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T44 ON LINE Giovanni Boccaccio La novella di ... - Palumbo Editore

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PARTE TERZA Autunno del Me<strong>di</strong>oevo e rinnovamento preumanistico: l’età <strong>di</strong> Petrarca, <strong>Boccaccio</strong>, Chaucer (1310-1380)<br />

CAPITOLO III Il Decameron<br />

<strong>T44</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong> <strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>novella</strong> <strong>di</strong> Cimone<br />

[Decameron, V, 1]<br />

da G. <strong>Boccaccio</strong>, Decameron,<br />

a cura <strong>di</strong> V. Branca, Einau<strong>di</strong>,<br />

Torino 1992.<br />

5<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

1 Molte...davanti: a parlare è Panfilo, invitato da Fiammetta.<br />

<strong>La</strong> giornata è definita lieta in quanto de<strong>di</strong>cata agli<br />

amori che dopo un inizio sfor tunato si concludono felicemente.<br />

2 sante...d’Amore: elogio della potenza dell’amore le cui<br />

conseguenze sono qui viste non solo come <strong>di</strong>vine (sante)<br />

ma anche nei loro aspetti devastanti (poderose).<br />

3 il che: la qual cosa.<br />

5 sì...letto: riferimento immaginario a fonti storiche non<br />

ben precisate.<br />

5 Cipri: Cipro.<br />

6 dolente: triste.<br />

7 trapassava: superava.<br />

8 matto...speranza: era stupido e non lasciava speranze<br />

<strong>di</strong> miglioramento.<br />

9 Galeso: il nome, come quello degli altri personaggi (Aristippo,<br />

Efigenia, Lisimaco, Cipseo, ecc.) è probabilmente<br />

È la prima della Quinta giornata, de<strong>di</strong>cata agli amori felici. Ne riportiamo qui la parte iniziale e la conclusione.<br />

<strong>La</strong> <strong>novella</strong> è <strong>di</strong>visa in due parti. Nella prima Cimone <strong>di</strong>venta, da rozzo, gentile: decisiva è l’apparizione<br />

<strong>di</strong> Efigenia in uno scenario primaverile. Tematiche cortesi <strong>di</strong> provenienza provenzale e stilnovistica<br />

sono rielaborate a celebrare il mito dell’amore che si trasforma in elevazione spirituale e culturale<br />

dell’innamorato. Si noti tutta via che l’elevazione non ha nulla <strong>di</strong> mistico o <strong>di</strong> teologico. <strong>La</strong> seconda parte<br />

descrive invece le avventure <strong>di</strong> Cimone che, dopo aver rapito la ragazza mentre andava per mare dal<br />

promesso sposo, è messo in prigione a Ro<strong>di</strong>. Qui viene liberato da Lisimaco che lo vuole compagno <strong>di</strong> impresa:<br />

sia Efigenia, sia Cassandrea, che Lisimaco ama, stanno per sposare due fratelli e le nozze saranno<br />

celebrate contemporaneamente nella stessa casa. I due vi penetrano mentre è in corso la cerimonia nuziale,<br />

uccidono i rivali e rapiscono le fanciulle.<br />

Molte novelle, <strong>di</strong>lettose donne, a dover dar principio a così lieta giornata come questa sarà, per dovere<br />

essere da me raccontate mi si paran davanti: 1 delle quali una più nell’animo me ne piace, per ciò<br />

che per quella potrete comprendere non solamente il felice fine per lo quale a ragionare incominciamo,<br />

ma quanto sian sante, quanto poderose e <strong>di</strong> quanto ben piene le forze d’Amore, 2 le quali molti,<br />

senza saper che si <strong>di</strong>cano, dannano e vituperano a gran torto: il che, 3 se io non erro, per ciò che innamorate<br />

credo che siate, molto vi dovrà esser caro.<br />

Adunque (sì come noi nell’antiche istorie de’ cipriani abbiam già letto 4 ) nell’isola <strong>di</strong> Cipri 5 fu un<br />

nobilissimo uomo il quale per nome fu chiamato Aristippo, oltre a ogni altro pae sano <strong>di</strong> tutte le temporali<br />

cose ricchissimo: e se d’una cosa sola non l’avesse la fortuna fatto do lente, 6 più che altro si potea<br />

contentare. E questo era che egli, tra gli altri suoi figliuoli, n’avea uno il quale <strong>di</strong> grandezza e <strong>di</strong> bellezza<br />

