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Una Messa 'propria' per i santi Faustino e Giovita: il ms ... - Scrineum

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<strong>Scrineum</strong> Rivista 9 (2012)<br />

soppressione del monastero nel 1798 34 . Mentre i codici su <strong>per</strong>gamena e<br />

cartacei così come le edizioni a stampa, tutti appartenenti alla biblioteca<br />

del monastero, confluiscono, non senza dis<strong>per</strong>sioni, insieme a quelli della<br />

biblioteca <strong>per</strong>sonale del Luchi nel patrimonio statale della Queriniana, i<br />

codici liturgico-musicali restano invece in uso nella chiesa, alla cui<br />

officiatura sono chiamati inizialmente i francescani osservanti del vicino<br />

convento di San Giuseppe. Paolo Guerrini 35 riferisce le date, dall’11 giugno<br />

1798 al 6 febbraio 1808, ed anche i nomi dei due frati francescani<br />

che subentrarono ai benedettini: padre Iacopo Germano Gussago, bibliof<strong>il</strong>o,<br />

e padre Serafino da Peschiera. In seguito padre Gussago, rimasto<br />

solo, comincerà ad assumere <strong>il</strong> titolo di parroco. Dopo <strong>il</strong> 1808 36 , si succederanno<br />

fino a fine secolo i seguenti prevosti: don <strong>Faustino</strong> Rossini<br />

(1808-1818), don Giovanni Lurani Cernuschi (1819-1885), don Liberato<br />

Huonder (1886-1920). Non è dato sa<strong>per</strong>e quando <strong>il</strong> Graduale alpha sia<br />

stato messo da parte; l’unica evidenza è che le vicende dei Corali in uso<br />

nell’Ottocento in San <strong>Faustino</strong> Maggiore si accomunano a quelle dei<br />

Corali in uso nello stesso <strong>per</strong>iodo in San Giuseppe, visto che essi confluiscono<br />

nel medesimo fondo, ora al Museo Diocesano di Arte Sacra, sito<br />

nei locali dell’ex Convento francescano.<br />

34 Il decreto di esproprio del Governo Provvisorio è dell’11 maggio; i benedettini<br />

lasciano la proprietà in pochi giorni (<strong>il</strong> 29 dello stesso mese). Mentre <strong>il</strong> corpo centrale<br />

del monastero viene ben presto riadattato ai bisogni di una caserma, la chiesa e gli<br />

edifici ad essa adiacenti (<strong>il</strong> chiostro dell’abate e la sua abitazione) sono asseganti al clero<br />

secolare <strong>per</strong> svolgervi gli uffici parrocchiali (cfr. P. GUERRINI, Il monastero e la parrocchia<br />

di S. <strong>Faustino</strong> Maggiore in I patroni di Brescia cit., pp. 161-174, in particolare pp. 171-174).<br />

35 Cfr. ibidem.<br />

36 Si tenga presente che ben presto anche <strong>il</strong> Convento di San Giuseppe subirà un primo<br />

decreto di soppressione, <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e 1810. Ai frati osservanti sarà concesso di rientrare<br />

in San Giuseppe nel 1846; vi resteranno <strong>per</strong> vent’anni, la seconda e ultima legge di<br />

soppressione è del 7 luglio 1866. Per le complesse vicende relative a questa istituzione si<br />

veda V. VOLTA – R. PRESTINI – P.V. BEGNI REDONA, La Chiesa e <strong>il</strong> Convento di San<br />

Giuseppe in Brescia, Brescia 1989, in particolare pp. 134-165.<br />

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