Il Presidente risponde - Ordine degli Ingegneri della provincia di ...

Anno VIII
n. 44
LUGLIO
AGOSTO
2011
euro 1,00
Il Presidente risponde: una riflessione sulla
lettera aperta del giovane collega ing.
Damiano Fanton
I Vigili del Fuoco
rispondono
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1, comma1, DCB Vicenza
Perché merita
riattivare il pozzo
geotermico
“Vicenza 1”
2011
44

2
ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA
PROVINCIA DI VICENZA
Stradella S. Corona, 3
Contrà Santo Stefano - 36100 Vicenza
Telefono/fax 0444.322947
www.ordine.ingegneri.vi.it
segreteria@ordine.ingegneri.vi.it
ORARI DI SEGRETERIA:
dal lunedì al venerdì: dalle 9:00 alle 12:00
martedì e giovedì: dalle 15:00 alle 18:00
CONSIGLIO DELL’ORDINE
Antonio Schillaci, Presidente
Stefano Pelloso, Vice Presidente
Paolo Franchetti, Segretario
Marco Di Felice, Tesoriere
Lisa Carollo, Consigliere
Ivano Cavestro, Consigliere
Marco Dal Cortivo, Consigliere
Alberto Ebalginelli, Consigliere
Giulia Frinzi, Consigliere
Pietro Paolo Lucente, Consigliere
Raffaela Panizzon, Consigliere
Paolo Rossi, Consigliere
Dino Scortegagna, Consigliere
Sergio Slaviero, Consigliere
Corrado Frisiero, Consigliere iunior
RICEVIMENTO AGLI ISCRITTI E SERVIZIO DI
CONSULENZA AGLI ISCRITTI
Il Presidente e i Consiglieri ricevono i colleghi iscritti
e quanti necessitano di informazioni, presso gli uffi
ci dell’Ordine tutte le settimane, su appuntamento
fi ssato telefonicamente con la Segreteria.
INARCASSA:
Dott. Ing. Enrico Oriella
Martedì pomeriggio
LEGALE:
Avv. Maria Letizia Gallinaro
Giovedì pomeriggio
PARCELLE:
Dott. Ing. Sergio Slaviero
Venerdì pomeriggio

Notiziario dell’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di
Vicenza
Anno VIII - Numero 44
LUGLIO-AGOSTO 2011
Registrazione Tribunale di Vicenza
N. 1075 del 20.04.2004
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l’opinione dell’autore e non impegnano
in alcun modo l’Ordine.
44/2011
sommario
4 Il Presidente risponde: una rifl essione sulla lettera aperta
del giovane collega ing. Damiano Fanton
11 I Vigili del Fuoco rispondono
15 Perché merita riattivare il pozzo geotermico “Vicenza 1”
23 Nuove iscrizioni all’Ordine degli Ingegneri
26 Attività del Consiglio
29 Punto Info

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Dopo opo la prima riflessione “a caldo”
sull’articolo dell’Ing. Fanton, già pubblicata, era
altrettanto doveroso dare risposta alle critiche
ed alle problematiche sollevate dal collega, che
cercherò di sintetizzare per argomento.
Voglio però evidenziare fin da subito che lo
spirito di questa riflessione non è finalizzato alla
difesa estrema della categoria ed al rigetto tota-
le di ogni responsabilità attribuibile agli Ordini
Professionali, come il mio ruolo mi spingerebbe
a fare, scaricando su altri ogni addebito, ma
esprime esclusivamente la mia opinione sugli
argomenti posti in discussione, nata da quella
che è stata la mia esperienza di vita; oggi, forse,
più pragmatica di un tempo.
ORGANIZZAZIONE SOCIALE E POLITICA - RAP-
PORTI FRA CITTADINI E POLITICA
Il principale argomento fra quelli trattati dal
Collega, ed il più interessante dal mio punto
di vista, riguarda l’organizzazione sociale e
politica della nostra società ed il rapporto fra
cittadini ed amministratori pubblici.
Ogni periodo di crisi economica evidenzia ed
amplifica le criticità dei sistemi organizzativi
e produttivi, pubblici e privati, accentuando
l’intolleranza della gente nei confronti delle
disfunzioni e, soprattutto, delle iniquità degli
stessi, dato che proprio le difficoltà finanziarie
del singolo individuo spingono a cercare i pri-
vilegi degli altri, spesso, però, dimenticando i
propri.
Al di là dei nostri ideali e della nostra voglia
di migliorare il mondo in cui viviamo, ed il fat-
to che io sia qui a scrivere, anziché lavorare,
dimostra che io credo ancora nella possibilità
EDITORIALE
Il Presidente Risponde:
una riflessione sulla lettera aperta del
giovane collega ing. Damiano Fanton
di Antonino Schillaci
di incidere sullo sviluppo della nostra società,
non possiamo dimenticare l’effettiva comples-
sità di una organizzazione sociale, né gli aspetti
comunque positivi del sistema, soffermandoci
solamente su quelli negativi, perché, spesso,
qualsiasi modifica puntuale del sistema può
comportare pesanti “danni collaterali”.
Pertanto, pur consapevole di tutte le disfun- disfun-
zioni presenti nel nostro regime democratico,
credo che tale sistema di governo sia da considerare
un assioma, per cui, nel caso, è sul-
le “degenerazioni” del sistema che dobbiamo
concentrarci.
Una democrazia è basata sul consenso del- del-
la maggioranza dei cittadini, e quindi, in ogni
caso, l’applicazione di qualsiasi principio o
l’assunzione di un determinato orientamento
devono ottenere l’approvazione della maggio-
ranza della popolazione, ma non solamente
al momento del voto, a volte indotto dai rap-
presentanti eletti, ma nella quotidianità dei
comportamenti dei singoli, se vogliamo che le
leggi vengano poi effettivamente applicate e
rispettate.
Quindi, il corretto sviluppo di una società didi- pende dalla coscienza dell’intera comunità ed
è fortemente influenzato dalla sensibilità e dal
livello culturale della stessa, ma è altrettanto
indiscutibile che l’accelerazione del processo
evolutivo può essere favorita esclusivamente
con l’innalzamento del livello culturale com-
plessivo, non certo emarginando i cittadini
“meno sensibili”.
Anche perché la sensibilità culturale, sia del
singolo cittadino che dell’intera società, è spes-
so il risultato della sua ricchezza economica,

perché essa permette una maggiore istruzione,
e quindi un maggior bilanciamento culturale
complessivo, ed una maggiore attenzione alle
problematiche non strettamente legate alla
“sopravvivenza”.
E’ vero che “purtroppo il nostro paese non ha
saputo costruire una cultura nei confronti delle
peculiarità che presenta il territorio dove viviamo”
mo”, , ma ritengo che anche in questo settore,
pur forse lentamente, si è sviluppata una mag-
giore sensibilità da parte della gente.
Quanto al livello della nostra classe politica,
“ognuno ha il governo che si merita” diceva
qualcuno, ed io ne sono convinto senza alcun
dubbio: senza addentrarci nella puntuale di-
samina di di chi ha più o meno responsabilità,
dobbiamo ricordare più spesso che la classe
politica è eletta eletta da noi e, per quanto poco, ne
diventiamo corresponsabili: è troppo facile ad-
dossare solo ad essa la colpa di tutti i mali ed
estraniarsi da ogni attivo coinvolgimento!
Né si può minimamente idealizzare una clas- clas-
se politica che non sia la diretta espressione
culturale del popolo che l’ha votata, perché sa-
rebbe una contraddizione, nel nostro sistema
di rappresentanza.
Per quanto ci riguarda, come categoria, noi
facciamo comunque parte della società in cui
viviamo, per cui mi riesce difficile immaginare
una classe “superiore” totalmente distaccata
dal contesto sociale che contemporaneamente
ne guida l’evoluzione, anche perché di fronte
a problemi non solo prettamente tecnici ma
di generale percezione, la coscienza civile si
forma attraverso la partecipazione di tutte le
categorie sociali.
Anche noi, quindi, siamo certamente correcorre- sponsabili di questo stato di cose, se non altro
per non aver fatto di più e per non aver saputo
trasmettere all’opinione pubblica migliori valori
culturali.
Come dicevo, una democrazia è basata sul
consenso della maggioranza dei cittadini, ma è
molto meglio se raccoglie la convergenza della
maggior parte dei cittadini!
In questa fase storica il paese è totalmente
diviso, lo vediamo anche in termini di rapporto
fra partiti di governo e di opposizione, ed in
queste fasi storiche non si cresce, perché non
è possibile realizzare riforme importanti e tutte
le energie si spendono per affossare le iniziative
della parte opposta: la coesione nazionale del
dopoguerra (Democrazia Cristiana a circa il
60%), che ha permesso la concretizzazione del
“Boom” degli anni sessanta, si è persa e, se non
riusciremo a trovare un altro punto di aggrega-
zione, temo che il nostro declino continuerà,
soprattutto adesso, con un mondo esterno ben
più agguerrito di prima in termini di competiti-
vità economica.
Certo, può essere che “Il nostro paese è
senz’altro primo al mondo come quantità (ma
non come qualità) di istituzioni politiche, di as-
sociazioni di categoria, di enti amministrativi,
di partiti, di ordini professionali, ecc. ”, ” , ma ciò
è solo la manifestazione terminale di un pro-
cesso ben più ampio che ha trasformato nel
tempo l’impostazione “centralista” della nostra
democrazia, dando spazio ad un’accentuata
compartecipazione decisionale da parte delle
Amministrazioni e degli Enti locali.
Non sono assolutamente d’accordo sulla
tesi di una preordinata frammentazione am-
ministrativa da parte di chi ci governa, perché
storicamente il decentramento e la così detta
amministrazione partecipata è sempre stata
forzata da chi al potere non c’era, per poter
avere la possibilità di prevalere almeno in al-
cune aree del paese, ed è stata spinta fin quasi
a livello di quartiere, con le Circoscrizioni.
Quindi, dal mio punto di vista, l’obiettivo prioprio- ritario deve essere il diverso bilanciamento
degli interessi generali rispetto a quelli locali,
gerarchizzando meglio e non sovrapponendo
gli ambiti di competenza delle varie Amministrazioni
ed Enti, altrimenti la continua sta-
gnazione degli iter procedurali necessari alla
realizzazione della maggior parte delle opere
pubbliche, fondamentali per lo sviluppo econo-
mico, condurrà anche all’affossamento totale
dello sviluppo stesso.
Per finire, rilevo il pericolo di una contraddizio-
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ne nella riflessione del Collega, in quanto una
società evoluta, e quindi attenta alla salvaguar-
dia del territorio e della salute umana, non può
che risultare appesantita nello sviluppo buro-
cratico di ogni nuova iniziativa, proprio perché
la verifica riguarda molti più aspetti di quelli
che si valutavano una volta: basta osservare
le vecchie pratiche edilizie, per esempio, per
percepire istantaneamente la differenza nella
quantità di elaborati necessari.
Le procedure automatizzate possono certo
aiutare nei tempi, ma non possono certo in-
cidere sulla complessità progettuale derivata
dal rispetto di molteplici normative, né sulla
necessità di ottenere comunque più autoriz-
zazioni.
Per altro, personalmente sono perplesso sul
totale passaggio alle autocertificazioni, se non
accompagnato da una forte attività di control-
lo da parte degli enti competenti, perché nel
passato queste operazioni di snellimento burocratico,
così tanto anelate dal mondo indu-
striale, sono spesso servite per disattendere
le normative e per creare “concorrenza sleale”
all’interno della nostra categoria, fra i Colleghi
più ligi (e io direi anche più sensibili) alle nor-
mative di salvaguardia e quelli più portati “alla
firma facile”.
GESTIONE DEL TERRITORIO (ABUSIVISMO E
CALAMITA’)
Certo, non c’è alcun collegamento diretto fra
la nostra lenta “decadenza” economica, più
correlata a meccanismi di concorrenza globale,
e le nostre specifiche problematiche dell’abu-
sivismo e della cura del territorio, tant’è che
l’India e la Cina, non certamente più attente a
questi aspetti, “navigano” con altissimi tassi di
sviluppo.
E’ vero, purtroppo, il contrario, per cui le risorrisor- se dedicate alla salvaguardia del territorio, alla
riduzione dell’inquinamento ed alla sicurezza
delle persone, sono risorse che vanno a pesa-
re sui costi di produzione e quindi ci rendono
meno competitivi rispetto agli altri paesi.
Non sto affatto dicendo che l’abusivismo e la
salvaguardia del territorio non devono essere
considerati problemi importanti per la nostra
corretta crescita, ma dobbiamo renderci con-
to che non possiamo avere tutto e quindi che
questo diverso tipo di ricchezza, la qualità della
vita, va a compensare la contemporanea ridu-
zione della nostra ricchezza tradizionale, quella
del portafogli.
Non è però corretto addossare semplicemen-
semplicemen-
te la colpa di tutto alle “enormi speculazioni
economiche, ingenti guadagni per pochi e un
conto salato da pagare per la comunità”, comunità” , perché
le responsabilità sono molto più differenziate
ed estese nella nostra “lunga” Italia.
Anche l’ordinato sviluppo territoriale ed il corcor- relato fenomeno dell’abusivismo sono aspetti
prettamente sociali, dipendono dalla coscienza
dell’intera comunità, che, anche con il silenzio
e la non denuncia, accetta passivamente il de-
grado e lo sfascio delle regole comuni.
Non è per caso che le aree più degradate
corrispondono sempre ad aree in cui anche la
legalità, in generale, è messa in discussione.
Qui da noi il fenomeno dell’abusivismo non si
è mai concretizzato in grandi interventi specu-
lativi, ma piuttosto nei singoli “interessi diffusi”
delle famiglie.
Certo, posso condividere le critiche relative alalla mancanza di intelligenza, cultura e buon sen-
so nella pianificazione del territorio, se con ciò
alludiamo ad una eccessiva cementificazione e
ad una non brillante capacità pianificatoria, ma
dobbiamo pure tener conto che la conformazio-
ne principale del nostro impianto urbanistico
si è formata in tempi assai remoti, durante i
quali si è sviluppata, ad esempio, la tendenza
a non accorpare l’edificazione nell’ambito dei
paesi, distribuendola anche nelle campagne,
cosa che non si è avuta al sud.
Bisogna poi saper sempre valutare gli eventi
nell’ambito dei loro contesti storici, per cui non
possiamo dimenticare che lo sviluppo convulso
degli anni 60 è stato derivato dalla specifica
necessità di dare case alla gente: brutte, senza
qualità di materiali, disordinate, senza standard
urbanistici, ma comunque case igienicamente

