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boheme (La) - Teatro La Fenice

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EMANUELE BONOMI<br />

di Puccini furono in quel primo periodo pochi nel complesso e di scarsa qualità, viziati oltretutto<br />

dal frequente tono agiografico. 3 Eloquenti sono in tal senso le due biografie curate dal devoto amico<br />

Giuseppe Adami – librettista di alcune delle ultime opere pucciniane (<strong>La</strong> rondine, Il tabarro e<br />

Turandot) –, nelle quali la dichiarata intenzione di idealizzare la figura del musicista inficia irrimediabilmente<br />

l’attendibilità della narrazione. 4 Meritevole contributo dell’attività divulgatrice di<br />

Adami fu invece la pubblicazione, la prima in ordine cronologico, di una raccolta di lettere pucciniane<br />

ordinate secondo le opere del musicista, che fornisce ricche informazioni sulla loro genesi<br />

e sulle vicende artistiche legate alla loro rappresentazione. 5<br />

Soltanto a partire dagli anni Cinquanta si iniziò lentamente a intravedere la grandezza del compositore,<br />

che fino a quel momento aveva ricevuto lodi in primo luogo per il suo linguaggio musicale<br />

agile e di sicura presa. Mahler, tra gli altri, aveva affermato in più di un’occasione di detestare<br />

le opere del collega italiano, anche se ne riconosceva le straordinarie doti di orchestratore. 6 In<br />

concomitanza con la ricorrenza del centenario della nascita del compositore (1958) videro la luce<br />

numerosi titoli critici che, attraverso una lettura meno aneddotica della parabola pucciniana, svelarono<br />

finalmente la novità e la modernità della sua scrittura, in perfetta sintonia con le principali<br />

correnti musicali europee di inizio Novecento. 7 Mentre il saggio di Mosco Carner tentò con esi-<br />

3 Per una prima ricezione pucciniana segnaliamo ALFREDO COLOMBANI, L’opera italiana del secolo XIX, Milano,<br />

Edizioni del Corriere della sera, 1900; WAKELING DRY, Giacomo Puccini, London-New York, John <strong>La</strong>ne,<br />

1906; ILDEBRANDO PIZZETTI, Giacomo Puccini, «<strong>La</strong> voce», III/5-7, 1911, pp. 497-499, 502-503, 508-509, rist. in<br />

ID., Musicisti contemporanei. Saggi critici, Milano, Treves, 1914, pp. 49-106; VITTORIO GUI, Puccini, «Il pianoforte»,<br />

III/6-7, 1922, pp. 172-178, rist. in ID., Battute d’aspetto. Meditazioni di un musicista militante, Firenze,<br />

Monsalvato, 1944, pp. 134-147; JULIUS KORNGOLD, Die Romanische Oper der Gegenwart. Kritische Aufsätze,<br />

Wien-Leipzig-München, Rikola, 1922, pp. 56-97; CARLO GATTI, Giacomo Puccini, «L’illustrazione italiana»,<br />

LI/49, 1924, pp. 731-735; GINO MONALDI, Giacomo Puccini e la sua opera, Roma, Mantegazza, 1924; DOMENI-<br />

CO ALALEONA, Giacomo Puccini, «Rassegna italiana», XV, 1925, pp. 13-20; ARNALDO FRACCAROLI, <strong>La</strong> vita di Giacomo<br />

Puccini, Milano, Ricordi, 1925. Per un primo bilancio della critica su Puccini fino al secondo dopoguerra si<br />

veda GIORGIO PETROCCHI, L’opera di Giacomo Puccini nel giudizio della critica, «Rivista musicale italiana», XLV,<br />

1941, pp. 40-49; ancora oggi insuperato per quantità di materiale iconografico raccolto è LEOPOLDO MARCHETTI,<br />

Puccini nelle immagini, Milano, Garzanti, 1949, rist. Milano, Maestri Arti Grafiche, 1968 (oltre alle immagini il<br />

volume contiene anche foto di locandine, costumi e fondali di scenografia, ritagli di giornali, facsimili di lettere, libretti<br />

e partiture autografe); gli fa concorrenza l’imponente volume di VITTORIO FAGONE e VITTORIA CRESPI MOR-<br />

BIO, <strong>La</strong> scena di Puccini, Lucca, Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, 2003. Merita<br />

attenzioni per l’apparato visivo, nonostante il profilo biografico nettamente orientato verso l’agiografia, anche<br />

Vissi d’arte, vissi d’amore. Puccini, vita, immagini, ritratti, introd. di Julian Budden, testi di Gustavo Marchesi,<br />

iconografia di Marisa Di Gregorio Casati, Parma, STEP, 2003.<br />

4 GIUSEPPE ADAMI, Puccini, Milano, Treves, 1935; ID., Il romanzo della vita di Giacomo Puccini, Milano, Rizzoli,<br />

1942.<br />

5 GIUSEPPE ADAMI, Giacomo Puccini. Epistolario, Milano, Mondadori, 1928, rist. con introduzione di Enzo<br />

Siciliano, Milano, Rizzoli, 1982 (il volume è preceduto da un saggio introduttivo nel quale l’autore difende Puccini<br />

dalle critiche precedenti); una ristampa ulteriore, con introduzione di Renzo Cresti (Napoli, Pagano, 1999),<br />

non solo non corregge gli sbagli precedenti, ma aggiunge altri errori (sin dall’occhiello: «diario intimo di un’artista<br />

[sic]»).<br />

6 ALMA MAHLER WERFEL, Gustav Mahler. Erinnerungen und Briefe, Amsterdam, Halle de <strong>La</strong>nge, 1940, rist.<br />

Frankfurt, 1949 (trad. it. di <strong>La</strong>ura Dallapiccola: Gustav Mahler. Ricordi e lettere, a cura di Luigi Rognoni, Milano,<br />

Il Saggiatore, 1960).<br />

7 Oltre ai titoli citati nel testo ricordiamo due saggi molto acuti e importanti: RENÉ LEIBOWITZ, L’œuvre de<br />

Puccini et les problèmes de l’opéra contemporain, in ID., Histoire de l’opéra, Paris, Buchet-Chastel, 1957, pp. 330-<br />

354 (trad. it. ampliata di Maria Galli de’ Furlani: L’opera di Puccini e i problemi del teatro lirico contemporaneo<br />

e L’arte di Giacomo Puccini e l’essenza dell’opera, in ID., Storia dell’opera, a cura di Giampiero Tintori, Milano,<br />

Garzanti, 1966, pp. 305-397); e EDWARD GREENFIELD, Puccini. Keeper of the Seal, London, Arrow Books, 1958.

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