsa autonomia, è fallito e in non pochi casi i collaboratori<br />

non solo non sono riusciti ad ottenere un contratto di<br />

tipo subordinato, ma con l’apertura della partita IvA si trovano<br />

anche nella condizione di non godere più di quelle poche tutele<br />

che la posizione di collaboratore garantiva, oltre a dover sopportare<br />

maggiori oneri fiscali derivanti dalla tenuta della partita<br />

IvA.<br />

Per quanto riguarda la <strong>Toscana</strong>, i dati delle Forze di lavoro<br />

non mostrano livelli diversi rispetto al quadro nazionale. Al 006<br />

i collaboratori risultano poco più di 35m<strong>il</strong>a, pari al 3,1% sul totale<br />

dell’occupazione dipendente, lievemente al di sopra del dato medio<br />

nazionale ( ,8%). Dopo la flessione registrata nel 005 (quando<br />

i collaboratori sono diminuiti da circa 37m<strong>il</strong>a a 33m<strong>il</strong>a), nel<br />

006 <strong>il</strong> dato riprende a crescere.<br />

Per quanto concerne le modalità di lavoro, anche nella nostra<br />

regione i dati ISTAT evidenziano un’occupazione a carattere<br />

prevalentemente dipendente: l’88% lavora per una sola azienda,<br />

<strong>il</strong> 79% lavora presso la sede del datore di lavoro, <strong>il</strong> 58% non<br />

decide l’orario di lavoro. La monocommittenza, <strong>il</strong> lavoro presso<br />

l’azienda e l’accettazione di un orario di lavoro prestab<strong>il</strong>ito<br />

riguarda circa la metà dei collaboratori. Il 39% ha un contratto<br />

inferiore a dodici mesi.<br />

Osservando <strong>il</strong> percorso nell’ultimo anno, ovvero l’attuale<br />

condizione di coloro che un anno prima risultavano occupati<br />

come co.co.co., si osserva che nel 006 un’ampia maggioranza<br />

dei collaboratori lo era già l’anno precedente (76%), immagi-<br />

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