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boheme (La) - Teatro La Fenice

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70<br />

sono tranquilla e lieta<br />

ed è mio svago<br />

far gigli e rose.<br />

Mi piaccion quelle cose<br />

che han sì dolce malìa,<br />

che parlano d’amor, di primavere,<br />

di sogni e di chimere,<br />

quelle cose che han nome poesia…<br />

Lei m’intende?<br />

RODOLFO LXXVI<br />

Lei m’intende?Sì, sì.<br />

MIMÌ<br />

Mi chiamano Mimì,<br />

ed il perché non so. LXXVII<br />

Sola, mi fo<br />

il pranzo da me stessa.<br />

Non vado sempre a messa,<br />

ma assai prego il Signore.<br />

Vivo sola, soletta<br />

nella mia cameretta<br />

che guarda i tetti e il LXXVIII cielo;<br />

ma quando vien lo sgelo<br />

il primo sole è mio. Col novo aprile<br />

una rosa germoglia<br />

sul davanzal; ne aspiro a foglia a foglia<br />

l’olezzo… È sì LXXIX gentile<br />

il profumo d’un fiore!<br />

Quelli ch’io fingo, LXXX ahimè! non hanno odore.<br />

Altro di me non le saprei narrare.<br />

Sono la sua vicina<br />

che la vien fuori d’ora a importunare.<br />

(Dal cortile)<br />

SCHAUNARD<br />

Ehi! Rodolfo!<br />

COLLINE<br />

Ehi! Rodolfo!Rodolfo!<br />

MARCELLO<br />

Ehi! Rodolfo!Rodolfo!Olà. Non senti? 2d<br />

(Alle grida degli amici, Rodolfo s’impazienta)<br />

Lumaca!<br />

COLLINE<br />

Lumaca!Poetucolo!<br />

GIACOMO PUCCINI<br />

SCHAUNARD<br />

Lumaca!Poetucolo!Accidenti<br />

al pigro!<br />

(Sempre più impaziente, Rodolfo a tentoni si avvia<br />

alla finestra e l’apre spingendosi un poco fuori per<br />

rispondere agli amici che sono giù nel cortile: dalla<br />

finestra aperta entrano i raggi lunari, rischiarando<br />

così la camera)<br />

RODOLFO (alla finestra)<br />

al pigro!Scrivo ancor tre righe a volo.<br />

MIMÌ (avvicinandosi LXXXI un poco alla finestra)<br />

Chi sono?<br />

RODOLFO LXXXII<br />

Chi sono?Amici.<br />

SCHAUNARD<br />

Chi sono?Amici.Sentirai le tue.<br />

MARCELLO<br />

Che te ne fai lì solo?<br />

LXXVI Aggiunta: «(commosso)».<br />

LXXVII Aggiunta: «(Con semplicità)».<br />

LXXVIII «là in una bianca cameretta: / guardo sui tetti e in».<br />

LXXIX «il primo bacio dell’aprile è mio! / Germoglia in un vaso una rosa… / Foglia a foglia la spio! / Così».<br />

LXXX «Ma i fior ch’io faccio,».<br />

2d <strong>La</strong> combriccola ha un bel deridere da fuori scena, accompagnata dal tema della bohème (Allegretto come prima<br />

– , Sol), la «poesia» di cui si circonda il loro amico: nel breve a due conclusivo (il corrispettivo di una cabaletta),<br />

2e condotto sulla melodia più appassionata dell’aria di Rodolfo (<strong>La</strong>rgo sostenuto – , <strong>La</strong>, es. 8), l’amore romantico<br />

è assoluto protagonista, e assorbe ogni sentimento piccino nell’anelito all’ideale, sia dell’uno che dell’altra. È dunque<br />

evidente, guardando a questo quadro primo nel suo complesso, come la tradizionale organizzazione per numeri<br />

non sia che un veicolo di comprensione adottato da Puccini per accentuare l’universalità del messaggio, e come ben<br />

più raffinata struttura formale governi, in realtà, l’intero quadro. Il senso di dilatazione psicologica del tempo, tipico<br />

dell’innamoramento, è prodotto grazie a quest’abile stilizzazione, e perciò acquista tratti così veritieri.<br />

LXXXI «avviandosi».<br />

LXXXII «rivolgendosi a Mimì».

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