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Carta regionale delle precipitazioni medie annue e ...

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Allegato 2<br />

Parte Seconda<br />

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Regione Lombardia – Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità<br />

428


Allegato 2<br />

Capitolo 4<br />

<strong>Carta</strong> <strong>regionale</strong> <strong>delle</strong> piogge <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> e<br />

regionalizzazione <strong>delle</strong> portate<br />

4.1. Ambiti e finalità dell’attività<br />

Nell’ambito <strong>delle</strong> elaborazioni idrologiche per la prima versione del Programma di Tutela e Uso<br />

<strong>delle</strong> Acque è stata sviluppata una procedura di regionalizzazione <strong>delle</strong> portate <strong>medie</strong> <strong>annue</strong><br />

naturali che ne consente la stima <strong>delle</strong> portate <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> nella generica sezione anche anche se<br />

priva di un adeguato numero di misure storiche di portata. Questa procedura, in sintesi, consiste<br />

nella riscalatura <strong>delle</strong> portate misurate in altre sezioni del bacino utilizzando le <strong>precipitazioni</strong><br />

<strong>medie</strong> <strong>annue</strong> nei sottobacini sottesi sia da tali sezioni sia dalla sezione generica in cui si vuole<br />

applicare la procedura di stima regionalizzata (cfr. Cap. 1).<br />

Al fine consentire la determinazione <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> nei bacini sottesi dalla<br />

generica sezione e quindi l’appliccazione del metodo di regionalizzazione per determinare la<br />

portata media annua nella generica sezioneE’ quindi stata predisposta una carta <strong>delle</strong><br />

<strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> del territorio <strong>regionale</strong> che consente una stima di queste <strong>precipitazioni</strong><br />

<strong>medie</strong> areali, anche per sottobacini diversi da quelli sottesi dalle sezioni di calcolo consideratenel<br />

PTUA. La carta qui presentata si distingue da altre analoghe predisposte in passato da vari Enti in<br />

quanto è stata elaborata con valori di precipitazione media annua puntuale che derivano da<br />

un’elaborazione e correzione <strong>delle</strong> misure disponibili.<br />

4.2. Dati utilizzati ed elaborazione della carta<br />

Per la realizzazione della carta <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> sono stati utilizzati i dati raccolti<br />

per gli studi conoscitivi del Programma di Tutela e Uso <strong>delle</strong> Acque (cfr. All. 1 – Costruzione di<br />

una base dati per la caratterizzazione dei corpi idrici significativi ), rielaborati secondo la<br />

metodologia presentata nel Capitolo 1 ed integrati con quelli raccolti per la realizzazione della<br />

“<strong>Carta</strong> <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> del territorio alpino lombardo” della Regione Lombardia<br />

(a cura di M. Ceriani e M. Carelli - Direzione Generale Territorio ed Urbanistica – U.O. Difesa<br />

del Suolo), di seguito chiamata <strong>Carta</strong> PMRL.<br />

In totale sono stati raccolti i valori medi della precipitazione annua di 742 stazioni localizzate,<br />

oltre che in Lombardia, anche nelle aree limitrofe <strong>delle</strong> regioni confinanti (Piemonte, Svizzera,<br />

Trentino-Alto Adige e Veneto). Sia prima che durante le elaborazioni è stata effettuata, in fasi<br />

successive, una selezione dei dati disponibili, in modo da individuare quelli da utilizzare<br />

effettivamente.<br />

In primo luogo sono state escluse 82 stazioni che non è stato possibile individuare e<br />

georeferenziare con sicurezza. Delle 660 stazioni rimanenti sono state poi considerate solo quelle<br />

per le quali la precipitazione media era calcolata almeno su cinque anni di misure, riducendo il<br />

loro numero a sole 570.<br />

Si è poi scelto di escludere anche quelle stazioni con un valore di precipitazione media annua<br />

inferiore ai 600 mm o comunque poco attendibile, in quanto contrastante eccessivamente da<br />

quelli <strong>delle</strong> stazioni vicine e in assenza di una chiara giustificazione dovuta all’altimetria o<br />

all’orientamento dei versanti, dal valore medio di precipitazione della zona, portando il loro<br />

numero a 557. In ultima analisi sono state escluse anche quelle stazioni che non ricadevano in un<br />

