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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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La scelta di indirizzarsi verso <strong>il</strong> pubblico impiego si è rivelata<br />

per più ragioni controproducente rispetto alle aspettative di<br />

stab<strong>il</strong>izzazione che in molti nutrivano inizialmente e, paradossalmente,<br />

l’attuale percezione è quella di essere meno tutelati<br />

rispetto a chi, invece, opera nel settore privato.<br />

C’è la consapevolezza di un uso non certo virtuoso delle tipologie<br />

contrattuali atipiche, soprattutto nel caso delle collaborazioni,<br />

che sono state attivate per colmare le lacune del personale<br />

dipendente, per aspetti di convenienza da parte dell’ente (primo<br />

fra tutti <strong>il</strong> minor costo), per svolgere attività non certo connotate<br />

dal carattere della straordinarietà, e che sono state reiterate per<br />

anni, alimentando nei lavoratori aspettative di assunzioni nel<br />

breve periodo, che tuttavia non ci sono state e che, alla luce degli<br />

attuali vincoli previsti dalle disposizioni nazionali a carico del<br />

pubblico impiego, potrebbero non esserci ancora per un lungo<br />

periodo.<br />

Emerge, inoltre, la frustrazione di chi è consapevole di svolgere<br />

lo stesso lavoro e le stesse funzioni del dipendente, a fronte<br />

di un’immeritata disparità nell’accesso a tutele e diritti.<br />

Nel privato, c’è un discorso di costo aziendale: un co.co.pro.<br />

gli costa la metà di un dipendente; quindi c’è una logica, ancorché<br />

sbagliata, comunque c’è una logica aziendale. Nel pubblico è un<br />

po’ prendere in giro le persone, perché la flessib<strong>il</strong>ità va a sopperire<br />

alle mancanze dell’organico, perché loro non possono assumere le<br />

persone. Perché non ti prendono per la tua specificità, per le tue<br />

competenze. Tu a partita IVA dovresti essere come un professionista,<br />

invece no: loro hanno <strong>il</strong> vantaggio che possono avere delle<br />

persone che lavorano <strong>il</strong> doppio di quanto lavora un dipendente<br />

pubblico, che è inamovib<strong>il</strong>e. L’handicap più grosso è comunque<br />

che tutto questo è finalizzato al niente. Perché un <strong>domani</strong> i concorsi<br />

sono aperti a tutte le persone e quindi non è da dire, aspetti un<br />

concorso e poi c’entri anche te, non è vero (laureato in Economia<br />

aziendale, 33 anni).<br />

Il problema della Pubblica Amministrazione, quanto a maggiori<br />

tutele rispetto al privato, in realtà non è affatto vero per un<br />

atipico, perché non ha neppure <strong>il</strong> rapporto diretto con <strong>il</strong> datore<br />

di lavoro che ha libertà di assumere. Il dirigente del pubblico ha<br />

sempre e comunque la scusa, <strong>il</strong> pretesto o anche concretamente è<br />

vero che non ha <strong>il</strong> potere di assumerti. Inoltre, è certamente più<br />

probab<strong>il</strong>e che fallisca un’azienda privata piuttosto che un’amministrazione<br />

pubblica; un’amministrazione non chiude però ti la-<br />

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