boheme (La) - Teatro La Fenice

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19.06.2013 Views

Edoardo Sanchi, bozzetto scenico (IV) e, sotto, Silvia Aymonino, figurini (Mimì e Musetta) per La bohème al Teatro La Fenice di Venezia, 2011; regia di Francesco Micheli, scene di Edoardo Sanchi.

Riccardo Pecci Piccole donne crescono. Note, sole e amori dai Canti di Puccini alla Bohème La ‘rifrittura’, paradossale specialità della cucina pucciniana Olio irrancidito. Cibo indigesto e velenoso. Sapori nauseabondi. Queste le immagini che – volenti o nolenti – sono evocate dall’idea del ‘rifritto’. Eppure, per dirla col famigerato pamphlet di Fausto Torrefranca, 1 la ‘rifrittura’ è una pratica consolidata di una gastronomia musicale di grande successo, quella di Giacomo Puccini. Non solo: ne è probabilmente uno dei segreti più gustosi. Di cosa stiamo parlando? Dei numerosissimi autoimprestiti che segnano da cima a fondo il teatro di Puccini – compositore abituato come pochi a riciclare spunti, idee, stilemi altrimenti destinati al dimenticatoio. E con esiti ‘gastronomicamente’ vincenti. A Puccini s’adatta insomma l’unica definizione non peggiorativa della ‘rifrittura’, che scoviamo nel Supplimento di Giovanni Gherardini (librettista della Gazza ladra di Rossini, oltre che insigne lessicografo ottocentesco): «una cosa che, senza mutare sustanza, muta forma e qualità, a similitudine d’una vivanda cucinata e ricucinata in diverse maniere». 2 Appunto: si tratta d’alta cucina musicale, non di spilorceria d’artista. E certo Puccini non si sforza di dissimulare o nascondere le sue ‘vivande ricucinate’, che anzi esibisce con noncuranza perfino nelle battute iniziali del suo teatro. La partitura di Manon Lescaut, infatti, esordisce con un tema tolto dal suo Minuetto SC 61. Quella della Bohème, invece, lo fa con una citazione dal Capriccio sinfonico SC 55, il saggio di diploma del 1883 al Conservatorio di Milano: l’attacco brillante dell’Allegro vivace in del Capriccio diverrà anzi il ‘marchio’ inconfondibile dell’opera. Amoreggiare «con semplicità» Ma la filosofia dell’autoimprestito non rimarrà confinata alla musica strumentale giovanile. Una riserva di caccia battuta volentieri dal Puccini drammaturgo sarà infatti la musica per voce e pianoforte: un segmento della produzione del lucchese relativamente poco studiato, capace nondimeno di regalare ancora qualche piacevole sor- 1 Giacomo Puccini e l’opera internazionale, Torino, Bocca, 1912: cfr. MICHELE GIRARDI, Giacomo Puccini. L’arte internazionale di un musicista italiano, Venezia, Marsilio, 2000 2 , pp. 24 e segg. 2 GIOVANNI GHERARDINI, Supplimento a’ vocabolarj italiani, 6 voll., Milano, Bernardoni, 1852-1857, VI, p. 463.

Edoardo Sanchi, bozzetto scenico (IV) e, sotto, Silvia Aymonino, figurini (Mimì e Musetta) per <strong>La</strong> bohème al <strong>Teatro</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>Fenice</strong> di Venezia, 2011; regia di Francesco Micheli, scene di Edoardo Sanchi.

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