PERIODICO DELLA CONTRADA SAN MARTINO - mAggIO 2011

COpIA OMAggIO - AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI mILANO N°44 DEL 22.01.94
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PERIODICO DELLA CONTRADA SAN MARTINO - mAggIO 2011

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editoriale
la MeMoria
condivisa
del passato
Da quel lontano 1932, anno della prima rievocazione della Battaglia
di Legnano, sono passati quasi sedici lustri e molte cose, nel
corso degli ultimi decenni, hanno progressivamente assunto colori
e caratteristiche diverse. Ottocentotrentacinque anni di storia non
hanno però cancellato la memoria della gloriosa epopea bellica e
nei legnanesi è fortemente rimasto il desiderio di celebrare un evento
tanto importante per i risvolti storico-geografici, culturali e sociali.
Ogni anno si è così puntualmente disputata la manifestazione della
Sagra del Carroccio, dal 2006 ribattezzata con l’antico e originario
nome di Palio di Legnano.
È dunque lecito domandarsi cosa spinge un popolo ad essere fiero
della propria storia e delle proprie tradizioni, al punto da sentirsi fortemente
ancorato al proprio passato e volerlo celebrare con sempre
rinnovato dispendio di risorse ed energie.
In un’epoca dove tutto sembra essere relativo, conoscenza e memoria
condivisa del passato sono una certezza assoluta, ma impongono
l’impegno a saper riconoscere e non reiterare gli errori della violenza
e della prevaricazione, dell’intolleranza e del fanatismo e costituiscono
il lievito col quale far fermentare la speranza di un futuro di
pace, vera democrazia e giustizia per tutti. Fare Palio significa anche
tutto questo! Significa cioè difendere e mantenere vive la storia e le
tradizioni perché il tempo non ne cancelli il ricordo, e avere certezze
e sano orgoglio da trasmettere ai nostri figli e a chi verrà dopo di noi.
Significa saper costruire e consolidare concrete realtà, che non risentano
dei tempi e delle mode e che rimangano a monito di chi ha
saputo e voluto credere in un ideale.
Tutto ciò, nella concretezza della quotidianità, si è quest’anno tradotto
per San Martino in due pietre miliari: la formulazione del nuovo
Statuto che, integrando e completando il precedente, ha dato alla
nostra Contrada una nuova legge, a tutto vantaggio della democrazia
e della libertà di tutti e di ciascuno, nonché gli importanti lavori
di ampliamento e riadeguamento del maniero, passo coraggioso e
non più rimandabile, viste le sempre crescenti esigenze di spazi della
Contrada.
Investimenti di grande valore che, se da una parte possono prestare
il fianco a critiche per lo più dovute a gratuiti sciacallaggi e invidie,
dall’altra hanno suscitato ammirazione e apprezzamenti incondizionati
e, ne siamo certi, non tarderanno a dare ampie e attese
soddisfazioni, come peraltro già avvenuto nella Cena del Fantino del
26 marzo. Per preparare il futuro occorre avere buona volontà e
spirito di iniziativa, tirarsi su le maniche e con coraggio affrontare il
presente, possibilmente con un sorriso sulle labbra, sapendo di non
essere invincibili, ma, anche e di più, sfidando e vincendo lo scetticismo
e la paura. Insegnando con l’esempio del proprio operare che
non c’è legante più potente del lavorare insieme, uniti da un comune
obiettivo, sotto una sola bandiera, capaci di trasmettere valori, creando
così per osmosi un clima di cooperazione, onestà intellettuale e
allegria che, unico, saprà donare quel bene modesto e pure prezioso
che è la capacità di attendere. Buona fortuna e buon Palio a tutti!
Ennio Barone
www.contradasanmartino.it

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i ragazzi intervistano la reggenza
antonio
dE Pascali
il capitano
Con chi corriamo quest’anno?
è una bella domanda perché la risposta sembrerebbe scontata,
ma dopo l‘esperienza dello scorso anno...
Sei di fronte ai ragazzi non dire bugie...
No, infatti vi rispondo con sincerità. Molto probabilmente
avremo Bartoletti, però se dovessimo accorgerci, da qua al Palio,
che qualcosa non quadra, piuttosto che un fantoccio metterei
Riccardo Coppa che corre col cuore. Lo dico perché arrivo
dall’esperienza del primo anno con Mari, innamorato del suo
modo di correre...
...cuore spezzato?