accettabili!
Nell’ingegneria, come in molti altri settori,
vanno sempre definite delle priorità: far vivere
la gente in promiscuità, in ambienti umidi ed
insalubri, fino al raggiungimento della casa dei
sogni, o dare a tutti e presto una casa dignito-
sa?
Si è fatto come per l’automobile, una 500 per
tutti; la stessa regola è valsa per l’introduzione
della sismica: si potevano fare già da tempo le
case resistenti al sisma, ma, al tempo, quando
la manodopera costava nulla ed erano i ma-
teriali a prevalere, probabilmente i maggiori
costi non sarebbero stati sopportabili: a volte
si è costretti a decidere se far morire la gente
di polmonite o di terremoto.
Altro distinguo andrebbe fatto fra le frane a
Messina, l’alluvione in Veneto, l’emergenza ri- ri-
fiuti a Napoli, tutti eventi i cui danni sono stati
amplificati dai comportamenti umani, ed il ter-
remoto dell’Aquila, fenomeno “più naturale”.
Certo, non dobbiamo dimenticare le responrespon- sabilità di qualche singolo Collega, ma non
possiamo qualunquisticamente fare di ogni
erba un fascio: al di là della esatta compara-
zione delle energie sviluppate, non possiamo
dimenticare che il terremoto di Messina del
1908 ha fatto più di centomila morti e quello
dell’Aquila 308, per la maggior parte concen-
trati nelle aree di antica edificazione: quindi, al
di là del fatto che si poteva (sempre) far meglio,
una positiva evoluzione della scienza e della
nostra professionalità c’è comunque stata!
Quanto al fatto che le disgrazie si dimentica- dimentica-
no presto e che i rimedi spesso non si mettono
più in atto, ed io sono pienamente d’accordo
in ciò, anche in tal caso non possiamo accu-
sare solo la classe politica, ma l’intera società:
nell’ambito della vostra attività professionale
di progettazione edilizia, quante volte vi sono
state chieste informazioni sui pavimenti, o sulle
caratteristiche energetiche, e quante volte sulle
strutture dell’edificio?
Senza contare tutte le volte che vi hanno inin- vece detto: “ingegnere, troppo ferro!!”
Purtroppo, senza utilizzatori attenti risulta dif- dif-
ficile realizzare una progettazione di qualità,
perché i Committenti professionali (Società
Immobiliari, Imprese, ecc.) offrono quello che
serve per vendere, e se gli acquirenti guardano
solo al prezzo (come nel caso della scelta di noi
professionisti !) la qualità si perde!
COMPORTAMENTO DELL’ORDINE E RUOLO
DELLA CATEGORIA
Considero prettamente qualunquista e molmol- to offensivo per l’intero Consiglio dell’Ordine
affermare, senza nemmeno conoscerci e, for-
se, senza neanche sapere cosa facciamo, che
“purtroppo quasi sempre anche chi rappresenta
la nostra nostra categoria si accoda alle consuetudini
comuni, valutando di volta in volta il bene di
pochi a dispetto della convenienza di tutti” tutti”.
Per altro, mi piacerebbe sapere a cosa è ri- ri-
ferito quel “bene di pochi” (ingegneri o Lobby
esterne ?) e mi chiedo come il Collega possa
affermare quel “quasi sempre”, sottintendendo
una lunga conoscenza dell’operato dell’Ordine,
quando è iscritto solo dal gennaio 2010.
Quanto a “progettare il futuro” futuro”, , appartenen-
appartenendo
ad una generazione che ha comunque do-
vuto convivere con la fase storica del ’68 ed
essendo di carattere molto pragmatico, direi
che di demagogia ne ho sentita anche troppa,
per cui, come ho già detto nei vari incontri, le
idee camminano sulle gambe degli uomini e
l’Ordine è sempre aperto a quelli che vogliono
“camminare”, per cui, anziché emettere solo
proclami, chi ha idee concrete su “come cam-
biare il mondo” esponga il proprio programma
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e si lamenti solo dopo che noi non lo avremo
supportato!!!
E quanto al ruolo di mera parte sociale tenutenu- to dall’Ordine, sul quale ovviamente non sono
d’accordo, per quanto mi riguarda sono sem-
pre stato consapevole che un Ordine, quale
Ente pubblico dipendente direttamente dal Mi- Mi-
nistero della Giustizia, se vuole sopravvivere
non può agire solamente a difesa della Cate-
goria, ma deve proprio privilegiare quel ruolo di
garanzia nei confronti della Società che questa
si attende, e con tale logica ho sempre opera-
to, dando particolare attenzione all’ascolto dei
Cittadini ed allo svolgimento dei procedimenti
disciplinari, esprimendo sempre le nostre idee,
spesso alternative, nei confronti dei vari Piani
Urbanistici che abbiamo analizzato, proprio per
contribuire a migliorare, nei limiti della nostra
capacità, la qualità dello sviluppo urbanistico.
Non sono solo belle parole, le mie, ma anche
fatti concreti, concreti, che ci hanno condotto a chiedere
alle Amministrazioni Pubbliche di essere con-
vocati separatamente dal mondo dell’industria
delle costruzioni, perché la nostra logica non è
quella di “portare a casa” lavoro, speculazione,
ecc., ma è il mantenimento di una posizione di
equilibrio fra gli interessi di tutte le parti sociali,
che possa condurre ad uno sviluppo armonico
del territorio, il più possibilmente condiviso.
Quanto alla banalità ed alla mediocrità del coco- struito, ammesso che sia proprio così, ognuno
cerca di esprime il meglio di sé, e se ci sono
“geni” incompresi, che si facciano avanti con
le solite proposte concrete, perché criticare è
molto facile, ma fare …...
Certo, a volte l’Ordine fa anche difesa di ca- ca-
tegoria, ma ma anche in tal caso sempre a difesa
della Società, perché “la cultura del progetto
e della qualità”, come spera possa realizzarsi
il mio interlocutore, non si svilupperà mai se il
tutto si svilisce in chi fa meno!
Quindi, ritengo altrettanto falso ed offensivo
che “molti dei nostri rappresentanti presso le
istituzioni pubbliche sono animati ormai sol-
tanto da miopi tentativi di rinsaldare privilegi di
pochi” pochi”.
Concludendo, io credo che non bisogna meme- scolare le cose e bisogna perciò distinguere
fra Ordine, organismo di controllo e di rappre-
sentanza, ed ingegneri: al primo è demandato
il controllo etico delle attività professionali e la
difesa della qualità professionale e della dignità
dei professionisti, ma lo sviluppo di una cultura
del territorio e di un altrettanto alto livello qua-
litativo della progettazione non può che essere
a carico dell’intera categoria, non certo dei soli
rappresentanti.
L’ordine può certamente favorire l’ispirazione
del “progetto del territorio e degli ambienti che
la società utilizza per vivere, lavorare, passare
il proprio tempo libero”, ma l’ispirazione deve
venire da tutti noi: non si può pretendere di
delegare ad altri delle doti che non c’entrano
nulla con il ruolo di rappresentanza.
Gli Ordini, invece, possono certamente “infor“infor- mare i cittadini su cosa significano veramente
le parole progetto e qualità”, ma sempre a patto
che la categoria intera riesca ad esprimere una
progettazione di qualità tale da poter essere di
riferimento per l’innovazione che si vuol pro-
porre.
Quindi, giusto l’invito del Collega alla cate- cate-
goria di “uscire per primi da questa mentalità
autodistruttiva, distinguerci da altre forze socio-
economiche e farci portatori di valori importanti
….: progettare il futuro”: futuro” : se ci sono cervelli, che
producono!
MOTIVAZIONE E RUOLO DEI GIOVANI
Io credo che il Collega si sbagli quando pensa
che “I giovani che iniziano a percorrere la stra- stra-
da della libera professione oggi lo fanno in gran
parte perché attratti da prospettive lavorative e
di guadagno economico futuri che non esistono
nella realtà” realtà”, , perché non è certo da oggi che,
come dice il mio Collega e amico Giorgio Mo-
randini, ogni disoccupato è un professionista
(potenziale): anche io sono diventato “Profes“Professionista per caso”, non avendo genitori impor-
tanti e non avendo trovato un impiego, quando
sono uscito dall’Università: ammetto che non
l’ho cercato più di tanto, perché la scelta della

libera professione è anche una scelta di pen-
siero che, che, dal mio punto di vista, tocca solo
indirettamente l’aspetto economico, in quanto
esso è solo l’ultimo frutto di una passione e di
una dedizione al proprio lavoro, che si traduce
in ben più di 40 ore settimanali e che ti spinge
necessariamente ad un elevato livello di com-
petenza e aggiornamento, se vuoi sopravvivere.
Ragionando in termini di miglioramento dei
livelli qualitativi, in questo siamo d’accordo: in
generale, la libera professione e la corrispon-
dente attività svolta in qualità di dipendenti,
soprattutto nell’industria, è improntata sulla
meritocrazia: chi vale guadagna, chi non vale
no.
Non basta solo la Laurea, è molto riduttivo
pensare di avere il diritto di ricoprire posti importanti
solo perché si è laureati: l’impostazio-
ne dei nostri corsi universitari, purtroppo o per
fortuna, e nonostante quelli che dicono che gli
ordini sono un tappo all’occupazione, non è a
numero chiuso e quindi l’offerta di Ingegneri
è abbondante; i gradi dobbiamo guadagnar-
celi sul campo, ovvero con la professionalità
che andremo ad acquisire, perché il mondo
del lavoro non è solo “quello che ti insegnano
a scuola”, ma è anche capacità di saper dia-
logare con gli altri e di far capire agli altri la
qualità dei nostri progetti.
Ed è soprattutto in questo che molti giovani
peccano di superbia: non basta sentirsi bravi, e
peggio ancora credere di essere intellighenzie
superiori che non possono cimentarsi con il
comune mortale, ma bisogna essere capaci
di convincere i nostri committenti della bontà
della nostre idee e della nostra progettazione.
Quindi, da persona che si è fatta da sola, sin- sin-
ceramente, il melodramma sulla generazione
tradita che non riesce ad avere oggi una voce
importante, mi fa sorridere: il posto nella so-
cietà va guadagnato “con i denti”, ovvero con
fatica, perseveranza e capacità, perché in una
economia competitiva, chi crede che siano gli
altri a riconoscere il genio incompreso può star
lì ad aspettare, e chi vive sperando .......
E se i rappresentanti di categoria “continuano
a guardare di più al loro personale interesse o
verso l’interesse di chi ha oggi la forza econo-
mica e politica di imporre la propria volontà” volontà”, ,
affermazione che contesto energicamente, al-
lora è il momento che questi giovani si facciano
avanti per sostituirci, cominciando a dedicare
un po’ di tempo alla categoria anziché rimane-
re nel proprio ufficio ad aspettare che gli altri
risolvano i problemi.
POLITICHE GIOVANILI
L’organizzazione attuale dell’affidamento dei
lavori pubblici non trova soddisfatti i giovani,
ma nemmeno gli “anziani”, se non strutturati
in grossi studi.
Concordo pienamente sul fatto che le AmAm- ministrazioni Comunali, spesso, approfittano
dell’importanza delle opere che devono realizzare,
dal punto di vista progettuale e di visibi-
lità, attivando concorsi di progettazione che,
con l’ipocrita motivazione “vinca il migliore”,
costringono al lavoro gratuito decine di professionisti,
a fronte di premi irrisori, ma significati-
vi di quanto le stesse arroganti Amministrazioni
considerino con disprezzo il nostro lavoro e la
nostra autonoma attività: nessuno chiederebbe
mai ad gruppo di elettricisti o di idraulici, di
realizzare un impianto, ciascuno in un diverso
appartamento, pagando solo quello migliore !
Quanto al fatto che un giovane professionista,
spesso, non possa ottenere l’incarico della pro-
gettazione effettiva dell’opera per cui ha vinto
il concorso di idee, bisogna ovviamente tener
conto non solo dei nostri interessi, ma anche di
quelli della Società, che ha bisogno di garanzie
in merito alla nostra effettiva capacità profes-
sionale (vedi tirocinio e curriculum vitae), in
quanto la sola idea, pur brillante, non basta per
confezionare un progetto esecutivo di qualità;
ci vuole anche esperienza, una dote che non
si può imparare a scuola perché si acquisisce,
spesso, anche dai nostri precedenti errori!
Però bisogna notare che questo non è solo
un problema dei giovani, perché anch’io stesso
e la maggior parte dei colleghi stiamo perden-
do la possibilità di ricevere incarichi pubblici,
9

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essendo ormai difficile,
considerata anche la
crisi, poter dimostrare
di avere progettato un
determinato numero di
scuole, palestre o stra-
de in un relativamente
breve periodo di attivi-
tà.
Certo, questo fenofenomeno, non certo ca-
suale ma voluto dal
legislatore sulla spinta
della maggioranza del-
le forze politiche (ed
anche dei grossi studi
di progettazione), mi-
rando alla “qualità” dei
progettisti, ha di fatto
emarginato la maggior parte di noi, anche di
quelli che pur avendo una grande esperienza
nelle costruzioni in genere, non avevano una
specifica specializzazione.
Ci sarebbe certamente da discutere sui be- benefici
ottenuti da questa metodologia di affi-
damento degli incarichi, anche perché risulta
facile osservare una netta contraddizione fra
la ricerca di specialisti ed il successivo dequa-
lificante affidamento a chi fa meno: io comune
cittadino so che in ogni settore produttivo costa
di più il bene di maggior qualità, non viceversa!
Anche le Società di Ingegneria, inizialmente
favorevoli al sistema, credo si siano accorte
dello sviluppo abnorme che ha avuto questo
sistema, che costringe anche le grandi strut-
ture ad aggregarsi per poter vincere gare di
progettazione di opere usuali e di importo
modesto, rispetto alle forze in campo, con un
grande dispendio di energia e di ulteriori costi
per “pagare” i curricula (perché va cosi, alla
fine !).
Senza contare il peccato originale di questo
metodo di affidamento: questa normativa è na-
ta da tangentopoli, che ha azzerato la così detta
Prima Repubblica, nel cui periodo avevano lala- vorato prevalentemente gli studi dotati anche
di rapporti politici, per
cui si è detto: gli affidamenti
verranno fatti so-
lo in base alla capacità
professionale acquisita
nella propria carriera
lavorativa.
In sé concetto inoppu- inoppu-
gnabile, ma, chi aveva
un curriculum degno di
tale pura impostazione ?
Quelli che avevano lavolavorato nella prima Repub-
blica!!!
Concludendo, io credo
che bisognerà ancora
mettere mano alla nor-
mativa vigente, anche
se spesso tentano di
tapparci la bocca raccontando che è l’Europa
che ce la impone, perché ritengo giusto che il
vincitore di un concorso di progettazione debba
essere in qualche modo coinvolto nelle successive
fasi realizzative, magari sfruttando la nor-
ma che già impone la presenza di un giovane
professionista nei raggruppamenti partecipanti
ai bandi.
Inoltre, bisognerà anche graduare in qualche
modo il peso dei curricula, limitando anche
in alto il punteggio assegnato in fase di gara,
perché non è possibile che per l’affidamento
dell’incarico di progettazione di un ponte da
cinque metri, sia necessario avere in curricu-
lum la progettazione del ponte sullo stretto di
Messina.
Ho detto fin troppo, e se volete ancora contricontri- buire alla discussione, avrei piacere di ricevere
vostre considerazioni, ma, per piacere, evidenziate
problematiche e soluzioni concrete, da po-
ter portare avanti con altrettanta concretezza.
Ancor di più, mi piacerebbe che vi attivaste
personalmente per contribuire a realizzarle: e
se noi non vi aiuteremo o non vi daremo spazio,
allora, ma solo allora, criticateci pure!