<strong>di</strong> corpo tutti gli altri giovani trapassava, 7 ma quasi matto era e <strong>di</strong> perduta speranza, 8 il cui vero<br />

nome era Galeso; 9 ma, per ciò che mai né per fa tica <strong>di</strong> maestro né per lusinga 10 o battitura del padre<br />

o ingegno d’alcuno altro gli s’era potuto metter nel capo né lettera né costume alcuno, 11 anzi con 12 la<br />

voce grossa e deforme e con mo<strong>di</strong> più convenienti a bestia che a uomo, quasi per ischerno da tutti era<br />

chiamato Cimone, il che nella lor lingua sonava quanto nella nostra ‘bestione’. 13 <strong>La</strong> cui perduta vita il<br />

padre con gravis sima noia portava; 14 e già essendosi ogni speranza a lui <strong>di</strong> lui fuggita, per non aver<br />

sempre da vanti la cagione del suo dolore, gli comandò che alla villa 15 n’andasse e quivi co’ suoi lavora -<br />

tori si <strong>di</strong>morasse; la qual cosa a Cimone fu carissima, per ciò che i costumi e l’usanza degli uomini<br />

grossi 16 gli eran più a grado che le citta<strong>di</strong>ne.<br />

Andatosene adunque Cimone alla villa e quivi nelle cose pertinenti a quella essercitandosi, avvenne<br />

che un giorno, passato già il mezzodì, passando egli da una possessione 17 a un’altra con un suo bastone<br />

in collo, 18 entrò in un boschetto il quale era in quella contrada bellissimo, e, per ciò che del mese<br />

<strong>di</strong> maggio era, 19 tutto era fronzuto. Per lo quale andando, s’avenne, 20 sì come la sua fortuna il vi<br />

guidò, in un pratello d’altissimi alberi circuito, 21 nell’un de’ canti 22 del quale era una bellissima fontana<br />

e fredda, allato alla quale vide sopra il verde prato dor mire una bellissima giovane con un vestimento<br />

indosso tanto sottile, che quasi niente delle can <strong>di</strong>de carni nascondea, e era solamente dalla cintura<br />

in giù coperta d’una coltre 23 bianchissima e sottile; e a’ piè <strong>di</strong> lei similmente dormivano due femine<br />

e uno uomo, servi <strong>di</strong> questa gio vane. 24<br />

tratto dai romanzi ellenistici e rinvia all’ambientazione<br />

“greca” della <strong>novella</strong>.<br />

10 per lusinga: con allettamenti.<br />

11 né lettera...alcuno: nessun tipo <strong>di</strong> conoscenza, né culturale,<br />

né comportamentale.<br />

12 con: ha valore causale.<br />

13 Cimone...bestione: è un’etimologia proposta da <strong>Boccaccio</strong><br />

ma non ben verificabile. Branca suggerisce una derivazione<br />

da “chimon”, con la ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> “chimàros” = capro,<br />

o da “chèmos” = museruola, sempre in riferimento, comunque,<br />

a qualcosa <strong>di</strong> animalesco.<br />

14 con...portava: sopportava con immenso dolore.<br />

15 alla villa: in campagna.<br />

16 grossi: rozzi.<br />

17 possessione: posse<strong>di</strong>mento.<br />

18 in collo: sulla spalla.<br />

19 per...era: solita ambientazione primaverile, favorevole al-<br />

Luperini, Catal<strong>di</strong>, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

1<br />

la nascita degli amori.<br />

20 s’avenne: capitò.<br />

21 circuito: circondato.<br />

22 de’ canti: degli angoli.<br />

23 coltre: coperta.<br />

24 pratello...giovane: tutta la descrizione è impreziosita dall’uso<br />

degli *endecasillabi («tanto sottile che quasi niente<br />

/ delle can<strong>di</strong>de carni na scondea»; «d’una coltre bianchissima<br />

e leggera») e rinvia alle visioni della letteratura<br />

provenzale e stilnovistica per la contestualità *allegorica<br />

del “Giar<strong>di</strong>no d’Amore” e per l’apparizione della bellissima<br />

giovane. Essa, tuttavia, piú che con i caratteri tra<strong>di</strong>zionali<br />

<strong>di</strong> una visione angelicata, si presenta con una forte<br />

sottolineatura <strong>di</strong> quelli sensuali, che attenuano il carattere<br />

“iniziatico” e rituale dell‘immagine, rinnovandola<br />

profonda mente.


