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I 100 anni di Trefolo Rosso - Teci

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È dal 1905 che <strong>Teci</strong> produce<br />

funi d’acciaio. Ripercorriamo<br />

la storia <strong>di</strong><br />

un’azienda in costante<br />

ascesa, lo sviluppo dei<br />

suoi prodotti e delle relative<br />

metodologie <strong>di</strong> trasporto<br />

L’attuale <strong>Teci</strong> (Trafilerie e<br />

Corderie Italiane) fu fondata<br />

nel 1905 da Luigi Spadaccini<br />

come Trafilerie e<br />

Corderie Luigi Spadaccini & C.<br />

All’inizio del secolo scorso l’azienda<br />

comprendeva due unità<br />

produttive metallurgiche per la<br />

fabbricazione <strong>di</strong> corde e reti metalliche<br />

con sede a Sesto San<br />

Giov<strong>anni</strong> (Mi), nelle quali lavoravano<br />

circa 300 persone. A queste<br />

si aggiungevano uno stabilimento<br />

a Ponte dell’Oglio (Pc) e<br />

due a Laorca (Lc), per un totale<br />

<strong>di</strong> 500 operai e 50 impiegati.<br />

Oggi, dopo un secolo, <strong>Teci</strong> produce<br />

e <strong>di</strong>stribuisce in tutto il<br />

mondo funi d’acciaio con un fatturato<br />

che supera i 22 milioni <strong>di</strong><br />

euro e oltre 5.000 clienti attivi,<br />

che vanno dal piccolo artigiano<br />

alla grande società <strong>di</strong> costruzioni.<br />

La lunga storia <strong>di</strong> quest’azienda<br />

si intreccia con le vicende sociali<br />

ed economiche del nostro Paese<br />

e ci rivela quanto siano cambiate,<br />

col tempo, le metodologie <strong>di</strong> produzione<br />

e <strong>di</strong> trasporto delle funi<br />

d’acciaio.<br />

LA STORIA, IN BREVE<br />

All’inizio del Novecento <strong>Teci</strong> produce<br />

funi destinate principalmente<br />

alle funivie e agli impianti <strong>di</strong><br />

sollevamento. Il marchio del<br />

<strong>Trefolo</strong> <strong>Rosso</strong> è molto forte sul<br />

s<br />

come eravamo<br />

<strong>di</strong> Federica Pozzi<br />

<strong>Teci</strong><br />

I <strong>100</strong> <strong>anni</strong><br />

del <strong>Trefolo</strong> <strong>Rosso</strong><br />

mercato italiano, anche grazie a<br />

un’ottima attività <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta rivolta<br />

