boheme (La) - Teatro La Fenice

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19.06.2013 Views

94 MIMÌ Addio, dolce svegliare alla mattina! (Sorridendo) Addio, rabbuffi! RODOLFO Addio, rabbuffi!Con subite paci! MIMÌ Sospetti!… MIMÌ E pungenti amarezze! CCX RODOLFO Che io da vero poeta rimavo con: carezze! MIMÌ Soli d’inverno è cosa da morire! RODOLFO Mentre al primo fiorire CCXII di primavera ci è compagno il sole. MIMÌ Niuno è solo l’aprile. RODOLFO Si discorre coi gigli e le vïole. CCXIV RODOLFO Sospetti!…Baci! MIMÌ E gelosie! RODOLFO E gelosie!Che un tuo sorriso acqueta! GIACOMO PUCCINI (Dal cabaret fracasso di piatti e bicchieri rotti. Si odono le voci concitate di Musetta e Marcello) MARCELLO Che facevi, che dicevi presso il foco a quel signore? MUSETTA Che vuoi dire? (Musetta esce stizzita; Marcello la segue fermandosi sulla porta CCXI ) MARCELLO Che vuoi dire?Al mio venire hai mutato di colore. MUSETTA CCXIII Quel signore mi diceva: ama il ballo, signorina? segue nota 4e dio dolce svegliare alla mattina») su una melodia d’intenso lirismo (30, Andante con moto – , Sol ). Utile conoscere la sua origine, la mattinata Sole e amore (1888: in proposito si veda il saggio iniziale di Riccardo Pecci), ancora un esempio di come Puccini, al di là delle circostanze in cui un’idea melodica nasceva, sapesse sempre al tempo opportuno trovarle il posto giusto: ESEMPIO 16 (30 2 ) Il ritorno in scena di Musetta e Marcello trasforma l’insieme in un quartetto, con l’efficace contrapposizione fra i loro coloriti scambi di battute e l’estasi amorosa degli altri due. Musetta e Marcello parlano molto concretamente, ma le loro parole rischiano di sfuggire, tanto forte è il richiamo che proviene dai due amanti immersi nell’idillio. Le quattro voci si uniscono nella stessa melodia solo quando Mimì e Rodolfo decidono di aspettare la primavera prima di lasciarsi. L’addio tra Musetta e Marcello è invece prosastico e declamato («Pittore da bottega!» «Vipera!» «Rospo!» «Strega!»). In coda al brano fa capolino in orchestra il tema della bohème, che ha il compito di ribadire l’identità fra amore, giovinezza ed eccentrica povertà, e di trasmetterla all’episodio successivo: queste quattro note sono come il tocco di un delicato orologio che segna un tempo che i due non potranno fermare. Come s’ingigantiscono per opera di dettagli come questo malinconia e nostalgia. CCX «sogni d’amor! / MIMÌ / Addio, dolce svegliare alla mattina! / RODOLFO / Addio, sognante vita / MIMÌ (sorridendo) / Addio, rabbuffi e gelosie!… / RODOLFO / che un tuo sorriso acqueta!… / MIMÌ / Addio sospetti,… / RO- DOLFO / … baci… / MIMÌ / pungenti amarezze!». CCXI «esce correndo». CCXII «Soli! / RODOLFO e MIMÌ / Mentre a». CCXIII Aggiunta: «(con attitudine di provocazione)». CCXIV «parla coi gigli e le rose».

LA BOHÈME – QUADRO TERZO – LA BARRIERA D’ENFER MIMÌ Esce dai nidi un cinguettio gentile… RODOLFO CCXV Chiacchieran le fontane MIMÌ La brezza della sera balsami stende sulle doglie umane. RODOLFO Vuoi che aspettiam ancor la primavera? MIMÌ CCXIX Sempre tua… per la vita. RODOLFO Ci lasceremo alla stagion fiorita! (S’avviano) MIMÌ Vorrei che eterno durasse il verno! CCXX FINE DEL TERZO QUADRO Arrossendo io rispondeva: ballerei sera e mattina. MARCELLO Quel discorso asconde mire licenziose e disoneste, se ti colgo a incivettire io t’acconcio per le feste (Quasi avventandosi contro Musetta) MUSETTA Ché mi gridi? Ché mi canti? All’altar non siamo uniti. Io detesto quegli amanti che la fanno da mariti… Fo all’amor con chi mi piace, voglio piena libertà! Non ti garba? Ebbene, pace, ma Musetta se ne va. Lunghe al gel notti serene, magri pranzi e magre cene, vi saluto. Signor mio, con piacer vi dico: addio! CCXVI MARCELLO Bada, sotto il mio cappello non ci stan certi ornamenti. Io non faccio da zimbello ai novizi intraprendenti. Vana, frivola, civetta, senza cuor né dignità. Il tuo nome di Musetta si traduce: infedeltà. Ve ne andate? Economia. Or son ricco divenuto. Vi ringrazio; vi saluto. Servo a vostra signoria. CCXVII MUSETTA (s’allontana furiosa: CCXVIII ma poi ad un tratto si sofferma e gli grida ancora velenosa) Pittore da bottega! MARCELLO Vipera! MUSETTA Vipera!Rospo! (Parte) MARCELLO Vipera!Rospo!Strega! (Rientra nel cabaret) CCXV «MIMÌ e RODOLFO». CCXVI «addio vi dico con piacer». CCXVII «Son servo e me ne vo!». CCXVIII «correndo furibonda;». CCXIX Aggiunta: «(avviandosi con Rodolfo)». CCXX «dei fior… / MIMÌ (carezzevole) / Vorrei che eterno / durasse il verno! / MIMÌ e RODOLFO / (allontanandosi) / Ci lascerem alla stagion dei fior!». 95