Quest’anno Jonathan ci pare più serio, più professionale. Ricordiamoci
però che parliamo sempre di fantini inseriti in logiche
non tanto mirate a Legnano, ma a un meccanismo molto più
grande come quello di Siena. Noi siamo degli accessori: se riesci
a inserirti puoi essere realmente da corsa, se invece ti capita di
essere usato devi essere bravo a capirlo prima.
Cambiamo argomento, com’erano le salamelle?
Buone! Come il clima che si sta creando.
Era Abbashan...
Sarebbe davvero grave!
Ti ha mai sfiorato l’idea di sfilare con Abbashan?
Se non dovesse correre al Palio, certo che ci sfilerei! Proprio
stamattina uno dei cavalli si è fatto male. Non è Abbashan, ma
Adorabile Fong, che ha avuto un problema sulla parte superiore
di una corona. Niente di grave, si risolverà, ma ora, a pochi giorni
dal palio, tutto si fa in salita, anche se i tempi di recupero non
sono così lunghi. Abbiamo altri cavalli, e dobbiamo tirarne fuori
due in grado di correre il palio; uno sarà sicuramente Abbashan
e l’altro lo troveremo. Ovvio che se Abbashan sta bene, non c’è
cavallo che tenga.
Come ti è andata l’anno scorso?
Ho vissuto il Palio al primo anno con un entusiasmo pauroso,
però devo dire la verità: fare il capitano per un anno non serve
a niente, per almeno tre anni è già qualcosa. La nostra nemica
ha costruito le sue vittorie con la stessa squadra per dieci anni,
è quello che dovremmo fare anche noi, creare un gruppo di
persone che lavori insieme nel tempo, facendo nascere relazioni
a più lunga gittata per poter dire la loro. Il Palio si vince anche
così, quindi è difficile impostarlo solo sui soldi, o solamente sul
cavallo, vi sono molti aspetti da tenere in considerazione, prima
di tutto la conoscenza del mondo paliesco. Noi ci stiamo mettendo,
oltre a un grandissimo entusiasmo, anche qualche soldino
in più per colmare il gap che abbiamo con la Flora, perché è
indubbio che se avessero anche soldi vincerebbero per i prossimi
dieci anni.
Come trovi la Contrada rispetto allo scorso anno?
Dicevi che senza unione non si può vincere...
Ho scelto Sharon come castellana proprio per dare un messaggio
importante al vostro gruppo di giovani, una scelta mirata a
creare un collegamento con voi. Onestamente un passettino in
avanti a livello di gruppo l’abbiamo fatto, e questo è importante!

Ti aspettavi di diventare Castellana? Cosa hai provato quando
l’hai saputo?
Non ci speravo: non lo sapevo neanche, ero segretaria in consiglio
e alla fine Antonio ha detto “ho deciso di scegliere come
castellana una giovane che ha dato tanto quest’anno in contrada”
e ha fatto il mio nome... è stato emozionante, ho guardato
la Gigo, appena eletta Gran Dama, e ho pensato dentro di me
“speriamo di cavarcela”.
Per me è un sogno, se consideri che ho 21 anni e sono da
sempre in contrada... sognavo di fare la danzatrice e l’ho fatto,
sognavo di fare la castellana e lo sono diventata! Ti racconto
un aneddoto: ero in seconda elementare e la maestra ci ha
dato un tema su cosa avremmo voluto essere da grandi e io ho
risposto “la Castellana!”. E lei: “ma che cos’è la Castellana?” e io
ho risposto “la cosa più bella che c’è”!
Come ti trovi con l’Antonio capitano?
Un po’ scettica all’inizio, veniva da fuori e addirittura per fare
il capitano! Ma più passava il tempo, più la mia opinione
cambiava: ho visto una persona che si è impegnata e che ha
dato l’anima per San Martino, e anche lui non sapeva poi bene
cosa aspettarsi! Da castellana ho avuto la possibilità di capire
quello che effettivamente fa per la contrada, tutto l’impegno che
ci mette...
Sensazioni pre-Palio?
Sarà più o meno un mese che non dormo, sono sempre ansiosa,
penso sempre al Palio. E poi, sai quando ti vengono i brividi?
sharon
dEntali
la castellana
Quando vedo i miei ragazzi che cantano, quando entro in
maniero e sogno l’ultima domenica di maggio... vivo con i brividi
perennemente!
Come ti sembra il gruppo giovani?
Secondo me cerchiamo sempre di partire coi presupposti migliori,
ma poi ognuno ha le proprie problematiche e difficoltà; mi
piacerebbe che il maniero non si vivesse solo a maggio ma tutto
l’anno, in un’ottitica di condivisione, apprendimento e crescita.