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Regione Lombardia – Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità<br />

intorno significativo della Lombardia (ad esempio sono state scartate le stazioni dell’alto bacino<br />

del Ticino e del Mincio) portando il numero finale di stazioni utilizzabili a 508.<br />

Per numerose di queste stazioni era disponibile per la precipitazione media annua sia il valore<br />

PTUA che quello della <strong>Carta</strong> PMRL. In questi casi si è deciso di considerare quello PTUA se la<br />

differenza tra i due valori era limitata (inferiore al 5%) e quello <strong>Carta</strong> PMRL in caso contrario. Si<br />

è derogato da tale regola in alcuni rari casi in cui, a causa della rilevante differenza tra il numero di<br />

anni utilizzati, il calcolo della precipitazione media annua in uno dei due studi è sembrato<br />

chiaramente più affidabile dell’altro.<br />

4.3. Elaborazione della carta: metodo di interpolazione spaziale<br />

dei dati<br />

Per la realizzazione della carta è stato utilizzato un metodo di interpolazione spaziale dei valori<br />

<strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> <strong>delle</strong> 508 stazioni scelte. A questo scopo si è scelto di utilizzare<br />

la tecnica del kriging, che rappresenta ormai lo standard di riferimento in questo campo. Il kriging<br />

è un metodo di elaborazione di dati di misura che genera superfici da un insieme di dati distribuiti<br />

nello spazio, che si basa sull’analisi probabilistica della loro variazione spaziale. Il criterio di<br />

ottimizzazione utilizzato nel kriging non prevede necessariamente l’esatta corrispondenza del<br />

valore stimato con quello disponibile nei punti di misura: la loro differenza può essere calcolata<br />

ed utilizzata come indicatore di quanto i dati sperimentali aderiscano alla superficie interpolante<br />

stimata. Per l’applicazione del kriging è stata utilizzata l’apposita funzione integrata in ArcView,<br />

scegliendo come metodo di interpolazione un modello lineare distribuito spazialmente su un<br />

dominio a celle quadrate di dimensioni 250 x 250 m. Il metodo prevede la definizione di diversi<br />

parametri. In prima istanza la distanza o lag (h) tra i punti da interpolare, da cui dipende la<br />

definizione del semi-variogramma in quanto il semi-variogramma empirico è calcolata, per ogni<br />

coppia di punti distanti h, come:<br />

semi-variogramma(h) = 0.5*media[(x i – x j) 2 ]<br />

dove con x i e x j si definiscono i valori dei punti in posizione i e j.<br />

Una volta ricavato il semi-variogramma è necessario definire il numero massimo e minimo di<br />

punti da interpolare e a tale scopo tra i 2 metodi a disposizione ( : a raggio fisso o variabile.)si è<br />

optato per il metodo di interpolazione a raggio fisso che richiede la definizione di due parametri:<br />

il valore del raggio e il numero minimo di punti. Una volta definita, la distanza del raggio resta<br />

costante. Il minimo numero di punti (count) indica il minimo numero di punti misurati da usare<br />

per l’interpolazione. Tutti i punti che ricadono nel raggio verranno usati nel calcolo di ogni<br />

interpolazione. Quando ci sono meno punti di quelli definiti nelle vicinanze, il raggio subirà un<br />

incremento fino a che non comprenda il numero di punti minimi definiti.<br />

Da ciò si osserva che la variazione di uno dei parametri richiesto dal metodo porta ad<br />

ottenere risultati differenti. Partendo dallo stesso numero di stazioni pluviometriche da<br />

interpolare e variando il valore della distanza (lag) da usare per la definizione del semivariogramma<br />

tenendo inalterati i valori di raggio e numero minimo di punti si assiste ad una<br />

rappresentazione differente <strong>delle</strong> isoiete <strong>medie</strong> della carta, analogamente variando<br />

indipendentemente il numero di punti minimo da interpolare si ottengono risultati diversi.<br />

