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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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ero contenta di non avere orari, ero contenta di non dovere rendere<br />

conto a qualcuno se non al responsab<strong>il</strong>e del progetto. Mi ha fatto<br />

piacere ed è stata un’ottima esperienza. Però, dopo tre anni, uno<br />

ha davvero bisogno di una prospettiva che dia un pochino di più<br />

quella famosa sicurezza. Quando capisci che quella prospettiva si<br />

allontana sempre di più e che probab<strong>il</strong>mente non arriverà mai, ti<br />

senti, tutto ad un tratto, precario. Proprio quel vecchio precariato…<br />

C’è nel pubblico e c’è nel privato, lo vedo dappertutto. Per me<br />

è stato tremendo. Io lo vivo in questo periodo ed è molto destab<strong>il</strong>izzante<br />

rispetto alle scelte che devi fare, o meglio che vorresti fare per<br />

la tua vita privata (laureata in Scienze politiche, 36 anni).<br />

Ma da dove deriva la sensazione di intrappolamento, che traspare<br />

dai contributi di molti dei lavoratori interpellati?<br />

Per molti l’attuale condizione contrattuale non è una situazione<br />

di passaggio, né tanto meno una forma di ingresso<br />

nel mercato del lavoro. Si tratta di lavoratori che hanno alle<br />

spalle percorsi mediamente lunghi nell’ambito del lavoro flessib<strong>il</strong>e<br />

(prevalentemente come collaboratori) e di rapporti duraturi<br />

(almeno tre anni) con l’ente presso <strong>il</strong> <strong>quale</strong> attualmente<br />

sono impiegati. Sono lavoratori ben inseriti all’interno delle<br />

organizzazioni degli enti committenti; hanno pochi margini<br />

di autonomia nella scelta del luogo di lavoro, che in genere è<br />

la sede del committente, e nella organizzazione del tempo di<br />

lavoro. In genere svolgono funzioni essenziali per <strong>il</strong> funzionamento<br />

ordinario dell’ente presso <strong>il</strong> <strong>quale</strong> prestano servizio,<br />

e in molti casi <strong>il</strong> loro impiego non è affatto determinato da<br />

esigenze specifiche e contingenti, legate alla realizzazione di<br />

un singolo progetto.<br />

In molti casi, usufruendo di più rinnovi contrattuali, si sono<br />

creati rapporti di lavoro duraturi, che hanno determinato per <strong>il</strong><br />

lavoratore (ma anche per l’ente) una continuità professionale.<br />

Si tratta, tuttavia, di una condizione non assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e alla stab<strong>il</strong>ità,<br />

perché rappresenta spesso <strong>il</strong> prolungamento nel tempo<br />

di una condizione vissuta e percepita come instab<strong>il</strong>e. La lunga<br />

durata è in questo caso un indicatore di intrappolamento in<br />

una condizione, dalla <strong>quale</strong> diventa sempre più diffic<strong>il</strong>e uscire,<br />

man mano che passano gli anni e si cresce dal punto di vista<br />

dell’età anagrafica. Inoltre, la continuità del rapporto con l’ente<br />

consente l’instaurarsi di una relazione con <strong>il</strong> committente, con<br />

i colleghi, con l’intero ambiente lavorativo che alimenta la speranza<br />

del raggiungimento del traguardo: l’assunzione a tempo<br />

indeterminato.<br />

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