Quando l’altra sera al concerto durante la festa di primavera mi
avete intonato la canzone, mi sono messa a piangere. Mi sono
commossa!
Ci sono Castellane che ti hanno ispirato?
Secondo me non devi ispirarti a nessuno ma essere te stessa,
altrimenti saresti soltanto una copia riuscita male. In questo
percorso mi è stata molto vicino Stefania coi suoi consigli! Poi
chiaramente prendi un po’ da tutti, osservi...
Secondo te quali devono essere le caratteristiche ideali di una
buona Castellana?
Prima di tutto dovrebbe essere una ragazza che ha esperienza
di vita di contrada, una persona che si dà da fare per la contrada
e la frequenti assiduamente, dando il massimo nel lavorare
con disponibilità.
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i ragazzi intervistano la reggenza
roberto
colombo
lo scudiero
Cos’è lo Scudiero in una Contrada?
Deve fare un po’ di tutto: affiancare il Capitano, nei lavori in
maniero e nella commissione corsa, seguire la vita di contrada
con gli altri responsabili, il Paolo nelle cene, il Lele nei rapporti
coi ragazzi; detto così sembra semplice, ma non lo è.
Com’è lavorare con Antonio? Pregi, difetti...
Non posso mica parlar male del Capitano! Con Antonio è
bello collaborare perchè è un leone e si impegna moltissimo, è
interessante perchè è una persona da cui si possono imparare
tante cose. Ha bisogno di essere affiancato perchè, come ha
detto lui, non ha una grande esperienza nel mondo del Palio,
ma vuole imparare e ha una predisposizione naturale per
questa carica.
Cosa abbiamo sbagliato l’anno passato in commissione corsa?
La scelta più errata è stata quella del fantino. Avrei accettato
ogni decisione del Capitano, ma forse è stato un mio errore la
troppa fretta nel voler scaricare il Coghe.
E quest’anno?
Sento che abbiamo lavorato bene e, se la fortuna ci assiste,
possiamo arrivare in alto. Si possono avere l’accoppiata migliore
- fantino e cavallo - e tutti i soldi del mondo, ma la fortuna è
fondamentale, dei tanti palii che ho visto, non ne abbiamo mai
“vinti di persi” ma “persi di vinti”...
Quindi nel 2003 era nostro?
C’erano delle buone premesse: il cavallo era forte, così come il
fantino, ma una mano non ce l’ha data nessuno, l’abbiamo vinto
di prepotenza.
Cos’hai provato quando ti hanno chiesto di fare lo scudiero?
Arrivavo da un anno fuori dalla Contrada, per cui avevo voglia
di rientrare, di rimettermi in gioco. Mi sono buttato dentro a
capofitto! [e così perse i capelli... ndr.]
Tornando alla corsa, come mai la scelta è caduta su Abbashan?
Alcuni sostengono che avendo già vinto l’anno scorso, difficilmente
potrà ripetersi quest’anno...
Ti pare una scelta intelligente?
Secondo me sì! Quantomeno parti con un cavallo che conosce
la pista e si è dimostrato nettamente superiore. è vero che
non è facile fare il bis con lo stesso cavallo, però ad esempio
Domizia non ha vinto due Palii di seguito solo perchè l’anno
dopo è caduta all’ultimo giro; Millenium Bug non ha vinto due
volte perchè... Lasciamo perdere! E poi Abbashan non è vecchio,
speriamo....
Qualche ricordo?
La prima volta che sono entrato a San Martino, ho chiesto di
sfilare e mi hanno risposto: “comincia ad andare ad attaccare le
bandierine sui pali, quando hai finito torna qui e vediamo se c’è
il vestito!”. Una frase forte, mi sono trovato a un bivio: o andavo
a casa perchè eran pazzi o ci provavo. Ci ho provato e sono
ancora qua. Poi tutte le vittorie, tutte... ne ho viste due!
Il Palio del 1992?
è stata un bella corsa perché abbiamo vinto dopo venticinque
anni di pene, avevamo un grande fantino, Cianchino, uno dei
migliori e anche quell’anno il maniero aveva fatto un cambio
di sede dalla via XXIX Maggio a qui. Era stato un anno molto
intenso come questo... speriamo che porti bene!

davide
baronE
il gonfaloniere
Come hai vissuto questo terzo anno da gonfaloniere?