QUESITO 1
I Vigili del Fuoco
Rispondono
Nell’attività n. 8 del DM 16.02.1982 “Offi cine e
laboratori con saldatura e taglio dei metalli utilizzanti
gas combustibili e/o comburenti, con oltre 5
addetti”
Come vanno intesi gli addetti?
Ci si riferisce al numero totale di lavoratori nell’offi -
cina, oppure agli addetti alla mansione di saldatore,
oppure al numero di postazioni fi sse (o mobili)
presenti nell’attività?
In particolare, se nell’offi cina sono presenti anche
più di n. 5 postazioni (fi sse o mobili), ma il loro utilizzo
contemporaneo è di un numero di postazioni
sempre inferiore o uguale a n. 5, si rientra comunque
nell’attività n. 8?
Per esempio in un’azienda metalmeccanica da 20
dipendenti con 4 postazioni fi sse di saldatura manuale
e 2 postazioni fi sse di saldatura robotizzata
(quindi senza operatore presente), si avrebbero:
1. addetti totali presenti in offi cina = 20
2. addetti alla mansione di saldatore = 4
3. postazioni fi sse di saldatura = 6 (4 con operatore
+ 2 robotizzate)
Risposta
Si prende a riferimento la risposta che il Ministero
ha dato al Comando VV.F. di Padova nel 2001 (nota
prot n° P178/4108 sott. 22/24 del 27.03.2001) in
cui indirettamente si trattava questo problema.
In tale risposta si ribadisce che l’attività n° 8 interessa
una azienda dove si svolgono operazioni di
taglio o saldatura utilizzando gruppi ossitaglio (con
utilizzo di gas infi ammabili e/o comburenti) in cui
a cura di Marco Di Felice
Riprendiamo la pubblicazione della rubrica “I Vigili del Fuoco rispondono” riportando le risposte del Comando
VVF di Vicenza ad un nuovo gruppo di quesiti formulati dalla Commissione sicurezza dell’Ordine degli
Ingegneri di Vicenza.
Si precisa che i contenuti trattati non rivestono il carattere di interpretazione uffi ciale dei Decreti o delle
norme di riferimento, ma rappresentano comunque il parere condiviso dall’attuale Comando dei Vigili del
Fuoco di Vicenza.
Tali pareri mantengono la loro validità solo nell’ambito del contesto in cui sono stati posti, sulla base dell’attuale
evoluzione di norme e Leggi in materia di prevenzione incendi.
Ringraziamo il Comandante dei Vigili del Fuoco di Vicenza ing. Paolo Maurizi per la gentile collaborazione.
M.D.F.
**********
sono impiegati più di 5 addetti.
In un’altra risposta che il Ministero ha fornito
nel 2000 (Prot. n° P972/4101 sott. 106/47 del
3.11.2000), in cui si chiedeva una interpretazione
del signifi cato di “addetto” per le attività in cui il numero
di addetti è discriminante per l’eventuale soggezione,
si è chiarito che “...devono essere inclusi
anche i lavoratori che, pur non essendo addetti alle
specifi che lavorazioni pericolose, sono esposti al rischio
da queste determinato in quanto operano nel
medesimo ambiente di lavoro …”
Da ciò si deduce che non sono il numero di postazioni
di saldatura o dei gruppi ossiacetilenici a stabilire
la soggezione al punto 8 del DMI 16.02.1982,
ma bensì il numero di persone che a vario titolo
operano nel reparto dove sono utilizzati i suddetti
impianti.
Viceversa qualora la zona uffi ci sia compartimentata
con strutture di tipo REI 90 e sia dotata di accessi
e uscite indipendenti, nel computo degli addetti
non va sommato il numero del personale amministrativo
impiegato nell’azienda.
QUESITO 2
Il D.M. 16/02/2007 introduce alcune nuove classi
di resistenza al fuoco delle strutture, in particolare
la classe R20.
Se da una valutazione analitica di resistenza al fuoco
(ad esempio di una struttura metallica) risultasse
una resistenza superiore ai 20 minuti, si potrebbe
certifi care la struttura R20, anche se non è contemplato
nella norma UNI 9503 (in quanto antecedente
al D.M. 16/02/2007)?
11

12
Risposta
La classifi cazione della resistenza al fuoco delle
strutture è regolata dal D.M.I. 16.02.2007, che ne
stabilisce metodi e condizioni di utilizzo.
Qualora il tecnico certifi catore intenda utilizzare il
metodo analitico, può senz’altro utilizzare come riferimento
la regola tecnica UNI 9503 nel caso di
strutture in acciaio, essendo al momento ancora
utilizzabile in Italia.
QUESITO 3
Sistema di serraggio della tubazione semirigida
utilizzata per i naspi.
Da uno studio della Normativa tecnica, la UNI
10779/2007 al punto 6.5.3 riporta che la legatura
delle tubazioni semirigide deve essere conforme
alla UNI 7422/1975 ancora oggi in vigore (da sito
UNI). Visionata la norma UNI 7422/1975 al punto
3.1 non riporta un metodo di legatura della tubazione
ma solo degli esempi e richiede che la legatura
utilizzata non consenta perdite di acqua quando si
sottopone l’impianto ad una pressione almeno pari
alla pressione di scoppio del tubo fl essibile o del
raccordo del sistema naspo.
Se si verifi ca, con prove pratiche, che non ci sono
perdite nei punti di serraggio della tubazione semirigida,
si può considerare il sistema idoneo o se ne
deve prevedere la sostituzione?
Risposta
La domanda trova una sua pertinenza nel momento
in cui una qualsiasi disposizione normativa imponga
la norma UNI 10779/2007 come riferimento
da adottare nella progettazione e realizzazione
dell’impianto antincendio.
Qualora poi la stessa norma tecnica presenti alcuni
punti che possono essere interpretati con diverse
soluzioni tecniche, prevale il principio della effi cacia
e garanzia di affi dabilità che la soluzione adottata
garantisce nel tempo.
Si evidenzia che, con riferimento alla UNI 10779
paragrafo 10.4.1 (Manutenzione delle attrezzature),
si dovrebbero comunque provare gli impianti
almeno due volte all’anno ed eseguire la prova
idraulica (a 12 bar e non alla pressione di esercizio)
ogni 5 anni.
In tali occasioni si verifi ca anche la tenuta ed effi
cienza dei raccordi, rimediando con l’eventuale
sostituzione.
QUESITO 4
Un’azienda metalmeccanica operante nel settore
delle lavorazioni di metalli a caldo, è dotata di una
serie di forni per riscaldo, alimentati a gas metano
di rete, fornito direttamente dalla SNAM.
I forni sono collocati all’interno di un unico ambiente
e sono di potenzialità complessiva di alcune migliaia
di kW.
All’interno dell’attività sono inoltre presenti:
- deposito di bombole GPL per uso interno, fi no a
300 kg
- deposito di olii lubrifi canti superiore ad 1 m3 - impianto fi sso di distribuzione gasolio per autotrazione
- cabina di decompressione gas metano da rete
SNAM con potenzialità > 50 Nm3 /h
Tale azienda, secondo il DM del 16/02/1982, rientra
certamente tra le seguenti attività:
- 2: impianti di decompressione gas combustibili
con potenzialità > 50 Nm3 /h
- 3: deposito gas combustibile in bombole per
quantitativi da 75 a 300 kg
- 17: deposito olii lubrifi canti superiore ad 1 m3 - 18: impianto fi sso di distribuzione gasolio per autotrazione,
ad uso privato
- 91: Impianti per produzione del calore con potenzialità
> 116 kW
Secondo alcune interpretazioni, l’azienda rientrerebbe
anche tra le attività:
- 1: stabilimenti ed impianti ove si producono e/o
impiegano gas combustibili con potenzialità > 50
Nm3 /h
- 6: reti di trasporto e distribuzione di gas combustibili,
compresi quelli di origine petrolifera con
esclusione delle reti di distribuzione cittadina e dei
relativi impianti con pressione di esercizio non superore
a 5 bar
- 66: stabilimenti siderurgici e stabilimenti per la
produzione di altri metalli
Nel caso di varianti parziali, ad esempio l’ampliamento
di un capannone, con conseguente inserimento
di altri forni, ma senza introduzione di modifi
che alle altre attività già comprese nel CPI (o
nel parere di conformità già espresso), si devono
pagare nuovamente gli oneri di istruttoria per tutte
le attività soggette o solamente per quelle oggetto
di variante?

Risposta
Per quanto concerne l’eventuale soggezione al punto
1 del DM del 16/02/1982 considerata la particolarità
del caso, si provvederà a formulare specifi co quesito
al Ministero.
Per quanto riguarda l’eventuale soggezione al punto
6, si evidenzia innanzitutto che a seguito del
chiarimento fornito dal Ministero (con nota Prot. n°
P79/4105 sott. 34 del 25.01.1999) si è defi nito che
le condotte di distribuzione del gas metano con pressione
di esercizio inferiore a 5 bar non ricadono al
punto 6 del DMI 16.02.1982, indipendentemente dal
luogo della loro installazione. Per quanto sopra deve
essere verifi cata la pressione di uscita dalla cabina
di riduzione e verifi cato, qualora superi i 5 bar, il percorso
della tubazione fi no al riduttore di secondo stadio;
è soltanto questa parte da considerarsi attività 6
La restante parte della condotta verrà trattata come
componente a servizio dell’impianto termico (att. n°
91) e quindi progettata e realizzata secondo il disposto
DMI 12.04.1996 (qualora applicabile) e
relative norme UNI collegate.
Per quanto riguarda la lavorazione a caldo dei
metalli e la loro trasformazione, si è del parere
che, le stesse ricadano nelle attività metallurgiche
e siderurgiche e quindi rientranti nell’elenco
allegato al D.M. 16/02/1982 al punto 66
Con il termine siderurgia si indica un settore specifi
co della metallurgia, che riguarda la tecnica relativa
al trattamento dei minerali ad alto contenuto
di ferro allo scopo di ottenere ferro o diversi tipi
di leghe contenenti ferro, tra cui l'acciaio, la ghisa
e gli acciai legati. Quindi all’interno della defi nizione,
per la produzione dell’acciaio è compresa la
lavorazione a caldo del metallo. La stessa interpretazione
si può estendere alla metallurgia che
si occupa della produzione e lavorazione degli
altri metalli.
Per quanto concerne l’inserimento di nuovi forni o
ampliamenti che comportino l’insorgenza di nuovi
punti di soggezione, un quesito del Ministero
del 01.12.1998, chiarisce che la tariffa da pagare
per il sopralluogo è esclusivamente quella inerente
alle nuove attività (presupponendo che lo stabilimento
sia già in possesso del CPI).
La risposta del Ministero chiarisce inoltre che per
la parte esistente la Ditta dovrà contestualmente
presentare perizia giurata sulla effi cienza degli
impianti di protezione antincendio e dichiarazione
di nulla mutato alla stregua di quanto stabilito
dall’art. 4 del DPR 37/98, compreso il versamento
della rispettiva tariffa, in modo da poter rilasciare
un unico CPI con validità triennale.
QUESITO 5
13

14
Decreto 16/02/2007 – Classifi cazione di resistenza
al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere
da costruzione.
Allegato D - Modalità per la classifi cazione in base
a confronti con tabelle
Paragrafo D.6 – Travi, pilastri e pareti in calcestruzzo
armato ordinario e precompresso
Tabella D.6.2 – Pilastri a sezione rettangolare e a
sezione circolare
Si chiede di chiarire:
• la defi nizione di “area effi cace”, da distinguere
eventualmente da “area tesa effi cace”
• il signifi cato del rispetto della disuguaglianza:
“area complessiva di armatura A

Perchè Merita Riattivare
il Pozzo Geotermico
“Vicenza 1”
il serbatoio geotermico
nel sottosuolo di Vicenza
L’esistenza di un serbatoio geotermico
nel sottosuolo di Vicenza risultava dal quadro
geologico - minerario della zona, acquisito
dalla società Agip durante l’attività di ricerca
petrolifera nella valle Padana; questo serbatoio
era stato raggiunto nel 1977 dal pozzo
“Villaverla 1”, presso Montecchio Precalcino,
a poco più di 10 km dalla città. Il pozzo, sterile
dal punto di vista petrolifero, risultò produttivo
di acqua dolce, alla temperatura di 58 °C, con
portata di circa 200 m 3 /h.
Studi precedenti, sviluppati da A.I.M. nel quadro
delle iniziative per l’uso razionale dell’energia,
di cui alla Legge 308/1983, avevano accertato
condizioni favorevoli ad un sistema di
teleriscaldamento alimentata dalla cogenerazione
basata su motori a gas.
La “Joint Venture” Agip-Enel decise la perforazione
sull’area individuata da A.I.M. per
ubicare la centrale di teleriscaldamento, con
l’obiettivo di utilizzare la risorsa geotermica
per sostituire/integrare il calore cogenerato dai
motori a gas.
La perforazione (vedi fi gura 1) è iniziata nel
luglio, terminò nel settembre 1983, raggiungendo
una profondità di 2.150 m. Esso è stato
il primo pozzo perforato in Italia entro cerchia
urbana alla ricerca di fl uido a bassa entalpia,
di Paolo Leoni e Mauro Cozzini
Figura 1 - Lavori di perforazione del pozzo
Vicenza 1
15

16
risultò produttivo di “acqua dolce. I dati del
pozzo sono riportati in tabella 1.
Tabella 1 Dati del pozzo Vicenza 1
Investitore Agip-Enel
Operatore Saipem
Ultimazione sett. 1983
Collaudo 1990
Profondità 2.150 m
Temperatura produzione 67 °C
Portata max 150 m3 /h
Portata della concessione 100 m3 /h
Livello statico - 23 m
Livello in produzione - 82 m
Cessione concessione ad AIM 2010
Figura 2 - Stratigrafi a del pozzo Vicenza 1
La stratigrafi a delle rocce e le caratteristiche
del pozzo sono riportate nella fi gura 2.
I campionamenti, eseguiti durante le prove
di produzione, caratterizzano favorevolmen-
te il contenuto chimico-fi sico e batteriologico
dell’acqua: salinità molto bassa, inferiore a
0,5 g/l, originata da cloruri, solfati e bicarbonati
di metalli alcalini e alcalino- terrosi, e un
contenuto di gas H2S, inferiore a 1mg/l, assenza
di batteri. Proprio tali eccellenti caratteristiche
hanno consentito alla Joint- Venture
di evitare il pozzo di reiniezione e di prevedere
la restituzione del fl uido geotermico nei corsi
d’acqua superfi ciali. L’analisi delle acque è riportata
nella fi gura 3.
Merita osservare che il contenuto di gas radon
richiede l’areazione degli ambienti di scarico,
per evitare effetti accumulo potenzialmente
dannosi. Parimenti la presenza di gas idrogeno
solforato può essere percepito per il caratteristico
odore, ma è tollerabile e non dannoso
per la salute se limitato a basse concentrazioni
nell’aria.

