gino chierici 'inventore' di “materia cimitile” - La scuola di Pitagora ...

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132 Gino Chierici 'inventore' di "Materia Cimitile" stauro monumentale, in «Comune di Pisa. Rassegna», a. VIII, n. 1-2, Pisa gennaio-febbraio 1972, p. 23. 3 Per il ruolo di Riegl in relazione agli studi italiani sul Medioevo Scarrocchia ricorda, ad esempio, l’influenza esercitata su P. Toesca cfr. S. SCARROCCHIA, Studi su Alois Riegl, Bologna 1986, pp. 97-101. 4 «Quando parliamo di elementi romani nell’architettura paleocristiana della Campania non intendiamo alludere ai materiali di spoglio che furono così largamente impiegati dai costruttori di basiliche e battisteri, né a derivazioni iconografiche o ad affinità decorative, bensì a qualche cosa di più intimo e sostanziale che nella continuità del metodo rappresenta la continuità del pensiero, e non è dipendente da fattori esterni e contingenti -come la vicinanza di templi o di ruderi- oppure dalla educazione artistica dell’architetto o del pittore, ma è frutto dell’esperienza collettiva fissatasi nella tradizione. In altre parole, ci riferiamo alle strutture murarie e più particolarmente alle strutture delle volte». G. CHIERICI, L’elemento romano nell’architettura paleocristiana della Campania, estratto da “Roma” v. XII, n. 12, f. dicembre, Rocca S. Casciano 1934, p. 531, l’estratto dal quale si cita è quello con dedica autografa datata Napoli 24 gennaio ‘35, custodito nella Biblioteca L. Vecchione di Nola. 5 «Il Galante morì serenamente, come era vissuto, nel 1923. Probabilmente non conobbe mai di persona il Chierici; che venne come Soprintendente a Napoli non prima del 1926. Questi, però, non ignorava la nostra scuola e già aveva avuto in omaggio alcuni miei scritti, in parte editi prima della sua venuta fra di noi; né non ignorò quelli che dopo vennero in luce». A. BEL- LUCCI, Gino Chierici come l’ho visto io, in “Archivio Storico di Terra di Lavoro”, vol. III, 1960- 1964, Caserta 1964, pp. 566-567. 6 Lettera di D. Salazaro a G. Iannelli datata Napoli 3 settembre ‘68, conservata al Museo Provinciale Campano di Capua e pubblicata da R. CHILLEMI, Erudizione e tutela artistica in Terra di Lavoro nella seconda metà dell’Ottocento. Corrispondenza Salazaro Iannelli (1a Parte), in “Capys”, n. 31, Capua 1998, p.17. 7 G. CHIERICI, Lo stato degli studi intorno alle basiliche paoliniane di Cimitile, in C. GALASSI PA- LUZZI, a cura di, Atti del IV Congresso Nazionale di Studi Romani, v. II, Roma 1938, pp. 236- 243 + tav.XXXII; G. CHIERICI, Di alcuni risultati sui recenti lavori intorno alla basilica di S. Lorenzo a Milano e alle basiliche paoliniane di Cimitile, in “Rivista di archeologia cristiana”, a. XVI, nn. 1-2, pp. 51-72; G. CHIERICI, Sant’Ambrogio e le costruzioni paoliniane di Cimitile, in AA.VV., Ambrosiana. Scritti di storia, archeologia ed arte, pubblicati nel XVI centenario della nascita di Sant’Ambrogio (CCCXL-MCMXL), Milano 1942, pp. 315-331. 8 Cfr. G. CHIERICI, Sant’Ambrogio e le costruzioni paoliniane di Cimitile, in AA.VV., Ambrosiana.