Molto carico, grintoso, con tanta voglia di fare e, diciamo la
verità, un po’ stanco, anche perché si tratta comunque di
un durissimo impegno; bisogna essere sempre pronti per le
manifestazioni e a coprire tutte le responsabilità che il ruolo
ti impone, anche per dare un esempio ai ragazzi. è un ruolo
molto importante, penso dato per meriti a un contradaiolo per il
lavoro che ha svolto in maniero. Da questa posizione si comincia
a conoscere molto bene il mondo del palio.
C’è stato un anno in cui sentivi che il Palio era nostro?
Sicuramente nel 2006, e l’anno scorso fino al sabato mattina
quando vidi il Mari rispondere male all’Antonio e lì mi dissi:
“ahia, attenzione” quando poi la Flora è arrivata in finale, ho
capito che non c’era più niente da fare.
I tuoi primi ricordi in Contrada?
Ci sono arrivato a sette anni con mio padre, mi ricordo che c’era
Priorato 2011
Gran Priore: Ennio Barone
Vice Gran Priore: Stefano Scarazza
Capitano: antonio De Pascali
Castellana: Sharon Dentali
Gran Dama: Carla Colombo Bolla
Scudiero: roberto Colombo
Gonfaloniere: Davide Barone
Fausto che cucinava una pastasciutta e offrì un bicchiere di vino
a papà e una bibita a me. Da qual momento la passione è
andata sempre più crescendo.
Come hai visto la Contrada quest’anno?
Abbiamo dimostrato di esserci nonostante le delusioni degli ultimi
anni. Il gruppo è molto attivo e vivace e l’inserimento di nuovi
giovani ha dato nuovo vigore alla Contrada. Lavorare, poi, per
costruire la nuova ala del salone è servito a conoscerci ancora
meglio e forse anche a crescere come gruppo: è stata forse la
cosa più bella di quest’anno!
Ti sei sentito solo quando sei andato a prendere il gonfalone lo
scorso anno?
No quello no, anche perché non riuscivo nemmeno a camminare
e mi hanno trascinato fuori. Mi hanno dato tutti una mano e
non mi sono mai sentito solo!
Consiglieri:
ennio Barone, antonio de Pascali, sharon dentali, stefano
scarazza, Carla Colombo Bolla, roberto Colombo,
davide Barone, Francesco nativo, Paolo Bò, Franca Borrelli,
diego Munafò, tommaso lombardi, luca erbi, Carla Colombo
Bolla, alessandro airoldi, eugenio Colombo, Patrizia limongi,
giusto damiano, giusto davide, giusto Franco, dominic Malara,
adriano Clerici, Pamela Pontiggia, Pasquale Matricciani, Maurizio
Marinoni, gianluigi guazzetti, letizia Parolini, Franco Mezzanzanica,
Maurizio Borbotti, Fabiana Pini, lorenzo Madella
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i lavori in Maniero
artefici della
costruzionE
di un sogno
28 dicembre 2010: ci si trova tutti in Maniero per iniziare la
prima fase dei lavori della nuova parte acquisita: l’ampliamento
del salone. Dopo una buona colazione al bar dell’angolo,
si comincia ad abbattere le pareti che dividono la parte
“nuova” da quella vecchia e immediatamente il mio pensiero
torna indietro di vent’anni, quando l’avventura in via dei Mille
ebbe inizio. Le facce dei ragazzi d’allora si mischiano a quelle
dei più giovani, tutti animati dalla stessa passione e della stessa
voglia di fare. Dopo la prima fase di duro lavoro, incentrato
prettamente sulla demolizione delle pareti alla quale
hanno collaborato tantissime persone, si costituisce l’effettiva
squadra formata da una decina di elementi e coordinata da
Pabo e Cisky.
Passano i mesi e i lavori procedono puntualmente ogni martedì
e sabato, non senza incontrare difficoltà, ritardi e imprevisti
che la squadra ha sempre saputo superare portando
a termine un bellissimo e importante progetto. Ci siamo
improvvisati muratori, gessisti, imbianchini, idraulici, posatori
con il solo scopo di voler realizzare da noi (fin dove possibile)
quella che è la nostra casa, forse più di quella effettiva e
con l’intento di veder realizzate le idee che da anni avevamo
in mente e che animavano le discussioni in Maniero.
Chissà come sarebbe stato contento il Dino Civita, uno dei
massimi artefici dei lavori svolti nel 1991, sicuramente da
lassù avrà sorriso orgoglioso della sua gente.