Figura 3 - Analisi chimico-fi sica dell’acqua prelevata dal pozzo Vicenza 1
La risorsa geotermica è oggi disponibile, come
da disciplinare di concessione della Regione
Veneto, per gli usi di calore con acqua alla
temperatura di 67°C e portata fi no a 100 m 3 /h.
Per catturare l’energia dell’acqua geotermica
e immetterla in rete ad una temperatura maggiore
, compatibile con i livelli richiesti dal teleriscaldamento
(90 °C nei periodi di massima
domanda e 75 °C in estate) è indispensabile
la presenza di idonee pompe di calore (PdC).
Nel nostro caso, l’acqua geotermica può essere
restituita in prima fase alla temperatura di
circa 25 °C, catturando una potenza di origine
geotermica di 4,9 MW t ; la temperatura di restituzione
potrà, in seconda fase di sviluppo,
essere diminuita a circa 10 °C, estraendo una
ulteriore potenza geotermica di 1,7 MW t , totale
6,6 MW t di energia geotermica rinnovabile.
La produzione utile di calore immesso in rete
somma la energia rinnovabile a quella elettrica
consumata per l’azionamento delle pompe
di calore (PdC), di seguito
vengono evidenziate le
potenze rese disponibili
dalla geotermia:
- Produzione base con restituzione
a 25 °C 6 MW t
- Consumo medio elettricità
1,2 MW e
- Effi cienza in termini di
COP medio 5
- Produzione addizionale con
restituzione 10°C 2,6 MW t
- Consumo addizionale
medio elettricità 0,9 MW e
- Effi cienza in termini di
COP medio 4,1
- Totale potenza utile di
calore “geo” 8,6 MW t
La produzione di calore
proveniente dalla risorsa
geotermica fi no ad una
potenza disponibile pari
a 8,6 MW t può essere
integrata da altre produzioni, quali la cogenerazione
da motori a gas, essa può essere opportunamente
gestita con accumuli e caldaie
a metano per spianare i picchi di domanda.
In questo contesto la componente geotermica
contribuisce a soddisfare da sola la domanda
di calore di circa 10.000 abitanti della città.
LO SVILUPPO DEL PROGETTO DI RISCALDA-
MENTO URBANO
Approvato dal Comune di Vicenza a metà degli
anni ottanta, la realizzazione del sistema di
riscaldamento urbano, su progetto della società
Elettroconsult di Milano, fu iniziata da AIM
nell’estate del 1988 e l’impianto fu avviato, per
le prove di collaudo, alla fi ne dell’anno 1990.
La rete fu sviluppata a partire dall’area di via
Cricoli, sede della centrale di produzione, in
direzione del centro storico cittadino, interessando
inizialmente un’utenza pari a un milione
e duecento mila metri cubi riscaldati, pari a cir-
17

18
ca quattromila appartamenti equivalenti (dati
AIRU).
Anche a Vicenza il servizio è stato bene accolto
dagli utenti, in quanto tecnologicamente innovativo,
affi dabile e capace di valorizzare le
proprietà immobiliari servite, è stato successivamente
ampliato, anno dopo anno, fi no a
raggiungere nel 2008 (dati Annuario AIRU) le
seguenti prestazioni:
Edilizia allacciata m 3 1.900.000
Abitazioni equivalenti (300 m 3 ) n° 6.330
Abitanti serviti (3 abitanti/abitazione) n°19.000
Erogazione di calore in picco MW t 23
Produzione di calore annuale GWh t 40
Le pompe di spinta e le tubazioni della rete
hanno una capacità di servizio di oltre 30 MW t ,
di fatto in grado di sostenere l’ulteriore espansione
dell’utenza di circa il 30%, verso aree
urbane viciniori, densamente edifi cate.
L’iniziativa ha raggiunto gli obiettivi di razionalizzazione
dell’offerta di riscaldamento a
Vicenza, per quanto attiene al miglioramento
della sicurezza di funzionamento ed alla sostituzione
di impianti preesistenti obsoleti e potenzialmente
inquinanti, oltre che pericolosi.
Basti ricordare la sostituzione di circa milleottocento
TEP/anno di preesistente consumo di
olio combustibile fl uido e di alcune centinaia
di caldaie con semplici scambiatori acqua/acqua.
L’intervento ha consentito, in molti casi,
la ”messa a norma” delle relative centrali termiche,
con investimenti modesti in spazi residuali,
altrimenti non utilizzabili. Il sistema,
nella confi gurazione attuale, si pone quindi fra
quelli che hanno conseguito gli obiettivi di risparmio
di energia primaria, minori emissioni
in atmosfera, economicità e sicurezza del servizio
erogato all’utenza.
Il progetto rimase tuttavia incompiuto e sospeso
per la parte afferente l’utilizzo della
risorsa rinnovabile geotermica con pompe
di calore, che avrebbe dovuto dare un contributo
signifi cativo nella sostituzione delle
fonti energetiche fossili, ed ha utilizzato solamente
gli impianti di produzione in coge-
nerazione da motori a gas. Ciò non avvenne
per defi cienza della risorsa, ma per problemi
contrattuali e anche a causa di divergenze con
la Joint-Venture Agip-Enel che aveva realizzato
il pozzo. Questa soluzione è stata favorita anche
dal contro-shock energetico che ridusse
drasticamente il prezzo dei combustibili tradizionali,
e dal regime di incentivi offerti dal provvedimento
CIP N° 6 del ’92 alla produzione di
energia elettrica, situazioni storiche e transitorie
che hanno reso estremamente conveniente
il modo di funzionamento alternativo ”in cogenerazione”
di energia elettrica e calore.
La recente acquisizione da parte di AIM
della piena titolarità della concessione del
pozzo geotermico, il grande aumento dei
prezzi dei combustibili e l’esaurimento degli
incentivi alla cogenerazione, ed infi ne
l’introduzione di nuovi incentivi all’utilizzo
di risorsa rinnovabile geotermica riporta di
attualità il recupero del progetto originario
di un utilizzo massiccio della fonte rinnovabile,
ambientalmente qualifi cata, proveniente
dal pozzo ”Vicenza 1”. Il pozzo è infatti
rimasto in perfetta effi cienza, ancorché
inutilizzato.
Di seguito esporremo i risultati di una valutazione
preliminare, utile a esplicitare,
seppur in modo sintetico, le condizioni di
funzionamento ed i benefi ci energetici, ambientali
ed i vantaggi economici che deriverebbero
alla comunità vicentina dal recupero
del pozzo geotermico.
IL RIAVVIO DEL POZZO “VICENZA 1” E IL CON-
TRIBUTO DELLA GEOTERMIA ALLA COPERTU-
RA “DA FONTE RINNOVABILE” DEL CARICO
TERMICO DEL TELERISCALDAMENTO
L’attuale contesto internazionale è caratterizzato
da elevati costi delle fonti energetiche
fossili, dalla instabilità politica di primari paesi
produttori di idrocarburi, dai maggiori consumi
energetici di grandi paesi emergenti quali Cina,
India, Brasile, di fatto esso appare assai favorevole
ad un utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili
e pulite, quale appunto la geotermia a

assa entalpia.
Le direttive europee valorizzano appieno l’energia
da fonte geotermica per usi energetici, di
più computano rinnovabile anche la quota derivante
dall’eventuale inserimento di pompe di
calore (PdC) di elevata resa. La geotermia può
contare su tecnologie consolidate e può dare
un contributo signifi cativo al raggiungimento
del 20% del fabbisogno energetico mediante
energia rinnovabile.
In Italia, vi sono numerosi servizi di riscaldamento
urbano alimentati da fonte geotermica;
l’impianto di maggiori dimensioni, tra quelli in
esercizio, alimenta a Ferrara quasi cinque milioni
di metri cubi riscaldati, altre realizzazioni
sono attive nell’area toscana a San Dalmazio,
Larderello, Castelnuovo Val di Cecina.
A distanza di vent’anni dall’avvio del servizio,
sono ora presenti condizioni assai favorevoli
al recupero del pozzo geotermico
Vicenza 1:
• è migliorata l’effi cienza e la affi dabilità
della tecnologie delle pompe di calore, in
grado di allineare i livelli termici dell’acquifero
(72/67 C°) a quelli richiesti dalla
rete (90/60 C°),
• sono aumentati i prezzi dei combustibili
rendendo più convenienti i risparmi energetici,
• la legislazione vigente in Italia riconosce
un incentivo importante, a favore
dell’utente fi nale, all’energia da fonte geotermica
erogata da reti di teleriscaldamento.
Il fi siologico sviluppo nel tempo del servizio,
sostenuto dai margini di capacità della rete di
trasporto, prospetta un incremento d’utenza
prossima alla rete di almeno il 20%, fi no ad
un totale di 2,3 milioni di m 3 di volumetria allacciata,
tale da saturare la capacità dei gruppi
esistenti con l’aggiunta del pozzo geotermico;
in realtà la prospettiva può ampliarsi ulteriormente
ponendo come obiettivo la perforazione
di un nuovo pozzo ed una penetrazione intorno
al 50% dell’edilizia cittadina pari a ca. 5 milioni
di m 3 , mirando agli standard già raggiunti altrove
dal servizio di riscaldamento urbano.
La potenza dei gruppi di cogenerazione esistenti
risulta insuffi ciente per l’espansione
della domanda, inoltre le macchine hanno
consumato buona parte della vita utile, si prospetta
quindi la necessità di importanti manutenzioni
straordinarie e di pianifi care a medio
termine la loro sostituzione. L’integrazione con
una prioritaria produzione geotermica porterebbe
a una sostanziale riduzione delle ore di
utilizzazione dei motori a gas (circa 1.000 h/
anno), orbene ciò si tradurrebbe in aumento
della loro vita utile.
L’incremento di produzione richiesto dalla
espansione dell’utenza può essere fronteggiato
con l’aggiunta di nuova cogenerazione basata
su motori a gas o in alternativa attraverso
il recupero del pozzo geotermico mediante l’installazione
di pompe di calore.
Il confronto degli investimenti è favorevole alle
pompe di calore, in considerazione della disponibilità
a costi minimi della produzione del
pozzo esistente; sinteticamente si può indicare
pari a 600 €/kW e l’onere in conto capitale
per la soluzione con pompe di calore e pari a
1.000 €/kW t il corrispondente costo per la soluzione
con motori a gas. Il confronto preliminare
dei costi specifi ci di produzione del calore
è inquadrato in tabella 2 alla pagina seguente.
I valori della tabella si basano sui seguenti parametri:
• Rapporto termico/elettrico dei motori a gas
1, rendimento globale medio 0,8
• COP medio delle pompe di calore circa 4,7,
stimato sulla base delle temperature di rete
sperimentati nell’esercizio attuale e di una
temperatura di restituzione del fl uido geotermico
di 10 °C a pieno carico, e 25 °C a carichi
medio bassi. Il valore medio stagionale SCOP
complessivo, incluso le energie di pompaggio
dell’acqua di pozzo (5% dei consumi PdC), risulta
circa SCOP 4,5, cioè 0,22 MWhe/MWh t .
• Prezzo medio di cessione dell’energia elettrica
cogenerata circa 85 €/MWh in base ai va-
19

20
Tabella 2 Confronto costi di produzione termica alternativa
Elemento di costo Cogenerazione Pompe di Calore
Produzione termica MWh t 1 1
Cessione o consumi elettrici MWh e 1 0,22
Prezzo elettricità €/MWh e 85 85
Consumi gas MWh t 2,50 0
Costo gas €/MWh t 40
Costo lubrif. ed O&M motori a gas €/MWh t 10 2
Costo produzione termica €/MWh t 25 21
lori medi 2009. Il prezzo di cessione è stimato
identico in quanto auto consumo della cogenerazione
nelle ore di picco, mentre nelle ore
fuori picco il prezzo di acquisto sarebbe simile
ed inferiore nelle ore notturne. L’accumulo termico
di rete sposta i carichi di picco nelle ore
fuori picco.
• Prezzo del gas metano alla centrale 380 €/
Stm 3 (circa 40 €/MWh t ) valore 2009.
In conclusione sia i costi di investimento che
i costi operativi dalla alternativa con sfruttamento
della energia geotermica rinnovabile
sono inferiori, o comunque non superiori, alla
produzione con cogenerazione. Il vantaggio è
determinato dal recupero senza costi del pozzo
attualmente disponibile, ma appaiono permanere
anche conteggiando i costi della perforazione
di un nuovo pozzo.
A favore della soluzione con recupero del pozzo
geotermico si devono conteggiare i seguenti
ulteriori vantaggi economici ed ambientali:
• Rimborso fi scale all’utente fi nale per la quota
di risorsa geotermica: €/MWh 26, equivalente
al costo variabile di produzione. In pratica il costo
variabile di produzione è nullo, ma devono
essere ammortizzati gli investimenti e gli oneri
di operazione e manutenzione della centrale e
della rete di teleriscaldamento.
• Risparmi di combustibile superiori al 50%
rispetto a quelli del sistema convenzionale, e
migliori di quelli di esercizio della cogenerazione.
Come sopra detto, il pozzo Vicenza 1 è stato
perforato nel 1983 dalla società SAIPEM
nell’area nord della città, col contributo eco-
nomico della Comunità Economica Europea,
in quanto funzionale al progetto di teleriscaldamento
approvato dal Comune di Vicenza,
orbene, in fase di progetto il contributo della
geotermia era stato valutato pari a oltre il 50%
dell’energia annua immessa in rete.
Nella nuova confi gurazione, con restituzione
dell’acqua geotermica fi no a 10 °C, la potenza
termica prodotta dal pozzo attraverso le pompe
di calore può raggiungere 8,6 MW t , cioè 40 %
maggiore della potenza di 6 MW t cogenerata
dagli esistenti motori a gas (2,25 MW t dei 3
gruppi Jenbacher + 3,7 MW t dei 2 gruppi Waukesha).
Prendendo come riferimento il servizio di teleriscaldamento
per 2,3 milioni m 3 , per oltre
20.000 abitanti, la produzione geotermica
può raggiungere 33 GWh t /a, circa il 70% della
domanda complessiva della rete pari a circa
48 GWh t /a, migliorando quindi le previsioni
del progetto originario per quanto attiene agli
obiettivi di risparmio di energia primaria, minori
emissioni in atmosfera, economicità e sicurezza
del servizio erogato all’utenza.
L’uso del fl uido “geo” per teleriscaldamento
è integrabile con usi della risorsa diversi da
quello energetico, in forma diretta per piscine
e balneoterapia. L’uso congiunto della risorsa
può essere pianifi cata in inverno assieme al teleriscaldamento,
spillando l’acqua geotermica
a valle delle pompe alla temperatura richiesta
dagli usi diretti, mentre in estate resta comunque
un grande potenziale di fl uido disponibile
per usi diversi dal teleriscaldamento.