PARTE TERZA Autunno del Me<strong>di</strong>oevo e rinnovamento preumanistico: l’età <strong>di</strong> Petrarca, <strong>Boccaccio</strong>, Chaucer (1310-1380)<br />

CAPITOLO III Il Decameron<br />

30<br />

35<br />

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55<br />

60<br />

65<br />

70<br />

<strong>T44</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

25 <strong>La</strong> quale: è complemento oggetto. Soggetto è infatti Cimone.<br />

26 fermatosi: appoggiandosi.<br />

27 citta<strong>di</strong>nesco: civile. Affermazione che rientra nel *topos<br />

dell’opposizione città/campagna.<br />

28 un pensiero...gli ragionava: è quasi citazione dantesca<br />

dalla canzone Amor che ne la mente mi ragiona (terzo<br />

trattato del Convivio). Ma qui la mente <strong>di</strong> Cimone è materiale<br />

e grossa.<br />

29 costei essere: <strong>di</strong>pende da pensiero: che lei fosse.<br />

30 per...vivente: da qualsiasi uomo.<br />

31 quinci...<strong>di</strong>stinguer: da qui [: da questa prima sensazione]<br />

cominciò a esaminare.<br />

32 <strong>di</strong> lavoratore: da conta<strong>di</strong>no [qual era].<br />

33 alto sonno: sonno profondo. È un *sintagma dantesco<br />

(Inf. IV, 1: «Ruppemi l’alto sonno nella testa») e a sua<br />

volta frequente nell’E neide <strong>di</strong> Virgilio (VI, 522: «alta quies»;<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> ~ <strong>La</strong> <strong>novella</strong> <strong>di</strong> Cimone<br />

<strong>La</strong> quale 25 come Cimon vide, non altramenti che se mai più forma <strong>di</strong> femina veduta non avesse,<br />

fermatosi 26 sopra il suo bastone, senza <strong>di</strong>re alcuna cosa, con ammirazion gran<strong>di</strong>ssima la incominciò<br />

intentissimo a riguardare; e nel rozzo petto, nel quale per mille ammaestramenti non era alcuna impressione<br />

<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nesco 27 piacere potuta entrare, sentì destarsi un pensiero il quale nella materiale e<br />

grossa mente gli ragionava 28 costei essere 29 la più bella cosa che già mai per alcun vivente 30 veduta fosse.<br />

E quinci cominciò a <strong>di</strong>stinguer 31 le parti <strong>di</strong> lei, lodando i capelli, li quali d’oro estimava, la fronte,<br />

il naso e la bocca, la gola e le braccia e somma mente il petto, poco ancora rilevato: e, <strong>di</strong> lavoratore, 32<br />

<strong>di</strong> bellezza subitamente giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>ve nuto seco sommamente <strong>di</strong>siderava <strong>di</strong> veder gli occhi, li quali ella<br />

da alto sonno 33 gravati te neva chiusi; e per vedergli più volte ebbe volontà <strong>di</strong> destarla. Ma parendogli<br />

oltre modo più bella che l’altre femine per a<strong>di</strong>etro da lui vedute, dubitava non fosse alcuna dea; 34 e<br />

pur 35 tanto <strong>di</strong> sentimento avea, che egli giu<strong>di</strong>cava le <strong>di</strong>vine cose essere <strong>di</strong> più reverenza degne che le<br />

mondane, e per questo si riteneva, aspettando che da se medesima si svegliasse; e come che lo ’ndugio<br />

gli paresse troppo, pur, da non usato piacer preso, non si sapeva partire.<br />

Avvenne adunque che dopo lungo spazio la giovane, il cui nome era Efigenia, prima che al cun de’<br />

suoi si risentì, 36 e levato il capo e aperti gli occhi e veggendosi sopra il suo bastone appoggiato star davanti<br />

Cimone, si maravigliò forte e <strong>di</strong>sse: «Cimone, che vai tu a questa ora per questo bosco cercando?»<br />

Era Cimone, sì per la sua forma e sì per la sua rozzezza e sì per la nobiltà e richezza del padre, quasi<br />

noto a ciascun del paese. Egli non rispose alle parole d’Efigenia alcuna cosa; ma come gli occhi <strong>di</strong><br />

lei vide aperti, così in quegli fiso cominciò a guardare, seco stesso parendo gli che da quegli una soavità<br />

si movesse 37 la quale il riempiesse <strong>di</strong> piacere mai da lui non pro vato.<br />