La sera dell’inaugurazione - invitato d’onore il nostro fantino
- è stata un sogno! Vedere tutta quella gente, oltre 350 ospiti,
seduta a cenare nel “nostro” salone è stato motivo di orgoglio
e di fierezza per tutti i noi.
Un ringraziamento speciale va a quel gruppo di donne che
assieme alla Castellana, con passione e disponibilità hanno
dato alla squadra un grosso contributo garantendo pranzi
e cene degne di un re, al nostro Capitano e al Gran Priore
sempre pronti ad assecondare ogni nostra richiesta (o quasi)
e al nostro carissimo Priore Eugenio che come nel 1998 ci è
stato vicino in tutti questi mesi.
La voglia di vedere la nostra sede completata è tanta e solo
l’intenso mese di maggio ha rallentato i lavori. Il nuovo bar, la
cucina, la nuova segreteria e sopratutto il museo i prossimi
progetti da realizzare per far diventare il nostro Maniero
sempre più bello e degno della nostra storia.
Matteo Tajè

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pensieri e
ricordi
di contrada «2009: il giorno dopo il palio,
a Nizzolina a pulire la stalla di
«All’inizio della cena
propiziatoria dello scorso anno
ho sfilato portando una banda
della vittoria. Entrando dentro il
palazzetto con 500 persone in
piedi che applaudivano mi sono
venuti i brividi...» Tia
«Nel ‘76 era la prima
volta che sfilai come
banda della vittoria.
Ricordo ancora che
avevo un vestito
ricamato bianco e blu
ed ero a cavallo, allora
avevamo solo due
vittorie. Mi ricordo che
era una domenica di
sole bellissima, il giorno
prima aveva piovuto,
pensavo di non sfilare...
Ero emozionatissima.»
Franca
«Lo scorso anno, tornati dal campo in lacrime,
arriviamo in Maniero, tristi, amareggiati e purgati.
Alla fine di una lunga riunione, è partito un coro
da noi giovani “La gente come noi non molla mai”.
Lacrime quasi di gioia in un momento triste come
quello.»
Teo
«Entrando lo scorso anno in sfilata al campo sentii
subito gli insulti che ci rivolgeva la nostra nemica,
ma quando alzai la testa e vidi il nostro striscione...
mi stavo per mettere a piangere...»
Vera
«La mia prima vittoria: assaporai
veramente cosa vuol dire vincere un
palio aspettato da troppo tempo...
Fu indescrivibile..» Saronnino
Sister e Millenium Bug, chili e
chili di fieno caricato in furgone,
attrezzi spostati, e al ritorno
a casa cinque docce per non
puzzare più di stalla.» Carlo
«La sera della Provaccia del 2008,
in maniero ad aspettare il ritorno
degli altri. Mettermi fuori dalla porta
e sentire il vento muovere le bandiere
e in lontananza le voci dei miei
contradaioli che cantavano: “guardate
San Martino...” stavano arrivando...»
Lele
«Iscrizione delle
Contrade nel 2008.
Stavamo entrando,
stavamo arrivando, la
terra tremava!» Digio
«Iscrizione delle contrade del 2008. Ero Capitano e dentro al castello si
sentiva il cantare di alcuni contradaioli in lontananza. La terra tremava in quel
momento. Il capitano di Sant’Erasmo mi guardò e mi disse: ”stanno arrivando i
miei”. Lo guardò quello di Legnarello e gli rispose: “No sono i miei”. Li guardai
entrambe e dissi loro: “no, sono i miei”. Ed entrò tutta San Martino cantando
fortissimo e facendo venire i brividi alla gente...»
Luca
«L’ anno scorso mi rubarono la
bandiera dal balcone, credo siano
stati quelli della Flora, quest’anno
me l’ hanno riportata a casa.» Marino

«L’anno in cui da
bambino conobbi
Aceto. Era un mito in
quegli anni. Mangiai lì in
contrada al suo fianco
...era assurdo!»
Pachi
«Prendere in prestito... un
abete per avere un vero
albero da sfoggiare con
fede biancoblù il giorno di
Natale.»
Ernesto
«L’anno in cui abbiamo
sistemato la Chiesetta
di San Martino.»
Gigi
«Anno 2003, non guardai la corsa, ero li allo
stadio ma ero girata di spalle perché non
riuscivo a guardare in campo tanta era la
agitazione. Chinnici mi guardò e mi disse che
avevamo vinto e io non capii, non riuscivo più
a capire niente... Mi girai e vidi il popolo di San
Martino in mezzo al campo a festeggiare.»
