boheme (La) - Teatro La Fenice
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114 MARIA GIOVANNA MIGGIANI simpatia e di entusiasmo quanto scarsamente dotati di denaro. Il dramma, suddiviso in quattro quadri, si conclude con la morte per tisi di Mimì tra le braccia dell’amato Rodolfo, cui ella si ricongiunge in extremis. Tuttavia, più che una trama vera e propria in cui i fatti si generano l’uno dall’altro, vi è una sequela di situazioni liriche che si susseguono come in un caleidoscopio e che sono accomunate da un tema unitario, la celebrazione della giovinezza. Con La bohème viene elevato alla rappresentazione uno ‘squarcio di vita’ contemporaneo che in precedenza non era considerato degno delle scene operistiche. Sono evocati di continuo, nelle didascalie come nei discorsi dei personaggi, oggetti anche prosaici (quadri, caminetti, seggiole, chiavi, cuffiette…): il moderno mondo metropolitano descritto dai librettisti di Puccini è ormai lontano dagli spazi astratti e immaginari dell’opera seria romantica, che preferiva preterire i dettagli o accogliere solo manufatti aulici e ricercati. Un ulteriore elemento di novità del libretto è costituito dalla suddivisione in ‘quadri’ anziché in atti e scene. All’interno di ciascun ‘quadro’ non vi è la consueta divaricazione tra recitativo e settori in versi lirici, destinati all’effusione del canto, quanto una versificazione mobilissima e flessibilmente asimmetrica, in grado di stimolare una sintassi musicale non periodica. Nella Bohème non mancano certo le accensioni liriche memorabili («Che gelida manina», quadro primo) come anche i pezzi riconducibili a forme chiuse («Vecchia zimarra», quadro quarto), tuttavia la creazione di un continuum sonoro modellato sulle specifiche esigenze drammatiche del soggetto è un fatto innovativo la cui necessità era stata indicata dall’ultimo Verdi. Nel Falstaff (1893) Verdi aveva saputo descrivere nei minimi particolari l’azione senza un attimo di tregua, ma nel contempo evitare ogni forma di naturalismo. Si rende quindi chiara la scelta di campo di Puccini, il quale prese le distanze dagli esiti più tradizionali ed enfatici della cosiddetta ‘Giovane scuola’ verista e inventò un tessuto musicale fittissimo e cangiante ove l’uso delle reminiscenze e del Leitmotiv collega instancabilmente presente e passato, felicità e dolore.
Argomento-Argument - Synopsis - Handlung Argomento QUADRO PRIMO In una soffitta di Parigi. In una freddissima vigilia di Natale il poeta Rodolfo e il pittore Marcello, artisti squattrinati, decidono di sacrificare lo scartafaccio con l’ultimo dramma di Rodolfo per scaldare almeno un po’ la gelida soffitta. Li raggiungono Colline, il filosofo, e Schaunard, musicista della combriccola, che con grande sorpresa di tutti è riuscito a guadagnare alcuni scudi. Decidono quindi di festeggiare recandosi a pranzo nel Quartiere latino. Si liberano abilmente, accusandolo di adulterio, di Benoît, padrone di casa venuto a riscuotere la pigione arretrata, e quindi si avviano verso un caffè-ristorante. Rimane nella soffitta solo Rodolfo per terminare un articolo, e quindi raggiungere i compagni. Ma inaspettatamente qualcuno bussa alla porta: si tratta di Mimì, una giovane che abita nel palazzo e che prega Rodolfo di aiutarla perché le si è spento il lume mentre scendeva le scale. Improvvisamente però la ragazza si sente male, Rodolfo la soccorre, ma Mimì nell’accasciarsi perde la chiave di casa. D’un tratto si spengono i lumi di entrambi e al buio Rodolfo, già invaghitosi della giovane, tenendole la mano le racconta della sua vita. I due vengono interrotti dalle grida degli amici di Rodolfo che dalla strada gli ingiungono di sbrigarsi, e dopo un abbraccio si apprestano a raggiungerli, oramai innamorati l’uno dell’altro. QUADRO SECONDO Al Quartiere latino la vigilia di Natale. Confusi tra la folla parigina, Rodolfo, Mimì, Schaunard, Colline e Marcello fanno piccoli acquisti. Quindi Rodolfo presenta la sua nuova compagna agli altri, che si sono già seduti al caffè Momus per il pranzo. Giunge quindi