Saverio Carillo Scritti di storia, archeologia ed arte, pubblicati nel XVI centenario della nascita di Sant’Ambrogio (CCCXL-MCMXL), Milano 1942, pp. 315-331. 9 E. TEA, Giacomo Boni nella vita del suo tempo, Milano 1932, v. II, p. 568. Singolarmente di rilievo appare la sintesi del pensiero di Boni data dalla studiosa a proposito dell’ipotesi di ripristino, caldamente sostenuta, di un affresco col ritratto di Dante al Bargello di Firenze «scoperto nel 1840 e deturpato nei suoi colori originali, bianco rosso e verde per ordine del Granduca di Toscana». L’intellettuale ribadì, in una lettera a Ugo Ojetti, il significato di quelle cromie: «I candori della fede (albo Fides velata panno) offuscato dai secoli: il verde della Speranza, che austricanti cortigiani mascherarono di tinteggiatura color cioccolato; il rosso, fiamma viva di Carità, scorticato fino a denudare l’intonaco greggio». E. TEA, op.cit., pp. 490-491. 10 A. VENTURI, Memorie autobiografiche, Milano s.d. (1927?), p. 107. 11 Cfr. Archivio Centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, (ACS) II v. II s. B. 70, minuta della relazione di Giacomo Boni datata Cimitile 11/IX/1890, sullo stato dei monumenti, soprattutto i mosaici del santuario. 12 Date le contenute dimensioni del presente contributo e l’estesa consistenza degli scritti su Cimitile non è possibile fornire riferimenti bibliografici; si segnalano per brevità gli scritti di P. TESTINI, L. PANI ERMINI, H. BELTING in L’Art dans l’Italie méridionale. Aggiornamento dell’opera di Èmile Bertaux, (direttore A. Prandi), Roma 1978, v. IV, pp. 163-176; 177-182; 183- 188; 195-214, inoltre con precisazioni e nuove acquisizioni D. KOROL, Il cimitero paleocristiano e gli edifici soprastanti le tombe dei santi Felice e Paolino a Cimitile/Nola, Marigliano 1988; T. LEHMANN, Paolino di Nola: poeta architetto e committente delle costruzioni, in G. LONGO, a cura di, Anchora vitae (Atti del II Convegno paoliniano nel XVI centenario del ritiro di Paolino a Nola, Nola-Cimitile 18-20 maggio 1995), pp.93-104; D. KOROL, La cosiddetta edicola mosaicata di Cimitile/Nola. Parte I: I restauri del 1890 e del 1956- Il conferimento di carattere monumentale al santuario centrale, in “Boreas”, n. 21/22, Münster 1998/99, pp. 301-323; T. LEH- MANN, Alarico in Campania: un nuovo carme di Paolino di Nola, in “Impegno e Dialogo”, v. 12, Marigliano 1999, pp.329-351; H. BRANDENBURG, L. ERMINI PANI, a cura di, Cimitile e Paolino di Nola. La tomba di S. Felice e il centro di pellegrinaggio. Trent’anni di ricerche, (Atti della giornata tematica dei Seminari di Archeologia Cristiana) École Française de Rome- 9 marzo 2000, Città del Vaticano 2003, e C. EBANISTA, Et manent in mediis quasi gemma intersita tectis. La basilica di S. Felice a Cimitile. Storia degli scavi, fasi edilizie, reperti, Napoli 2003, con la cospicua bibliografia pp.591-633. 13 Si segnala che nel 1934 il cardinale di Milano pubblica uno studio sulla fondazione benedettina romana di cui era stato responsabile cfr. I. SCHUSTER, La Basilica e il Monastero di S. Paolo 133

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Gino Chierici <strong>'inventore'</strong> <strong>di</strong> "Materia Cimitile"<br />

stauro monumentale, in «Comune <strong>di</strong> Pisa. Rassegna», a. VIII, n. 1-2, Pisa gennaio-febbraio 1972,<br />

p. 23.<br />

3 Per il ruolo <strong>di</strong> Riegl in relazione agli stu<strong>di</strong> italiani sul Me<strong>di</strong>oevo Scarrocchia ricorda, ad esempio,<br />

l’influenza esercitata su P. Toesca cfr. S. SCARROCCHIA, Stu<strong>di</strong> su Alois Riegl, Bologna 1986,<br />

pp. 97-101.<br />

4 «Quando parliamo <strong>di</strong> elementi romani nell’architettura paleocristiana della Campania non inten<strong>di</strong>amo<br />

alludere ai materiali <strong>di</strong> spoglio che furono così largamente impiegati dai costruttori<br />