Il che la giovane veggendo, cominciò a dubitare non 38 quel suo guardar così fiso movesse la sua<br />

rusticità 39 a alcuna cosa che vergogna le potesse tornare: per che, chiamate le sue femine, si levò sù <strong>di</strong>cendo:<br />

«Cimone, rimanti con Dio». 40<br />

A cui allora Cimon rispose: «Io ne verrò teco».<br />

E quantunque la giovane sua compagnia rifiutasse, sempre <strong>di</strong> lui temendo, mai da sé partir nol<br />

poté infino a tanto che egli non l’ebbe infino alla casa <strong>di</strong> lei accompagnata; e <strong>di</strong> quin<strong>di</strong> n’andò a casa<br />

il padre, 41 affermando sé in niuna guisa più in villa voler ritornare: il che quan tunque grave fosse al<br />

padre e a’ suoi, pure il lasciarono stare aspettando <strong>di</strong> vedere qual cagion fosse quella che fatto gli avesse<br />

mutar consiglio.<br />

Essendo adunque a Cimone nel cuore, nel quale niuna dottrina 42 era potuta entrare, entrata la<br />

saetta d’Amore per la bellezza d’Efigenia, in brevissimo tempo, d’uno in altro pensiero pervenendo,<br />

fece maravigliare il padre e tutti i suoi e ciascuno altro che il conoscea. Egli pri mieramente richiese<br />

il padre che il facesse andare <strong>di</strong> vestimenti e d’ogni altra cosa ornato come i fratelli <strong>di</strong> lui andavano:<br />

il che il padre contentissimo fece. Quin<strong>di</strong> usando co’ giovani 43 valorosi e udendo i mo<strong>di</strong>, quali a’ gentili<br />

uomini si convenieno e massimamente agl’innamo rati, prima, con gran<strong>di</strong>ssima ammirazione d’ognuno,<br />

in assai brieve spazio <strong>di</strong> tempo non sola mente le prime lettere apparò ma valorosissimo tra’<br />

filosofanti 44 <strong>di</strong>venne. E appresso questo, es sendo <strong>di</strong> tutto ciò cagione l’amore il quale a Efigenia portava,<br />

non solamente la rozza voce e rustica in convenevole 45 e citta<strong>di</strong>na ridusse, ma <strong>di</strong> canto <strong>di</strong>venne<br />

maestro e <strong>di</strong> suono, e nel ca valcare e nelle cose belliche, così marine come <strong>di</strong> terra, espertissimo e feroce<br />

46 <strong>di</strong>venne. E in brieve, acciò che 47 io non vada ogni particular cosa delle sue virtù raccontando,<br />

egli 48 non si compié il quarto anno dal dì del suo primiero innamoramento, che egli riuscì il più leg-<br />

VII, 458: «sopor altus»).<br />

34 Ma...dea: periodo con un endecasillabo iniziale e uno finale.<br />

35 pur: tuttavia, con valore concessivo, come il seguente.<br />

<strong>La</strong> ripetizione vuole evidenziare il mutamento che sta avvenendo<br />

in Cimone e, per altro verso, l’incredulità dello<br />

stesso narratore.<br />

36 si risentì: si risvegliò.<br />

37 da quegli...movesse: è riferimento esplicito al famoso sonetto<br />

dantesco Tanto gentile e tanto onesta pare nella<br />

Vita nuova (cfr. Parte Seconda, cap. VI, T2, p. 192): «e par<br />

che de la sua labbia si mova / un spirito soave pien d’amore»<br />

(vv. 12-13); per il *topos degli occhi e dello sguardo<br />

si tengano presenti i versi che precedono: «Mostrasi<br />

sì piacente a chi la mira, / che dà per li occhi una dolcezza<br />

al core, / che intender no la può chi no lo prova»<br />

(vv. 9-11). Evidentemente l’iniziazione <strong>di</strong> Cimone al sen-<br />

Luperini, Catal<strong>di</strong>, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

2<br />

timento d’amore avviene secondo il “rituale” cortese-stilnovistico,<br />

ma quasi per offrirne una te stimonianza paradossale:<br />

se l’amore riesce a “convertire” proprio lui, vuol<br />

<strong>di</strong>re che la forza dell’amore è davvero incontenibile e naturale<br />

