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• Ciao Guido! Spesso nella vita mi sento<br />
come un motociclista sulla linea di partenza…<br />
quali le caratteristiche del pilota<br />
vincente?<br />
No, ti correggo, tu sei meglio del motociclista<br />
in partenza! Perché lui è obbligato ad essere individualista,<br />
a pensare solo a se stesso per i 45<br />
minuti della corsa, mentre tu hai la possibilità di<br />
vivere le tue sfide in armonia con gli altri. Aiutandoli,<br />
facendoti aiutare. Questo vale anche per i<br />
piloti, ma solo prima e dopo la gara, non durante.<br />
Nel senso che fuori dalla gara ha i suoi meccanici<br />
che lo aiutano e lui, a sua volta, aiuta loro con<br />
le proprie indicazioni. Il pilota vincente per me<br />
deve soprattutto avere buonsenso, che significa<br />
la piena consapevolezza del limite. Può andarci<br />
vicino, ma non può superarlo. Il pilota vincente<br />
batte l’avversario, ma lo rispetta. Il pilota vincente<br />
prepara la moto ascoltando i consigli altrui e<br />
la propria esperienza. Il pilota vincente dice la<br />
verità anche quando per lui è scomoda. Il pilota<br />
vincente non perde mai il gusto per il gioco. Il<br />
pilota vincente alimenta con passione la propria<br />
passione. Il pilota vincente ha forza di volontà<br />
per tornare in sella quando casca giù, perché<br />
sa che in sella sta meglio che a piedi. Ha molto<br />
coraggio, moltissima fiducia in se stesso e nel<br />
prossimo. Il pilota vincente è paradossalmente<br />
la migliore delle persone… normali!<br />
<strong>CarnetdiMarcia</strong><br />
Sale in Zucca<br />
• E quando perdi o caschi, come si fa a trovare<br />
il coraggio di rimontare in sella?<br />
Ecco, appunto. Quando perde diventa comunque<br />
vincente nel momento in cui accetta la sconfitta,<br />
ammette le proprie responsabilità se ce ne<br />
sono, dice la verità, non inventa scuse. Così è di<br />
nuovo pronto per vincere, perché ha una visione<br />
lucida dell’errore e sa come non ripeterlo. Se<br />
cade e non si fa niente, beh, ci è abituato.<br />
È nel conto del suo mestiere. Cadere si può, anzi<br />
si deve. Se non cade il pilota non impara. E se<br />
non impara non vince. I ragazzi del mondiale che<br />
frequento io sono così.<br />
Sportivi speciali, un po’ atipici, molto diversi e<br />
più profondi dei calciatori. Forse perché fanno un<br />
mestiere pericoloso e conoscono meglio degli<br />
altri il valore della vita. Se quando cade un pilota<br />
si fa male, la passione per la moto e per la vita è<br />
così forte che guarisce anche prima di qualsiasi<br />
persona normale.<br />
Sembra un specie di miracolo, ma è proprio così<br />
che accade. Ormai lo vedo da anni. Lo so, l’ho<br />
imparato.