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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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di ente analizzate arrivando a rappresentare l’8% sul totale del<br />

personale occupato negli Enti locali, in linea con la media nazionale.<br />

Nel capitolo sono, inoltre, presentati i risultati dell’indagine<br />

qualitativa relativa ai percorsi, alle condizioni di lavoro<br />

e alle prospettive future di lavoratori flessib<strong>il</strong>i impiegati nella<br />

Pubblica Amministrazione che rappresentano ormai una quota<br />

sempre più consistente dei lavoratori atipici nella nostra regione,<br />

così come nel resto del paese.<br />

L’ut<strong>il</strong>izzo di tipologie contrattuali a termine ha infatti consentito<br />

di compensare i vuoti di organico creati dal blocco delle<br />

assunzioni nel pubblico impiego; questo meccanismo però è stato<br />

fortemente messo in discussione dalla Finanziaria del 006,<br />

che ha ridotto notevolmente i margini per le amministrazioni<br />

pubbliche imponendo tetti fortemente restrittivi alle spese del<br />

personale.<br />

Le circa cinquanta testimonianze raccolte nel corso dell’indagine<br />

evidenziano una traiettoria contrassegnata da una fase<br />

iniziale di forte entusiasmo e identificazione con l’ente pubblico<br />

– che ha consentito a molti di svolgere un’attività ritenuta di<br />

prestigio e coerente con gli studi svolti – ad una successiva di<br />

forte delusione rispetto alle prospettive future di stab<strong>il</strong>izzazione<br />

e di crescita professionale. Dopo anni di impiego presso lo<br />

stesso ente (mediamente almeno tre anni), svolgendo funzioni<br />

essenziali per <strong>il</strong> funzionamento ordinario della struttura presso<br />

la <strong>quale</strong> prestano servizio, la sensazione che hanno in molti è<br />

quella di essere rimasti intrappolati in una condizione di precarietà<br />

dalla <strong>quale</strong> diventa sempre più diffic<strong>il</strong>e uscire in quanto<br />

l’investimento fatto ha consentito di sv<strong>il</strong>uppare competenze e<br />

professionalità che, in molti casi, sono spendib<strong>il</strong>i solo nel pubblico<br />

o, ancor peggio, solo presso l’ente committente.<br />

È ovvio che, in un mercato del lavoro in continua trasformazione,<br />

destinato a divenire sempre più flessib<strong>il</strong>e, o dove comunque<br />

è ormai presente una quota “strutturale” di nuove forme di<br />

lavoro, l’attenzione deve necessariamente essere focalizzata su<br />

un sistema di welfare, ancora fortemente legato al modello tradizionale<br />

del lavoro dipendente a tempo indeterminato, che necessita<br />

di essere rivisto non solo e non tanto in termini di garanzia<br />

del posto, ma piuttosto in termini dinamici, di sv<strong>il</strong>uppo di sent<strong>ieri</strong><br />

professionali-lavorativi soprattutto per le categorie risultate<br />

più deboli – che portino al raggiungimento di una posizione di<br />

forza sul mercato e che proteggano dai rischi dell’instab<strong>il</strong>ità.<br />

Occorre quindi pensare ad interventi volti a promuovere opportunità,<br />

incidendo sul funzionamento del mercato del lavoro e<br />

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