<strong>di</strong> basiliche e battisteri, né a derivazioni iconografiche o ad affinità decorative, bensì a qualche<br />

cosa <strong>di</strong> più intimo e sostanziale che nella continuità del metodo rappresenta la continuità del<br />

pensiero, e non è <strong>di</strong>pendente da fattori esterni e contingenti -come la vicinanza <strong>di</strong> templi o <strong>di</strong><br />

ruderi- oppure dalla educazione artistica dell’architetto o del pittore, ma è frutto dell’esperienza<br />

collettiva fissatasi nella tra<strong>di</strong>zione. In altre parole, ci riferiamo alle strutture murarie e più particolarmente<br />

alle strutture delle volte». G. CHIERICI, L’elemento romano nell’architettura paleocristiana<br />

della Campania, estratto da “Roma” v. XII, n. 12, f. <strong>di</strong>cembre, Rocca S. Casciano 1934,<br />

p. 531, l’estratto dal quale si cita è quello con de<strong>di</strong>ca autografa datata Napoli 24 gennaio ‘35,<br />

custo<strong>di</strong>to nella Biblioteca L. Vecchione <strong>di</strong> Nola.<br />

5 «Il Galante morì serenamente, come era vissuto, nel 1923. Probabilmente non conobbe mai <strong>di</strong><br />

persona il Chierici; che venne come Soprintendente a Napoli non prima del 1926. Questi, però,<br />

non ignorava la nostra <strong>scuola</strong> e già aveva avuto in omaggio alcuni miei scritti, in parte e<strong>di</strong>ti<br />

prima della sua venuta fra <strong>di</strong> noi; né non ignorò quelli che dopo vennero in luce». A. BEL-<br />

LUCCI, Gino Chierici come l’ho visto io, in “Archivio Storico <strong>di</strong> Terra <strong>di</strong> <strong>La</strong>voro”, vol. III, 1960-<br />

1964, Caserta 1964, pp. 566-567.<br />

6 Lettera <strong>di</strong> D. Salazaro a G. Iannelli datata Napoli 3 settembre ‘68, conservata al Museo Provinciale<br />

Campano <strong>di</strong> Capua e pubblicata da R. CHILLEMI, Eru<strong>di</strong>zione e tutela artistica in Terra<br />

<strong>di</strong> <strong>La</strong>voro nella seconda metà dell’Ottocento. Corrispondenza Salazaro Iannelli (1a Parte), in “Capys”,<br />

n. 31, Capua 1998, p.17.<br />

7 G. CHIERICI, Lo stato degli stu<strong>di</strong> intorno alle basiliche paoliniane <strong>di</strong> Cimitile, in C. GALASSI PA-<br />

LUZZI, a cura <strong>di</strong>, Atti del IV Congresso Nazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Romani, v. II, Roma 1938, pp. 236-<br />

243 + tav.XXXII; G. CHIERICI, Di alcuni risultati sui recenti lavori intorno alla basilica <strong>di</strong> S. Lorenzo<br />

a Milano e alle basiliche paoliniane <strong>di</strong> Cimitile, in “Rivista <strong>di</strong> archeologia cristiana”, a. XVI,<br />

nn. 1-2, pp. 51-72; G. CHIERICI, Sant’Ambrogio e le costruzioni paoliniane <strong>di</strong> Cimitile, in AA.VV.,<br />

Ambrosiana. Scritti <strong>di</strong> storia, archeologia ed arte, pubblicati nel XVI centenario della nascita <strong>di</strong><br />

Sant’Ambrogio (CCCXL-MCMXL), Milano 1942, pp. 315-331.<br />

8 Cfr. G. CHIERICI, Sant’Ambrogio e le costruzioni paoliniane <strong>di</strong> Cimitile, in AA.VV., Ambrosiana.

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