CONSIDERAZIONI SUI BENEFICI DERIVANTI
DALL’UTILIZZO DELLA RISORSA GEOTERMICA
Il teleriscaldamento a Vicenza è un servizio
energetico in esercizio dal 1990, tecnicamente
effi ciente, economicamente valido, bene accolto
dagli utenti, capace di valorizzare le proprietà
immobiliari servite.
Il servizio è cresciuto e può essere giudicato
maturo ed a basso fattore di rischio, rientra tra
le capacità gestionali di AIM, ed ha prospettive
di grande aumento della penetrazione verso
le aree urbane densamente edifi cate, ma non
ancora servite, e verso utenti marginali non
interessati fi nora dalla campagna di allacciamento.
Il pozzo geotermico, già perforato ed in concessione
ad AIM, attualmente è inutilizzato e
rappresenta un costo arenato “stranded cost”
del progetto originario, non per diffi coltà implicite
nella risorsa, ma esclusivamente per circostanze
storiche esterne ad AIM. Il suo recupero
oggi può creare valore per l’azienda, inclusa la
trasformazione dei costi arenati in investimenti
utili, e offrire una eccezionale promozione del
servizio teleriscaldamento, rivalutando anche
la cogenerazione esistente.
Allo stato attuale la centrale ha carenza di potenza
di cogenerazione, che è correntemente
integrata da esteso utilizzo delle caldaie, situazione
questa aggravata dalla incombente
obsolescenza tecnica dei primi gruppi, prossimi
a 20 anni di intenso esercizio. La centrale
necessita pertanto di repowering anche senza
espansione d’utenza, che comunque è già
identifi cata e disponibile all’allacciamento.
La risorsa geotermica del pozzo esistente Vicenza
1 è una eccezionale opportunità di utilizzo
delle risorse rinnovabili, disponibile in acquiferi
profondi di grande estensione, vettoriata
da acqua geotermica comparabile per qualità
a quella presente nelle falde in pressione più
superfi ciali interessate dagli emungimenti per
acquedotti.
La tecnologia attuale delle pompe di calore è
ampliamente utilizzata, e può garantire effi -
cienza energetica ed affi dabilità di esercizio. La
risorsa geotermica può incrementare la produzione
della centrale a condizioni più favorevoli
di quelle della cogenerazione, dai punti di vista
energetico, economico ed ambientale, ed essere
pertanto una opportunità di sviluppo qualifi
cata dagli aspetti di seguito precisati.
La concessione per l’estrazione di 100 m 3 /h
di acqua geotermica alla temperatura di 67
°C è in grado di fornire calore utile per la rete
attraverso pompe di calore a due livelli di potenza,
6 MW t , con temperatura di restituzione
a 25°C, e 8,6 MW t , con temperatura di restituzione
a 10 °C. La confi gurazione ottimale delle
pompe richiede tuttavia approfondimenti, per
selezionare la tecnologia, verifi care la fl essibilità
di esercizio per adattarsi alle condizioni
di gestione della rete, ottimizzare l’effi cienza,
investigare la convenienza di sviluppo per fasi
parallelamente al piano di acquisizione di nuova
utenza.
L’esercizio con PdC geotermica di capacità 6
MW t produce risparmi, valutati considerando
un costo di approvvigionamento del metano
di 307,6 €/1000 Stm 3 , pari a ca. 540.000 €/a
rispetto ad equivalente produzione di gruppi di
cogenerazione, e risparmi simili anche rispetto
all’esercizio attuale caratterizzato da grande
quota di produzione da caldaie semplici. Il risparmio
equivale ad un minor costo variabile
di ca. 11 €/MWh t per tutta la produzione di 48
GWh t /a.
Come sopra detto, l’investimento per le pompe
di calore è molto inferiore, essendo pari a
circa il 60 %, di quello richiesto per analoga
potenza da cogenerazione, e del resto l’utilizzo
della risorsa geotermica offre una ottima integrazione
con la produzione dei cogeneratori
esistenti, questi potranno concentrare l’esercizio
nelle ore di maggior valore dell’energia
elettrica. I minori investimenti consentono il
recupero dei costi “arenati” per le vicissitudini
del progetto.
La produzione classifi cata rinnovabile può raggiungere
il 70% del totale, consentendo alla
21

22
città ed agli edifi ci una classifi ca energetica
elevatissima. I risparmi di combustibile rispetto
alla produzione equivalente del sistema
convenzionale, caldaie dell’edilizia e centrali
termoelettriche supera il 50%, contribuendo
agli obiettivi energetici ed ambientali della
unione europea e nazionali.
Le emissioni all’atmosfera locale della città,
nulle per la produzione geotermica, producono
minore combustione locale di gas pari a
7,1 Mm3 /a rispetto alla alternativa con cogeneratori,
minori rispetto alla combustione nelle
caldaie dell’impiantistica preesistente.
La quota di produzione qualifi cata “energia
rinnovabile geotermica”, fi no a 30 GWh/a consegnati
all’utente fi nale, può dare accesso a
incentivi in termini di rimborso fi scale dell’ordine
di 500.000 €/a. Questa opportunità richiede
esame delle normative e lo studio di una
effi ciente politica tariffaria, non è peraltro dubitabile
che essa possa dare consistenti vantaggi
sia alla azienda promotrice del servizio
che agli utenti fi nali.
La messa in produzione del pozzo rende disponibile
in superfi cie acqua calda geotermica di
qualità, regolata in inverno come spillamento
dagli impianti di teleriscaldamento, ed in estate
come produzione diretta del pozzo, che può
creare opportunità di iniziative collaterali, quali
piscine e balneoterapia, di grande rilievo, con
benefi ci economici e sociali per l’intera città.
CONCLUSIONI
Queste considerazioni preliminari e l’inquadramento
sviluppato a livello di prefattibilità,
dimostrano i vantaggi economici, energetici
ed ambientali dell’uso della risorsa rinnovabile
geotermia, a confronto con il potenziamento
della cogenerazione.
La disponibilità del pozzo già perforato consente
di contenere i costi della produzione alla
sola installazione delle pompe di calore: i ridotti
costi di produzione e le incentivazioni pubbli-
che consentono di affrontare senza rischi gli
investimenti nella espansione della rete.
Il riavvio del pozzo “Vicenza 1” contribuirebbe
al rilancio del servizio di riscaldamento urbano
grazie ad a signifi cative economie di gestione;
l’installazione di pompe di calore geotermiche,
con elevato COP e temperatura di restituzione
dell’acqua uguale o inferiore a 25 °C, necessaria
per diminuire l’attuale eccessivo carico
delle caldaie di integrazione ed affrontare
l’espansione dell’utenza è stata confrontata
con l’installazione di nuovi gruppi di cogenerazione
ad elevata effi cienza, orbene le conclusioni,
a prezzi dei prodotti energetici in atto a
cavallo degli anni 2009 e 2010, sono a favore
del riavvio del pozzo e del conseguente utilizzo
della risorsa geotermica.
La quota di produzione qualifi cata “energia
rinnovabile geotermica” consegnata all’utente
fi nale è oggetto di incentivazione con al modalità
del rimborso fi scale per almeno 500.000
€/anno a benefi cio della utenza allacciata
(nota 1).
Il ricorso alla fonte geotermica consentirebbe
una minore combustione locale di gas per oltre
7.100.000 m 3 /anno rispetto alla alternativa
con cogeneratori.
Infi ne la fonte geotermica sarebbe in grado di
fornire un contributo signifi cativo al conseguimento
dell’obbiettivo della copertura del 20%
del fabbisogno energetico da “fonte rinnovabile”,
qualifi cando così ulteriormente in senso
ecologico il servizio di teleriscaldamento, già
apprezzato per fl essibilità di installazione e
semplicità di gestione (1) .
( 1 ) In realtà il rimborso fi scale, qualora la quota geotermica superi il 50% dell’energia immessa in rete, è esteso a tutto
il calore fatturato all’utente, con un conseguente quasi raddoppio del rimborso totale.

SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 28/01/2010)
ZANON ALBERTO residente a Vicenza.
Si è laureato il 4 luglio 2003 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Elettrica.
Titolo Tesi: “L’automazione domestica fi nalizzata al risparmio energetico
ed alla qualità del servizio”.
Relatore: Prof. Giuseppe Buja
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 28/01/2010)
MATTIELLO NICCOLO’ residente a Bassano del Grappa (VI).
Si è laureato il 29 marzo 2007 all’Università degli Studi di Padova.
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Il sistema di qualità nell’ambito di uno studio di progettazione:
la norma UNI EN ISO 9001:2000”.
Relatore: Prof. Roberto Zecchin
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 11/02/2010)
BONATO ELISA residente a Campolongo sul Brenta (VI).
Si è laureata il 19 marzo 2008 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Analisi della domanda potenziale di mobilità per le linee
di tram a Padova”.
Relatore: Prof. Luca Della Lucia
DALLE AVE MASSIMO residente a Vicenza.
Si è laureato il 27 novembre 2003 all’Università di Padova. Facoltà
di Ingegneria. Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in
Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Intervento di manutenzione straordinaria sul ponte stradale
in Contra’ Motton San Lorenzo a Vicenza mediante l’applicazione
di fi bre di carbonio”.
Relatore: Prof. Renato Vitaliani
DOLA FABIO residente a Torri di Quartesolo (VI).
Si è laureato il 21 ottobre 2008 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Ingegneria Meccanica. Laurea in Ingegneria
Meccanica.
Titolo Tesi: “Caratterizzazione fl uidomeccanica della testa di un motore
monocilindrico da competizione”.
Relatore: Ing. Massimo Masi
MARCHETTO DAVIDE residente ad Alonte (VI).
Si è laureato il 22 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale
e Geotecnica. Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.
Titolo Tesi: “Torrente Timonchio: confronto tra la situazione attuale e
quella dell’anno 1994”.
Relatore: Prof. Ing. Corrado Avanzi
TOMMASI LIVIO residente a Bassano del Grappa (VI).
Si è laureato il 12 novembre 1986 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Verifi ca automatica di alberi a sbalzo su due o tre
appoggi”.
Relatore: Prof. Enzo Zagatti
ZONTA DANIELE residente a Bassano del Grappa (VI).
Si è laureato il 30 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Nuove Iscrizioni
all’Ordine degli Ingegneri
a cura di Laura Di Prima
Ingegneria. Dipartimento di Fisica Tecnica. Laurea in Ingegneria
Meccanica.
Titolo Tesi: “Analisi numerica dei coeffi cienti di pressione sulle superfi -
ci di edifi ci schermati”.
Relatore: Prof. Ing. Roberto Zecchin
Correlatore: Dott. Ing. Massimiliano Scarpa
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 25/02/2010)
GOZZI ANDREA residente a Barbarano Vicentino (VI).
Si è laureato il 24 giugno 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Metodi numerici per l’analisi della risposta sismica di
sistemi elastici, elastoplastici, elastoviscosi”.
Relatore: Dott. Ing. Stefano Secchi
MAESTRELLI PAOLO residente a Bassano del Grappa (VI).
Si è laureato il 23 luglio 1986 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Studio teorico e sperimentale sulla correlazione tra disponibilità
di radiazione solare e di luce naturale”.
Relatore: Prof. Ing. Roberto Zecchin
Prof. P. Brunello
PELOSO FRANCESCA residente a Cornedo (VI).
Si è laureata il 28 giugno 2007 all’Università di Trento. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Il costruito a dimensione dell’anziano, la residenza per
anziani a Trissino”.
Relatore: Prof. Arch. Maria Paola Gatti
Correlatore: Arch. Fulvio Osti
PIZZOLATO CLAUDIO residente a Dueville (VI).
Si è laureato il 6 luglio 2004 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Laurea in Ingegneria Informatica.
Titolo Tesi: “Progetto e sviluppo di un sistema prototipale di reperimento
di informazioni da basi di dati genomici”.
Relatore: Prof. Massimo Melucci
SPEZZAPRIA LAURA residente a Velo d’Astico (VI).
Si è laureata il 10 luglio 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria
Civile.
Titolo Tesi: “Analisi ambientale e dimensionamento di un edifi cio
ospedaliero a Thiene - Schio”.
Relatore: Prof. Renato Vitaliani
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 25/02/2010)
GNOATO ALESSANDRO residente a Romano d’Ezzelino (VI).
Si è laureato il 21 luglio 2005 all’Università degli Studi di Padova.
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Elettrotecnica.
Titolo Tesi: “La nuova norma EN 954-1. Analisi e metodologie applicative”.
Relatore: Prof. Roberto Turri
Correlatore: Per. El. Marino Zalunardo – NECSI S.r.l.
GNOATO ENRICO residente a Romano d’Ezzelino (VI).
Si è laureato il 17 settembre 2008 all’Università degli Studi di Padova.
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Energetica.
Titolo Tesi: “Realizzazione di un programma di calcolo per lo studio di
23