A verifica di quanto sopra espresso, in Figura 4.1 è riportata la carta <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> che è<br />

stata scelta alla fine <strong>delle</strong> elaborazioni, mentre nelle Figura 4.2 e nella Figura 4.3 sono<br />

rappresentate le isoiete <strong>medie</strong> che derivano da una diversa scelta dei valori dei parametri necessari<br />

al modello di interpolazione.<br />

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Allegato 2<br />

Anche la scelta di un differente metodo di rappresentazione del semi-variogramma (lineare,<br />

sferico, gaussiano…ect.) porta a risultati molto diversi tra di loro. In Figura 4.5 sono riportate le<br />

carte <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> calcolate mantenendo inalterati i parametri del modello (lag, raggio e<br />

numero di punti da interpolare) e variando la curva di adattamento del semi-variogramma.<br />

Durante l’organizzazione <strong>delle</strong> stazioni pluviometriche da utilizzare nel processo di<br />

interpolazioni, si è riscontrata anche una dipendenza tra il numero di stazioni totali utilizzabili e i<br />

risultati finali dell’interpolazione. In Figura 4.4 è riportata la carta <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong><br />

<strong>annue</strong> calcolata, mantenendo costanti i parametri del modello ed aggiungendo, alle stazioni scelte<br />

per l’elaborazione, una decina di stazioni localizzate in regioni confinanti. Per ottenere un buon<br />

risultato anche con queste stazioni sarebbe necessario apportare <strong>delle</strong> variazioni ai parametri dei<br />

modelli. Ciò non è stato eseguito in quanto, lo scopo <strong>delle</strong> simulazione corrente era solo quello di<br />

dimostrare che basta una piccola variazione nel numero di stazioni oggetto di analisi per ottenere<br />

risultati non più confrontabili. A ciò va aggiunto che anche un diverso valore <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong><br />

nelle stazioni può portare ad un risultato finale differente; si è infatti verificato che assumere<br />

valori diversi di precipitazione per un numero, anche esiguo, di stazioni ma magari in posizioni<br />

critiche, porta ad una rappresentazione differente <strong>delle</strong> isoiete <strong>medie</strong> sul bacino.<br />

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Regione Lombardia – Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità<br />

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Figura 4.1 – <strong>Carta</strong> <strong>delle</strong> piogge <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> (lag = 140; raggio = 2500 e count = 12)


Figura 4.2 – Carte <strong>delle</strong> piogge <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> ottenute con lag = 10 e lag = 2500.<br />

Allegato 2<br />

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Regione Lombardia – Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità<br />

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Figura 4.3 – Carte <strong>delle</strong> piogge <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> ottenute con numero di punti da interpolare<br />

(count) = 5 e 20.


Figura 4.4 – Carte <strong>delle</strong> piogge <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> calcolata con una decina di stazioni<br />

pluviometriche aggiuntive.<br />

Allegato 2<br />

Figura 4.5 – Carte <strong>delle</strong> piogge <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> ottenute con metodi di adattamento del semi-<br />

variogramma differenti: sferico e gaussiano.<br />

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Regione Lombardia – Direzione Generale Reti e Servizi di Pubblica Utilità<br />

In conclusione si è deciso di adottare la carta di Figura 4.1 ottenuta con metodo di adattamento<br />

del semi-variogramma lineare, lag = 140, raggio = 2500 e numero minimo di punti interpolati =<br />