(perché capace <strong>di</strong> coinvolgere tutti gli uomini).<br />

38 a dubitare non: a dubitare che, costruito alla latina.<br />

39 rusticità: rozzezza.<br />

40 rimanti con Dio: è formula <strong>di</strong> saluto.<br />

41 a casa il padre: alla casa del padre; casa ha qui la stessa<br />

funzione del francese “chez” = presso.<br />

42 dottrina: conoscenza.<br />

43 usando co’ giovani: frequentando i giovani.<br />

44 filosofanti: forma parallela per “filosofi”.<br />

45 convenevole: opportuna.<br />

46 feroce: prode.<br />

47 acciò che: affinché.<br />

48 egli: *pleonastico.


PARTE TERZA Autunno del Me<strong>di</strong>oevo e rinnovamento preumanistico: l’età <strong>di</strong> Petrarca, <strong>Boccaccio</strong>, Chaucer (1310-1380)<br />

CAPITOLO III Il Decameron<br />

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110<br />

<strong>T44</strong> <strong>ON</strong> <strong>LINE</strong><br />

49 costumato: educato nel comportamento.<br />

50 Che…Cimone?: è la voce <strong>di</strong> Panfilo che interviene <strong>di</strong>rettamente<br />

nel racconto per commentare, con linguaggio tutto<br />

stilnovistico, la straor<strong>di</strong>naria trasformazione <strong>di</strong> Cimone.<br />

51 fossono: furono, da unire a legate e a racchiuse.<br />

52 eccitatore: suscitatore.<br />

53 obumbrazione: oscuramento. Come verbo, è parola usata<br />

nella Vita nuova <strong>di</strong> Dante (XI, 3): «non che Amore fosse<br />

tal mezzo che po tesse obumbrare a me la intollerabile<br />

beatitu<strong>di</strong>ne»; ma è già presente nel Vangelo <strong>di</strong> Luca e<br />

in san Bernardo.<br />

54 subgetti: soggetti; dal lat. “subiectum”.<br />

55 trasandasse: esagerasse.<br />

56 così: Efigenia si è rivolta a lui, infatti, chiamandolo “Cimone”.<br />

57 tentare: interrogare, per conoscerne le intenzioni.<br />

<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> ~ <strong>La</strong> <strong>novella</strong> <strong>di</strong> Cimone<br />

giadro e il meglio costumato 49 e con più particulari virtù che altro giovane alcuno che nell’isola fosse<br />

<strong>di</strong> Cipri.<br />

Che dunque, piacevoli donne, <strong>di</strong>remo <strong>di</strong> Cimone? 50 Certo niuna altra cosa se non che l’alte vertù<br />

dal cielo infuse nella valorosa anima fossono 51 da invi<strong>di</strong>osa fortuna in picciolissima parte del suo cuore<br />

con legami fortissimi legate e racchiuse, li quali tutti Amor ruppe e spezzò, sì come molto più potente<br />

<strong>di</strong> lei; e come eccitatore 52 degli adormentati ingegni, quelle da cru dele obumbrazione 53 offuscate<br />

con la sua forza sospinse in chiara luce, apertamente mostrando <strong>di</strong> che luogo tragga gli spiriti a lui<br />

subgetti 54 e in quale gli conduca co’ raggi suoi.<br />

Cimone, adunque, quantunque amando Efigenia in alcune cose, sì come i giovani amanti molto<br />

spesso fanno, trasandasse, 55 non<strong>di</strong>meno Aristippo, considerando che amor l’avesse <strong>di</strong> montone fatto<br />

tornare uno uomo, non solo pazientemente il sostenea ma in seguir ciò in tutti i suoi piaceri il confortava.<br />

Ma Cimone, che d’esser chiamato Galeso rifiutava, ricordandosi che così 56 da Efigenia era stato<br />

chiamato, volendo onesto fine porre al suo <strong>di</strong>sio, più volte fece tentare 57 Cipseo, padre d’Efigenia, che<br />

lei per moglie gli dovesse dare; ma Cipseo rispose sempre sé averla promessa 58 a Pasimunda, nobile<br />

giovane ro<strong>di</strong>ano, al quale non intendeva ve nirne meno.<br />

E essendo delle pattovite 59 nozze d’Efigenia venuto il tempo e il marito mandato 60 per lei, <strong>di</strong>sse seco<br />