24
fattibilità di un impianto fotovoltaico”.
Relatore: Prof. Lorenzo Fellin
Correlatore: Ing. Filippo Reginato
ROSSI GAETANO residente a Vicenza.
Si è laureato il 24 maggio 2005 all’Università degli Studi di Padova.
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Valutazione visiva dello stato di degrado dei ponti
cittadini”.
Relatore: Prof. Renato Vitaliani
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 11/03/2010)
BALDUZZO FRANCESCO residente a Sossano (VI).
Si è laureato il 17 dicembre 2008 all’Università di Padova. Facoltà
di Ingegneria. Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in
Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Rinforzo di strutture murarie con materiali compositi
FRP: analisi del comportamento dell’interfaccia soggetta ad azioni
normali”.
Relatore: Prof.ssa Maria Rosa Valluzzi
Correlatore: Ing. Matteo Garbin
BONATO LUCA residente a Campolongo sul Brenta (VI).
Si è laureato il 7 ottobre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima e Geotecnica.
Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Distribuzione granulometrica dei sedimenti nella laguna
di Venezia”.
Relatore: Prof. Andrea Defi na
Correlatore: Ing. Luca Carniello
CALGARO BARBARA residente a Bolzano V.no (VI).
Si è laureata il 20 dicembre 2006 all’Università di Pisa. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della
Produzione. Laurea in Ingegneria Nucleare e Sicurezza Industriale.
Titolo Tesi: “Contribution to long term minor actinide management
through transumation in accelerator driver system (ADS)”.
Relatore: Prof. Giuseppe Forasassi
Prof. Nicola Cerullo
Prof. Ernest Mund (UCL Belgio)
Prof. Michel Giot (UCL Belgio)
Dott. Hamid Ait Abderrahim (SCKCEN Belgio)
Ing. Bernard Verboomen (SCKCEN Belgio)
CANDEO LARA residente ad Arcugnano (VI).
Si è laureata il 13 luglio 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Corso di laurea specialistica in Bioingegneria.
Titolo Tesi: “Caratterizzazione della risposta emodinamica per la
generazione delle mappe di attivazione da immagini FMRI”.
Relatore: Prof. Alessandra Bertoldo
Correlatori: Dott. Emanuela Formaggio
Dott. Silvia Francesca Storti
CERVATO LUIGI residente a Bassano del Grappa (VI).
Si è laureato il 15 febbraio 1999 all’Università di Padova. Facoltà
di Ingegneria. Dipartimento Elettronica e Informatica. Laurea in
Ingegneria Elettronica.
Titolo Tesi: “Automazione di un sistema di misura per test di immunità
irradiata secondo le norme IEC 801-3 e IEC 1000-4-3”.
Relatore: Prof. Carlo Offelli
Correlatore: Ing. Fabio Pinton
TOSSUTO SERENA residente a Vicenza.
Si è laureata il 22 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “L’ospedale al mare al Lido di Venezia”.
Relatore: Prof. Vittorio Pollini
Correlatori: Ing. Alessandro Bove
Prof.ssa Maria Rosa Valluzzi
ZOMPETTI LINO residente a Vicenza (VI).
Si è laureato il 21 ottobre 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali.
Laurea in Ingegneria Gestionale.
Titolo Tesi: “Lean management nelle imprese orafe”.
Relatore: Prof. Andrea Vinelli
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 11/03/2010)
EBELE MIRKO residente a Piovene Rocchette (VI).
Si è laureato il 27 settembre 2007 all’Università degli Studi di Padova
Facoltà di Ingegneria – Sede di Vicenza. Diploma di Laurea in Ingegneria
Meccanica.
Titolo Tesi: “Confronto delle proprietà meccaniche tra calcestruzzi
tradizionali e calcestruzzi innovativi”.
Relatore: Prof. Alessandro Martucci
FARRONATO SIMONE residente a Borso del Grappa (VI).
Si è laureato il 30 giugno 2009 all’Università degli Studi di Padova
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Elettrotecnica.
Titolo Tesi: “Studio e applicazione del calcolatore al dimensionamento
degli impianti di terra”.
Relatore: Prof. Roberto Turri
Correlatore: Ing. Roberto Andolfato
RAUMER MATTEO residente a Vicenza.
Si è laureato il 12 febbraio 2009 all’Università degli Studi di Padova
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Informatica.
Titolo Tesi: “Sviluppo di una WEB Application con Visual C e LINQ”.
Relatore: Prof. Franco Bombi
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 25/03/2010)
BOVOLATO ANDREA residente a Recoaro Terme (VI).
Si è laureato il 12 marzo 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Fisica Tecnica. Laurea in Ingegneria
Meccanica.
Titolo Tesi: “Un modello di simulazione per l’analisi di un ‘cold plate’
per il raffreddamento di elettronica”.
Relatore: Ing. Claudio Zilio
Correlatori: Ing. Luca Cecchinato
Ing. Giovanni Schiochet
DAL PRA’ PAOLO residente a Pojana Maggiore (VI).
Si è laureato il 13 marzo 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Elettrotecnica.
Titolo Tesi: “Analisi del mercato della tecnologia solare in Italia e in
Europa”.
Relatore: Prof. Arturo Lorenzoni
Correlatore: Dott. ssa Laura Bano
D’ORSI FILIPPO residente a Vicenza.
Si è laureato il 20 dicembre 2007 al Politecnico di Milano. Facoltà di
Ingegneria Industriale. Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Le failure analysis applicata nei test di collaudo su componenti
del settore automotive”.
GUIDOLIN FABIO residente a Longare (VI).
Si è laureato il 9 luglio 2007 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria
Civile.
Titolo Tesi: “Valutazione della sicurezza strutturale e della vulnerabilità
sismica del ponte di Vicolungo sull’autostrada A4 (Novara)”.
Relatore: Prof. Claudio Modena
Correlatori: Ing. Paolo Franchetti
Ing. Manuel Grendene
MATTIELLO ENRICO residente a Vicenza.
Si è laureato il 18 luglio 1988 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Meccanica.

Titolo Tesi: “Applicazione di un sistema CAD/CAM nella progettazione
e produzione di ruote in lega leggera per autoveicoli”.
Relatore: Prof. Gianfranco Zamboni
SIMONETTO CARLO residente a Cartigliano (VI).
Si è laureato l’ 8 marzo 2007 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Fisica Tecnica. Laurea in Ingegneria
Meccanica.
Titolo Tesi: “Sviluppo e ottimizzazione di un modello per la climatizzazione
dei grandi ambienti”.
Relatore: Prof. Michele De Carli
Correlatore: Ing. Angelo Zarrella
TRENTIN MICHELE residente a Vicenza.
Si è laureato il 17 maggio 1999 all’Università di Padova. Facoltà
di Ingegneria. Dipartimento di Elettronica e Informatica. Laurea in
Ingegneria delle Telecomunicazioni.
Titolo Tesi: “Confronto tra modulatori lineari e di fase per canali non
lineari”.
Relatore: Prof. Nevio Benvenuto
SEZIONE B (Consiglio dell’Ordine del 25/03/2010)
GASPAROTTO GUIDO residente a Rosà (VI).
Si è laureato il 28 novembre 2008 all’Università degli Studi di Padova
Facoltà di Ingegneria. Diploma di Laurea in Ingegneria Elettrotecnica.
Titolo Tesi: “Impianti di pubblica illuminazione”.
Relatore: Prof. Roberto Turri
Correlatore: Ing. Francesco Fantinato
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 08/04/2010)
BONANNO MICHELE residente a Vicenza
Si è laureato il 10 dicembre 2008 all’Università di Padova. Facoltà
di Ingegneria. Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in
Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Indagini, rilievi e approfondimenti storici in occasione
di un intervento di consolidamento e recupero di un complesso
edilizio ottocentesco con particolare riferimento a strutture lignee e
fondazioni”.
Relatore: Prof. Francesco Zaupa
LOSER FEDERICO residente a Torri di Quartesolo (VI).
Si è laureato il 20 marzo 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Risposta sismica e regolarità strutturale di ponti a travata
continua”.
Relatore: Prof. Ing. Claudio Modena
Correlatore: Ing. Manuel Grendene
MEDA PAOLO residente a Caldogno (VI).
Si è laureato il 23 febbraio 2007 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Elettrotecnica.
Titolo Tesi: “Un modello per la stima del costo dell’energia elettrica
generata da una futura centrale a fusione”.
Relatore: Prof. Giuseppe Zollino
Correlatore: Prof. Giampaolo Casini
PERNECHELE GIORGIA residente a Canove di Roana (VI).
Si è laureata il 29 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di Ingegneria.
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale
e Geotecnica. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “Valutazione del rischio idraulico nel comprensorio di bonifi
ca Bacchiglione – Brenta ricadente in Provincia di Venezia”.
Relatore: Prof. Andrea Defi na
Correlatore: Ing. Daniele Pietro Viero
TESTA FABIO residente ad Arzignano (VI).
Si è laureato il 13 luglio 2007 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di processi chimici dell’Ingegneria. Laurea
in Ingegneria Chimica.
Titolo Tesi: “Impianto a biomassa adesa a letto mobile: effetto dei
ricircoli sulle rese depurative”.
Relatore: Prof. Lino Conte
Correlatore: Ing. Luigi Falletti
ZORDAN LUCA residente a Sovizzo (VI).
Si è laureato il 19 luglio 2001 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Meccanica.
Titolo Tesi: “Progettazione e realizzazione di un test bed per sistemi
automatici di navigazione”.
Relatore: Prof. Francesco Agrilli
Correlatore: Ing. Mariolino De Cecco
SEZIONE A (Consiglio dell’Ordine del 22/04/2010)
DELLAI FRANCESCO residente a Vicenza
Si è laureato il 22 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “Verifi ca critica della compatibilità degli attuali strumenti
di piano con l’introduzione di criteri circa la fi gurabilità”.
Relatore: Prof. Vittorio Pollini
Correlatore: Ing. Alessandro Bove
DUGATTO GIANCARLO residente a San Pietro Mussolino (VI)
Si è laureato il 31 ottobre 2008 all’Università di Trento. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria Civile.
Titolo Tesi: “La resistenza a taglio di argille sopra falda e sotto falda:
indagine sperimentale e modelli di progettazione geotecnica”.
Relatore: Prof. Giovanni Bosco
Correlatore: Ing. Alessandro Tarantino
FILIPPI GAIA MARIA residente a Zané (VI)
Si è laureata il 22 ottobre 2009 al Politecnico di Milano. Facoltà di
Ingegneria Edile/Architettura. Laurea specialistica in Gestione del
Costruito. Laurea in Ingegneria Edile.
Titolo Tesi: “La gestione degli immobili tra costo e valore”.
Relatore: Prof. Roberto Cigolini
Correlatore: Dott.ssa Fabiana Pala
GAYDAROV EVA residente a Vicenza
Si è laureata il 22 aprile 2009 all’Università di Padova. Facoltà di
Ingegneria. Dipartimento di Costruzioni e Trasporti. Laurea in Ingegneria
Edile.
Titolo Tesi: “Le tecniche costruttive adottate nella edifi cazione del seminario
vescovile ottocentesco di Vicenza, e negli interventi di trasformazione
novecenteschi, con particolare riferimento alla copertura”.
Relatore: Prof. Francesco Zaupa
SANTI GIANMARIA FRANCESCO residente a Sovizzo (VI)
Si è laureato il 28 ottobre 2009 all’Università di Trento. Facoltà di
Ingegneria. Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio.
Titolo Tesi: “Ottimizzazione energetica nelle adduzioni idriche a scopo
potabile: la zona pedemontana a nord di Udine”.
Relatore: Prof. Paolo Bertola
Correlatore: Ing. Matteo Nicolini
continua
25

26
SEDUTA N. 39 DEL
26.05.2011
attivita’ del consiglio dell’ordine
Presenti: Carollo, Cavestro, Dal
Cortivo, Di Felice, Ebalginelli, Franchetti,
Frinzi, Frisiero, Lucente,
Panizzon, Pelloso, Rossi, Schillaci,
Scortegagna, Slaviero.
ORDINE DEL GIORNO
252) Lettura e approvazione del verbale
della seduta precedente (decisione);
253) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
254) Nomina delegato per la sicurezza
in commissione prezzi Camera
di Commercio di Vicenza (delibera);
255) Approvazione nuovi inserimenti
elenco collaudatori (delibera);
246) Coordinamento commissioni:
presentazione programmi (comunicazione);
247) Presentazione corsi organizzati
dalla Commissione Gestione
d’azienda (comunicazione);
248) Presentazione del nuovo sistema
di gestione documentale (comunicazione);
249) Procedimenti disciplinari;
250) Tavolo di Lavoro per le politiche
giovanili (discussione);
256) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 252 dell’O.d.G.
Viene approvato il verbale della
seduta del Consiglio n. 38 del 12
Maggio 2011.
Punto n. 253 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:
Schiavotto Giovanni n. 3305; Burtini
Michele n. 3306; Alberton Giancarlo
n. 3307.
b) Trasferimenti all’Ordine di Vicenza
- Sezione A:
Marino Giampietro Domenico n.
3308 (dall’Ordine di Foggia); Bellot
Marco n. 3309 (dall’Ordine di Belluno).
Punto n. 254 dell’O.d.G..
Viene nominato l’Ing. F. Sperotto,
in sostituzione dell’Ing. P. Filippi
(seduta n. 36 del 14.04.2011)
Punto n. 255 dell’O.d.G..
L’Ing. Slaviero relaziona sull’esame
delle domande di reiscrizione presentate
da Iscritti, aventi titolo, e
sul lavoro svolto dalla Commissione
preposta.
Il Consiglio approva il primo elenco
degli Iscritti, idonei secondo il nuo-
vo Regolamento, e successivamente
valuta le domande di n. 2 Iscritti
per le quali determina necessario
un supplemento di istruttoria.
Punto n. 246 dell’O.d.G..
L’Ing. Pelloso presenta il programma
della Commissione Impianti
che viene approvato dal Consiglio.
Propone altresì di favorire/organizzare
incontri fra Iscritti ed Aziende
Produttrici, nel settore degli Impianti,
per creare sinergie nell’ambito
del territorio.
Punto n. 247 dell’O.d.G..
L’Ing. Franchetti presenta ed illustra:
- Una proposta CUOA per collaborazione
con il nostro Ordine;
- Un corso di aggiornamento/formazione
relativo alle costruzioni
stradali;
- Un corso titolato “Come lasciare
il segno nella comunicazione”.
La proposta ed i corsi, già comunicati
ed anticipati in precedenza
dallo stesso Ing. Franchetti (Seduta
N. 37 del 28.04.2011), verranno esaminati
e discussi nella prossima
seduta del Consiglio.
Punto n. 248 dell’O.d.G..
L’argomento verrà trattato nella
prossima seduta.
Punto n. 249 dell’O.d.G..
........................omissis......................
Punto n. 250 dell’O.d.G...
L’argomento verrà trattato nella
prossima seduta.
Punto n. 256 dell’O.d.G..
- L’Ing. Pelloso illustra uno specifico
problema procedurale legato
all’asseverazione di fine lavori di
un impianto fotovoltaico. Esaminata
la questione, il Consiglio
delega il Presidente a ribadire/
sostenere, nei confronti del GSE,
la possibilità di integrare l’asseverazione
già prodotta/già resa,
con la dicitura “che l’impianto è
stato realizzato nel rispetto della
normativa vigente”.
- L’Ing. Cavestro – Presidente FOIV
– illustra le attività che saranno
sviluppate/affrontate da appositi
Gruppi di Lavoro FOIV, costituiti
da componenti dei vari Ordini
Provinciali.
Vengono incaricati i Responsabili
delle Commissioni affinchè
propongano/indichino nominativi
di Colleghi idonei alle specifiche
attività previste.
- Il Presidente illustra la situazione
a cura di Sergio Slaviero
venutasi a creare dopo l’ulteriore
sospensione/rinvio delle elezioni
per il rinnovo del C.N.I..
Esaminato e dibattuto l’argomento,
il Consiglio delibera di impugnare
dinnanzi al TAR del Lazio
il provvedimento, di sospensione
delle elezioni del C..N.I., sino al
04/04/2012, del Direttore Generale
del Ministero della Giustizia ed autorizza
il Presidente a sottoscrivere
la necessaria procura all’Avv. Prof.
XY del Foro di Padova e all’Avv. VZ
del Foro di Roma. Il Consiglio fissa/
stabilisce le seguenti condizioni:
- che al ricorso aderiscano almeno
5 Ordini del Veneto;
- che l’impegno della spesa non
superi i 2.500 Euro, per il nostro
Ordine.
- L’Ing. Ebalginelli presenta una richiesta
di Patrocinio per un seminario,
che si terrà presso la Fiera
di Vicenza il 16-17 Giugno p.v.,
legato al tema della domotica. Il
Consiglio approva.
SEDUTA N. 40 DEL
09.06.2011
Presenti: Cavestro, Dal Cortivo, Di
Felice, Ebalginelli, Frisiero, Panizzon,
Rossi, Schillaci, Scortegagna,
Slaviero.
Assenti: Carollo, Franchetti, Frinzi,
Lucente, Pelloso.
ORDINE DEL GIORNO
257) Lettura e approvazione del
verbale della seduta precedente
(decisione);
258) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
259) Integrazione Componenti
Commissioni Parcelle (delibera);
247) Presentazione corsi organizzati
dalla Commissione Gestione
d’azienda (comunicazione);
248) Presentazione del nuovo sistema
di gestione documentale
(comunicazione);
249) Procedimenti disciplinari;
250) Tavolo di Lavoro per le politiche
giovanili (discussione);
260) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 257 dell’O.d.G.
Viene approvato il verbale della
seduta del Consiglio n. 39 del 26
Maggio 2011.
Punto n. 258 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione A:

