Precari ieri e oggi, quale il domani - Regione Toscana

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tabella 6.33. “Come considera la sua condizione lavorativa attuale rispetto a quella di un anno fa?” per tipologia contrattuale. Valori % tempo indeterminato Flessibile Autonomo tOtALe Uguale 64,9 54,1 35,6 59,4 Migliore 7,1 30,4 44,1 9,6 Peggiore 8,0 15,5 0,3 11,0 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 In particolare, per i lavoratori flessibili sono migliorate soprattutto le condizioni salariali (31%), l’itinerario di crescita professionale ( 8%), le possibilità di avere accesso ad iniziative di formazione ( 5%) e il grado di autonomia con cui è svolto il proprio lavoro ( 5%). D’altra parte, per ognuno di questi aspetti come per gli altri su cui si richiedeva un giudizio, la maggioranza assoluta ritiene sostanzialmente inalterate le condizioni di lavoro rispetto ad anno fa (Tab. 6.34). tabella 6.34. Lavoratori flessibili: “come giudica i seguenti aspetti della condizione lavorativa rispetto ad un anno fa?”. Valori % migliorati Peggiorati Uguali Non so tOtALe Le condizioni salariali 31,1 8,8 58,8 1,4 100,0 Possibilità di recupero/riposo 18,9 7,4 71,6 ,0 100,0 Continuità del lavoro/ sicurezza dell’impiego 19,6 10,1 66,9 3,4 100,0 Possibilità di Formazione 5,0 3,4 64, 7,4 100,0 Diritti sindacali (Malattia, maternità, paternità, ecc.) 17,6 7,4 68, 6,8 100,0 Possibilità di crescita professionale 7,7 8,8 58,1 5,4 100,0 Autonomia del lavoro svolto 5,0 4,7 65,5 4,7 100,0 viceversa, la certezza della continuità del lavoro è risultata la dimensione che si ritiene essere peggiorata in maggior misura, anche se questo giudizio è dato “solo” da un lavoratore su 10, il che non esclude peraltro che per il 70% di quanti affermano la sua sostanziale “stabilità”, si tratti di una stabilità verso il basso, secondo una dinamica di cronicizzazione, o intrappolamento, nella flessibilità 7 . 7 “Chi ha un lavoro a tempo indeterminato e vuole cambiarlo sarà soddisfatto solo se quello nuovo è migliore, mentre chi ha un lavoro a tempo determinato in scadenza sarà già soddisfatto se non è peggiore” (Accornero, 006b). 114
• E il meno soddisfacente? Passiamo agli aspetti che meno sono giudicati soddisfacenti: innanzitutto, è da notare e valutare con molta attenzione il fatto che la maggioranza relativa ( 0%) dei lavoratori risponda che non c’è nessun aspetto dell’attività lavorativa che meriti la definizione di “non soddisfacente” (sebbene siano tanti i “non so”). Tuttavia questa valutazione è fortemente polarizzata tra tempi indeterminati/autonomi da un lato (rispettivamente, 3% e 19%), e flessibili dall’altro (“solo” il 13%). Quest’ultimi si concentrano infatti sulla mancata certezza del posto di lavoro, con una percentuale del 7% che è sensibilmente superiore a quella media (9%) (Tab. 6.35). tabella 6.35. L’aspetto della condizione di lavoro di cui si è “più insoddisfatti” per tipologia contrattuale. Valori % tempo Flessibile Autonomo tOtALe indeterminato Sicurezza del posto di lavoro , 7, 10, 9,4 Possibilità di carriera 6,5 6,3 0,0 5,8 rapporti con i colleghi/superiori 8,0 5,1 3,4 6,8 Stipendio/reddito 18,9 15, 7,1 18,7 Possibilità di autorealizzazione 6,5 3,8 0,0 5, Possibilità di imparare cose nuove ,7 1,3 0,0 ,1 Orario di lavoro 1 ,9 13,9 0,3 13,9 Prestigio, stima degli altri ,0 3, 6,8 ,7 Non so 14,4 7,0 10, 1 ,1 Tutti 3,0 3,8 3,4 3, Nessuno ,9 13,3 18,6 0,0 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 L’insieme degli intervistati lamenta secondariamente la scarsità della retribuzione, ritenuto il fattore “meno soddisfacente” dal 19% di tutti i lavoratori, in special modo dagli autonomi ( 7%) e, in misura inferiore, dai lavoratori con contratti standard (19%). Il dato relativo ai flessibili, che come abbiamo visto hanno buste-paga mediamente più leggere degli altri lavoratori, è ciò nonostante più basso (15%). • L’incertezza del posto di lavoro Al di là della minore o maggiore importanza conferita, la percezione della sicurezza della propria occupazione è, come abbiamo visto, un elemento che convoglia su di sé le maggiori 115
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