12.<br />

Tale carta infatti risulta essere quella con andamento più regolare <strong>delle</strong> isoiete e più coerente<br />

con l’orografia del territorio. In particolare tale carta risulta priva di piccole zone (macchie) con<br />

marcate variazioni della precipitazione media in assenza di evidenti condizioni di disomogeneità<br />

da un punto di vista orografico e climatico e che quindi sembrano da attribuire ad anomalie nelle<br />

misure locali della precipitazione.<br />

4.4. Osservazioni sui risultati ottenuti<br />

Partendo da una valutazione d’insieme si può notare che le <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> tendono<br />

progressivamente ad aumentare passando da sud a nord, cioè passando dalla pianura ai rilievi<br />

prealpini e alpini.<br />

Nella parte più meridionale della regione, quella pianeggiante che parte dal Po fino circa<br />

all’altezza di Milano, si osservano <strong>precipitazioni</strong> tra gli 800 e i 1000 mm/anno. Valori più bassi,<br />

tra circa 650 e 800 mm/anno, si registrano nella pianura mantovana e in quella pavese, con<br />

l’eccezione dell’alto Oltrepo, dove le <strong>precipitazioni</strong> tendono ad aumentare nuovamente.<br />

All’altezza di Milano (1010 mm/anno), Brescia (981 mm/anno) e Salò (1104 mm/anno) si ha<br />

una fascia che si estende da est ad ovest con valori compresi circa tra 1000 e 1200 mm/anno, con<br />

un andamento sinusoidale <strong>delle</strong> curve pluviometriche dovuto all’influenza <strong>delle</strong> valli principali.<br />

Con l’avvicinarsi dei primi rilievi prealpini (Somma Lombardo 1426 mm/anno, Lentate sul<br />

Seveso 1428 mm/anno, Consonno 1497 mm/anno, Ponte Briolo 1273 mm/anno, Gardone<br />

Valtrompia 1410 mm/anno e Vobarno 1375 mm/anno) si assiste ad un aumento <strong>delle</strong><br />

<strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> che raggiungono valori compresi tra i 1400 e i 1600 mm/anno,<br />

mantenendo sempre un andamento sinuoso, ma decisamente più complesso, risultando<br />

maggiormente influenzato dall’orografia del territorio. Lungo questa prima fascia prealpina ci<br />

troviamo in presenza anche <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> più elevati di tutta la regione, riscontrando valori<br />

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Allegato 2<br />

superiori ai 2000 mm/anno come per esempio a Vararo 2327 mm/anno, Garzeno 2005<br />

mm/anno, Zambla 2117 mm/anno, Lago Gemelli 1838 mm/anno e Lago Fregabolgia 1983<br />

mm/anno.<br />

Le <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> <strong>annue</strong> nel bacino del Fiume Oglio risultano intorno a valori compresi<br />

tra i 1000 ed i 1600 mm/anno, con una diminuzione progressiva via via che ci si allontana dal<br />

lago d’Iseo verso il Fiume Po (Pantano d’Avio 1460 mm/anno, Breno 1008 mm/anno, Chiari<br />

934 mm/anno e Sabbioneta 708 mm/anno). Una situazioni simile si riscontra anche nei bacini<br />

dei fiumi Mella e Chiese, nei quali passiamo da stazioni con precipitazione media annua intorno ai<br />

1600 mm/anno (Cimmo 1528 mm/anno per il bacino del Mella e Dazarè 1394 mm/anno per il<br />

bacino del Chiese) a stazioni con valori medio bassi e bassi (Brescia 981 mm/anno e Sorbara di<br />

Asola 626 mm/anno). Per quanto riguarda l’adiacente area del bacino del Lago di Garda,<br />

compreso il bacino del Sarca in territorio trentino, la precipitazione media annua risulta compresa<br />

tra i 600 ed i 1200 mm/anno. Per quanto riguarda invece i bacini dei fiumi Brembo e Serio, si<br />

osservano valori mediamente superiori ai 1500 mm/anno: Foppolo 1851 mm/anno, Carisole<br />

1605 mm/anno, Brembilla 1702 mm/anno e Branzi 1619 mm/anno in Val Brembana; Forno<br />

Gavazzo 1840 mm/anno, Gromo 1622 mm/anno e Gandino 1560 mm/anno in Val Seriana.<br />