Cimone: «Ora è tempo <strong>di</strong> mostrare, o Efigenia, quanto tu sii da me amata. Io son per te <strong>di</strong>venuto<br />

uomo: e se io ti posso avere, io non dubito <strong>di</strong> non 61 <strong>di</strong>venire più glorioso che alcuno i<strong>di</strong>o: e per certo<br />

io t’avrò o io morrò».<br />

E così detto, tacitamente alquanti nobili giovani richiesti che suoi amici erano, e fatto se gretamente<br />

un legno 62 armare con ogni cosa oportuna a battaglia navale, si misse in mare, at tendendo il legno<br />

sopra il quale Efigenia trasportata doveva essere in Ro<strong>di</strong> al suo marito. <strong>La</strong> quale, dopo molto onore<br />

fatto dal padre <strong>di</strong> lei agli amici del marito, entrata in mare, verso Ro<strong>di</strong> <strong>di</strong>rizzaron la proda e andar via.<br />

Cimone, il quale non dormiva, il dì seguente col suo le gno gli sopragiunse, 63 e <strong>di</strong> ’n su la proda a quegli<br />

che sopra il legno d’Efigenia erano forte gridò: «Arrestatevi, calate le vele, o voi aspettate d’esser<br />

vinti e sommersi in mare».<br />

Gli avversarii <strong>di</strong> Cimone avevano l’arme tratte sopra coverta 64 e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi s’apparecchia vano:<br />

per che Cimone, dopo le parole preso un rampicone 65 <strong>di</strong> ferro, quello sopra la poppa de’ ro<strong>di</strong>ani, che<br />

via andavan forte, gittò e quella alla proda del suo legno per forza congiunse; e fiero come un leone,<br />

sanza altro seguito d’alcuno aspettare, sopra la nave de’ ro<strong>di</strong>ani saltò, quasi tutti per niente gli avesse;<br />

66 e spronandolo amore, 67 con maravigliosa forza fra’ nemici con un coltello in man si mise e or questo<br />

e or quello ferendo quasi pecore gli abbattea. Il che vedendo i ro<strong>di</strong>ani, gittando in terra l’armi, quasi<br />

a una voce tutti si confessaron prigioni. 68<br />

Alli quali Cimon <strong>di</strong>sse: «Giovani uomini, né vaghezza 69 <strong>di</strong> preda né o<strong>di</strong>o che io abbia contra <strong>di</strong> voi<br />

mi fece partir <strong>di</strong> Cipri a dovervi in mezzo mare 70 con armata mano assalire. Quel che mi mosse è a me<br />

gran<strong>di</strong>ssima cosa a avere acquistata 71 e a voi è assai leggiera a con cederlami 72 con pace: e ciò è Efigenia,<br />

da me sopra ogni altra cosa amata, la quale non po tendo io avere dal padre <strong>di</strong> lei come amico e<br />

con pace, da voi come nemico e con l’armi m’ha costretto amore a acquistarla. 73 E per ciò intendo io<br />

d’esserle quello che esserle dovea il vo stro Pasimunda: datelami e andate con la grazia <strong>di</strong> Dio».<br />

I giovani, li quali più forza che liberalità costrignea, 74 piagnendo Efigenia 75 a Cimon concedettono;<br />

il quale vedendola piagnere <strong>di</strong>sse: «Nobile donna, non ti sconfortare; io sono il tuo Cimone, il quale<br />

per lungo amore t’ho molto meglio meritata d’avere 76 che Pasimunda per promessa fede». [...]<br />

58 sempre...promessa: che lui l’aveva sempre promessa;<br />

costruzione all’infinito come in latino.<br />

59 pattovite: pattuite.<br />

60 mandato: avendo mandato [una nave] a prenderla.<br />

61 non dubito <strong>di</strong> non: non dubito <strong>di</strong> (cfr. in lat. “non dubito<br />

quin”).<br />

62 legno: nave.<br />

63 gli sopragiunse: li raggiunse.<br />

64 sopra coverta: sopra coperta, sui ponti della nave.<br />

65 rampicone: rampone, arpione.<br />

66 quasi...avesse: non considerando il loro numero, la loro<br />

presenza.<br />

67 e spronandolo amore: è un *settenario che condensa<br />

rapidamente il leit-motiv della <strong>novella</strong>: egli agisce, ormai,<br />

in nome <strong>di</strong> una sfrenata passione.<br />

Luperini, Catal<strong>di</strong>, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

