boheme (La) - Teatro La Fenice
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80 – Siamo in auge! – Siamo in auge!– Che toeletta! (Entrano nelle loro botteghe) STUDENTI e SARTINE (attraversando la scena) – Guarda guarda chi si vede! – Con quel vecchio che sgambetta! CXXXVI – Proprio lei! – Proprio lei!– Proprio! – Proprio lei!– Proprio!– È Musetta! pel Quartier latino… No, non ci sta… CXXXV Io non ne posso più! Ragazza benedetta, tal foga m’affoga! Mi sloga e sgarretta tal furia scorretta. (La bella signora, senza curarsi di lui, s’avvia verso il Caffè Momus e prende posto alla tavola lasciata libera) Qui fuori!? Qui!? MUSETTA (senza punto curarsi delle proteste di Alcindoro, atterrito di stare fuori al freddo CXXXVIII ) Qui fuori!? Qui!?Siedi, Lulù! ALCINDORO (siede irritato, rialzando il bavero del pastrano) Tali nomignoli, prego, serbateli GIACOMO PUCCINI mincia a servire; Schaunard e Colline guardano sempre di sott’occhi dalla parte di Musetta e parlano di lei; Marcello finge la massima indifferenza. Rodolfo solo non ha occhi e pensieri che per Mimì) MARCELLO Essa! SCHAUNARD (alla vista del vecchio signore decorato) Essa!Quel brutto coso che ai fianchi le si affanna… CXXXVII COLLINE (esaminando il vecchio) È il vizio contegnoso… MARCELLO (con disprezzo) Colla casta Susanna! COLLINE Mi sembra un troglodita. SCHAUNARD Guarda!… mi par che sudi! segue nota 3e te in stretta relazione con le parole con cui Musetta la intona («Voglio fare il mio piacere»), mentre dedicò una variante per tratteggiare l’ansimante Alcindoro, quasi fosse un’appendice di lei ( 7 17): ESEMPIO 12 A (16) ESEMPIO 12 B ( 2 18) Sui due temi, l’uno dei quali trapassa nell’altro senza soluzione di continuità, Puccini basò le sezioni dialogiche, mentre fermò l’azione ponendo al centro il sensuale valzer lento tripartito ( , Mi) «Quando men vo soletta», usato come musica di scena: Musetta intona una vera canzone per sedurre il suo uomo. Nel frattempo, fra le pieghe della scena, Rodolfo e Mimì hanno già iniziato a discutere (lui a lei: «Sappi per tuo governo / che non darei perdono in sempiterno»). CXXXV Aggiunta: «MUSETTA (chiamandolo come un cagnolino) / Vien, Lulù! / ALCINDORO». CXXXVI «balbetta!». CXXXVII «mi par che sudi». CXXXVIII «vede la tavolata degli amici innanzi al Caffè Momus ed indica ad Alcindoro di sedersi al tavolo lasciato libero poco prima dai borghesi».
LA BOHÈME – QUADRO SECONDO – AL QUARTIERE LATINO (Passa attraverso al crocicchio, sboccando dalla via della Vecchia Commedia, un picchetto di militi della Guardia nazionale. Sono bottegai di servizio che rincasano) (Sull’angolo di via Delfino il venditore di «Cocco fresco» fa ottimi affari – i suoi bicchieri di ottone passano di mano in mano rapidamente a rinfrescare ugole asciutte dal troppo vociare) al tu per tu! CXXXIX La convenienza… La convenienza…… il grado La convenienza…… il grado… la virtù. (Un cameriere si è avvicinato premuroso e prepara la tavola) MUSETTA (colpita nel vedere che gli amici CXLI non la guardano) (Marcello è là… mi vide… E non mi guarda, il vile! E quel Schaunard che ride! Mi fan tutti una bile! (Inquietandosi) Se potessi picchiare, se potessi graffiare! Ma non ho sotto mano che questo pellicano! Aspetta!) (Chiama il cameriere che si è allontanato CXLV ) Aspetta!)Ehi! Camerier! (Il cameriere accorre: Musetta prende un piatto e lo fiuta) Cameriere! Questo piatto ha una puzza di rifritto! (Getta il piatto a terra con forza, il cameriere si affretta a raccogliere i cocci) ALCINDORO (cerca acquetarla CXLVI ) No, Musetta… Zitto, zitto! MUSETTA (rabbiosa, sempre guardando Marcello CXLVII ) (Non si volta. Ora lo batto!) ALCINDORO A chi parli?… MUSETTA (seccata) A chi parli?…Al cameriere! ALCINDORO Modi, garbo! (Prende la nota del cameriere e si mette ad ordinare la cena) 81 MIMÌ (a Rodolfo) Essa è pur ben vestita! RODOLFO Gli angeli vanno nudi. MIMÌ (si rivolge curiosa a Rodolfo CXL ) La conosci! Chi è? MARCELLO Domandatelo a me. È di nome CXLII Musetta; cognome: tentazione! Per sua vocazione fa la rosa dei venti; gira e muta soventi e d’amanti e d’amore. Al par della CXLIII civetta è uccello sanguinario; il suo cibo ordinario è il cuore… Mangia il cuore!… CXLIV Per questo io non ne ho più… (Agli amici, nascondendo la commozione che lo vince) Passatemi il ragù! SCHAUNARD (a Colline) La commedia è stupenda! Essa all’un parla perché l’altro intenda. COLLINE (a Schaunard) E l’altro invan crudele finge di non capir, ma sugge miele! CXXXIX Aggiunta: (Un cameriere si avvicina e prepara la tavola) / MUSETTA / Non farmi il Barbablù! / (Siede anch’essa al tavolo rivolta verso il caffè)». CXL «(con curiosità)». CXLI Aggiunta: «del tavolo vicino». CXLII «Il suo nome è». CXLIII «È come la». CXLIV Aggiunta: «(Con amarezza)». CXLV «annusando un piatto, al cameriere che accorre ad essa». CXLVI «frenandola». CXLVII «vedendo che Marcello non si volta».
