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tipizzazione e caratterizzazione di varietà precoci di patata ... - PbgLab

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LOMBARDI TRACCIABILITà DELLA PATATA PRECOCE ITALIANA<br />

dai costi espliciti (75-81% del costo <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong><br />

riferimento per le aziende che posseggono la terra<br />

e 92-93% per quelle che affittano) e, fra gli stessi,<br />

dalla voce mezzi tecnici (39-50%) e salari (35-44%).<br />

A questo proposito va rilevato che le patate da seme<br />

vengono importate con costi unitari elevati ed il fabbisogno<br />

<strong>di</strong> lavoro della coltivazione è rilevante poiché<br />

la raccolta è eseguita manualmente, in quanto<br />

si tratta <strong>di</strong> un prodotto che potrebbe essere danneggiato<br />

dalla macchina raccoglitrice.<br />

La composizione del red<strong>di</strong>to netto <strong>di</strong> riferimento<br />

varia profondamente passando dalle aziende che<br />

posseggono la terra a quelle che l’affittano. Nelle<br />

prime la voce più rilevante riguarda il compenso<br />

del capitale terra (61-73%), segue la voce <strong>di</strong>rezione<br />

e amministrazione (20-26%). Nelle seconde la componente<br />

dominante è rappresentata dalla <strong>di</strong>rezione<br />

(61-70%), segue la voce interessi (30-39%).<br />

Gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività accertati ricadono nel range<br />

1,1/2,4. Come già evidenziato, la red<strong>di</strong>tività dei<br />

fattori conferiti risulta influenzata soprattutto dalla<br />

resa produttiva e dal prezzo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta. Essendo il<br />

modello agrotecnico adottato dalle varie aziende<br />

sostanzialmente lo stesso, le oscillazioni delle rese<br />

produttive risultano meno accentuate <strong>di</strong> quelle dei<br />

prezzi. Le une e le altre tendono ad essere più elevate<br />

nelle aziende <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni.<br />

I risultati economici della coltivazione risultano<br />

me<strong>di</strong>amente positivi, tali da configurare una <strong>di</strong>fferenza<br />

positiva tra il red<strong>di</strong>to netto e il red<strong>di</strong>to netto <strong>di</strong><br />

riferimento. Le analisi effettuate in<strong>di</strong>cano, infatti, un<br />

valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tale in<strong>di</strong>catore paria a circa 900 euro<br />

per ettaro. Tuttavia, anche in presenza <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacenti<br />

livelli red<strong>di</strong>tuali la pataticoltura precoce siciliana<br />

evidenzia una certa “<strong>di</strong>namicità” delle superfici<br />

interessate, come già emerso nel corso <strong>di</strong> altre ricerche<br />

1-10, con oscillazioni, da anno in anno, delle<br />

superfici aziendali investite anche nell’or<strong>di</strong>ne del 15-<br />

20%. Tale fenomeno è riconducibile sia a problematiche<br />

tecniche (stanchezza dei terreni, ecc.) che,<br />

ancora, agli andamenti <strong>di</strong> mercato (prezzi contenuti<br />

alla produzione ed elevata offerta nella campagna<br />

precedente, importazioni massicce da altri paesi,<br />

ecc.). Non bisogna, inoltre, trascurare la competizione<br />

tra <strong>patata</strong> e carota, che insistono sugli stessi areali,<br />

e che risulta attualmente squilibrata a favore della<br />

carota. Questa, negli ultimi anni, ha riscosso notevole<br />

interesse sia sui mercati interni che su quelli<br />

europei, generando risultati economici positivi, per<br />

gli operatori delle imprese della filiera, superiori a<br />

quelli della pataticoltura precoce.<br />

La filiera pugliese<br />

La Puglia si configura come una delle regioni <strong>di</strong><br />

riferimento nel contesto nazionale, per quel che concerne<br />

la produzione <strong>di</strong> <strong>patata</strong> precoce e contribuisce<br />

alla formazione del valore delle produzioni agricole<br />

regionali con circa 49 milioni <strong>di</strong> euro. Le coltivazioni<br />

si concentrano principalmente lungo l’arco jonicosalentino<br />

in provincia <strong>di</strong> Lecce e sul litorale adriatico<br />

delle province <strong>di</strong> Bari e Foggia. Il tessuto produttivo è<br />

composto per la quasi totalità da aziende <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni,<br />

la cui estensione spesso non supera l’ettaro.<br />

Sebbene nell’ultimo decennio sia stato interessato<br />

da un fortissimo ri<strong>di</strong>mensionamento della base<br />

produttiva e dei volumi <strong>di</strong> produzione (più che <strong>di</strong>mezzate),<br />

il comparto ricopre ancora una notevole<br />

importanza nel panorama produttivo italiano. Basti<br />

pensare che con 3523 ettari <strong>di</strong> superficie de<strong>di</strong>cati<br />

alla produzione <strong>di</strong> patate primaticce e con oltre 71<br />

mila tonnellate <strong>di</strong> produzione (me<strong>di</strong>a anni 2007-<br />

2010) esso incide, rispettivamente per il 19% sull’intera<br />

superficie nazionale destinata al comparto e per<br />

il 18% sui corrispondenti volumi <strong>di</strong> produzione (Tabella<br />

III).<br />

La filiera pataticola pugliese sconta da alcuni anni<br />

l’effetto del calo <strong>di</strong> competitività del prodotto sui<br />

suoi principali mercati <strong>di</strong> sbocco del nord Europa<br />

(Germania e Inghilterra) e la riduzione dei consumi<br />

<strong>di</strong> patate primaticce nel mercato interno. Risulta<br />

poco strutturata e caratterizzata da uno scarso coor<strong>di</strong>namento<br />

tra gli operatori, a causa della notevole<br />

polverizzazione aziendale sia nella fase agricola che<br />

in quella della commercializzazione. Questo tessuto<br />

produttivo e commerciale particolarmente frammentato<br />

si confronta, invece, con un comparto <strong>di</strong>stributivo<br />

altamente concentrato. Negli anni, la crescita<br />

della quota <strong>di</strong> mercato detenuta dalla grande <strong>di</strong>stribuzione<br />

organizzata (verso cui viene convogliato<br />

circa l’85% della produzione regionale) ha indebolito<br />

le imprese agricole che, nel processo <strong>di</strong> negoziazione,<br />

vedono sostanzialmente azzerato il loro potere<br />

contrattuale. È soprattutto nella definizione del<br />

prezzo <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta e delle quantità che i produttori<br />

<strong>di</strong> patate <strong>precoci</strong> accusano la maggiore sofferenza,<br />

ritrovandosi a dover accettare una remunerazione<br />

sostanzialmente fissata dalle imprese acquirenti e<br />

riferita a una domanda <strong>di</strong> volumi scarsamente negoziabile.<br />

Le opinioni prevalenti raccolte durante<br />

l’indagine conoscitiva vedono nell’aggregazione<br />

dell’offerta agricola, nel miglioramento dell’efficienza<br />

dei sistemi <strong>di</strong> trasporto/logistica e nelle azioni <strong>di</strong><br />

74 MINERVA BIOTECNOLOGICA Marzo 2012

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