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Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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livello: dalle professioni legate alle scienze umane (ricercatori,<br />

docenti, formatori, archivisti, addetti stampa) a quelle tecniche<br />

nell’ambito delle scienze fisiche (informatici, programmatori,<br />

geometri, ingegneri, fisici, statistici) (Savino, 005).<br />

Sono “giovani adulti” (in genere trentenni), soprattutto donne,<br />

che hanno studiato più a lungo rispetto alla generazione dei<br />

padri. L’investimento in capitale umano comporta <strong>il</strong> desiderio di<br />

svolgere un lavoro soddisfacente, sia in termini di attinenza delle<br />

competenze acquisite nella fase di formazione, sia in termini<br />

economici e di prospettive di carriera. Questo si scontra con un<br />

mercato del lavoro come quello toscano – caratterizzato da un<br />

profondo squ<strong>il</strong>ibrio tra le caratteristiche dell’offerta (giovane e<br />

altamente scolarizzata) e quelle richieste dalle imprese (attestate<br />

su bassi livelli di qualificazione) – che offre poche prospettive,<br />

soprattutto al femmin<strong>il</strong>e, per chi è in possesso di elevati titoli di<br />

studio 36 .<br />

In questo scenario la precarietà della propria posizione occupazionale<br />

è stata vissuta come inevitab<strong>il</strong>e ed è stata percepita<br />

persino come una condizione priv<strong>il</strong>egiata, che, anche in assenza<br />

di riconoscimenti sul piano economico e contrattuale, ha consentito<br />

di ottenere una propria realizzazione professionale e<br />

personale. Si tratta di una componente di lavoratori che, per<br />

lungo tempo, è stata disposta ad accettare i costi delle condizioni<br />

contrattuali, a patto di salvaguardare i contenuti, le modalità<br />

di gestione e <strong>il</strong> riconoscimento sociale dell’attività svolta.<br />

I miei amici, che si sono laureati con me e che ora lavorano<br />

nel privato, mi dicono che sono fortunata, perché, anche se con<br />

contratti così, lavoro in Comune; metti mano su cose molto importanti,<br />

che un libero professionista non si sogna neanche di poter<br />

fare. Indipendentemente dallo stipendiuccio mens<strong>il</strong>e, si tratta<br />

proprio di soddisfazione personale (laureata in Architettura, 34<br />

anni).<br />

Lavorare per un istituto che ha un nome, è un istituto serio.<br />

Ha un prestigio e non è da poco che, anche se sei flessib<strong>il</strong>e, puoi<br />

lavorare in un ente importante. Mi piaceva, mi dava soddisfazione<br />

(laureata in Scienze politiche, 36 anni).<br />

36 Secondo i dati Excelsior relativi alle previsioni di assunzione per <strong>il</strong> 005 da<br />

parte degli imprenditori toscani, <strong>il</strong> titolo di studio meno richiesto continua a<br />

essere quello universitario (7,6%) a fronte di una quota r<strong>il</strong>evante di occupazione<br />

potenziale per la <strong>quale</strong> è sufficiente l’obbligo scolastico (35%).<br />

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