3<br />

68 prigioni: prigionieri.<br />

69 vaghezza: desiderio.<br />

70 in mezzo mare: espressione corrente per in mezzo al mare<br />

(cfr. Dante, Inf. XIV, 94: «In mezzo mar siede un paese<br />

guasto»; Virgilio, Eneide III, 104: «me<strong>di</strong>o […] ponto»).<br />

71 a avere acquistata: quando l’abbia acquistata.<br />

72 concederlami: concedermela, con l’inversione dei pronomi<br />

(come, più avanti, datelami: datemela).<br />

73 da voi...acquistarla: si noti la scansione possente dei<br />

due endecasillabi.<br />

74 li quali...costrignea: i giovani, cioè, cedono non per “generosità”<br />

(liberalità), ma perché sopraffatti dall’incontenibile<br />

potenza <strong>di</strong> Cimone.<br />

75 piagnendo Efigenia: mentre Efigenia piangeva. Piagnendo<br />

è un gerun<strong>di</strong>o con valore <strong>di</strong> participio.<br />

76 t’ho...d’avere: ho meritato molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> averti.


PARTE TERZA Autunno del Me<strong>di</strong>oevo e rinnovamento preumanistico: l’età <strong>di</strong> Petrarca, <strong>Boccaccio</strong>, Chaucer (1310-1380)<br />

CAPITOLO III Il Decameron<br />

77 nozze: si tratta del matrimonio <strong>di</strong> Pasimunda con Efigenia,<br />

e del fratello del primo, Ormisda, con Cassandrea,<br />

della quale si è invaghito Lisimaco. Lisimaco è il supremo<br />

magistrato <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> che ha liberato dalle carceri Cimone<br />

proprio per poter attuare il rapimento delle due donne,<br />

nel momento stesso delle loro nozze.<br />

78 pompa: lo sfarzo della cerimonia.<br />

79 appresta: preparata.<br />

80 cautamente: accortamente.<br />

81 assettate: sedute.<br />

82 <strong>di</strong> presente: subito.<br />

83 fu...ripieno: ripieno concorda con ogni cosa, considerato<br />

un neutro. Tutta l’espressione riprende, anche stilistica-<br />

esercizi<br />

115<br />

120<br />

125<br />

130<br />

135<br />

Analizzare e interpretare<br />

1<br />

2<br />

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<strong>Giovanni</strong> <strong>Boccaccio</strong> ~ <strong>La</strong> <strong>novella</strong> <strong>di</strong> Cimone<br />

Venuto il giorno delle nozze, 77 la pompa 78 fu grande e magnifica, e ogni parte della casa de’ due<br />

fratelli fu <strong>di</strong> lieta festa ripiena. Lisimaco, ogni cosa oportuna avendo appresta, 79 Cimone e’ suoi compagni<br />

e similmente i suoi amici, tutti sotto i vestimenti armati, quando tempo gli parve, avendogli prima<br />

con molte parole al suo proponimento accesi, in tre parti <strong>di</strong>vise, delle quali cautamente 80 l’una<br />

mandò al porto, acciò che niun potesse impe<strong>di</strong>re il salire sopra la nave quando bisognasse; e con l’altre<br />

due alle case <strong>di</strong> Pasimunda venuti, una ne lasciò alla porta, acciò che alcun dentro non gli potesse<br />

rinchiudere o a loro l’uscita vietare, e col rima nente insieme con Cimone montò su per le scale. E pervenuti<br />

nella sala dove le nuove spose con molte altre donne già a tavola erano per mangiare assettate<br />

81 or<strong>di</strong>natamente, fattisi innanzi e gittate le tavole in terra, ciascun prese la sua e, nelle braccia de’<br />

compagni messala, comanda rono che alla nave apprestata le menassero <strong>di</strong> presente. 82<br />

Le novelle spose cominciarono a piagnere e a gridare, e il simigliante l’altre donne e i ser vidori, e<br />

subitamente fu ogni cosa <strong>di</strong> romore e <strong>di</strong> pianto ripieno. 83 Ma Cimone e Lisimaco e’ lor compagni, tirate<br />

le spade fuori, senza alcun contasto, 84 data loro da tutti la via, verso le scale se ne vennero; e quelle<br />

scendendo, occorse lor 85 Pasimunda, il quale con un gran bastone in mano al romor traeva, 86 cui<br />

animosamente Cimone sopra la testa ferì e ricisegliele 87 ben mezza e morto sel fece cadere a’ pie<strong>di</strong>. All’aiuto<br />

del quale correndo il misero Ormisda, si milmente da un de’ colpi <strong>di</strong> Cimon fu ucciso, e alcuni<br />

altri che appressar si vollero da’ com pagni <strong>di</strong> Lisimaco e <strong>di</strong> Cimone fe<strong>di</strong>ti 88 e ributtati in<strong>di</strong>etro furono.<br />