Letizia
«Mi viene in mente quando tornammo lo
scorso anno a piedi in Maniero: sconfitti, tristi
e purgati ma insieme, uniti come fratelli.»
Francesca
«La prima volta che feci la scorta
alla nostra Investitura. Non mettevo
un abito da sfilata da tanto, e in quel
momento sentii veramente di essere
diventato un contradaiolo biancoblù.»
Cristiano
«Forza! Forza! Vai fino all’ultimo giro! E poi... non sempre si
può vincere! 364 giorni mancano al Palio... Questo è vincere
sempre e comunque. Stringere Teo, Pippo, Mattia e piangere
fino all’ultima lacrima, solo e per sempre per San Martino.
Fino alla fine!»
Marcello
«L’ anno in cui Massiccio
strappò la rete per entrare
in campo. Fantastico! E la
cena propiziatoria del ‘92...
che emozioni!»
Birra
i Contradaioli
«La Contrada è un
sentimento che dallo stomaco
cresce vertiginosamente fino al
cuore, irrazionale talvolta folle...
semplicemente magico.» Teo
«La consistenza ruvida e il profumo delle bambole
di pezza o dei giocattoli di iuta che ci dava la Franca
subito prima della sfilata.»
Susanna
«Cena propiziatoria nell’anno in cui ero
Capitano.. Il mio ingresso alla cena non lo
dimenticherò mai... Emozionante!»
Alessandro
«Arrivati al campo, lo scorso anno,
noi armati ci fermammo prima del
portone d’ingresso. Per qualche strano
motivo, ci hanno fatto aspettare venti
minuti fermi. Non si riusciva a vedere
dentro, ma si sentiva un gran fracasso,
grida e voci da dentro, come se fuori ci
fosse un’ immensa calma e tranquillità,
e dentro il caos, la tempesta. Quando
poi ci dissero di partire, ricordo Digio
che si girò e ci disse: “Non giratevi mai
a sinistra, per nessun motivo”. Una
volta entrati, il campo è sembrato
enorme, cercavo soltanto di sfilare
bene, di isolare dalla testa gli insulti
che ci arrivavano. Era il momento della
vera prova, stavo rappresentando la
mia Contrada!»
Andrea

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gruPPo donne
la
crEatività
entra in
contrada
è ottobre: inizia il grande fermento. Tra i preparativi per
l’Investitura religiosa si delinea l’idea di realizzare “qualcosa”
fatto da noi. Quale simbolo più azzeccato delle campane!
Recuperato tutto il materiale, un gruppo di contradaiole,
donne, ragazze, ragazzine e bambini si mettono all’opera.
All’inizio tutto ci sembrava difficile, “ma di che colore le dipingiamo,
con che pennello, ma dobbiamo disegnarle, ma io non
sono capace! Non ce la faremo mai!”.
Tra prove e tentativi le prime campanelle di cotto vengono
realizzate. Lo stupore è grande, ci accorgiamo che il divertimento
fa sempre più parte delle nostre serate e questo
ci porta alla realizzazione di centocinquanta pezzi senza
renderci conto del grosso lavoro che si stava svolgendo.
Il giorno dell’Investitura la prova del nove: eccole comparire
sul banco dei gadget e scoprire con la meraviglia di tutte il
grosso successo.
Con il nuovo anno arriva anche il nuovo progetto: ci lanciamo
nella pittura su stoffa. La scelta dell’oggetto da dipingere
cade sulle borse di tela. Il gruppo, incuriosito e più numeroso,
si riavvicina, l’aggregazione è alta e ognuno trova la
propria mansione. C’è chi prepara le borse stirandole, chi
dipinge e non riesce a fermarsi, chi aiuta i più piccoli a scegliere
e stendere i colori,
chi alla fine della serata
riordina i tavoli e pulisce
tutti i pennelli! Una volta
terminate, si inizia ad arricchirle
con bottoni, pietre
e strass; ognuna ha dato
sfogo alla propria fantasia
e al suo estro, rendendo
unica la borsa.
A fine inverno le borse
dipinte e decorate sono
cento, marchiate con il
timbro di San Martino,
pronte per essere esposte
alla Festa di Primavera.
Così l’appuntamento
creativo del venerdì sera
era diventato importante non solo per il fare ma per lo
stare insieme, chiaccherare, ridere, racontarsi e raccontare,
progettare e fantasticare.
