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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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tenere i rapporti con <strong>il</strong> committente, fare attività di elaborazione dei dati,<br />

definire una linea strategica e quindi questo ti porta ad avere orari anche<br />

non precisissimi Quello che sono riuscito a fare nella società poi l’ho messo<br />

a frutto per i colloqui con gli enti pubblici. A livello professionale, mi<br />

piace un sacco, perché poi mi organizzo i tempi, riesco a incastrare varie<br />

cose, per cui non fai la stessa cosa tutti i giorni che vai al lavoro e non ti<br />

passa mai e stai a guardare l’orologio. Faccio cose molto diverse, per cui<br />

da questo punto di vista è perfetto (laureato in Geologia, 30 anni).<br />

• Da flessib<strong>il</strong>e a precario: la mob<strong>il</strong>ità dei lavoratori nel pubblico<br />

impiego<br />

La valutazione relativa al proprio percorso professionale,<br />

che è emersa durante i focus group, nella maggioranza dei casi<br />

non è affatto positiva. Le testimonianze dei lavoratori evidenziano<br />

una traiettoria contrassegnata da una fase iniziale di forte<br />

entusiasmo e di “innamoramento” per <strong>il</strong> lavoro svolto, oltre che<br />

di identificazione con l’ente pubblico, ad una successiva di forte<br />

delusione e dis<strong>il</strong>lusione rispetto alle proprie aspettative future di<br />

stab<strong>il</strong>izzazione e di crescita professionale.<br />

Dopo anni, in alcuni casi anche molti, impiegati presso lo<br />

stesso ente, transitando di rinnovo in rinnovo in condizioni contrattuali<br />

e livelli di tutela diversi, la sensazione per molti è quella<br />

di essere rimasti intrappolati.<br />

Inizialmente l’instab<strong>il</strong>ità è stata concepita come una risorsa,<br />

nella misura in cui ha fac<strong>il</strong>itato l’ingresso nel mercato del lavoro,<br />

soprattutto in un settore come quello pubblico altrimenti non<br />

accessib<strong>il</strong>e, ha consentito processi di formazione e di acquisizione<br />

di competenze e, in alcuni casi, ha concesso elevati margini<br />

di autonomia nella gestione del proprio lavoro. Ma alla lunga <strong>il</strong><br />

senso di libertà che questa condizione lavorativa può trasmettere<br />

ha teso a tramutarsi in una trappola, facendo emergere tutto<br />

<strong>il</strong> peso dell’incertezza, anche alla luce del percorso compiuto,<br />

delle prospettive future e delle fasi del ciclo di vita attraversate.<br />

La percezione di non essere più a rischio di precarietà, ma di<br />

essere completamente entrati in tale dimensione, ben evidente<br />

nelle parole di questa collaboratrice, è paradigmatica dell’esperienza<br />

di molti lavoratori ascoltati.<br />

La flessib<strong>il</strong>ità è stata un ottimo canale per entrare. E usi questo<br />

termine: flessib<strong>il</strong>e, flessib<strong>il</strong>e, flessib<strong>il</strong>e. Dopo tre anni usi più spesso<br />

<strong>il</strong> termine precario, è proprio la sensazione che cambia. All’inizio<br />

ho pensato che la flessib<strong>il</strong>ità fosse un ottimo strumento e ne ho fatto<br />

anche una scelta consapevole. Ero contenta di essere flessib<strong>il</strong>e,<br />

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