Essi, lasciata piena la casa <strong>di</strong> sangue, <strong>di</strong> romore e <strong>di</strong> pianto e <strong>di</strong> tristizia, 89 senza alcuno impe<strong>di</strong>mento<br />

stretti insieme con la loro rapina 90 alla nave pervennero: sopra la quale messe le donne e saliti<br />

essi e tutti i lor com pagni, essendo già il lito 91 pieno <strong>di</strong> gente armata che alla riscossa delle donne venia,<br />

dato de’ remi in acqua 92 lieti andaron pe’ fatti loro.<br />

E pervenuti in Creti, 93 quivi da molti e amici e parenti lietamente ricevuti furono: e spo sate le donne<br />

e fatta la festa grande, 94 lieti della loro rapina goderono. In Cipri e in Ro<strong>di</strong> fu rono i romori e’ turbamenti<br />

gran<strong>di</strong> e lungo tempo per le costoro opere. 95 Ultimamente, interpo nendosi e nell’un luogo e<br />

nell’altro gli amici e i parenti <strong>di</strong> costoro, trovaron modo che dopo alcuno essilio 95 Cimone con Efigenia<br />

lieto si tornò in Cipri e Lisimaco similmente con Cassandrea ritornò in Ro<strong>di</strong>; e ciascun lietamente<br />

con la sua visse lungamente contento nella sua terra. 97<br />

Città e campagna sono presentate secondo il tra<strong>di</strong>zionale<br />

rapporto <strong>di</strong> opposizione. In<strong>di</strong>viduane i caratteri e la funzionalità<br />

nella narrazione.<br />

Sottolinea l’intreccio <strong>di</strong> elementi realistici ed elementi stilnovistici<br />

nella scena dell’incontro <strong>di</strong> Cimone con Efigenia.<br />

mente e per contrap posizione, quanto detto in precedenza<br />

(«e ogni parte della casa dei due fratelli fu <strong>di</strong> lieta festa<br />

ripiena»).<br />

84 senza...contasto: senza incontrare opposizione alcuna.<br />

Contasto sta per “contrasto”.<br />

85 occorse lor: venne loro incontro.<br />

86 al romor traeva: invitava alla riscossa.<br />

87 recisegliele: gliela recise. Gliele è indeclinable e riferito<br />

a testa.<br />

88 fe<strong>di</strong>ti: feriti; per *<strong>di</strong>ssimilazione <strong>di</strong> r in d.<br />

89 lasciata...tristizia: si noti l’efficacia espressiva dell’amplificazione<br />

ottenuta con *asindeto e *polisindeto.<br />

90 con...rapina: si riferisce all’oggetto del loro rapimento e<br />

Luperini, Catal<strong>di</strong>, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]<br />

3<br />

4<br />

4<br />

dunque alle due donne.<br />

91 lito: spiaggia; dal lat. “litus”.<br />

92 dato...acqua: messi i remi in acqua.<br />

93 Creti: Creta.<br />

94 festa grande: esattamente come quella alla quale hanno<br />

strappato via le due donne, quasi senza soluzione <strong>di</strong><br />

continuità.<br />

95 per...opere: per le loro imprese (opere).<br />

96 dopo…essilio: dopo un periodo <strong>di</strong> esilio.<br />

97 Cimone...terra: finale canonico delle storie d’amore felicemente<br />

risolte, anche se, come qui, in modo davvero<br />

paradossale.<br />

L’innamoramento e il risveglio spirituale <strong>di</strong> Cimone non hanno<br />

nulla <strong>di</strong> mistico o <strong>di</strong> religioso. Puoi <strong>di</strong>mostrarlo?<br />

Come si concilia il giu<strong>di</strong>zio positivo sull’amore espresso all’inizio<br />

da Panfilo con la conclusione della <strong>novella</strong>? Qual è il<br />

punto <strong>di</strong> vista dell’autore?

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