Adele e Stefania

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BianCoBlù
Spring Break
Sabato 21
ore 22,30 - Maniero di Via dei Mille
Cena del Fantino
Giovedì 26
ore 20,30 - Maniero di Via dei Mille
Memorial Favari
Venerdì 27
XXVII Provaccia
ore 20,00 - Campo Sportivo G. Mari
Cena Propiziatoria
Sabato 28
ore 20,30 - Giardini Scuole Mazzini
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Palio delle Contrade
Domenica 29
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14
danza,
artE
Musica,
e siMboli

“Buon giorno ragazze, siete pronte per il gran giorno!? Dai
andate su a truccarvi e a vestirvi che poi vengo a controllare se
è tutto a posto!” Così inizia ogni anno il fatidico giorno del
Palio. Quest’anno per la nostra “particolare” sfilata non ci
sono nuove figure da presentare perchè abbiamo puntato
molto sulla realizzazione di manufatti veramente importanti.
Ma cominciamo col dire che le danzatrici avranno una nuova
musica intitolata “Pour mon coeur” visto che la nostra Kalenda
è stata utilizzata da altre contrade lo scorso anno.
I nostri bambini saranno come al solito una meraviglia e
scusate ma, orgoglio di nonna, quest’anno sfila anche mio
nipote Edoardo. Lui e tutti i maschietti indosseranno abiti
nuovi ricamati con tanti begli scudi araldici. I ragazzi della
scuola, le ancelle, le damigelle e le dame annunceranno
l’arrivo della dolce castellana Sharon. Per lei, Letizia e io,
abbiamo preparato e ricamato un prezioso velo-mantello.
Dopo le dame a cavallo, il gonfalone che precede il nostro
fiero Antonio seguito dallo scudiero, dai cavalieri e dalle
vittorie. Al Capitano abbiamo confezionato un abito per le
cerimonie collaterali color viola e ocra, naturalmente ricamato
a mano da noi. La parte della sfilata dedicata all’arte e
ai simboli si apre con le suore Benedettine che portano in
dono un telo-tovaglia d’altare che rappresenta l’Albero della
Vita. Seguono il pittore e il trovatore. Ecco quindi la Pace e la
Buona Sorte, le Moire, le Virtù e le Arti Liberali. Anche tutti
questi abiti hanno un nuovo ricamo al collo e alle maniche,
rigorosamente fatti a mano da Letizia con l’aiuto di Maria e
Rossella e disegnati da me e Stefania. A chiusura della sfilata
ci sarà il nostro simbolo per eccellenza: Martino che divide il
mantello con il povero.
la sFilata raCContata dalla gran daMa
Dopo un intervallo di dieci anni sono tornata a ricoprire
con grande gioia la carica di Gran Dama. Ed è molto bello
vedere a distanza di tanto tempo che i ragazzi e le ragazze
di allora sono ancora qui con i loro bambini e con sempre la
stessa voglia di fare, organizzare, realizzare.
Dalla cerimonia dell’Investitura all’inaugurazione del nuovo
salone, con l’aperitivo della Castellana e tutte le altre numerose
iniziative propostevi durante l’annata palliesca, abbiamo
fatto vedere ai contradaioli e a tutti coloro che hanno avuto
il piacere di parteciparvi di che cosa siamo capaci a San
Martino. Un ringraziamento ai Consiglieri, al Gran Priore
Ennio, al Capitano Antonio e alla Castellana Sharon che mi
hanno supportata nell’iniziativa del calendario (che ha avuto
notevole successo).
La “Festa di Primavera”, da poco terminata, ha avuto un
notevole seguito. Sono state proposte tante attività, dalla
mostra dei libri antichi (per la quale ringrazio Adelio Marinoni),
alla gran grigliata con fiorentina, alla giornata dei Manieri
Aperti.
Per finire, ormai mi conoscete, non sono il tipo che arriva
e dispensa baci e abbracci a tutti, ma sappiate che vi voglio
molto bene, che rispetto il lavoro di tutti e che mi piace
ascoltare le idee di ognuno. Cerco sempre di spiegare le
ragioni di quello che si fa o non si fa; inoltre mi piacerebbe
che ci fosse ancora più partecipazione e che qualche ragazza
in più imparasse a ricamare! Forse mi emoziono troppo, ma
non è un segreto il fatto che desidererei organizzare una
bella festa a fine maggio...
Carla Colombo Bolla
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16
gruPPo giovani
iMparare,
lavorarE,
cantare per
la contrada
Il mio vizio è sempre stato quello di essere troppo diretto...
Come è nato il gruppo giovani? Per caso. Si è creato e strutturato
da solo e da solo si alimenta.