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MIMÌ<br />

Addio, dolce svegliare alla mattina!<br />

(Sorridendo)<br />

Addio, rabbuffi!<br />

RODOLFO<br />

Addio, rabbuffi!Con subite paci!<br />

MIMÌ<br />

Sospetti!…<br />

MIMÌ<br />

E pungenti amarezze! CCX<br />

RODOLFO<br />

Che io da vero poeta<br />

rimavo con: carezze!<br />

MIMÌ<br />

Soli d’inverno è cosa da morire!<br />

RODOLFO<br />

Mentre al primo fiorire CCXII<br />

di primavera ci è compagno il sole.<br />

MIMÌ<br />

Niuno è solo l’aprile.<br />

RODOLFO<br />

Si discorre coi gigli e le vïole. CCXIV<br />

RODOLFO<br />

Sospetti!…Baci!<br />

MIMÌ<br />

E gelosie!<br />

RODOLFO<br />

E gelosie!Che un tuo sorriso acqueta!<br />

GIACOMO PUCCINI<br />

(Dal cabaret fracasso di piatti e bicchieri rotti. Si odono le<br />

voci concitate di Musetta e Marcello)<br />

MARCELLO<br />

Che facevi, che dicevi<br />

presso il foco a quel signore?<br />

MUSETTA<br />

Che vuoi dire?<br />

(Musetta esce stizzita; Marcello la segue fermandosi sulla porta CCXI )<br />

MARCELLO<br />

Che vuoi dire?Al mio venire<br />

hai mutato di colore.<br />

MUSETTA CCXIII<br />

Quel signore mi diceva:<br />

ama il ballo, signorina?<br />

segue nota 4e<br />

dio dolce svegliare alla mattina») su una melodia d’intenso lirismo (30, Andante con moto – , Sol ). Utile conoscere<br />

la sua origine, la mattinata Sole e amore (1888: in proposito si veda il saggio iniziale di Riccardo Pecci),<br />

ancora un esempio di come Puccini, al di là delle circostanze in cui un’idea melodica nasceva, sapesse sempre al<br />

tempo opportuno trovarle il posto giusto:<br />

ESEMPIO 16 (30 2 )<br />

Il ritorno in scena di Musetta e Marcello trasforma l’insieme in un quartetto, con l’efficace contrapposizione fra<br />

i loro coloriti scambi di battute e l’estasi amorosa degli altri due. Musetta e Marcello parlano molto concretamente,<br />

ma le loro parole rischiano di sfuggire, tanto forte è il richiamo che proviene dai due amanti immersi nell’idillio.<br />

Le quattro voci si uniscono nella stessa melodia solo quando Mimì e Rodolfo decidono di aspettare la<br />

primavera prima di lasciarsi. L’addio tra Musetta e Marcello è invece prosastico e declamato («Pittore da bottega!»<br />

«Vipera!» «Rospo!» «Strega!»). In coda al brano fa capolino in orchestra il tema della bohème, che ha il<br />

compito di ribadire l’identità fra amore, giovinezza ed eccentrica povertà, e di trasmetterla all’episodio successivo:<br />

queste quattro note sono come il tocco di un delicato orologio che segna un tempo che i due non potranno<br />

fermare. Come s’ingigantiscono per opera di dettagli come questo malinconia e nostalgia.<br />

CCX «sogni d’amor! / MIMÌ / Addio, dolce svegliare alla mattina! / RODOLFO / Addio, sognante vita / MIMÌ (sorridendo)<br />

/ Addio, rabbuffi e gelosie!… / RODOLFO / che un tuo sorriso acqueta!… / MIMÌ / Addio sospetti,… / RO-<br />

DOLFO / … baci… / MIMÌ / pungenti amarezze!».<br />

CCXI «esce correndo».<br />

CCXII «Soli! / RODOLFO e MIMÌ / Mentre a».<br />

CCXIII Aggiunta: «(con attitudine di provocazione)».<br />

CCXIV «parla coi gigli e le rose».

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