Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana
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Se, considerando ancora una volta i lavoratori flessib<strong>il</strong>i, torniamo<br />
ad analizzare le risposte rese alla domanda sugli aspetti<br />
“meno soddisfacenti”, e distinguiamo quanti, al di là della posizione<br />
contrattuale “temporanea”, affermano di essere comunque<br />
moderatamente certi della continuità professionale, e quanti al<br />
contrario percepiscono una grande incertezza a questo proposito,<br />
l’ipotesi avanzata in precedenza di uno “scambio” tra sicurezza<br />
del posto di lavoro/aspirazioni professionali e del percorso<br />
lavorativo, va riesaminata.<br />
risulta infatti che ben <strong>il</strong> 54% degli “insicuri” del posto segnala<br />
come elemento “più insoddisfacente” proprio la sicurezza<br />
lavorativa, là dove i “sicuri” non indicano tale fattore se non nel<br />
13% dei casi.<br />
Anche all’interno del gruppo dei flessib<strong>il</strong>i, dunque, è palese<br />
l’esistenza di gradi differenti di insicurezza, che per taluni è oltremodo<br />
sofferta, e per altri continua invece ad essere considerata<br />
un fattore meno importante di altri.<br />
Questa forbice così ampia consente di considerare “discriminante<br />
e sineddotica” per la nostra analisi la variab<strong>il</strong>e “percezione<br />
della sicurezza dell’occupazione” (ISFOL, 004), e di distinguere,<br />
nel gruppo dei lavoratori instab<strong>il</strong>i, i “flessib<strong>il</strong>i” dai “precari”.<br />
Tra queste due categorie, che indubbiamente disegnano percorsi<br />
professionali molto diversi nell’esito – più che nell’iniziale<br />
approccio al lavoro – si dividono i lavoratori anche quando è<br />
chiesto loro se vorrebbero cambiare occupazione.<br />
• Vorrebbe cambiare lavoro?<br />
In complesso, <strong>il</strong> 60% del campione di tutti i lavoratori intervistati<br />
al di là della tipologia contrattuale, si dichiara soddisfatto<br />
della propria condizione lavorativa, tanto da dichiarare di non<br />
volerla cambiare, mentre <strong>il</strong> 5% vorrebbe cambiare lavoro e <strong>il</strong><br />
13% crede di non poter comunque trovare un’occupazione migliore<br />
di quella attuale.<br />
Per gli occupati con contratti stab<strong>il</strong>i (le cui risposte sono in<br />
linea con <strong>il</strong> totale del campione), le ragioni del cambiamento<br />
sono rappresentate innanzitutto dalla retribuzione, quindi da<br />
lavori con maggiori possib<strong>il</strong>ità di carriera e più formativi, oltre<br />
che più gratificanti. Gli autonomi, invece, nonostante tutto<br />
non sembrano aspirare ad un cambiamento (solo l’8% afferma<br />
di voler cambiare, mentre quasi l’80% risponde di essere soddisfatto).<br />
Quanto ai lavoratori con contratti “non standard”, questi<br />
sono più propensi degli altri, anche se non in misura molto mar-<br />
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