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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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che fa due cavolate, ciao ciao. Tu hai quei soldi lì, hai quei benefici<br />

lì, però te li devi meritare fino in fondo, no? Io parlo in generale.<br />

Credo che nel pubblico ci siano alcuni percorsi sim<strong>il</strong>i, però non<br />

giustificati poi dal rendimento (laureato in Sociologia, 38 anni).<br />

In generale dalle testimonianze raccolte non sembra emergere<br />

un rapporto semplice tra i lavoratori flessib<strong>il</strong>i e le organizzazioni<br />

sindacali. Ad esempio, è significativo <strong>il</strong> fatto che, nel<br />

raccontare le loro storie professionali e nell’esprimere le proprie<br />

lamentele, i collaboratori non abbiano mai citato i soggetti<br />

sindacali, né le categorie direttamente coinvolte, se non quando<br />

direttamente stimolati in materia.<br />

La principale difficoltà del sindacato nasce dall’esistenza nei<br />

luoghi di lavoro di una stratificazione non solo tra le varie tipologie<br />

contrattuali, ma anche tra le figure accomunate dalla<br />

medesima condizione contrattuale (ma spesso con condizioni<br />

di lavoro, posizioni sociali e aspettative diversificate), che rende<br />

complicato individuare un solo modello di rappresentanza. Il<br />

processo di differenziazione delle condizioni e delle esperienze<br />

di lavoro porta spesso i lavoratori a percepirsi come soggetti<br />

individuali, rendendo diffic<strong>il</strong>e l’identificazione con un gruppo e<br />

ostacolando l’organizzazione di qualsiasi azione collettiva.<br />

Quello che io ho r<strong>il</strong>evato è una grossa difficoltà da parte dei<br />

comparti tradizionali del sindacato a entrare in contatto con questo<br />

nuovo mondo. Non puoi tu, da sindacalista, andare a parlare<br />

a un’assemblea di atipici con le stesse parole e con la stessa formazione<br />

che hai quando ti rivolgi a delle persone che sono dipendenti<br />

pubblici. È tutto un altro pianeta, <strong>il</strong> sindacalista che si deve rivolgere<br />

ai precari deve appunto ritornare all’Ottocento, in un certo<br />

senso... Il sindacalista tradizionale può dire: “No, se io comincio<br />

a fare gli accordi e comincio ad aiutare i precari, legittimo la precarietà”.<br />

Questo è <strong>il</strong> nodo politico. È una cosa che in tasca non<br />

ce l’ha nessuno, <strong>quale</strong> sia la strategia migliore per difendere i lavoratori…<br />

se costruire, e in che modo costruire una rete di tutela,<br />

rinforzando la condizione dell’atipico oppure fare una lotta frontale<br />

per eliminare completamente… e con quali strumenti… per<br />

eliminare completamente <strong>il</strong> problema del lavoro atipico (laureata<br />

in Statistica, 35 anni).<br />

Noi abbiamo gli interni comandati dalla scuola, gli assunti a<br />

tempo determinato, i collaboratori che lavorano su progetto, quelli<br />

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