Musetta, compagna d’un tempo di Marcello, in compagnia di Alcindoro, il suo nuovo, stagionato e benestante ammiratore. Musetta, indispettita per l’apparente indifferenza di Marcello nei suoi confronti, tenta in ogni modo di suscitarne la gelosia e, dopo aver allontanato con un pretesto Alcindoro, abbraccia finalmente l’antico amante, che è ancora innamorato di lei. Quindi la compagnia si allontana – lasciando all’ignaro Alcindoro l’incombenza di pagare il conto del lauto pasto –, mentre irrompe in scena al suono di una marcia la ritirata per il cambio della guardia. QUADRO TERZO La barriera d’Enfer. È l’alba e sta nevicando nei pressi di un cabaret dove si esibisce Musetta. Giunge Mimì e chiede di Marcello, che lavora come pittore nel cabaret. Trovatolo, gli confessa tra le lacrime che la sua unione con Rodolfo è un inferno a causa della gelosia estrema del poeta, e chiede a Marcello di aiutarla. Marcello le rivela che Rodolfo è nel cabaret, addormentato su una panca, e le promette che parlerà all’amico. Mimì si nasconde dietro un platano per udire il collo-
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Argomento<br />
QUADRO PRIMO<br />
In una soffitta di Parigi. In una freddissima vigilia di Natale il poeta Rodolfo e il pittore Marcello,<br />
artisti squattrinati, decidono di sacrificare lo scartafaccio con l’ultimo dramma di Rodolfo per<br />
scaldare almeno un po’ la gelida soffitta. Li raggiungono Colline, il filosofo, e Schaunard, musicista<br />
della combriccola, che con grande sorpresa di tutti è riuscito a guadagnare alcuni scudi. Decidono<br />
quindi di festeggiare recandosi a pranzo nel Quartiere latino. Si liberano abilmente, accusandolo<br />
di adulterio, di Benoît, padrone di casa venuto a riscuotere la pigione arretrata, e quindi<br />
si avviano verso un caffè-ristorante. Rimane nella soffitta solo Rodolfo per terminare un articolo,<br />
e quindi raggiungere i compagni. Ma inaspettatamente qualcuno bussa alla porta: si tratta di Mimì,<br />
una giovane che abita nel palazzo e che prega Rodolfo di aiutarla perché le si è spento il lume<br />
mentre scendeva le scale. Improvvisamente però la ragazza si sente male, Rodolfo la soccorre,<br />
ma Mimì nell’accasciarsi perde la chiave di casa. D’un tratto si spengono i lumi di entrambi e al<br />
buio Rodolfo, già invaghitosi della giovane, tenendole la mano le racconta della sua vita. I due<br />
vengono interrotti dalle grida degli amici di Rodolfo che dalla strada gli ingiungono di sbrigarsi,<br />
e dopo un abbraccio si apprestano a raggiungerli, oramai innamorati l’uno dell’altro.<br />
QUADRO SECONDO<br />
Al Quartiere latino la vigilia di Natale. Confusi tra la folla parigina, Rodolfo, Mimì, Schaunard,<br />
Colline e Marcello fanno piccoli acquisti. Quindi Rodolfo presenta la sua nuova compagna agli<br />
altri, che si sono già seduti al caffè Momus per il pranzo. Giunge quindi Musetta, compagna d’un<br />
tempo di Marcello, in compagnia di Alcindoro, il suo nuovo, stagionato e benestante ammiratore.<br />
Musetta, indispettita per l’apparente indifferenza di Marcello nei suoi confronti, tenta in ogni<br />
modo di suscitarne la gelosia e, dopo aver allontanato con un pretesto Alcindoro, abbraccia finalmente<br />
l’antico amante, che è ancora innamorato di lei. Quindi la compagnia si allontana – lasciando<br />
all’ignaro Alcindoro l’incombenza di pagare il conto del lauto pasto –, mentre irrompe in<br />
scena al suono di una marcia la ritirata per il cambio della guardia.<br />
QUADRO TERZO<br />
<strong>La</strong> barriera d’Enfer. È l’alba e sta nevicando nei pressi di un cabaret dove si esibisce Musetta.<br />
Giunge Mimì e chiede di Marcello, che lavora come pittore nel cabaret. Trovatolo, gli confessa tra<br />
le lacrime che la sua unione con Rodolfo è un inferno a causa della gelosia estrema del poeta, e<br />
chiede a Marcello di aiutarla. Marcello le rivela che Rodolfo è nel cabaret, addormentato su una<br />
panca, e le promette che parlerà all’amico. Mimì si nasconde dietro un platano per udire il collo-