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STUDENTI e SARTINE (attraversando la scena)<br />
– Guarda guarda chi si vede!<br />
– Con quel vecchio che sgambetta! CXXXVI<br />
– Proprio lei!<br />
– Proprio lei!– Proprio!<br />
– Proprio lei!– Proprio!– È Musetta!<br />
pel Quartier latino…<br />
No, non ci sta… CXXXV<br />
Io non ne posso più!<br />
Ragazza benedetta,<br />
tal foga m’affoga!<br />
Mi sloga e sgarretta<br />
tal furia scorretta.<br />
(<strong>La</strong> bella signora, senza curarsi di lui, s’avvia verso<br />
il Caffè Momus e prende posto alla tavola lasciata libera)<br />
Qui fuori!? Qui!?<br />
MUSETTA (senza punto curarsi delle proteste di Alcindoro,<br />
atterrito di stare fuori al freddo CXXXVIII )<br />
Qui fuori!? Qui!?Siedi, Lulù!<br />
ALCINDORO (siede irritato, rialzando il bavero<br />
del pastrano)<br />
Tali nomignoli,<br />
prego, serbateli<br />
GIACOMO PUCCINI<br />
mincia a servire; Schaunard e Colline guardano sempre<br />
di sott’occhi dalla parte di Musetta e parlano di<br />
lei; Marcello finge la massima indifferenza. Rodolfo<br />
solo non ha occhi e pensieri che per Mimì)<br />
MARCELLO<br />
Essa!<br />
SCHAUNARD (alla vista del vecchio signore decorato)<br />
Essa!Quel brutto coso<br />
che ai fianchi le si affanna… CXXXVII<br />
COLLINE (esaminando il vecchio)<br />
È il vizio contegnoso…<br />
MARCELLO (con disprezzo)<br />
Colla casta Susanna!<br />
COLLINE<br />
Mi sembra un troglodita.<br />
SCHAUNARD<br />
Guarda!… mi par che sudi!<br />
segue nota 3e<br />
te in stretta relazione con le parole con cui Musetta la intona («Voglio fare il mio piacere»), mentre dedicò una<br />
variante per tratteggiare l’ansimante Alcindoro, quasi fosse un’appendice di lei ( 7 17):<br />
ESEMPIO 12 A (16)<br />
ESEMPIO 12 B ( 2 18)<br />
Sui due temi, l’uno dei quali trapassa nell’altro senza soluzione di continuità, Puccini basò le sezioni dialogiche,<br />
mentre fermò l’azione ponendo al centro il sensuale valzer lento tripartito ( , Mi) «Quando men vo soletta», usato<br />
come musica di scena: Musetta intona una vera canzone per sedurre il suo uomo. Nel frattempo, fra le pieghe<br />
della scena, Rodolfo e Mimì hanno già iniziato a discutere (lui a lei: «Sappi per tuo governo / che non darei perdono<br />
in sempiterno»).<br />
CXXXV Aggiunta: «MUSETTA (chiamandolo come un cagnolino) / Vien, Lulù! / ALCINDORO».<br />
CXXXVI «balbetta!».<br />
CXXXVII «mi par che sudi».<br />
CXXXVIII «vede la tavolata degli amici innanzi al Caffè Momus ed indica ad Alcindoro di sedersi al tavolo lasciato<br />
libero poco prima dai borghesi».