Mantoan Christian Valter n. 3310;
Cisotto Andrea n. 3311; Alberti Luca
n. 3312; Grego Thomas n. 3313.
b) Cancellazioni - Sezione A:
Tescari Giuseppe n. 817.
Punto n. 259 dell’O.d.G.
L’Ing. Slaviero relaziona sull’attività
della Commissione Parcelle e
sulla opportunità/necessità di inserire,
nella Commissione, nuovi
colleghi “esperti”.
Dopo un periodo formativo, in
qualità di “uditori” della durata di
circa un anno vengono proposti al
Consiglio per essere nominati Commissari,
l’Ing. Marcheluzzo Marco e
l’Ing. Munari Maurizio. Il Consiglio
approva.
Punto n. 247 dell’O.d.G.
Argomento già trattato, con presentazione
dell’Ing. Franchetti,
nelle precedenti sedute (N. 37 del
28.04.2011 e N.39 del 26.05.2011).
Con le integrazioni dei bilanci dei
Corsi, già trasmesse ai Consiglieri,
si approvano definitivamente:
- Corso di aggiornamento/formazione
relativo alle costruzioni
stradali;
- Corso “Public speaking”.
Punto n. 248 dell’O.d.G.
L’argomento è già stato in precedenza
presentato al Consiglio
(Seduta N. 38 del 12/05/2011). Si
procede con la lettura dei requisiti
del software. Si determina che
l’“esperto”, Ing. D. Martini prosegua
con la stesura del capitolato
tecnico al fine di poter successivamente
procedere con un bando di
gara per la fornitura del sistema.
Punto n. 249 dell’O.d.G..
........................omissis......................
Punto n. 250 dell’O.d.G.
Si rimanda alla prossima seduta
del Consiglio non essendo presente
all’odierna seduta la Responsabile
della Commissione Giovani, Ing.
Frinzi.
Punto n. 260 dell’O.d.G.
- Asseverazioni di impianti fotovoltaici
– si approva la bozza di
comunicazione predisposta con
alcune integrazioni.
- Revisione NTC 2008 – Il Presidente
informa sulla revisione in
corso, a cui partecipa il C.N.I. e
l’Ing. Dal Cortivo fornisce ulteriori
informazioni/notizie al riguardo.
Il Consiglio invita l’Ing. Dal Cortivo
con la Commissione Strutture
a seguire l’iter della revisione e a
fornire, se possibile, utili contributi.
- Collaudo statico, su terna dell’Ordine
- Relaziona il Presidente su
una situazione particolare rilevata.
Esaminato il caso il Consiglio
determina di aggiornare
il “modulo richiesta terna”, che
viene compilato dall’Impresa, con
l’apposizione in calce, per presa
visione, di timbro/i e firma/e del
Progettista e Direttori dei Lavori
delle Strutture.
- Limiti competenze Tecnici diplomati
- L’Ing. Slaviero informa
il Consiglio circa una richiesta
di terna di collaudo strutture
pervenuta all’Ordine, con riferimento
ai limiti di competenza ed
ai limiti volumetrici della costruzione
recentemente confermati
dal Consiglio (Seduta N. 38 del
12.05.2011). Si conviene e si confermano,
operativamente, le procedure
già adottate:
a) diniego di terna nel caso di direttore
dei lavori delle strutture
non laureato;
b) segnalazione in Procura quando
il progettista non è un laureato
e nel caso in cui la cubatura
complessiva superi i 2.500
mc. (duemilacinquecento metricubi),
compreso l’interrato.
Il Consiglio invita il Presidente
a conferire direttamente con il
Procuratore della Repubblica in
merito alle competenze professionali
ed ai rapporti con l’Ente.
- Il Consiglio invita altresì il Presidente
a sottoporre, alla Procura
della Repubblica, la questione riguardante
l’uso improprio e fuorviante,
da parte di alcuni tecnici
diplomati, del titolo di “ingegnere
Eur.Eta”.
- Ponte Pusterla – interventi di
salvaguardia a seguito dei danni
prodotti dall’ultima alluvione - Il
Consiglio, a prescindere dal caso
specifico suindicato, ritiene di
approfondire l’aspetto dell’affidamento
dell’incarico, verificando
se rientri, o meno, nell’articolo
del Codice degli Appalti; verrà
richiesto, a tal riguardo, il parere
all’ AVCP – Autorità di Vigilanza
sui Contratti Pubblici.
- L’Ing. Di Felice aggiorna sulle spese
sostenute dal nostro Iscritto
XY che ha operato a l’Aquila, nel
post-sisma 2009, per 7 giorni.
Il Consiglio ritiene di integrare
il contributo CNI, con l’importo
di 1.400 Euro (millequattrocento
euro).
SEDUTA N. 41 DEL
23.06.2011
Presenti: Dal Cortivo, Di Felice,
Ebalginelli, Frinzi, Lucente, Panizzon,
Schillaci, Scortegagna.
Assenti: Carollo, Cavestro, Franchetti,
Frisiero, Pelloso, Rossi,
Slaviero.
ORDINE DEL GIORNO
261) Lettura e approvazione del
verbale della seduta precedente
(decisione);
262) Movimento iscritti (comunicazione
e delibera);
263) Nomina delegati per i Gruppi
di Lavoro FOIV da parte dei responsabili
di commissione: Ing. Pelloso,
Ing. Di Felice, Ing. Franchetti,
Ing. Carollo, Ing. Ebalginelli, Ing.
Frisiero, Ing. Rossi (comunicazione
e delibera).
264) Nomina eventuale delegato
alla commissione C.N.I. per la revisione
delle norme tecniche delle
costruzioni (delibera).
265) Convenzione UNI Ordine Ingegneri
per servizio di consultazione
online norme UNI (decisione).
250) Tavolo di Lavoro per le politiche
giovanili: organizzazione
(discussione).
266) Competenze geometri, programmazione
delle azioni a difesa
della categoria (delibera).
267) Varie ed eventuali.
DECISIONI
Punto n. 261 dell’O.d.G.
Viene approvato il verbale della
seduta del Consiglio n. 40 del 09
Giugno 2011.
Punto n. 262 dell’O.d.G.
a) Nuove iscrizioni - Sezione B:
Cangemi Alessio n. B-70.
Punto n. 263 dell’O.d.G.
- L’Ing. Ebalginelli si rende disponibile
per le attività collegate al
GDL (Gruppo di lavoro) n. 4 –
FOIV -relative a modifiche di Leggi
regionali nei settori dell’Edilizia
e dell’Urbanistica.
- L’Ing. Di Felice, per le attività relative
a modifiche di Leggi Regionali
in materia di “prevenzione,
igiene e sicurezza nel luogo di
27

28
lavoro”, ha individuato i colleghi,
Ing. Fabbian Massimo e l’Ing. Selvatico
Massimo.
Il Consiglio approva quanto proposto/indicato
dall’Ing. Ebalginelli
e dall’Ing. Di Felice.
Si comunicherà ai Consiglieri assenti,
circa l’invio dei nominativi da
segnalare in FOIV.
Punto n. 264 dell’O.d.G.
Il Consiglio determina di comunicare
al CNI il nominativo dell’Ing.
Franchetti per eventuali attività
connesse alla revisione delle NTC
2008. L’Ing. Dal Cortivo, presenta la
bozza delle osservazioni/proposte
elaborate dalla Commissione Strutture
dell’Ordine quale contributo
per la revisione delle NTC 2008.
Punto n. 265 dell’O.d.G.
L’Ing. Di Felice ha effettuato l’indagine
per la consultazione on-line
delle Norme UNI.
E’ una possibilità concreta che può
essere attivata, attraverso l’Ordine,
per l’accesso diretto degli Iscritti a
determinati costi.
Il Consiglio determina di procedere
ad una prima indagine, presso gli
Iscritti, per verificare il concreto interesse
per il servizio, per eventuali
successive iniziative.
Punto n. 250 dell’O.d.G.
Vengono esaminati ed approfonditi
aspetti legati alla rappresentanza
delle Commissioni, ai rapporti con
il Consiglio e con gli Enti esterni.
Punto n. 266 dell’O.d.G.
L’argomento verrà trattato nella
prossima seduta.
Punto n. 267 dell’O.d.G.
- Il Presidente relaziona circa comuni
iniziative, con altre categorie,
per formulare osservazioni alla
bozza di Regolamento Edilizio
del Comune di Vicenza.
- L’Ing. Scortegagna chiede che
nel prossimo O.d.G. del Consiglio
venga inserito un punto relativo
alla nostra rivista – Professione
Ingegnere – per valutare la possibilità
di una “nuova veste grafica”
e l’eventuale aumento del numero
di pagine. Il Consiglio approva.
SEDUTA N. 42 DEL
06.07.2011
Presenti: Cavestro, Di Felice, Ebalginelli,
Franchetti, Frinzi, Lucente,
Panizzon, Rossi, Schillaci, Scorte-
gagna, Slaviero.
Assenti: Carollo, Dal Cortivo, Frisiero,
Pelloso.
ORDINE DEL GIORNO
268) Lettura e approvazione del
verbale della seduta precedente
(decisione);
269) Elezioni per il rinnovo del Consiglio
Nazionale (delibera);
270) Congresso Nazionale Ingegneri
(Bari, 7-9 sett. 2011): nomina
delegati (delibera);
271) Comunicazioni del Tesoriere:
dati tecnici e statistici di confronto
tra gli Ordini provinciali del Veneto
(comunicazione);
272) Comunicazioni del Presidente:
regolamento edilizio del Comune di
Vicenza (comunicazione);
266) Competenze geometri, programmazione
delle azioni a difesa
della categoria (delibera);
273) Presentazione bozza schedario-tariffario
(comunicazione);
228) Mediazione civile – D.Lgs
28/2010: ruolo degli Ordini Professionali
e chiarimenti per gli iscritti
(discussione);
274) Varie ed eventuali
DECISIONI
Punto n. 268 dell’O.d.G.
Viene approvato il verbale della
seduta del Consiglio n. 40 del 09
Giugno 2011.
Punto n. 269 dell’O.d.G.
Si prende atto dell’avvenuta sospensione
delle elezioni, per il rinnovo
del CNI, da parte del T.A.R.
Punto n. 270 dell’O.d.G.
Il Consiglio nomina come delegati,
al prossimo Consiglio Nazionale
degli Ordini degli Ingegneri d’Italia
(Bari, 7-9 Settembre 2011) l’Ing.
Franchetti, l’Ing. Frinzi, l’Ing. Scortegagna
e l’Ing. Slaviero.
Punto n. 271 dell’O.d.G.
L’Ing. Di Felice presenta ed illustra
dati rilevati relativi a tutti gli Ordini
Provinciali degli Ingegneri del Veneto,
riguardanti: n° degli Iscritti –
quote di iscrizione annuale – sedi
degli Ordini (in proprietà/in affitto/
caratteristiche) – dipendenti/collaboratori
presso i vari Ordini – forme
assicurative attive – bilanci.
Punto n. 272 dell’O.d.G.
Il Presidente relaziona circa le
iniziative intraprese dalle categorie
appartenenti all’area tecnica
(Ingegneri – Architetti – Geometri
– Periti) intese a produrre/definire
un documento comune e condiviso
di osservazioni/commenti alla
bozza di Regolamento Edilizio del
Comune di Vicenza.
L’Ing. Franchetti auspica che analoga
attenzione possa essere dedicata,
in futuro, anche agli altri Comuni
della Provincia ed alla Provincia
stessa.
Punto n. 266 dell’O.d.G.
L’argomento verrà trattato nella
prossima seduta.
Punto n. 273 dell’O.d.G.
L’Ing. Slaviero presenta al Consiglio
lo “Schedario TARIFFARIO” – raccolta,
elaborata dalla Commissione
Parcelle, delle deliberi vigenti,
adottate dall’Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Vicenza, in materia
di Tariffa Professionale.
L’Ing. Slaviero auspica che il documento
presentato possa essere,
a breve termine, dopo eventuali/
opportune integrazioni, riesaminato
in Consiglio per la definitiva
approvazione ed adozione.
Ad intervenuta adozione (delibera)
del Consiglio si procederà a completare
il documento, accompagnandolo
(interfacciandolo) con un
programma di calcolo automatico
delle Parcelle per condividere, fra
tutti gli Iscritti, una eguale e comune
procedura di calcolo ed esposizione
della parcella.
Punto n. 228 dell’O.d.G.
- L’Ing. Panizzon illustra il documento
relativo alla “Mediazione
Civile” di cui al sito http://www.giustizia.it/giustizia/
it/mg_2_7_5_2.wp
;jsessionid=64040BCD4300DE2916
47231B15710A904.ajpAL02.
- Divenire organismo di mediazione
è costoso e potrebbe essere interessante
realizzarlo a livello di CNI.
- L’Ing. Slaviero si interroga sulla
reale efficacia dei proliferanti corsi
di formazione e ne sottolinea i costi;
aspetti entrambi da evidenziare
agli Iscritti.
Punto n. 274 dell’O.d.G.
Con riferimento al Punto n. 263
dell’O.d.G. (Seduta n. 41 del 23
Giugno 2011) si prende atto della
comunicazione trasmessa dall’Ing.
Carollo che ha individuati, relativamente
a temi ambientali da esaminare
in ambito FOIV, i colleghi: Ing.
Ambrosi Tiziana, Ing. Gabri Stefano
e Ing. Meneghini Chiara.