ai clienti finali.<br />

I prodotti <strong>Teci</strong> vengono largamente<br />

utilizzati anche durante la<br />

prima guerra mon<strong>di</strong>ale, per il tra-<br />

settembre/ottobre 2006 RIS<br />

19 k


g<br />

s<br />

come eravamo<br />

sporto <strong>di</strong> armi pesanti e i rifornimenti<br />

alle truppe alpine, nella<br />

produzione <strong>di</strong> reti parasiluri, <strong>di</strong><br />

reti antimassi e per altre applicazioni<br />

militari.<br />

Dopo la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale,<br />

la società viene acquisita in<br />

parti uguali da Redaelli e dalle<br />

acciaierie Falck, per poi passare,<br />

successivamente, al solo gruppo<br />

Redaelli.<br />

Nel periodo 1975-78 la produzione<br />

<strong>di</strong> funi viene spostata nello<br />

stabilimento Redaelli <strong>di</strong> Gardone<br />

Val Trompia, mentre <strong>Teci</strong> si orienta<br />

verso la <strong>di</strong>stribuzione, cioè l’utilizzo<br />

e la fornitura delle funi Redaelli<br />

e dei relativi accessori.<br />

Anche se inserita in un Gruppo<br />

industriale <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni,<br />

<strong>Teci</strong> ha potuto sviluppare la propria<br />

attività in piena autonomia e<br />

con grande rapi<strong>di</strong>tà per mantenere<br />

il passo con le continue e<br />

sempre maggiori esigenze <strong>di</strong> un<br />

mercato segnato dallo sviluppo<br />

dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione.<br />

In quest’ottica, ha rammodernato<br />

continuamente la propria attività<br />

raggiungendo oggi una capillarità<br />

<strong>di</strong>stributiva su tutto il territorio<br />

nazionale e si è pure affacciata<br />

con successo sui mercati internazionali<br />

proponendo soluzioni<br />

tecniche proprie dell’ingegno italiano.<br />

Tutto ciò effettuando sostanziosi<br />

investimenti in netta controtendenza<br />

ad altri operatori <strong>di</strong> mercato,<br />

che hanno puntato solo sul<br />

contenimento dei costi e che<br />

hanno cercato <strong>di</strong> “far cassa”<br />

puntando esclusivamente sull’importazione<br />

<strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> scarsa<br />

qualità a prezzi bassi.<br />

La rete ven<strong>di</strong>te, sempre particolarmente<br />

attenta alle esigenze del<br />

mercato, ha saputo fondersi positivamente<br />

con le altre strutture<br />

del Gruppo (ricerca e produzione):<br />

questo sviluppo <strong>di</strong> sinergie<br />

ha fatto sì che oggi <strong>Teci</strong> sia riconosciuta,<br />

anche dai propri concorrenti,<br />

come un punto <strong>di</strong> riferimento<br />

nel mercato.<br />

I successi raggiunti sono molteplici.<br />

Da evidenziare, in particola-<br />

RIS settembre/ottobre 2006<br />

20


settembre/ottobre 2006 RIS<br />

21 k


g<br />

s<br />

come eravamo<br />

re, ciò che l’azienda milanese ha<br />

saputo fare nel corso degli ultimi<br />

<strong>di</strong>eci <strong>anni</strong> nel settore del taglio<br />

dei materiali lapidei, poiché questo<br />

è un tipico esempio dell’“ingegno<br />

italiano”: <strong>Teci</strong> ha investito<br />

e sviluppato prodotti specifici per<br />

questo settore tanto che oggi,<br />

parafrasando una nota poesia,<br />

“dalle Alpi alle Pirami<strong>di</strong> e dal<br />

Manzanarre al Reno, tutti chiedono<br />

la fune taglio marmi con il nastrino<br />

all’interno”.<br />

La presenza <strong>di</strong> <strong>Teci</strong> è comunque<br />

significativa e marcata in <strong>di</strong>versi<br />

settori industriali: primo equipaggiamento,<br />

porti, acciaierie, trivellazione,<br />

eccetera.<br />

Tutto ciò grazie anche un magazzino<br />

<strong>di</strong> quasi 5 milioni <strong>di</strong> euro in<br />

grado <strong>di</strong> affrontare, in tempi brevissimi,<br />

lo sviluppo <strong>di</strong> commesse<br />

anche impegnative.<br />

LE METODOLOGIE<br />

DI TRASPORTO<br />

Gran<strong>di</strong> cambiamenti si sono verificati<br />

anche nelle metodologie <strong>di</strong><br />

trasporto: in passato le bobine<br />

(del peso <strong>di</strong> 40-50 t) venivano<br />

trasportate a spalla oppure semplicemente<br />

fatte rotolare.<br />

Negli <strong>anni</strong> successivi vennero utilizzati<br />

i trasporti su autocarro,<br />

che risultavano però impraticabili<br />

sulle strade <strong>di</strong> montagna: in questi<br />

casi, per trasportare la bobina<br />

era necessario il lavoro <strong>di</strong> una<br />

settantina <strong>di</strong> persone.<br />

Proprio in montagna si presentavano<br />

i maggiori problemi dovuti,<br />

per esempio, alla presenza <strong>di</strong><br />

ponti su fiumi o ruscelli: se la<br />

portata del ponte non era sufficiente,<br />

la fune veniva <strong>di</strong>visa su<br />

due bobine (senza spezzarla) e<br />

poi fatta passare.<br />

Ora, in una situazione <strong>di</strong> questo<br />

genere, si utilizzano le autogrù.<br />

Decisamente <strong>di</strong>versa l’attuale soluzione<br />

<strong>di</strong> trasporto, operazione<br />

per la quale si impiegano gran<strong>di</strong><br />

semirimorchi, in grado <strong>di</strong> trasportare<br />

anche bobine <strong>di</strong> 180-200 t.<br />

Alcuni trasporti, specialmente in<br />

presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivelli, necessitano<br />

<strong>di</strong> più motrici e, in taluni casi, an-<br />

RIS settembre/ottobre 2006<br />

22<br />

che <strong>di</strong> una spinta posteriore.<br />

Anche nel terzo millennio le <strong>di</strong>fficoltà<br />

non mancano: in presenza<br />

<strong>di</strong> asfalto bagnato, le ruote della<br />

motrice non hanno un’adeguata<br />

aderenza e talvolta per proseguire<br />

il trasporto è ad<strong>di</strong>rittura necessario<br />

asciugare il manto stradale.<br />

Per farsi un’idea dell’enorme<br />

evoluzione nelle metodologie <strong>di</strong><br />

trasporto è sufficiente confrontare<br />

le foto <strong>di</strong> queste pagine con<br />

quelle pubblicate sul numero 3 <strong>di</strong><br />

RIS, relative al trasferimento della<br />

fune (il suo peso lordo sfiorava le<br />

200 t) costruita dallo stabilimento<br />

<strong>di</strong> Gardone Valtrompia al porto <strong>di</strong><br />

Marghera.<br />

Per quest’eccezionale trasporto<br />

sono state utilizzate due motrici<br />

correlate tra loro da un doppio<br />

carrellone a 22 assi totali, munito<br />

<strong>di</strong> 176 ruote e <strong>di</strong> lunghezza <strong>di</strong> oltre<br />

50 m. o

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