Cos’altro? Siamo qua per imparare, per lavorare, per cantare,
per essere criticati quando si fa una stupidata ed elogiati
quando si compie una buona azione.
Ci trovate alle griglie, a montare i tavoli, a consegnare i
volantini, a spaccare i muri, a cantare più o meno sbronzi.
Siamo lì accanto a voi mentre parlate di corsa, ascoltiamo le
storie di contrada e di palio, affascinati dai tempi andati di cui
gli eventi sembrano quasi irreali se riportati ai giorni nostri.
Cerchiamo di perseverare nel solco che ci avete lasciato,
sogniamo momenti di supremazia e di vittoria. è l’entusiasmo
che ci motiva, è il vostro esempio che ci guida, ma non
diteci di seguirvi pedissequamente, perchè la storia di oggi
la facciamo insieme e vogliamo poter dire anche la nostra
parola.
Vi abbiamo gia conquistato e non abbiate timore di perderci,
“noi siam la schiera che paura non ha”.
Prenderemo impegni nuovi, impareremo sbagliando e spero
ci siate sempre per correggerci e muoverci critiche costruttive
come fate da sempre e sempre ben accette. Non sono
promesse all’aria, non abbiate fretta di vederci all’opera, il
tempo passa e la consapevolezza si rafforza e quando saremo
pronti saprete di avere al vostro fianco contradaioli.
Sapete perchè ci andava stretto il maniero? Perchè quando
l’ambizione di un popolo è la vittoria, non ci può essere
muro o prevaricazione che tenga.
Ora scappo, sono di turno al bar... Usque ad finem.
Lele Troisi

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UFFICIO stile SAN MARTINO
QuAnDo LA PASSIonE PER LA MoDA
E LA ConTRADA SI InConTRAno
Chiara Roberta Eliana
La nostra passione è la moda! E allora quale
ruolo migliore all’interno della Contrada,
se non la gestione dei gadget biancoblù? Il
nostro obiettivo? Reinterpretare la tradizione
portando una ventata fashion e vestire i
contradaioli all’ultima moda… senza dimenticare
gli accessori! Il nostro nome? Ufficio
Stile San Martino!
Tutto è cominciato ad aprile dello scorso
anno: Ely, Roby, Chiara e il lampo di genio!
Stanche della solita “divisa” abbiamo deciso
di rompere gli schemi e di creare qualcosa di
diverso, unico e speciale: un cuore biancoblù
a rappresentare la passione per la Contrada
e, a contrasto, un teschio a dimostrare la
grinta e la voglia di sconfiggere il nemico (in
senso lato ovviamente!). Il tutto dipinto su
una canotta bianca e tempestato da un luccichio
di brillantini! Una limited edition che
non ci ha fatto passare inosservate alla cena
propiziatoria. Dato il successo riscosso, il
nostro primo pensiero di quest’anno è stata
la collezione femminile! Ci siamo lasciate
trasportare dalla fantasia e dalle ultime tendenze
e, dopo una serie di prove e bozzetti,
abbiamo optato per catene, collane: charms,
love, passion, usque ad finem… e così è
nata la canotta per le ragazze!
Ma non potevamo dimenticare gli uomini e
i pantaloni della tuta ci sono sembrati la soluzione
migliore. Rigorosamente blu in perfetto
stile San Martino, sono arricchiti dal
nostro jack e dal nostro motto “usque ad
finem”, ricamato in oro: un piccolo dettaglio
che richiama la felpa già in vendita… perchè
niente è lasciato al caso! Un must anche per
le donne, perchè in Contrada la moda è comoda!
E per i bimbi? Una simpatica t-shirt
che racconta il loro dna biancoblù: born tu
bi uait end blu…loro lo scriverebbero così,
no?!?! Passando poi alla collezione accessori,
a grande richiesta abbiamo riaperto gli ordini
per l’anello d’argento con inciso il nostro
San Martino… il vintage che non passa mai
di moda! Le ragazze amanti degli orecchini,
invece, non potranno fare a meno degli
chandelier a forma di cuore blu! E per finire
un vero e proprio bijoux, nel vero senso
della parola: per le amanti di Sex & The City
è nata la collana alla “Carrie”!
Ora è tutto pronto, ma per noi il lavoro non
è finito: è già tempo di iniziare a pensare
alla collezione autunno/inverno! Perché la
moda non si ferma mai… e nemmeno la
Contrada!

Vi aspettiamo
nelle nostre sale di
LEGNANO
in via per Canegrate, 8
e CERRO MAGGIORE
in via Monte Grappa, 1A