La situazione risulta maggiormente complicata per quanto concerne l’analisi della provincia di<br />

Sondrio (Valchiavenna e Valtellina), che a causa della complessa orografia presenta valori di<br />

precipitazione medi annui decisamente variabili. Le aree a maggior precipitazione risultano quelle<br />

sul versante Orobico, dove si registrano valori compresi tra i 1200 e i 1800 mm/anno (Scais 1715<br />

mm/anno), sul versante occidentale della Valchiavenna (Lago Trona 2050 mm/anno, Lago<br />

Inferno 2002 mm/anno, Madesimo 1702 mm/anno e Lago Truzzo 1618 mm/anno) e sulla parti<br />

di quota più elevata della Val Malenco e della Val Viola, con valori compresi tra i 1400 e i 1600<br />

mm/anno. Le zone a minore precipitazione risultano quelle dell’area di Livigno (Trepalle 657<br />

mm/anno e Livigno 675 mm/anno) e dell’alta Valtellina (Grosio 888 mm/anno). Nella parte di<br />

fondo valle della Valtellina si hanno invece <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> comprese tra i 800 e 1200<br />

mm/anno (Sondrio 970 mm/anno).<br />

4.5. Confronto con altre carte <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong><br />

Sulla base del quadro di sintesi presentato è possibile stabilire un confronto di massima con le<br />

<strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong> riportate nella <strong>Carta</strong> PMRL e nella carta del Servizio Idrografico e<br />

Mareografico Nazionale (SIMN, Ing. Cati).<br />

Per quanto riguarda la zona di pianura, le tre carte sono sostanzialmente concordi nei valori<br />

<strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> <strong>medie</strong>, con l’unica differenza che la carta PTUA e la carta PMRL forniscono<br />

valori leggermente superiori nella zona del basso lodigiano.<br />

Nella fascia prealpina, le tre carte, pur non presentando grandi differenze nell’andamento<br />

generale, mostrano una differente delimitazione <strong>delle</strong> varie fasce pluviometriche, che risultano più<br />

regolari nelle carte PTUA e PMRL. In particolare la carta PMRL fornisce valori leggermente<br />

minori <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> nell’alta Val Trompia e nell’alta Val Brembana.<br />

Nella fascia alpina le carte PTUA e SIMN forniscono valori superiori di quelli della carta<br />

PMRL, in particolare nella parte retica in Valtellina, in Val Chiavenna e nella parte orientale del<br />

Lago di Como. Per quanto riguarda la carta PTUA ciò è sicuramente dovuto all’integrazione, che<br />

deve essere fatta, <strong>delle</strong> <strong>precipitazioni</strong> misurate in alta quota con un contributo nivale calcolato in<br />

base agli SWE (Snow Water Equivalent) <strong>delle</strong> stazioni nivometriche (riportate in Tabella 4.1)<br />

secondo la metodologia riportata nel Capitolo 1.<br />

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Tabella 4.1 – Tabella <strong>delle</strong> stazioni nivometriche per le quali è noto il valore di SWE.<br />

n. Località Pr ovincia SWE<br />

1 Lago Trona SO 372<br />

2 Alpe dell' Oro SO 311<br />

3 Funivia Bernina SO 367<br />

4 Laghi di Chiesa SO 239<br />

5 Piazzo Cavalli SO 222<br />

6 Alpe Costa SO 243<br />

7 Palù SO 367<br />

8 Campo Moro SO 339<br />

9 Cam Boer SO 264<br />

10 Aprica SO 244<br />

11 Bormio SO 219<br />

12 Cancano SO 237<br />

13 Santa Caterina SO 320<br />

14 Madesimo SO 435<br />

15 Carona BG 377<br />

16 Foppolo BG 376<br />

17 Valleve BG 378<br />

18 Barbellino BG 405<br />

19 Gaver BS 181<br />

20 Lago d'Arno BS 312<br />

21 Pantano BS 285<br />

22 Ponte di Legno BS 219

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