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boheme (La) - Teatro La Fenice

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88<br />

(I doganieri rimangono immobili; gli spazzini CLXXX<br />

picchiano colle loro scope e badili sulla cancellata<br />

urlando CLXXXI )<br />

Fiocca la neve!… Qui s’agghiaccia!<br />

(I doganieri si scuotono)<br />

UN DOGANIERE (sbadigliando CLXXXII e stirandosi le<br />

braccia, brontola)<br />

Fiocca la neve!… Qui s’agghiaccia!Vengo!<br />

(Va ad aprire, gli spazzini CLXXX entrano e si allontanano<br />

per la via CLXXVI d’Enfer. Il doganiere richiude la<br />

cancellata. Dal cabaret voci allegre e tintinnii di bicchieri<br />

che accompagnano il lieto cantare CLXXXIII )<br />

VOCI INTERNE<br />

Chi trovò forte piacer – nel suo bicchier,<br />

di due labbra sul bel fior – trovò l’amor.<br />

Trallerallè<br />

Eva e Noè!<br />

MUSETTA (nell’interno)<br />

Ai vegliardi il bicchier!<br />

<strong>La</strong> giovin bocca è fatta per l’amor!<br />

(Suoni di campanelli dallo stradale d’Orléans; sono carri<br />

tirati da muli. Schioccare di fruste e grida di carrettieri:<br />

hanno fra le ruote lanterne accese ricoperte di tela.<br />

Passano e si allontanano pel boulevard d’Enfer)<br />

VOCI (dal boulevard esterno; dal fondo) CLXXXIV<br />

Hopp-là! Hopp-là!<br />

DOGANIERI<br />

Hopp-là! Hopp-là!Son già le lattivendole!<br />

GIACOMO PUCCINI<br />

(Dal corpo di guardia esce il sergente dei doganieri,<br />

il quale ordina d’aprire la barriera)<br />

LATTIVENDOLE (passano per la barriera a dorso di asinelli<br />

e si allontanano per diverse strade dicendo ai doganieri<br />

CLXXXV )<br />

Buon giorno!<br />

CONTADINE (con ceste a braccio CLXXXVI )<br />

Buon giorno!– Burro e cacio!<br />

Buon giorno!– Burro e cacio!– Polli ed ova!<br />

(Pagano e i doganieri le lasciano passare. Giunte<br />

al CLXXXVII crocicchio)<br />

– Voi da che parte andate?<br />

– Voi da che parte andate?– A San Michele!<br />

– Ci troverem più tardi?<br />

– Ci troverem più tardi?– A mezzodì!<br />

(Si allontanano per diverse strade. I doganieri ritirano<br />

le panche e il braciere)<br />

[SCENA SECONDA]<br />

(MIMÌ, dalla via CLXXVI d’Enfer, entra guardando attentamente<br />

intorno cercando di riconoscere i luoghi,<br />

ma giunta al primo platano la coglie un violento accesso<br />

di tosse: riavutasi e veduto il sergente, gli si avvicina)<br />

MIMÌ (al sergente)<br />

Sa dirmi, scusi, qual è l’osteria… 4b<br />

(Non ricordandone il nome)<br />

dove un pittor lavora?<br />

segue nota 4a<br />

i lavoratori dell’alba. Nelle nebbie parigine le lattivendole e le paesane portano un pizzico di Toscana, mostrando<br />

«burro e cacio» e «polli ed ova» ai doganieri.<br />

CLXXXI Aggiunta: «; battendo i piedi».<br />

CLXXXII «alzandosi assonnato».<br />

CLXXXIII «accompagnano il canto, battendo nei bicchieri».<br />

CLXXXIV «Chi nel ber trovò il piacer, nel suo bicchier, / ah! d’una bocca nell’ardor trovò l’amor! / MUSETTA (dal cabaret)<br />

/ Ah! Se nel bicchiere sta il piacer, / in giovin bocca sta l’amor! / VOCI INTERNE (dal cabaret) / Trallerallè,<br />

Eva e Noè! / (Risata clamorosa) / (Tintinnio di campanelli di cavalli di carrettieri) / LATTIVENDOLE (interno)».<br />

CLXXXV<br />

«CARRETTIERI (interno; schioccare di frusta) / Hopplà / (Pel boulevard esterno passano dei carri colle grandi<br />

lanterne di tela accese fra le ruote. <strong>La</strong> nebbia dirada e comincia a far giorno) / LATTIVENDOLE (ai doganieri, che<br />

controllano e lasciano passare; si allontanano per vie diverse».<br />

CLXXXVI «entrano in iscena con ceste a braccio; cessa di nevicare».<br />

CLXXXVII «s’avviano; dal».<br />

4b L’esatta citazione del tema di Mimì, che accompagna l’entrata della ragazza (6, Lento molto – , Fa), ci riporta<br />

al momento del suo ingresso nella soffitta e al suo temporaneo malore, là dove la musica aveva suggerito<br />

per la prima volta la sua fragilità fisica. Puccini tronca bruscamente il prosieguo (cfr. es. 7: B) conservandolo per<br />

il quadro successivo, quando la malattia si sarà definitivamente impadronita dell’eroina, ma intanto meno di cinque<br />

minuti di musica hanno definitivamente congedato ogni eco spensierata della felicità perduta. Pochi gesti

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