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boheme (La) - Teatro La Fenice

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FRANCO ROSSI – DALL’ARCHIVIO STORICO DEL TEATRO LA FENICE<br />

<strong>La</strong> bohème (III) al <strong>Teatro</strong> <strong>La</strong> <strong>Fenice</strong> di Venezia, 1941; regia di Mario Ghisalberti, scene di Camillo Parravicini. Archivio<br />

storico del <strong>Teatro</strong> <strong>La</strong> <strong>Fenice</strong>.<br />

Furono invece sufficienti due settimane perché l’impresa ritornasse parzialmente sui propri<br />

passi proponendo di presentare invece l’altra Bohème, quella di Ruggero Leoncavallo, in prima<br />

assoluta:<br />

siamo autorizzati in forza di contratto di rappresentare la nuova opera <strong>La</strong> bohème di Leoncavallo, e possiamo<br />

assicurare cod.a onor. Direzione che – prima di ogni altro teatro – potremo fare la creazione della<br />

suddetta opera nel pross. carnevale alla <strong>Fenice</strong> di Venezia, sia per apertura, come per seconda opera,<br />

e verrà posta in scena dall’autore. 3<br />

Trascorsero ancora dieci giorni e venne formalizzata una proposta che si voleva per certi versi<br />

ultimativa: <strong>La</strong> bohème di Puccini, Andrea Chénier di Giordano e Il crepuscolo degli dei di Wagner,<br />

definite tutte «nuove per Venezia» (imprecisione notevole, dal momento che proprio la <strong>Fenice</strong><br />

aveva tenuto a battesimo nel 1883 l’intera tetralogia wagneriana all’indomani della<br />

scomparsa del compositore). L’operazione prevedeva l’esborso di settantamila lire di dote per<br />

complessive trentacinque recite; vi erano però anche delle alternative: con l’aggravio di ulteriori<br />

ventimila lire le recite sarebbero salite a quaranta, le opere sarebbero state quattro (ma non veniva<br />

indicato il titolo della quarta) e sarebbero stati proposti anche due balli, <strong>La</strong> fata delle bambole<br />

e Tanzmärchen, ambedue su coreografia di Hassreiter. Inoltre, e la novità non poteva essere più<br />

appetibile, il direttore d’orchestra prescelto sarebbe stato un certo Arturo Toscanini.<br />

In archivio spunta anche un’altra missiva, molto riservata, indirizzata a Pietro Faustini che evidentemente<br />

aveva chiesto (peraltro ad una parte non disinteressata, come l’editore Ricordi) un parere<br />

circa la scelta dell’impresario prossimo venturo:<br />

3 Ivi.

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