Rubrica informativa tecnico-legislativa del notiziario
SEDUTA N. dell’Ordine 29 DEL degli Slaviero. Ingegneri della Provincia ORDINE di Vicenza DEL GIORNO
16.12.2010
Assenti: Cavestro, Dal Cortivo, Di 190) Movimento iscritti (comunica-
Felice, Ebalginelli, Frinzi, Frisiero, zione e delibera);
Lucente, Scortegagna.
191) Varie ed eventuali.
Presenti: Carollo, Franchetti, Panizzon,
Pelloso Rossi, Schillaci,
STRUTTURE, SISMICA E GEOTECNICA
a cura di Massimo di Girolamo
COEFFICIENTE DI STRUTTURA, COLLAUDO
STATICO E SISTEMI COSTRUTTIVI – PARERE
DEL CSLP
Con parere n. 155 del 14 dicembre 2010 la Prima
Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
ha risposto ad alcuni quesiti posti dal Coordinamento
Regionale Prevenzione Sismica della Regione Toscana.
I quesiti riguardano: la possibilità di poter adottare
in fase di progettazione un fattore di struttura unitario
per strutture non dissipative; l’obbligatorietà del
collaudo statico per le strutture di qualsiasi tipologia
e materiale e del deposito del certifi cato di collaudo
statico agli uffi ci preposti anche per le costruzioni realizzate
con altre tecnologie (legno, muratura, …); le limitazioni
sui sistemi costruttivi, imposte prima dalla L.
64/74 e successivamente dal D.P.R. 380/2001, alla
luce delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni.
Particolarmente interessante è la risposta fornita al
quesito sul collaudo statico dove la Sezione ritiene
che “[…] pur in assenza di una norma di rango primario
che estenda a tutte le strutture indipendentemente
dal materiale impiegato le procedure previste
dall’art. 7 della Legge 1086/71 e dall’art. 67 del DPR
380/01 in relazione alle strutture portanti realizzate in
calcestruzzo armato semplice e precompresso o in
acciaio, le procedure predette, possano essere utilmente
adottate anche in relazione a tutte le strutture
con qualsiasi materiale realizzate. Resta in ogni caso
obbligatoria l’esecuzione del collaudo statico di tutte
le strutture portanti diverse da quelle normate dalla
Legge 1086/71, ancorché attuato con modalità diverse”.
Un ringraziamento all’ing. Luciano Macropodio
(http://poa.splinder.com/) ed ai suoi amici del blog
per aver scovato il documento. È possibile scaricare il
Parere del CSLP n. 155 del 14.12.2010 all’indirizzo:
http://www.ordine.ingegneri.vi.it/rivista_approfondimenti.php
OBBLIGHI ISTRUTTORI DEL COMUNE DI VALU-
TARE I PROFILI DI SICUREZZA DELLE COSTRU-
ZIONI – SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO
Con la sentenza n. 3505 dell’8 giugno 2011 la Quarta
Sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata in
merito al ricorso per l’annullamento di due permessi
DE-
CI-
SIO-
NI
di costruire inerenti la ristrutturazione al piano terra di
un fabbricato comportante interventi strutturali (aperture
di quattro varchi nelle murature portanti), sito in
zona sismica 3, senza la denuncia dei lavori e la presentazione
dei progetti in zone sismiche ed ometten- Punto
do le prescritte verifi che di sicurezza, tra l’altro senza n. 190
conseguire alcun consenso da parte degli altri condomini
tenuti all’oscuro dell’intervento. La Sentenza,
rilevando che “[…] il Comune avrebbe autorizzato
interventi attinenti la staticità dell’immobile e tendenzialmente
idonei a pregiudicarla, in assenza di una
corretta valutazione del progetto presentato ed anzi
in assenza di un effettivo riscontro sulla correttezza
tra la documentazione ricevuta e lo stato di fatto”, ha
sancito che “[…] le attribuzioni del Comune in tema
di autorizzazione degli interventi edilizi comprendono
espressamente gli obblighi di valutare i profi li di sicurezza
delle costruzioni, come si evince dalla lettura
degli art. 2 comma 4 e 4 del testo unico sull’edilizia.
Tali obblighi istruttori, appartenendo alle attribuzioni
istituzionali dell’ente pubblico, non sono condizionati
dalle valutazioni delle parti coinvolte, ma devono essere
esperiti in ogni caso e, si noti, anche qualora
vi fosse stato accordo delle parti private coinvolte.
Infatti, gli interessi tutelati dalla normativa, coinvolgendo
profi li di sicurezza privata e pubblica, non sono
disponibili dalle parti ed ineriscono ai compiti tipici
dell’amministrazione. È quindi compito proprio del
Comune, e come tale non soggetto ad alcun impulso
di parte, procedere autonomamente alla valutazione
del progetto edilizio presentato dal punto di vista
del rispetto dei regolamenti edilizi […]”. Sulla base
di tali considerazioni la Sezione ha accolto il ricorso
con consequenziale annullamento dei due permessi
di costruire precedentemente rilasciati dal Comune. È
possibile scaricare la Sentenza del Consiglio di Stato
n. 3505 del 08.06.2011 all’indirizzo: http://www.
ordine.ingegneri.vi.it/rivista_approfondimenti.php
USO DI ELEMENTI IN CARPENTERIA METALLI-
CA PER LE UNIONI LIGNEE – QUALIFICAZIONE
LEGNO
Sul sito del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
sono stati pubblicati i contenuti delle osservazioni tecniche
approvate dalla Prima Sezione con voto n. 110
del 16.11.2010 in relazione all’uso di elementi in car-
29

30
penteria metallica per le unioni delle strutture lignee.
Il documento stabilisce che “in mancanza di attestato
ministeriale del produttore della carpenteria metallica,
quando questa costituisca gli elementi accessori
di una struttura di legno, allora e solo in questo caso,
il produttore delle strutture di legno in possesso di
attestato, può farsi carico di certifi care, attraverso il
proprio Direttore di stabilimento, anche le componenti
metalliche di collegamento”. Il documento riporta
l’elenco della documentazione che dovrà essere predisposta
dai Produttori e/o Centri di lavorazione del
legno utile a dimostrare la rispondenza di quanto realizzato
alle specifi che di progetto e per l’effettuazione
dei controlli di cui al punto 11.3.4.11.2.3 della NTC
2008. Resta fermo l’obbligo, per i Produttori e/o Centri
di lavorazione del legno, di attenersi alle prescrizioni
contenute nelle Linee Guida europee relativi a
specifi ci elementi metallici aventi impiego per il legno
strutturale (quali ad esempio la ETAG 015), con i conseguenti
obblighi di certifi cazione. È possibile scaricare
il documento dal sito: http://www.cslp.it/cslp/
VERIFICA DELLA SOLIDITÀ E SICUREZZA DEI
CARICHI SOSPESI DEI LOCALI DI PUBBLICO
SPETTACOLO – LETTERA CIRCOLARE
Con Lettera Circolare n. 1689 del 1° aprile 2011, il
Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha fornito indicazioni
in merito ai controlli sulle verifi che di solidità e sicurezza
dei carichi sospesi impiegati negli allestimenti di
pubblico spettacolo di tipo temporaneo o permanente
e soggetti al parere delle Commissioni di vigilanza,
istituite ai sensi dell’art. 80 del TULPS (Testo Unico
delle Leggi di Pubblica Sicurezza), per il rilascio della
licenza da parte del Comune. Si tratta di carichi installati
al di sopra di palcoscenici e platee ovvero sospesi
al di sopra o in prossimità di aree di stazionamento o
passaggio del pubblico e/o aree di produzione dello
spettacolo, che possono pertanto costituire potenziali
fonti di rischio. La nota defi nisce ed individua le tipologie
più ricorrenti di carichi sospesi e dei relativi
sistemi di sospensione normalmente impiegati ed
elenca la documentazione tecnica e/o certifi cativa utile
ad attestare la sicurezza dei carichi sospesi e delle
strutture fi sse o temporanee destinate all’ancoraggio
degli stessi. Il documento, inoltre, specifi ca che al
fi ne di verifi care la solidità e la sicurezza di tali strutture
si può fare riferimento alle norme sulle costruzioni
del D.M. 14 gennaio 2008 ed alle norme in materia
PUNTO INFO
di salute e sicurezza sul lavoro del D.Lgs. n. 81/2008
e s.m.i. È possibile scaricare la Lettera Circolare n.
1689 del 01.04.2011 all’indirizzo: http://www.ordine.ingegneri.vi.it/rivista_approfondimenti.php
REATO DEL DIRETTORE DEI LAVORI E DEL
COSTRUTTORE PER UTILIZZO DELLA CO-
STRUZIONE PRIMA DEL COLLAUDO STATICO
– SENTENZA DELLA CASSAZIONE
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22291
dell’8 giugno 2011 della Terza Sezione Penale, ha ribadito
la necessità del collaudo statico prima del loro
utilizzo per tutte le costruzioni la cui sicurezza possa
interessare la pubblica incolumità. In particolare, il
ricorso presentato dal Direttore dei lavori e dal Costruttore
riteneva illogica la motivazione di condanna
della sentenza impugnata per il reato di cui all’art.
75 del D.P.R. n. 380/2001 in quanto tale norma (a
detta dei ricorrenti) non poteva trovare applicazione
nei confronti di soggetti diversi dal proprietario della
costruzione, ovvero dal committente o dal progettista.
La sentenza della Cassazione, nell’afferma che
è fatto carico al Direttore dei lavori ed al Costruttore
l’aver consentito l’utilizzazione della costruzione realizzata
prima che venisse rilasciato il certifi cato di collaudo,
specifi ca che “[…] il reato di cui all’art. 75,
D.P.R. 380/01 è confi gurabile – tra gli altri – anche a
carico del costruttore, del committente o del proprietario
[…] Tale tesi giustifi ca anche – pur in assenza
di una affermazione esplicita – l’estensione della responsabilità
a soggetti quali il direttore dei lavori, non
espressamente indicati nel testo normativo: tanto, in
correlazione con la ratio incriminatrice della norma
urbanistica la quale mira a salvaguardare la sicurezza
pubblica in modo assoluto. Ne consegue che
il Direttore dei lavori, in quanto primo garante della
sicurezza, è certamente tenuto all’osservanza delle
prescrizioni imposte dall’art. 75 del D.P.R. 380/01
attraverso lo specifi co obbligo di inibire l’utilizzazione
dell’edifi cio prima del rilascio del certifi cato di collaudo”.
È possibile scaricare la Sentenza della Cassazione
n. 22291 del 08.06.2011 (fonte: Lexambiente
- www.lexambiente.it) all’indirizzo: http://www.ordine.
ingegneri.vi.it/rivista_approfondimenti.php
NUOVE ISTRUZIONI OPERATIVE PER GLI OR-
GANISMI DI CERTIFICAZIONE, DI ISPEZIONE E
LABORATORI DI PROVA – CIRCOLARE

Sulla Gazzetta Uffi ciale n. 153 del 4 luglio 2011 è stata
pubblicata la Circolare n. 3 del 9 giugno 2011, “Istruzioni
operative agli organismi abilitati ai sensi del decreto
9 maggio 2003, n. 156”. La Circolare fornisce
istruzioni operative per gli organismi di certifi cazione,
di ispezione e laboratori di prova (nel seguito Organismi),
preposti al rilascio dell’attestato di conformità
relativa ai prodotti da costruzione di cui all’art. 6 del
D.P.R. n. 246/93 “Regolamento di attuazione della
Direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione”.
Le disposizioni contenute nella Circolare prevedono:
la conformità ai modelli predisposti dei certifi -
cati CE rilasciati dagli Organismi per i diversi sistemi
di attestazione (1+, 1, 2+ e 2); la predisposizione di
un registro costantemente aggiornato delle certifi cazioni
reso pubblicamente consultabile anche sul sito
internet dell’Organismo; comunicazioni periodiche
degli Organismi abilitati a ciascuna delle Amministrazioni
competenti con indicazione dell’attività svolta
nell’anno precedente e degli eventuali aggiornamenti
occorsi al proprio assetto organizzativo e funzionale;
direttive per la semplifi cazione degli adempimenti
amministrativi delle istruttorie di abilitazione; criteri
per la qualifi cazione del personale ispettivo, operante
stabilmente nei paesi esteri, per conto di Organismi
di certifi cazione ed ispezione e la qualifi cazione del
personale impiegato. Gli Organismi abilitati ai sensi
del D.M. n. 156/2003 devono adeguarsi alle procedure
ed adempimenti della Circolare entro il 2 ottobre
2011. Le nuove istruzioni contenute nella Circolare
potranno, inoltre, costituire un utile riferimento condiviso
per le future procedure di valutazione degli Organismi
da notifi care ai sensi del Regolamento UE n.
305/2011.
CERTIFICAZIONE DELL’IDONEITÀ TECNICA
ALL’IMPIEGO DEI SISTEMI DI PRECOMPRES-
SIONE A CAVI POST-TESI – LINEA GUIDA
Il Consiglio Superiore dei Lavori ha approvato la Linea
Guida per il rilascio della certifi cazione di idoneità
tecnica all’impiego di sistemi di precompressione a
cavi post-tesi di cui al punto 11.1 caso C) ed al punto
11.5 del D.M. 14.01.2008 (NTC 2008). La Linea
Guida ha lo scopo di indicare le modalità attraverso le
quali dimostrare, per i sistemi di precompressione a
cavi-post tesi, la garanzia dei requisiti di qualità previsti
dalle NTC 2008 e dal D.P.R. n. 246/93 e defi nisce
i dati essenziali per il riconoscimento dell’idoneità tec-
PUNTO INFO
nica attraverso la qualifi cazione sia del prodotto che
delle ditte preposte alla sua produzione e/o installazione.
Si ricorda che per tali sistemi di precompressione
la qualifi cazione può avvenire mediante marcatura
CE in conformità ad uno specifi co Benestare Tecnico
Europeo (ETA) ovvero mediante certifi cazione di idoneità
tecnica, a valenza esclusivamente nazionale,
rilasciata dal Servizio Tecnico Centrale del CSLP; in
entrambi i casi si fa riferimento alla Linea Guida ETAG
013 “Post-tensioning kits for prestressing of structures”.
È possibile scaricare la Linea Guida dal sito:
http://www.cslp.it/cslp/
NTC 2008 E RESPONSABILITÀ DEL DIRETTO-
RE DEI LAVORI – QUADRO NORMATIVO
Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al
D.M. 14 gennaio 2008 e la relativa Circolare esplicativa
n. 617 del 2 febbraio 2009 hanno introdotto
un aggravio di compiti e responsabilità per il Direttore
dei lavori (delle strutture), soprattutto in materia
di accettazione in cantiere dei materiali e dei prodotti
impiegati. Il Direttore dei lavori assume in opera il
ruolo di controllore del processo costruttivo con obblighi
e responsabilità in caso di inadempimento. Non
essendoci norme specifi che sulle sanzioni in caso di
inadempimento degli obblighi previsti, si ritiene utile
segnalare il documento redatto dall’Avv. Elisa Lagni di
Verona riguardante il quadro normativo sulle possibili
conseguenze giuridiche e le sanzioni civili, penali ed
amministrative in caso di inadempimento delle norme
tecniche.
È possibile scaricare il documento NTC 2008 e responsabilità
del Direttore dei lavori all’indirizzo:
http://www.ordine.ingegneri.vi.it/rivista_approfondimenti.php
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100%
ecologico